Peshmerga: guerriglieri che vorrebbero essere soldati

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Peshmerga: guerriglieri che vorrebbero essere soldati | 1 giovedì 27 ottobre 2016, 12:00

Medio Oriente

Peshmerga: guerriglieri che vorrebbero essere soldati

L'aiuto alla causa occidentale e il bagno di sangue di una milizia senza stato di Redazione

Sono protagonisti, insieme all’Esercito iracheno, dell’ offensiva su Mosul contro lo Stato Islamico (IS). I bollettini di guerra di queste ore recitano che Peshmerga e Esercito iracheno, e con loro forze speciali statunitensi e britanniche, sarebbero ad appena due chilomteri da Bashiqa, cittadina che dista non più di cinque chilomteri dalla periferia orientale di Mosul. «Da

oltre due giorni Bashiqa è assediata dalle forze Peshmerga», ha detto Mustafa Koran, inviato dell'emittente satellitare curda

'Rudaw'. Entreranno nella città insieme alle forze regolari e di sicuro faranno di tutto per partecipare al futuro della città. «Ciò che è importante e che necessita di essere discusso è cosa accade a Mosul dopo l'IS» ha detto Nechirvan Barzani, Primo Ministro del Kurdistan iracheno, commentando l'offensiva contro la roccaforte jihadista. «In Iraq ieri abbiamo

avuto al-Qaeda, oggi l'Is e domani avremo un altro gruppo se a Mosul non ci sarà un buon sistema di amministrazione»,

evidenziando che Mosul ha un'«importanza speciale» per Erbil (la capitale dell'Autonomia curda), perché ciò che accade nella seconda città dell'Iraq ha un'«influenza diretta» su tutta la regione del Kurdistan. Dall’affermazione del Califfato, nel giugno del 2014, i Peshmerga sono entrati di diritto nella storia della liberazione dell’Iraq e sono l’immagine per eccellenza di quella Nazione che non esiste, il Kurdistan. Balzati agli onori delle cronache in tempi relativamente recenti, in realtà hanno alle spalle una storia che li ha visti protagonisti e pedine del 'Grande gioco' che dalla fine dell'impero Ottomano le potenze si disputano sullo scacchiere mediorientale. Una storia di guerriglieri che si muovono come soldati, e soldati della Nazione del Kurdistan si ritengono. Storia, la loro, che si intreccia con quella dello Stato che rappresentano che però, appunto, non c’è. Una storia fatta di alleanze politiche trasversali e gesti di eroismo, fratellanze segnate col sangue e accordi traditi. Il loro nome evoca i campi di battaglia, significa 'guerrigliero che affronta la morte', che la cerca, anzi, la sfida, fino a trovarla. Le origini dei peshmerga curdi risalgono agli ultimi anni di vita dell'Impero Ottomano, 'grande malato' d'Europa, che cessa di esistere definitivamente alla fine della prima Guerra mondiale. Nati per la difesa dell'inesistente stato curdo a cavallo tra Iran e Iraq, i peshmerga iracheni, anche se solo per pochi mesi, diventano nel 1946 forze armate ufficiali dell'autoproclamata Repubblica di Mahabad, embrione di Stato curdo che avra' vita brevissima. I peshmerga che oggi combattono per la presa di Mosul contro l'Isis, sono eredi di quella tradizione. peshmerga è la definizione ufficiale delle forze armate del governo regionale nella regione semiautonoma del Kurdistan iracheno, appartenenti al Pdk (Partito democratico del Kurdistan) guidato da Massud Barzani, storico leader dell'ala Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/peshmerga-guerriglieri-che-vorrebbero-essere-soldati/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Peshmerga: guerriglieri che vorrebbero essere soldati | 2 conservatrice del movimento curdo iracheno e presidente della regione, la cui autonomia fu favorita dagli Stati Uniti. I legami dei peshmerga con gli Usa risalgono al 1991, all'epoca della prima Guerra del Golfo, quando Saddam Hussein soffocò la resistenza dei curdi nel nord del paese 'gassando' le sue principali città. Washington impose una 'no fly zone' sull'area ma senza spingersi a concedere ai curdi nessuna forma di autonomia. A Erbil, una delle principali città del Kurdistan iracheno, gli Stati Uniti hanno da allora una presenza fissa, un consolato e un drappello di agenti dell'intelligence. Il legame si consolida ai tempi della seconda guerra del Golfo, quando in cambio di un appoggio militare e logistico in funzione anti Saddam, gli Usa concedono ai curdi del nord dell'Iraq un'autonomia piuttosto ampia. È nella guerra contro Saddam che l'esperienza militare dei peshmerga si affina. La loro capacità militare è indiscussa, la loro abilità nel maneggiare il kalashnikov quasi leggendaria. Come leggendaria è diventata la 'battaglia delle donne'. Nelle loro fila infatti combattono anche quattro battaglioni di soldatesse, formati da circa 500 giovani armate comandate da un colonnello donna. La partecipazione all'offensiva di Mosul, oggi entrata al suo nono giorno, è l'ultima delle battaglie dei peshmerga in ordine di tempo. Una battaglia che avrà ripercussioni sull'intera area ma che resta piena di incognite e di ambiguità. La sorte dei peshmerga curdi, come in passato, si incrocia e spesso si scontra in queste ore con quella degli altri curdi dell'area, iraniani, siriani e turchi, componendo un mosaico complicatissimo fatto di alleanze temporanee e di lotte fratricide. L'unica certezza è che l'illusione di un unico Stato curdo, da sempre promessa o vagheggiata, rimane tale, in balia degli interessi momentanei delle grandi potenze. Una certezza che il popolo curdo conosce e che si esprime perfettamente in un antico detto: I curdi non hanno amici, ma solo montagne.

di Redazione

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