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Recensioni
dello sparuto gruppo che lo seguì
della collaborazione governativa, se fa
onore agli uomini in quanto singoli
segna purnondimeno la ingloriosa fine
della Destra liberale, di codesto decre­
pito e anacronistico gruppo che si il­
ludeva di conciliare gli interessi della
nuova grossa borghesia industriale e
imperialistica con un liberalismo ane­
mico e rinsecchito — che per la verità
non era mai stato molto vigoroso —,
che si sottrasse sempre agli impulsi
rianimatori delle nuove esigenze e delle
nuove realtà sociali. L’illusione di que­
sti liberali consistette nel ritenere va­
lida la superstruttura ormai rinsecchita
e barcollante di una vecchia ideologia,
scambiandola con l’idea-forza capace di
animare una classe che oramai si era
evoluta e i cui interessi erano divenuti
contrastanti con essa. Essi non com­
presero che il fascismo era proprio lo
strumento idoneo a questa classe per
sbarazzarsi del vecchio ciarpame ideo­
logico e per esercitare con mezzi più
diretti e più efficaci il proprio potere.
L’idea liberale per fortuna non morrà
con Salandra, divenuto senatore di no­
mina fascista nonostante tutto; essa si
tramanderà, fiaccola sotto il moggio
attraverso le dure esperienze delle
carceri e degli esili, per risorgere, ri­
temprata e ravvivata dal ripensamento
dei suoi valori fondamentali, maturato
nelle lunghe meditazioni del dolore e
del sacrifizio, e per offrirsi nuovamen­
te come insegna e messaggio di una
degna vita associata, per i quali è anche
bello morire. Il sangue dei Gobetti,
degli Amendola, dei Rosselli, dei Ga­
limberti e di tutti coloro che per essa
offrirono le loro mirabili esistenze
nella lotta di liberazione, è la nuova
vitale linfa che alimenta l’idea liberale,
e la giustifica e la santifica al cospetto
delle nuove generazioni italiane.
Antonino R epaci
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Resistenza e Giornalismo
Al Congresso Nazionale della Fede­
razione Italiana della Stampa, tenuto
a Merano dal 1° al 6 ottobre u. s.,
tra le altre relazioni sono state lette
quelle
smo e
pa » e
za e il
di A. Gavagnin su « Il fasci­
le leggi speciali sulla stam­
di D. L aiolo su « La Resisten­
Giornalismo in Italia».
Un lutto dell’Istituto per la storia dell’età nazista di Monaco
Il 25 ottobre di quest’anno è perito
in un incidente automobilistico il
prof. Hermann Mau, segretario gene­
rale del Deutsches Institut jiir Geschichte der nationalsozialistichen Zeit di
Monaco che da poco ha assunto il
nome più generale di Istituto per la
storia contemporanea.
Co’ suoi 40 anni era nel pieno fer­
vore della sua attività di ricercatore e
di studioso: stava cogliendo i frutti
del suo paziente lavoro di organizza­
tore dell’Istituto sia per quanto si ri­
ferisce alla raccolta del materiale ar­
chivistico, sia per il piano delle pub­
blicazioni, sia per i collegamenti colla
storiografia universitaria e cogli istitu­
ti dell’estero particolarmente applicati
allo studio delle premesse e degli svi­
luppi della seconda guerra mondiale.
Aveva un concetto ampio e metodo­
logicamente rigoroso del lavoro sto­
riografico da fare; netta la convinzione
che la premessa del tutto era il re­
perimento, l’inventariamento, l’esplora­
zione dei documenti da integrare colla
raccolta delle testimonianze degli atto­
ri politici e militari degli eventi re­
centi; e il viaggio negli U.S.A. per re­
perire i documenti tedeschi in mano al­
leata, di cui ebbe la cortesia di riferire
(come noi facemmo a nostra volta coi
lettori di questa Rassegna nel n. 15,
p. 42 ss.) Ila portato a risultati utili
anche per lo studio del movimento di
Resistenza in Italia.
Perciò ci uniamo al compianto susci­
tato tra i colleghi di Germania e con­
sideriamo il loro lutto pure nostro.