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I COMMENTI
Venerdì 21 Ottobre 2016
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Renzi punta sugli
italiani all’estero
Renzi relies
on Italians abroad
I
sondaggi repiano dell’immagine,
DI CARLO VALENTINI
gistrano altaun colpo da maestro
lenante l’esito
e secondo i sondaggidel referendum costituzionale. sti qualcosa ha spostato nel giudizio
Senza exploit dell’ultima ora, la dif- degli incerti. Ma il vero movente del
ferenza tra i sì e i no sembra sarà presidente del consiglio, che al refeassai risicata. Ecco perché la visita rendum ha legato la sua carriera podi Matteo Renzi negli Stati Uniti è litica, è il voto che arriverà in Italia
stata un inno mediatico alle riforme, per posta dagli Stati Uniti ma anche
col presidente Barack Obama che, dall’America del Sud, dov’è rimbalpur impegnato nel trasloco ormai im- zato l’eco dell’incontro con Obama,
minente e insensibile alle polemiche preceduto da una capillare perforsollevate dall’esternazione a favore mance in varie città del vice di Rendel sì dell’ambasciatore Usa in Italia, zi, il sottosegretario alla presidenza
ha sottolineato che il presidente del Luca Lotti (a Rio de Janeiro ha parconsiglio si muove nella giusta dire- tecipato addirittura alla costituzione
zione e spera vinca la competizione di un locale comitato per il sì).
del 4 dicembre.
Alle elezioni del
2013 sono stati un
Dietro tutto quemilione (su 4 miChe sono
sto c’è il lavoro dellioni aventi diritto)
determinanti
la nostra diplomazia
gli italiani all’estero
nelle elezioni
e dello staff di Renzi,
che hanno votato. Al
con un obiettivo prereferendum sulle triciso: spingere gli italoamericani che vellazioni sono stati quasi 800 mila.
votano in Italia a esprimersi affer- Si tratta di un peso non indifferente
mativamente al referendum. Sì per- sul piatto della bilancia referendaché gli italiani all’estero potrebbero ria. Tanto che, in risposta a Renzi,
diventare l’ago della bilancia, così sia i 5stelle che Matteo Salvini
come, in parte, lo sono stati alle ul- hanno deciso di organizzare tournée
time politiche. Per questo Renzi sta all’estero. E il comitato per il no premandando i suoi ministri in giro per sieduto da Gustavo Zagrebelsky anil mondo a incontrare i nostri conna- nuncia di avere già oltre venti sedi in
zionali e lui s’è ritagliato il prestigio- giro per il mondo. La battaglia divenso palcoscenico americano. Indubbia- ta senza frontiere per primeggiare
mente, la cena alla Casa Bianca, con nel referendum, diventato lo snodo
contorno di artisti e personalità sia del nostro sistema politico.
italiane che americane, è stata, sul
© Riproduzione riservata
of view, and according to pollsters
something has changed in the judgment of undecided voters. However,
the real reason for the Prime Minister, who tied his political career to
the referendum, is the vote that will
come in Italy from the United States
but also from South America, where
the news of the meeting with Obama
resounded, preceded by an extensive
performance in several cities of the
prime minister’s undersecretary
Luca Lotti (he has even participated
in the establishment of a local committee for yes in Rio de Janeiro).
In the 2013 elections the Italians abroad who voted were one
million (about 4 million entitled to vote).
They are
In the referendum on
Behind all this,
drilling they were althere is the work of
decisive
most 800,000. It is a
our diplomacy and
in the election
substantial weight
of Renzi’s staff, with
on the plate of the
a clear aim: pushing
Italian-Americans who go to the referendum scale. So much so that,
polls in Italy to vote for the yes in both the M5S and Matteo Salvini
the referendum. Indeed, because Ital- decided to organize a tour abroad in
ians abroad could hold the balance response to Renzi’s trip. In addition,
of power, as they used to do, in part, the committee for the no chaired by
in the latest political election. That’s Gustavo Zagrebelsky announced
why Renzi is sending his ministers that it has already over twenty
around the world to meet our com- offices around the world. The batpatriots and he reserved the prestig- tle to stand out in the referendum,
ious American stage. Undoubtedly, which has become the hub of our
the dinner at the White House, with political system, is becoming witha circle of both Italian and American out borders.
artists and personalities, was a mas© Riproduzione riservata
terstroke from a reputational point
Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Se tutti smettessero di twittare
Twitter non varrebbe più niente
Il quesito nel tunnel
degli opposti pareri
DI
I
A
ccording to the polls, the
outcome of the constitutional referendum is wavering. Unless there is a
last-minute exploit, the difference
between ‘yes’ and ‘no’ appears to be
very narrow. That’s why Matteo
Renzi’s visit to the United States
was a media hymn to reforms, with
President Barack Obama who, despite being engaged in a forthcoming
relocation and being insensitive to
the controversy caused by the ‘yes’
endorsement by the US ambassador
in Italy, stressed that the prime minister is moving in the right direction
and hopefully win the competition
on 4 December.
