Foglio Settimanale 9 - 15 ottobre 2016

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Transcript Foglio Settimanale 9 - 15 ottobre 2016

PARROCCHIA S. GIACOMO APOSTOLO

FOGLIO SETTIMANALE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA CATTOLICA DI BATTAGLIA TERME

«Gesù, maestro, abbi pietà di noi!»

Gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si pro strò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!». (Lc 17,11-19)

XXVIII DOMENICA del Tempo Ordinario 9 - 15 ottobre 2016 Gesù ha ‘fretta’ di guarire l’uomo

Gesù è in cammino. E come lungo ogni cammino, la lentezza favorisce gli incon tri, l'attenzione trasforma ogni incontro in evento. Ed ecco che dieci lebbrosi, una comunità senza speranza, un nodo di dolore, all'improvviso si pone di traverso sulla strada dei dodici. E Gesù appena li vede... notiamo: subito, senza aspettare un secondo di più, "appena li vede", prima ancora di sentire il loro lamento. Gesù ha l'ansia di guarire, il suo amore ha fretta, amore che anticipa, pastore che sfida il deserto per una pecora che non c'è più, padre che corre incontro mentre il figlio cammina... Davanti al dolore dell'uomo, appaiono i tre verbi dell'agire di Cristo: vedere, fermarsi, toccare, anche se solo con la carezza della parola. Davanti al dolore scatta come un'urgenza, una fretta di bene. Affrettiamoci ad amare, le per sone se ne vanno così presto! L'amore vero ha sempre fretta. Andate... E mentre andavano, furono purificati. Sono purificati non quando arriva no dai sacerdoti, ma mentre camminano. La guarigione comincia con il primo passo compiuto credendo alla parola di Gesù. La vita guarisce non perché rag giunge la meta, ma quando salpa, quando avvia processi e inizia percorsi. Nove lebbrosi guariscono e non sappiamo più nulla di loro, probabilmente scompaiono dentro il vortice della loro inattesa felicità, sequestrati dagli abbracci ritrovati, ridi ventati persone libere e normali. Invece un samaritano si vede guarito, si ferma, torna indietro perché intuisce che la salute non viene dai sacerdoti, ma da Gesù; dal contatto con la persona di quel rabbi. Non compie nessun gesto eclatante: torna, dice un semplice grazie, ma contagia di gioia. Ancora una volta il Vangelo propone un samaritano, uno stra niero, un eretico come modello di fede: la tua fede ti ha salvato. La fede che sal va non si compone di formule ma di gesti pieni di cuore: il ritorno, il grido di gioia, l'abbraccio che stringe i piedi di Gesù. Il centro della narrazione è la fede che sal va. Tutti e dieci sono guariti. Tutti e dieci hanno creduto alla parola, si sono fidati e si sono messi in cammino. Ma uno solo è salvato. Altro è essere guariti, altro essere salvati. Nella guarigione si chiudono le piaghe. Nella salvezza ritrovi la sorgente, tu entri in Dio e Dio entra in te e fiorisce intera la vita.

Ermes Ronchi

D O M L U N M A R M E R G I O V E N S A B D O M 9 ottobre

8.00 10.00 11.15 18.30

10 ottobre

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11 ottobre

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12 ottobre

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13 ottobre

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14 ottobre

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15 ottobre

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16 ottobre XXVIII DOMENICA del Tempo Ordinario

Def fam Almeari, Zambon Marcella e def fam Meneghel, Duse Norma, Masiero Alvise e Linda, Maria, Davide, Se verino, Ernesto e Franca, Menorello Adriana Trento

Battesimo di Julian Gauss di Stefan e Ilaria Bregolato

Don Antonio Milani e fam, Chinchio Laura e Roberto, Mo moli Mario, Zabarella Aldo Maria Candeo, Magarotto Riccardo, moglie Nadia e Valen tina, Equisetto Arrigo, Roberto, Pierina e Gino, Nanti Zita e Pietro, Trovò Achille, Lucia, Rosanna e Carla

San Giovanni XXIII

Picello Tarcisio e Sinigaglia Agnese, Bello Felice, Natalina e genitori, Parpaiola Guerrino, Rosina e Grazia, def fam Polato Federico Def fam De Bona e Olivato, Randolfini Claudia, Carolina, Fernanda, Antonio, Alunni Mario, Camporese Miranda e fam, Ceresoli Carlo e Rango Amabile, Gallimberti Gentili na e figlio Donà Florindo, Gaffo Armida, Bertazzo Mario, Tasso An tonio, secondo intenzione Scuola Materna

San Callisto I, martire

Tresoldi Lorenzo, genitori e fratello Angelo, Giovanna Be vilacqua, Corradin Giorgio e Michelotto Maria, Albertin Umberto, genitori e Fulvia, Finesso Giovanni, Lucia e Sil vio, Gallo Bruno e genitori

Santa Teresa di Gesù

Suor Carlotta Pizzato, Giraldin Severino, Gallimberti Lu ciana, Emilio e genitori, Tognin Attilio e coniugi Crivellaro

XXIX DOMENICA del Tempo Ordinario Es 17,8-13; 2 Tm 3,14-4,2; Lc 18,1-8

Sal 120:

Il mio aiuto viene dal Signore.

