Elio e le Storie Tese: buona musica e humour

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giovedì 13 ottobre 2016, 15:30
Ottima musica e divertimento
Elio e le Storie Tese: buona musica e humour
Una band di culto unica nel suo genere, tra sberleffi ed eclettismo
di Fabrizio Bordone
A cavallo tra gli anni settanta e gli ottanta, in Italia ebbe una certa notorietà un gruppo di musica cosiddetta demenziale, i
bolognesi Skiantos. Testi dissacranti, mai chiaramente volgari ma all’insegna della comicità, della rima smaccatamente
baciata, incentrati su tematiche degli adolescenti dell’epoca e sulle mode del periodo. In parallelo, nacquero gli Squallor,
gruppo formato da maturi personaggi che giocavano pesantemente sui doppi sensi, spesso in modo greve quando non
esplicito. A parte qualche altro episodio sporadico come Lino e i Mistoterital, l’evoluzione del cosiddetto rockdemenziale ha incoronato Elio e le Storie Tese come i re assoluti. A differenza dei loro predecessori, gli Elii,
come spesso vengono chiamati per comodità, sono degli egregi musicisti ed il loro sarcasmo, l’ironia e
l’autoironia, formano un amalgama che li rende unici nel loro genere. Debitori nei confronti di un altro geniaccio che
abbinava musica di gran livello a testi assurdi, Frank Zappa, Elio and company non hanno mai fatto mistero di essersi ispirati
allo scapestrato compianto siculo-americano. Stefano Belisari, meglio conosciuto come Elio, ha una profonda
conoscenza musicale; appassionato di progressive, la musica ‘difficile’ come recita uno dei loro ultimi brani,
forma a Milano il primo embrione della band sul finire degli anni settanta. Caratteristica del gruppo è quella di
chiamarsi con nomi di fantasia, ‘Elio’ è il titolo del primo brano scritto da Stefano che giocoforza se ne appropria. Le Storie
Tese, sono una storpiatura di un brano dei succitati Skiantos, ‘Eptadone’, dove la frase originaria è ‘storie pese’. Anni fa si
parlò di diatribe tra i due gruppi, con i bolognesi che vedevano usurpata la loro fama ormai in declino, ed un copyright
virtuale, dall’ensemble meneghino mentre quest’ultimi conquistavano consensi, noncuranti, tra un pubblico di nicchia. Se
Elio è l’indiscusso leader del gruppo, una parte di rilievo spetta anche a Sergio Conforti, alias Rocco Tanica,
fine umorista e musicista di buon livello, la spalla ideale, il braccio destro. Partiti da un pubblico ristretto di fedeli
seguaci, si sono fatti strada tra mille esibizioni al limite del cabaret ed all’insegna del divertimento puro, con dei rituali che si
perpetuano tra band e platea. Eclettici musicisti, all’interno dei molti album si trovano generi tra i più disparati
che eseguono con grande padronanza degli strumenti: free jazz, rock, disco-music, progressive, funky, punk,
musica latina. Spesso, amano storpiare i titoli di canzoni famose come ‘Born To Be Alive’ che diventa ‘Born To Be Abramo’,
oppure ‘Maniac’ che diventa ‘Tenia’, prendendo in giro le mode, spesso pacchiane, dello status quo del mondo
musicale. Con il loro testi, Elio e le Storie Tese prendono di mira gli stereotipi di ogni genere, dal rapporto di
coppia, ai personaggi tipici dei quartieri delle città, la società dei consumi, le mode, vizi e vizietti della gente
comune. Ogni tanto incappano negli strali della censura, come quella volta al Concerto del Primo Maggio 1991 quando, in
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/elio-le-storie-tese-buona-musica-humour/
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diretta sulla Rai, Elio fece un lungo elenco di politici e personaggi in vista citandone le malefatte. Dopo aver
nominato Andreotti, Remo Gaspari, Cossiga e Ciarrapico, alcuni funzionari della Tv pubblica irruppero sul palco per
interrompere l’esibizione, il tutto in maniera comica con un divertito Elio che, rivolto alla folla, si paragonava a Jim
Morrison dei Doors, pluri-arrestato in tanti concerti. In un’altra occasione, ospiti di un programma di Italia 1, Elio e la band
organizzarono una finta rissa con un loro fan tra lo sconcerto generale ed i giornali riportarono la vicenda come un vero fatto
di cronaca. Elio e le Storie Tese vantano un primato, hanno eseguito la loro ‘Ti Amo’ per dodici ore consecutive;
popolari tra i giovani, devono parte del loro successo alle loro geniali sigle di ‘Mai Dire Gol’ con la
Gialappa’s. Tra album dal titolo impronunciabile, troviamo brani come ‘Servi della gleba’ che parla di come un uomo si
possa appiattire inseguendo una donna che non lo vuole: «Servi della gleba a testa alta, verso il triangolino che ci
esalta…servi della gleba planetaria, schiavi della ghiandola mammaria…». Oppure la famosa ‘John Holmes’ che parla di un
celebre attore porno scomparso anni fa, la spassosa ‘Mio Cuggino’, spaccato di tanti tamarri delle periferie: «Mio cuggino mi
protegge quando vengono a picchiarmi…mi ha detto mio cuggino che da bambino una volta è morto…». L’ironica ‘Cara ti
amo’ su quel tipo di donna capricciosa e volubile che qualunque cosa tu faccia o proponga o dica ha sempre da ridire ed è
incontentabile: «Lui: Io sono come sono. Lei: Cerca di cambiare. Lui: Sono cambiato. Lei: Non sei più quello di una
volta…». Protagonisti a Sanremo con ‘La Terra Dei Cachi’, brano che li ha resi celebri, sullo stesso palco,
l’Orchestra del Festival, gente che la musica la conosce bene, fece un gesto senza precedenti buttando per
aria gli spartiti in segno di protesta per la mancata vittoria de ‘La Canzone Mononota’, ennesima loro geniale
creazione. Nella lunga storia degli Elii non ci sono solo risate e scherzi ma anche il dolore per la prematura scomparsa di
Feiez, il loro sassofonista morto durante un concerto nel ’98, ricordato in modo commosso da Elio in tante occasioni
pubbliche. Elio e le Storie Tese, un manipolo di mascalzoni che continuano a divertirsi e a fare divertire, una
band di culto.
di Fabrizio Bordone
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