SERGIO LUCIANO
ne di Pistono. Effettivamente,
se da domani nessun compratore acquistasse più un’auto
di General Motors, l’azienda
conserverebbe comunque un
suo valore: valore dei materiali, dei prodotti, degli sterminati capannoni produttivi, dei
l guru del Mit, Nicolas
Negroponte, ha messo
un’ipoteca sulla pretesa
di Twitter di vendersi a
qualcuno per 30 miliardi di
dollari: a suo avviso il social
network dell’uccellino blu
deve diventare una non profit
e rinunciare a far soldi, pur
Invece se nessuno
restando attivo. Sarà: ma se,
acquistasse auto
anche avendo 320 milioni di
Gm varrebbe ancora
utilizzatori, un social network
non riesce a far soldi, e quindi
nessuno lo vuole, non ci sarà
macchinari riconvertibili ad
qualche domanda da porsi?
altri scopi, di tutto ciò che in
«Se domattina tutti noi un’azienda tradizionale è «pasmettessimo di scrivere su Fa- trimonio fisico». Ma, nel caso
cebook, Facebook non varrebbe dei social media, il patrimonio
più un centesimo», ha sibilato fisico è zero, e quello virtuale
qualche giorno fa Federico Pi- sono le frescacce che ci scriviastono, un geniaccio trentenne mo noi utilizzatori. Se smettiaalquanto nerd che ha studiato mo di farlo, li uccidiamo.
tra Oxford e la «Singularity
In realtà, Twitter ha goduUniversity» ed è gettonatissimo dagli economisti di mezzo to e gode di una fama planetamondo dopo aver pubblicato il ria perché è il social dei politici
saggio «I robot ti ruberanno il e dei giornalisti. Appunto: due
lavoro ma va bene così: come categorie in disgrazia. Giornasopravvivere al collasso econo- listi dimezzati negli effettivi e
nei redditi. Politici discreditati
mico ed essere felici».
ovunque, e proprio negli Usa
È corretta, la provocazio- se ne sono avute molte prove
in questa campagna presidenziale. Forse è per questo che
colossi come Google, Apple e
Disney, ma anche Salesforce,
hanno annusato l’acquisizione
e l’hanno lasciata perdere. Non
si fidano più del futuro luminoso di un’azienda che, dal 2006,
non ha mai fatto utili in un
settore dove tra mille iniziative l’unica che è e resta forte
è Facebook, alla condizione di
essere sempre più pervasiva e
imperialista.
A farsi strada è, tra i social, quel fungo dell’effimero
che è Snapchat, col suo punto
di forza che è cancellare in dieci
secondi i messaggi degli utenti,
il modo migliore per mandare
foto porno e nascondere la
mano, non granché come vettore pubblicitario (e allora di che
vivrà?). Quello dei social network è il mondo in cui si sta e
si starà, ma con quali equilibri
e quali risorse non lo sa nemmeno chi finge di saperlo. E in
questo senso il flop di Twitter
non è colpa sua ma è l’effetto
di una crescita talmente impetuosa da non essere finora mai
stata né capita né ragionata.
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DI
MARCO BERTONCINI
Dopo la sofferta sentenza
del Tar sul quesito referendario, se nel cartello del no si
mangiano le mani e nel fronte del sì esultano, si mantengono però vive le speranze e,
per converso, accesi i timori.
Altri giudici dovranno pronunciarsi: Tar, tribunale
ordinario, Consiglio di stato.
L’inusitato prolungamento
della camera di consiglio nel
tribunale amministrativo riflette divergenze che potrebbero tradursi in un’opposta
decisione assumibile in altra
sede. Non sarebbe la prima
volta, anche in delicate questioni elettorali.
Il difetto di giurisdizione potrebbe essere negato
da un altro organo, che si
esprimerebbe sul merito, a
quel punto accogliendo oppure respingendo il ricorso.
Che la materia non sia, sul
piano giuridico, pacifica, lo
confermano le opposte tesi
circolanti e, per certi versi,
l’autorevolezza di chi le pronuncia. Aggiungiamo l’ovvia
considerazione che gli aspet-
ti politici, di fatto largamente
prevalenti, possono condizionare i giudizi.
È infatti a tutti palese
come, quale che sia la copertura giuridica offerta, la
sostanza dei ricorsi risponda
a esclusivi fini politici, essenzialmente di disturbo al sì.
Per ora, l’unico effetto è di
aver sollevato un indiscutibile polverone, largamente superiore alla sostanza
vera del problema, e quindi
di aver fatto direttamente o
indirettamente propaganda
a favore del no.
L’appello del Pd a dibattere il referendum nel
merito, dopo la pronuncia del
Tar, non troverà ovviamente
accoglienza. O meglio: dal no
continueranno ad arrivare
contestazioni alla riforma,
sia nelle sue parti sia nella
sua estensione. Anzi, si continuerà a puntare sull’intera riscrittura costituzionale,
aggiungendovi sempre una
fortissima dose di assalto
diretto al presidente del
Consiglio.
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