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‘My generation’, l’inno del movimento Mod | 1
venerdì 28 ottobre 2016, 07:00
Accadde oggi
‘My generation’, l’inno del movimento Mod
Il 28 ottobre 1965 gli Who terminano di registrare il brano 'My generation', l'inno del movimento Mod
di Gianni Lucini
Il 28 ottobre 1965 gli Who terminano di registrare il brano 'My generation'. È il terzo singolo in un anno per la band
composta da Pete Townshend, Roger Daltrey, John Entwistle e Keith Moon. In quel lontano 1965 gli Who sono
divenuti il simbolo dei giovani delle grandi periferie industriali. Rissosi e provocatori interpretano fino in fondo
il ruolo di alfieri del movimento Mod. Osteggiati dalla grande stampa che non nasconde la sua antipatia per questo
gruppetto di violenti e oltraggiosi strumentisti, i quattro non perdono occasione per fornire nuovi argomenti di scandalo.
Litigiosi come pochi non mascherano i momenti di tensione interna e, a volte, finiscono per insultarsi e scazzottarsi sul palco
nel corso dei concerti. I loro manager, Kit Lambert e Chris Stamp, faticano le proverbiali sette camicie per tenere insieme
una band che quasi ogni giorno annuncia il suo scioglimento. Come se non bastasse, poche settimane prima di iniziare a
lavorare al nuovo disco, forse stanchi di essere considerati alla stregua di 'animali da esposizione' o forse soltanto per il
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/my-generation-linno-del-movimento-mod/
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gusto di provocare, a un malcapitato giornalista che chiedeva se avessero mai assunto le 'pasticche blu' (amfetamine) prima
di salire sul palco, Pete Townshend aveva risposto con aria strafottente: «Prima di salire su un palco no, perché noi siamo
sempre drogati». Con queste premesse la realizzazione del terzo singolo era apparsa, a dir poco, ardua. Invece, in
quel 28 ottobre 1965, i quattro realizzano 'My generation', un brano destinato a entrare nella storia del rock. Più
della musica, in verità devastante e innovativa, è il testo ad attirare immediatamente l’attenzione. Versi come «...spero di
morire prima di diventare vecchio/sto parlando della mia generazione...» interpretano più di tanti trattati sociologici il
malessere diffuso e la voglia di cambiare di una generazione che si sta affacciando alla vita e in qualche modo anche alla
storia. Gli Who, con la loro musica violenta e aggressiva sono idolatrati da quella massa enorme di ragazzi che
anni dopo verrà definita 'proletariato giovanile'. Sono i giovani nati e cresciuti nelle periferie industriali delle grandi
città britanniche che lasciano presto la scuola per lavorare in fabbrica. La loro voglia di cambiare è rabbia inespressa,
primitiva. L’idea di cambiamento non si alimenta con ideali, non c’è tempo. C’è da lavorare per tirare avanti, e resta solo il
fine settimana per coltivare il sogno di una vita diversa. Ci sono gli amici, la musica e la possibilità di rompere, meglio se con
la violenza, il quieto conformismo di una settimana lavorativa che al lunedì, tutti i lunedì, ricomincia sempre uguale a se
stessa. Ce l’hanno con tutti, ma soprattutto con i loro genitori che non hanno fatto niente per cambiare la vita e l’ambiente
in cui vivono. Sono i Mod. Il loro nome nasce dalla contrazione del termine 'modernist', e sono arrabbiati con la
società. La loro è una ribellione senza particolari obiettivi, e gli Who ne sono i profeti ideali. Il chitarrista Pete
Townshend così ne definisce la filosofia: «I Mod sono il rifiuto di quello che c’era prima. Se ne fregano della tv, delle
beghe dei politici e della guerra del Vietnam...». Con il tempo il gruppo cambierà registro, analizzerà a fondo le ragioni del
suo successo e cercherà contenuti nuovi producendo capolavori come 'Tommy' o 'Quadrophenia', ma in quel periodo è
ancora un concentrato di rabbia e violenza pura. Non tutti i critici, in gran parte prevenuti nei confronti della band,
si accorgono del valore del brano. C'è chi ne predice il rapido oblio e c'è anche qualche 'esperto' che scambia l'effetto
feedback della chitarra elettrica di Townshend per un difetto d'incisione. Dopo 'My generation' gli Who arrivano sull’orlo di
una delle innumerevoli crisi della loro storia, nate spesso dalla incompatibilità tra Townshend e Daltrey. Per qualche tempo si
pensa addirittura di sostituire il secondo con Boz Burrell, allora nei Boz's People e in seguito con i King Crimson e i Bad
Company, ma la crisi è destinata a rientrare anche perché il buon Burrell, contattato per la sostituzione, risponde che non
intende far parte di una «band di pagliacci». Anche lui non aveva capito nulla di quel gruppo.
https://www.youtube.com/watch?v=qN5zw04WxCc
di Gianni Lucini
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/my-generation-linno-del-movimento-mod/
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