Corriere delle Alpi - Federazione Coldiretti Belluno

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Belluno
DOMENICA 16 OTTOBRE 2016 CORRIERE DELLE ALPI
Lingua blu, allevatori in difficoltà
costretti a pagarsi anche i vaccini
Dal Paos, presidente della Coldiretti: «Vista l’emergenza, la Regione aveva pensato di renderli gratuiti
ma non è stato così. E per le imprese le spese per gestire la situazione iniziano ad essere pesanti»
di Paola Dall’Anese
◗ BELLUNO
Inizia a farsi “pesante” l’impegno economico degli allevatori
per la vaccinazione e lo spostamento dei capi di ovini e bovini, a causa dell’emergenza dovuta al diffondersi della cosiddetta “blue tongue” o lingua
blu. E si iniziano a vedere anche casi di speculazione nei
prezzi del mercato del bestiame.
L’allarme arriva direttamente dalla Coldiretti di Belluno
che oggi festeggia in Alpago la
tradizionale Giornata del ringraziamento. Ma quest’anno il
problema del diffondersi della
malattia, che colpisce principalmente gli ovini, sta mettendo in crisi il settore.
Alla data di venerdì erano 49
i focolai di blue tongue registrati dalla Rete di sorveglianza epidemiologica veneta nel Bellunese, contro i 159 totali in Regione. Si tratta di sei bovini, 3
capre selvatiche e 40 ovini. I comuni più colpiti sono quelli
della parte bassa della provincia cioè Alano, Cesiomaggiore,
Feltre, Mel e Pedavena.
«La febbre catarrale degli
ovini», spiega il presidente
dell’associazione, Silvano Dal
Paos, «è ad oggi la maggiore criticità con cui gli allevatori devono fare i conti, anche perché
l’area di restrizione per la movimentazione del bestiame ormai si è allargata a tutto il Veneto, estendendosi ora a parte
del Friuli, di Bolzano e di Trento. E questo allargarsi non farà
altro che far accrescere i problemi, soprattutto quelli legati
alla vaccinazione e allo spostamento degli animali».
Infatti, per spostare un ovino da una parte all’altra è necessario che venga compilato
dal veterinario un modulo det-
Un ovino colpito dalla blue tongue
to “modello 4” il cui costo si aggira intorno ai 20-30 euro per
capo di bestiame. «All’inizio,
Venezia si era detta disponibile, vista l’emergenza, a rendere
gratuito questo servizio come
anche le vaccinazioni», precisa
ancora il presidente, «ma pro-
prio in virtù del fatto che il problema è molto diffuso inizia ad
essere pesante anche per palazzo Balbi sostenere queste
spese. E questo non va a favore
degli allevatori, alle prese con
l’acquisto delle tre dosi vaccinali da somministrare nel giro
di un mese e da ripetere ogni
anno finché non sarà debellata
la malattia. Ma se si devono
spostare gli animali, è necessario che questi siano vaccinati e
l’allevatore deve compilare il
modulo dell’Usl. E intanto i costi salgono».
Ma c’è anche chi inizia a speculare su questa situazione per
cui, come riferisce lo stesso direttore della Coldiretti, Michele Nenz, «iniziano a ridurre i
prezzi del bestiame e quindi
per l’allevatore è una perdita
economica che si unisce a tutto il resto».
Ma sia la campagna vaccinale, avviata quasi a tappeto in
queste settimane che gli allevatori hanno comunque eseguito affrontando spese consistenti, sia il clima freddo di questi
ultimi giorni che ha contribuito a ridurre il numero dei moscerini responsabili della trasmissione della patologia, hanno portato ad una diminuzione dei casi di positività alla febbre catarrale. «Da qualche giorno, infatti, non sono più stati
registrati dei casi in provincia,
e questo non può che essere
un elemento positivo. Speriamo l’allarme rientri presto»,
conclude il direttore Nenz.
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