dossier - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente – Forza Italia

Download Report

Transcript dossier - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente – Forza Italia

1194
PRIME REAZIONI ALLA LEGGE DI
BILANCIO DI RENZI-PADOAN
16 ottobre 2016
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Forza Italia
EXECUTIVE SUMMARY
2


Ancora una volta il premier Renzi si è confermato quello che è:
un uomo della prima Repubblica, che ha presentato una Legge
di bilancio da prima Repubblica, fatta di mance e mancette,
priva di una strategia strutturale, in cui il deficit o cresce o
rimane costante e comunque aumenta di più di un punto
rispetto ad impegni originari con l’Unione europea.
Una Legge di bilancio che fa crescere il debito, il che comporta
bassa crescita e incoerenza dei numeri (come aveva infatti già
fatto notare l’Ufficio parlamentare di bilancio.
EXECUTIVE SUMMARY
3


Nessun taglio strutturale vero, entrate tutte aleatorie legate a
condoni. Laddove le uscite sono di tipo strutturale. Di fatto una
Legge di bilancio tutta scoperta, elettoralistica, indecente,
laurina.
E alla fine del 2017 pagheremo il conto, ovviamente con
manovra correttiva.
INDICE
4

L’eco della manovra sulla stampa

La Repubblica: rischio infrazione europea

Corriere della Sera: scarsa riduzione della spesa
La Stampa: non e’ la soluzione alla crescita bassa

Il Mattino: coperture da verificare

Il Fatto Quotidiano: manovra fantasy

L’ECO DELLA MANOVRA SULLA STAMPA
5



Nella giornata del 15 ottobre il Consiglio dei ministri ha
approvato la Legge di Bilancio da presentare alle Camere e
da inviare a Bruxelles.
L’ammontare complessivo della manovra è salito a 27 miliardi
di euro, che mirano a raggiungere un obiettivo di deficit fissato
al 2,3% del PIL per il 2017.
La stampa è stata molto critica sia sui contenuti della manovra
che sulle modalità con le quali essa è stata presentata durante
la conferenza stampa di Matteo Renzi.
L’ECO DELLA MANOVRA SULLA STAMPA
6


Il premier, anziché illustrare le consuete tabelle con i dati
precisi della manovra, si è presentato ai giornalisti con delle
semplici slide aventi chiari intenti propagandistici dalle quali
non è possibile ricavare alcun quadro generale delle risorse e
degli impieghi.
Con questa scelta, il premier ha reso impossibile commentare
poco più dei saldi, che peraltro divergono su parecchi giornali
 il Sole 24 Ore stima in 4 miliardi le entrate dalla
rottamazione dei ruoli, ad esempio.
LA REPUBBLICA: RISCHIO INFRAZIONE EUROPEA
7



Secondo quanto riportato da “La Repubblica” la manovra
varata dal Governo Renzi sarebbe addirittura a rischio
infrazione da parte della Commissione Europea.
Per Ferdinando Giugliano, all’interno della Legge di Bilancio il
provvedimento sulle pensioni rischia di aggravare le differenze
tra chi lavora e chi è in pensione.
 inoltre, l’abolizione di Equitalia, misura gradita all’elettorato,
fa sorgere il sospetto di una possibile sanatoria fiscale.
Sempre secondo Giugliano, c’è poca chiarezza anche sui fondi.
La nostra economia rischia di diventare ancora più fragile
rispetto ai capricci del mercato.
LA REPUBBLICA: RISCHIO INFRAZIONE EUROPEA
8

Filippo D’Argenio, sempre su La Repubblica, a proposito di
presunte procedure d’infrazione nei confronti dell’Italia scrive:
 “dal cuore della Commissione spiegano che i patti erano
diversi. «L’accordo raggiunto tra Juncker, Schulz, Moscovici e
Renzi era al 2,2%. Una concessione già generosamente oltre
le regole nonostante l’impegno preso per iscritto da Padoan a
maggio e possibile solo grazie all’impegno di Juncker e
Schulz, visto che Moscovici non sarebbe andato oltre il 2,1%.
Ma ora è troppo, non ci sono margini». Dunque lo
scostamento di appena 1,6 miliardi è la classica goccia che
ha fatto traboccare il vaso. Che rende politicamente e
legalmente impossibile giustificare la flessibilità di fronte ai
partner e alle altre istituzioni Ue.
LA REPUBBLICA: RISCHIO INFRAZIONE EUROPEA
9

Se Juncker fino all’altro ieri si è battuto per aiutare Renzi, ora
è costretto a cambiare linea. E la minaccia giunta a Roma è
chiara: «O riportate il deficit al 2,2% entro il 30 ottobre,
oppure la manovra non passerà». Ma non finisce qui.
Bruxelles è pronta, e può farlo, anche a togliere la flessibilità
concessa per il 2015- 2016. A quel punto, cancellati i 19
miliardi di bonus, i conti deraglierebbero e dunque Bruxelles
metterebbe subito, a novembre, l’Italia in procedura
d’infrazione (se aspettasse di agire sul 2017 dovrebbe
attendere maggio).”
CORRIERE: SCARSA RIDUZIONE DELLA SPESA
10


