Aim Italia e Uk, gemelli diversi

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Mercati
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Martedì 18 Ottobre 2016
A MILANO MANCANO INVESTITORI SPECIALIZZATI NEL SEGMENTO E LA LIQUIDITÀ NE RISENTE
Aim Italia e Uk, gemelli diversi
Il confronto tra i due mercati di sviluppo del gruppo London Stock Exchange nel 2016 appare impietoso
Le turbolenze post-Brexit hanno penalizzato l’indice di Piazza Affari, mentre quello inglese ha resistito
di Antonio Lusardi
L
a Brexit rallenta più l’Aim
Italia che il suo cugino
londinese, ossia l’indice
Aim Uk. Può sembrare
un paradosso, ma è quello che
dicono i dati raccolti da EnVent
Capital Markets nell’ambito
della ricerca Aim Italia Facts,
che ha analizzato l’andamento
del mercato di Borsa Italiana
dedicato alle pmi nei primi nove mesi del 2016.
La ricerca mette in evidenza
che l’Aim Uk ha mostrato una
resistenza degna di nota in un
periodo complesso, durante il
quale la fiducia degli investitori
è stata altalenante e ha costretto
a rimandare numerose quotazioni sul mercato in tutta Europa. L’Mtf (Multilateral Trading
Facility) del London Stock Exchange ha registrato nei primi
nove mesi di quest’anno 52
ipo, un numero non molto inferiore a quello dell’intero 2015,
che ne aveva contate 61. Il suo
«cugino» italiano ha invece assistito ad appena nove sbarchi
sul listino e, salvo sorprese, per
la fine dell’anno non dovrebbe
avvicinarsi alle 22 quotazioni
dell 2015. La situazione non è
diversa se si guarda ai volumi
di capitali raccolti dalle società entrate sui due mercati: 982
milioni di sterline a Londra,
addirittura in crescita del 45%
rispetto allo stesso periodo del
2015; 106 milioni di euro a Milano, in calo del 39% sui primi nove mesi dell’anno scorso.
Deludente anche la raccolta di
risorse da parte delle società
italiane già quotate, che tramite nuovo capitale e bond hanno
raccolto 34 milioni nei primi
nove mesi del 2016, il 28% in
meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La performance negativa
dell’Aim Italia non ha riguardato soltanto i collocamenti sul
mercato e la raccolta di capitale,
ma anche l’andamento dell’indice stesso: da inizio anno il
mercato di sviluppo italiano
ha lasciato sul terreno il 19%
del valore (-23% il Ftse Italia
All-Share), mentre l’omologo
britannico è avanzato dell’11%
nello stesso periodo (Ftse Uk
All-Share +8%).
AIM UK LONDRA
C p
Capitali
raccolti milioni di sterline
Numeri
umeri delle ipo
102
90
AIM ITALIA MILANO
118
Capitali raccolti milioni di euro
Numeri delle ipo
p
22
22
99
15
61
71
52
106
4
4
36
740
2009
6
1.219
2010
608
2011
712
2012
1.187
2013
2.599
2014
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
1.158
2015
982
3Q
2016
22
2009
34
2010
59
2011
3
111
2012
opo Ultrafibra, Vodafone porta con Iperfibra
D
la soglia della velocità di connessione a Internet su fibra ottica sino a 1 gigabit, ovvero 1.024
megabit al secondo, per privati e professionisti.
Aumenta anche la velocità di upload, che per la
prima volta in Italia arriva a 200 megabit al secondo. Le offerte sono disponibili per clienti privati,
pmi e professionisti grazie alla tecnologia Fiber to
the Home nelle città di Milano, Bologna, Torino
e Perugia, a cui seguiranno Bari, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Padova, Palermo e
Venezia. L’Iperfibra di Vodafone può soddisfare
tutte le esigenze di utilizzo di più servizi simultaneamente e consente di guardare in streaming
fino a 15 video ultra-Hd in 4k, fare una videoconferenza, giocare online alla massima definizione
e reattività, tutto in contemporanea. Inoltre rende
più veloci e performanti servizi come lo streaming
video, il download di file di grandi dimensioni,
l’utilizzo di strumenti di cloud per lo storage di
documenti: per esempio, è possibile scaricare
57 canzoni o 100 foto in due secondi, un film in
Hd in 16 secondi o condividere un video Hd di
due minuti in tre secondi. Ancora, per le aziende è possibile scaricare 1 GB di posta aziendale
in dieci secondi, effettuare il backup di 1 GB di
dati in 45 secondi o scaricare il progetto in 3D di
un’intera casa da 500 MB in sei secondi. Le reti
che superano il Gigabit al secondo, su cui Vodafone sta investendo, favoriscono l’evoluzione di
applicazioni innovative, dalla realtà virtuale alle
applicazioni di telemedicina fino alla domotica.
