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Giovedì 27 Ottobre 2016
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
La Pädagogische Hochschule di Zurigo, la scuola di pedagogia, chiede anche il colesterolo
Duro esame per aspiranti prof
Nel test d’accesso, 140 domande anche molto indiscrete
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
V
uoi diventare insegnante? Dimmi quanto hai di pressione,
e che sogni fai. Chi
vuol frequentare la Pädagogische Hochschule di Zurigo,
la scuola superiore di pedagogia, deve sottoporsi a una
sorta di striptease psicologico, denuncia la Neue Zürcher
Zeitung. I bambini e i ragazzi
svizzeri devono essere affidati a maestri al di sopra di
ogni sospetto. Non basta aver
studiato pedagogia, bisogna
essere anche sani, di corpo e
di spirito.
Entro certi limiti, non
sarebbe neanche sbagliato.
Anni fa si scoprì che nella
scuola elementare frequentata da mia nipote in Italia uno
dei bidelli era stato condannato per pedofilia. I pedofili,
per me, sono dei malati che
è difficile guarire, per alcuni, addirittura è impossibile.
Anche loro hanno diritto a un
posto di lavoro, ma ci sareb-
bero altre possibilità, prima
di assumerli in una scuola.
A Roma, qualcuno sostenne
che il bidello avesse diritto
alla sua privacy, che viene rispettata a seconda dei casi, e
a capriccio.
In Svizzera la pensano
diversamente, ma a Zurigo
esagerano. Anna Kündig
(nome fittizio), un’aspirante
alla scuola si meravigliò nel
ricevere una lettera in cui le
si chiedevano altre informazioni prima di ammetterla
ai corsi. Qualcosa aveva insospettito i responsabili nel
suo curriculum. Anna avrebbe dovuto riempire un questionario con 140 domande,
alcune molto intime, secondo
lei. Aveva paura nell’iniziare
una relazione di essere lasciata dal partner? Qual era
la sua pressione? E il tasso di
colesterolo?
Oppure rispondere si o no
alla domanda: «Chi mi vuol
male deve aspettarsi la mia
vendetta». «Ci sono forze sovrannaturali?». Nei dati già
inviati, oltre l’età, aveva do-
candidati. Una regola che non
viola la privacy.
vuto comunicare l’altezza e
il peso. Nel colloquio, alcune
settimane dopo, la dottoressa
scelta dall’istituto per il controllo, le ha spiegato il perché
dell’esame supplementare. Il
suo body mass, il rapporto appunto tra chili e centimetri,
era di 17,5, inferiore a quello
ideale. In altri termini, era
troppo magra: quali erano
le sue abitudini alimentari?
Forse poteva essere anoressica. E così via. Ma aveva anche
comunicato che negli ultimi
cinque anni si era sottoposta
a una psicoterapia. Cosa normalissima, ma non per l’Istituto di pedagogia. «Tutta la
VICINO AL MARE, SI SVILUPPERÀ SU 2 MILIONI DI METRI QUADRATI
procedura è stata assurda e
indiscreta, denuncia la candidata, sono fisicamente e psicologicamente sana, e il mio
peso è da anni costante».
«Abbiamo una responsabilità nei confronti degli allievi» risponde il rettore della
scuola, Heinz Rhyn. Non ci
sono criteri generali per l’ammissione, e ogni valutazione
è personale. «L’insegnante è
un modello per i ragazzi, e un
test medico è indispensabile.
E comunque a decidere non
è il medico ma la nostra commissione». E viene richiesto
anche il certificato penale dei
Il numero dei candidati a cui si richiede un esame
medico supplementare varia
di anno in anno, tra i 35 i 60,
su circa 900 dossier. Solo una
persona è stata bocciata, ma
diversi aspiranti si sono ritirati pur di non rispondere al
questionario troppo intimo.
Per Beat Zemp, presidente
dell’associazione degli insegnanti in Svizzera, la richiesta del certificato penale è
giusta: in passato si sono registrati diversi casi di professori assunti nonostante fossero
già stati condannati per pedofilia. «Le scuole, dice Zemp,
sono ritenute responsabili, ed
è dunque inevitabile che si
vogliano tutelare». Un esame
medico, però, anche per lui «è
esagerato», se non altro perché serve a poco a valutare le
reali capacità del candidato.
Per la cronaca, Anne Kundig alla fine è stata ammessa
ai corsi, anche se ha le misure
di un’indossatrice.