“Non temere padre Oliviero, il Santo fa miracoli”

cesco ha indicato di Padova Claudio Cipolla. A poco più di un mese dall'improvvisa scomparsa di padre Poiana, papa Fran-

padre Oliviero Svanera

come suo successore nel ruolo di ret tore della basilica del Santo di Padova. «Un ruolo per cui serve la lungimiranza del Buon pastore», ha scritto nel suo messaggio di congratulazioni il vescovo

L'ingresso sarà domenica 23 ottobre alle 17.

In chiesa la busta per l’ offerta mensile Ore 16.30 in chiesa recita del Rosario Ore 21.00 incontro degli Accompagnatori dei genitori di 4° Elementare Ore 15.15 in patronato incontro di catechismo della 1° Media In mattinata a Villa Immacolata incontro dei vicari foranei Ore 15.00 in patronato incontro di catechismo della 2° Media Ore 19.00 incontro della presidenza del Consiglio Pastorale Ore 21.00 in patronato incontro degli Animatori Ore 17.00 ADORAZIONE EUCARISTICA COMUNITARIA Ore 14.30 in patronato incontro di catechismo della 4° e 5° Elementare Ore 20.45 in chiesa prove del Coro Cantate Domino Ore 21.00 incontro degli Accompagnatori e catechisti di 2° Elementare

Ore 10.00 s. messa e Mandato dei Catechisti e Accompagnatori dei genitori

La comunità cristiana è arricchita di tanti doni ispirati dallo Spirito Santo. Tra questi ci sono il ministero del Catechista e dell’ Accompagnatore dei geni tori. E’ il Signore che chiama a questo servizio nella nostra comunità. Preghiamo con loro e per loro perché possano svolgere bene la loro missione di educatori della fede, in collaborazione con i genitori.

ORARIO DI APERTURA DEL PATRONATO

LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’ SABATO DOMENICA 10,30 – 12,15 15,30 – 18,15 16,00 – 18,15 15,30 – 18,15 15,30 – 18,15 14,30 – 18,15 15,30 – 18,15 15,30 – 18,15 20,15 – 22,45 20,15 – 22,45

La sosta decisiva, quella domenicale all’Eucaristia

L’Eucaristia, sosta nel tempo

Ricevo un invito a pranzo. Mi fa piacere, un po’ come quando invito anch’io qual cuno a condividere il pasto. Un po’ anche mi sorprende. Un invito a pranzo può sembrare molto naturale, in verità è qualcosa di grandioso. È come se qualcuno ci dicesse «ti offro ciò che serve alla tua vita, cibo e parola, come in una sosta benefica, perché tu possa vivere meglio». Invitare a pranzo è in definitiva offrire la vita. Capisco che in quel pasto, preparato, desiderato, gustoso e bello si crea un’intimità davvero profonda. È come se chi mi ha invitato, mi dicesse: «mi metto in relazione con te, rischio la mia vita, mettendoti a disposizione ciò che ho, ti of fro la mia vita sotto forma di cibo e parola, per intero». A volte nell’invito a pranzo cerco la reciprocità, allora porto qualcosa quasi per superare l’imbarazzo, di que sta offerta smisurata che ricevo: un dolce, una bottiglia di vino, un regalo. Ma in verità capisco che in questo caso si tratta solo di ricevere, soprattutto per ché non siamo in grado di restituire. Qui qualcuno offre tutto, e forse il “rischio” che posso correre pienamente anch’io è di ricevere. Semplicemente. Nello stesso modo con cui è donato, senza misura, senza riserve, senza cercare contraccam bio. Avverto la stessa vertigine che non ha nulla dello scambio equilibrato, la do menica, quando mi fermo, sosto alla messa. Avverto che la vita di Gesù è in tavo la, nei frutti della terra, pane e vino, trasformati dal lavoro dell’uomo. In questo pane e vino sento un dono che diventa offerta smi surata in cui nulla è trattenuto e che sfida per amore anche la morte. Sento che questo dono ci rende tutti commensali, che tra noi si crea un’intimità, una relazione più vera e più profon da, fraterna, oltre la discen denza del sangue. La domenica avverto che con divido un cibo comune e non che prendo un cibo individuale; che la verità di questo cibo non può essere sganciata dalla comunità in cui lo ricevo. Questo cibo, che è il Corpo e Sangue di Gesù, mi trasforma, mi trasfigura nel di namismo di chi mette tutto sulla tavola per me. Il cibo che è relazione fin dall’ini zio della vita, fin da quando siamo nutriti dal pancione della mamma, in Gesù, diventa la relazione fondamentale che mi apre a ogni altro incontro. In questa sosta domenicale con la mia comunità, sosta che rinnova la Pasqua, semplice mente comprendo che posso mordere la vita, con co raggio e creatività. Posso digerire anche le brutte situazioni e delusioni. Posso sentire fame di giustizia e verità e sete di amicizia e bellezza. È a partire da questa sosta domenicale, da questa tavo la, che posso anch’io invitare qualcuno da me, mettere la mia vita in tavola.

Paola, un’accompagnatrice degli adulti

Anno 48 n. 41

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