Per il mondo dell’industria la connessione a 1
Gigabit al secondo favorisce l’automazione dei
processi e abilita i professionisti a lavorare in
tempo reale con applicazioni in cloud.
Bandi Infratel, respinto un nuovo ricorso di Fastweb
di Manuel Follis
Consiglio di Stato ha respinto ieri un nuovo
Iperlricorso
di Fastweb, che mirava a sospendere
via giudiziaria la gara per l’assegnazione
dei lavori per la fibra da parte di Infratel. Sul
percorso dell’assegnazione dei lavori da 1,4
miliardi restano però altre incertezze. Il 19
novembre ci sarà il ricorso di Telecom Italia,
con la richiesta di sospensiva che potrebbe
bloccare la gara. Il 2 novembre invece il consiglio di Stato sentirà le parti sulla richiesta
per la quale oggi ha deciso in via d’urgenza
di dare il suo no (anche se in quell’occasione
dovrebbe essere quasi scontata la conferma
della bocciatura). Il 14 dicembre ci sarà il
giudizio di merito sul ricorso di Fastweb presentato il 6 ottobre e forse sulla richiesta di
209
2014
284
2015
106
3Q
2016
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Vodafone spinge la fibra fino a mille megabit al secondo
di Maria Monni
166
2013
Telecom Italia. Venerdì Fastweb ha notificato
alle parti la richiesta al Consiglio di Stato di
rivisitare la decisione del Tar del Lazio che il 6
ottobre aveva già respinto la sospensiva. Il primo bando oggetto del contenzioso vale come
detto 1,4 miliardi così suddivisi: 439 milioni
per la Lombardia, 388 per il Veneto, 232 per
l’Emilia Romagna, 222 per la Toscana e 123
milioni per Abruzzo e Molise. Ieri era l’ultimo
giorno per la presentazione delle offerte da
parte delle società. Per ciascuno dei cinque
lotti, ha informato un comunicato del Ministero per lo Sviluppo Economico, sono giunte
due o più offerte. Fastweb, che si è presentata
nella fase di pre-qualifica, voleva sospendere la gara per l’assegnazione dei lavori, che
ritiene penalizzi gli operatori verticalmente
integrati. (riproduzione riservata)
Gli analisti di EnVent indicano
come causa di questa vulnerabilità del mercato alternativo
del capitale italiano la mancanza di investitori istituzionali specializzati in piccole e
medie imprese. D’altronde per
rendersi conto della mancanza
di un vero e proprio mercato
sviluppato intorno all’Aim
Italia basta osservare i volumi
di titoli scambiati. Il volume
medio di azioni scambiate nei
primi mesi del 2016 è stato di
appena il 14,5% (dal 33,8%
di un anno prima), molto al di
sotto degli indici di riferimento
e dell’Aim Uk in particolare,
che nel settembre 2016, nonostante le incertezze legate alla
Brexit, ha realizzato un volume pari al 27% della market
cap totale. La maturità dei due
mercati è molto diversa, come
indicano il numero di società
quotate (78 a Milano, 100 a
Londra) e la capitalizzazione
complessiva (2,6 miliardi di
euro a Milano contro gli 82,9
miliardi di sterline di Londra).
La scarsa liquidità e visibilità
dei titoli Aim Italia si ripercuote, come si è visto, anche sulla
loro capacità di finanziarsi e,
in ultima analisi, di svilupparsi. Si tratta di un controsenso,
dato che l’obiettivo finale di
uno spazio come Aim Italia
è proprio far crescere le pmi.
Ma un indice, da solo, non fa
un mercato. (riproduzione riservata)
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www.milanofinanza.it/aim