© Riproduzione riservata
LA PRODUZIONE SI È RIDOTTA DEL 5%
Il vecchio aeroporto di Atene
Vendemmia nel mondo:
diventerà un parco di divertimenti la più scarsa da 20 anni
DI
I
SIMONETTA SCARANE
venteranno sentieri per le escursioni e
piste ciclabili, i complessi sportivi abbandonati dopo i Giochi olimpici del 2004 saranno risistemati e oltre un chilometro di
spiaggia conoscerà un nuovo sviluppo. Il
tutto immerso in due milioni di metri quadrati di verde. Una attrazione per i turisti
che qui vi troveranno oltre al bel mare, complessi alberghieri con centro congressi, golf,
n Grecia, il vecchio aeroporto di Atene,
vicino al mare, nella periferia di Helliniko, è destinato a essere trasformato
in un parco di divertimenti. Il progetto,
che prevede un investimento di 8 miliardi di
euro, potrebbe però incontrare degli ostacoli.
Il conto alla rovescia comunque è cominciato. Il parlamento greco deve decidere una
serie di misure di rigore per ottenere da
Bruxelles lo sblocco di
un finanziamento di
2,8 miliardi di euro.
Fra i 13 progetti di
legge, pretesi dalla
troika (Fmi, Bce e
Ue) insieme al fondo salva-stati (Esm)
sono stati depositati
Il vecchio aeroporto di Hellinikon, nella periferia di Atene. Il ministro
al consiglio di sorvedella cultura vuole classificarlo come sito archeologico
glianza che dovrà decidere in merito alle nuove privatizzazioni, la casinò e spiagge organizzate. Il turismo è
riorganizzazione del mercato dell’elettricità e il primo pilastro dell’economia greca e qui
la gestione dei prestiti bancari deteriorati.
trova una concreta prospettiva di rilancio.
Questo progetto creerà immediatamente 10
L’ambizione del progetto Hellinikon, mila posti di lavoro che a regime diventesecondo quanto riportato da Le Figaro, è tra- ranno 70 mila. Lamda verserà 300 milioni
sformare il waterfront della capitale in un di euro allo stato greco prima di cominciaenorme parco di divertimenti di 2 milioni di re i lavori che per l’80% dovranno essere
metri quadrati, uno dei più grandi della Gre- conclusi entro 12 anni. Il contratto prevede
cia. Ad aggiudicarsi la gara è stata la società anche che lo stato greco incassi il 30% degli
immobiliare Lamda Développement del introiti dell’investimento e il 15% degli utili
ricchissimo uomo d’affari Spyros Latsis in per i prossimi 99 anni. Unica nota negativa
consorzio con fondi di investimento di Abu è quella che vede il ministro della cultura
Dhabi (Al Maabar) e il gruppo cinese Fo- classificare come sito archeologico la gran
sun.
parte del vecchio aeroporto con il rischio di
riportare il progetto alle calende greche.
Le piste di decollo e atterraggio di© Riproduzione riservata
Il meteo è il principale imputato del calo produttivo
L
a produzione mondiale di vino non è mai stata così
scarsa da vent’anni. Secondo l’organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) i 7,5 milioni di
ettari di vigneti impiantati sul pianeta quest’anno
hanno prodotto 259 milioni di ettolitri di vino. Una diminuzione del 5% rispetto al 2015. Il principale imputato è il
meteo, secondo quanto ha raccontato a Le Figaro il direttore
generale dell’Oiv. «Il fenomeno del El Niño sembra di ritorno
in America latina dove la produzione è stata vittima di condizioni climatiche davvero eccezionali con molta pioggia». Con
il risultato che la produzione in Argentina è scesa del 35%,
a 8,8 milioni di ettolitri. Un cattivo risultato che retrocede
l’Argentina dal 5° al 9° posto nella classifica mondiale dei
produttori. I volumi cileni sono crollati del 21%, a 10,1 milioni
di ettolitri, e il Brasile ha dimezzato la propria produzione a
1,4 milioni. La Francia non è stata risparmiata dal meteo:
una primavera piovosa e poco soleggiata, il freddo tardivo,
e qualche gelata hanno reso la vendemmia di quest’ano la
più scarsa da trenta anni a questa parte. Con 41,9 milioni di
ettolitri (-12% sul 2015) la Francia si è classificata seconda
nella classifica mondiale quanto a volumi ma al primo posto
quanto a valorizzazione.
L’Italia ha beneficiato della scarsa performance francese
mantenendosi al primo posto quanto a volume di vino prodotto quest’anno, con 48,8 milioni di ettolitri, stabile rispetto
al 2015. La Spagna resta al 3° posto (37,8 milioni di ettolitri).
Inoltre, l’Oiv ha riscontrato una frenata della diminuzione del
consumo di vino tra 239,7 e 249,6 milioni di ettolitri, grazie
all’ingresso nel mercato di nuovi paesi consumatori.