Francesco Daveri sul Corriere della Sera punta il dito sul
punto debole del governo, notando la scarsa riduzione della
spesa e imputando ad essa la timidezza nel taglio delle tasse:
“Nel complesso, il governo ha operato con una logica simile a
quella seguita nei suoi primi anni di attività. Le riduzioni di spesa
– malgrado i ripetuti annunci sull’efficacia della spending review
già attuata – sono assenti o tenute al minimo, specie nei comparti
più politicamente controversi. Il guaio è che la mancata riduzione
della spesa riduce lo spazio per riduzioni di imposta più corpose.
E così le tasse scendono solo in modo selettivo (Ires e non Irpef)
e il posto della riduzione delle imposte viene preso da nuovi
incentivi e sussidi che suggeriscono alle imprese di innovare, di
usare i big data e altri comportamenti ritenuti virtuosi.”
CORRIERE: SCARSA RIDUZIONE DELLA SPESA
11

“Con più coraggio, ad esempio sforbiciando la giungla di
deduzioni e detrazioni (a cominciare da quella per le spese
sanitarie, quella per gli interessi sui mutui, quelle di cui le imprese
godono in mille forme) si potevano trovare i miliardi necessari
per finanziare la riduzione dell’Irpef e del numero delle aliquote.
Non un’impraticabile flat tax con una sola aliquota ma una
semplificazione del sistema fiscale che avrebbe dato un maggior
reddito disponibile nelle mani delle famiglie. Tutto ciò è invece
rinviato almeno al 2018.”
LA STAMPA: NON E’ LA SOLUZIONE ALLA
CRESCITA BASSA
12

Nel suo editoriale del 16 ottobre, Matteo Lepri su La Stampa
ritiene che “è lecito dubitare della qualità delle misure
annunciate” soprattutto perché esse “danno l’impressione di
essere costruite, più che su un progetto, con un accumulo di
esigenze e istanze disparate. Provengono dalle richieste di quei
“corpi intermedi” della società (categorie, associazioni, sindacati,
eccetera) che nei primi tempi del suo governo Matteo Renzi era
stato costretto a scavalcare”.
LA STAMPA: NON E’ LA SOLUZIONE ALLA
CRESCITA BASSA
13

“In questo senso – prosegue Lepri – una somiglianza politica con
le “manovre” di tanti governi del passato è difficile negarla.
Anche perché se si vogliono ottenere 6 miliardi, dovranno
assumere aspetti di condono fiscale la seconda “voluntary
disclosure” (la prima non lo era, questa invece farà sconti) e
quella che è stata chiamata la rottamazione delle cartelle di
Equitalia.”
LA STAMPA: NON E’ LA SOLUZIONE ALLA
CRESCITA BASSA
14


L’impegno aggiuntivo in investimenti pubblici e in nuovi incentivi,
per Lepri, non concernono grandi cifre: “Questo è il risultato
delle acrobazie compiute per conciliare la ricerca di consensi al
governo in vista del referendum con le regole di bilancio europee
in cui sempre meno si crede”.
Lepri conclude che “il problema della bassa crescita, che è di
tutti i paesi avanzati, da noi presenta aspetti più gravi e specifici.
Perfino ridurre le tasse può funzionare poco, se manca la fiducia
in ciò che le istituzioni del paese sono in grado di realizzare, e se
anzi sono in tanti a non voler cambiare nulla”.
IL MATTINO: COPERTURE DA VERIFICARE
15



Nel suo editoriale del 16 ottobre, Oscar Giannino critica
aspramente la manovra e il modo in cui è stata presentata dal
presidente del Consiglio Matteo Renzi: slides anziché tabelle.
Giannino ha sottolineato l’importanza dei numeri, a maggior
ragione quando l’Upb “ha negato il suo timbro alle ipotesi
macro sottostanti alla manovra, considerandole troppo ottimiste”.
Giannino ricorda anche come l’intero quadro previsionale di un
deficit 2017 al 2,3% del Pil e dell’inizio della discesa del
debito resta appeso ad una scommessa di ottimismo.
IL MATTINO: COPERTURE DA VERIFICARE
16

Giannino scrive anche che “il quadro delle coperture alle nuove
spese illustrate ieri è ballerino”.
 in particolare, i 6 miliardi di entrate aggiuntive sono una
scommessa:
 2 miliardi dovrebbero provenire dalla voluntary disclosure
e 4 miliardi dall’abolizione di Equitalia.
 “Nessuno – critica Giannino – ha finora capito, mancando
un testo preciso, con che cosa l’attuale ente di riscossione
coattiva verrà davvero sostituito, e in che misura il beneficio
complessivo di minori interessi legali, di mora e di aggio a
carico del contribuente sia davvero tale da far emergere 4
miliardi di nuove entrate”.
IL MATTINO: COPERTURE DA VERIFICARE
17


Giannino concluse che “nuove entrate di questo tipo sono
aleatorie ed ipotetiche, è un azzardo metterle all’inizio a
copertura della spesa certa”.
Infine, per Giannino la grande incognita di fondo che grava
sulla legge di bilancio è l’esito del referendum del 4 dicembre.
“Se vince il no, impossibile non immaginare che la manovra, a
metà del suo cammino parlamentare, subirà con certezza
l’impatto di tutti i rivolgimenti politici e parlamentari che si
determineranno per conseguenza.”
IL FATTO QUOTIDIANO: MANOVRA FANTASY
18



Secondo il Fatto Quotidiano la manovra appena approvata è
una “manovra fantasy” fino al 4 dicembre (giorno del
referendum), fatta di “soldi per tutti senza coperture” mentre
“il buco si vedrà nel 2017.
Per il quotidiano di Marco Travaglio l’Italia aveva promesso
all’Ue un deficit all’1,8% del Pil nel 2017. Il governo Renzi lo
ha spinto prima al 2% per poi farlo salire ancora, senza
l’approvazione della Commissione Europea.
Il gettito fiscale, sempre secondo il quotidiano, avrebbe un
aumento miracoloso.