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Sostegno a distanza – Adozioni a distanza – Cooperazione allo sviluppo
30 anni di AVSI in Kenya. Le sfide che ci attendono per il
futuro
avsi · Monday, October 10th, 2016
L’intervento di Andrea Bianchessi, regional manger di Kenya,
Burundi e Rwanda, in occasione della celebrazione dei 30 anni di
lavoro di AVSI in Kenya.
Occorre riconoscere che non stiamo vivendo solo in un’epoca di cambiamenti,
ma si tratta di un vero e proprio cambiamento epocale, come Papa Francesco
realisticamente riconosce: siamo chiamati a capire quali siano le
problematiche emergenti cui far fronte qui in Kenya. Le sfide che partono dai
movimenti dei rifugiati e dei migranti; la radicalizzazione e gli attacchi terroristici;
l’instabilità politica in Africa centrale e orientale che porta a nuove o prolungate crisi,
come in Somalia, Sud Sudan e Burundi; gli alti tassi di disoccupazione giovanile; la
vertiginosa crescita delle città; la carenza di servizi di base in molte aree del paese
come negli slum e nelle zone rurali, tra cui la mancanza di elettricità che ostacola lo
sviluppo di piccole e medie attività.
Aggiungo inoltre i temi trattati da Papa Francesco durante la sua visita in Kenya lo
scorso anno, che rappresentano delle sfide: il tribalismo, la corruzione, la
devastazione ambientale e ancora una volta la radicalizzazione. D’altra parte il
Kenya sembra avere molte opportunità di crescita: segni di un nuovo sviluppo
economico; la costruzione d’infrastrutture stradali e ferroviarie; un’interconnessione
sempre più profonda con l’economia globale; l’uso sempre più diffuso dei telefoni
cellulari; capitale sociale espresso da molti SACCO (cooperative di credito e
risparmio); la leadership del Kenya nella regione dell’Africa Orientale e Nairobi che è
diventata un centro regionale e internazionale per alcune delle più importanti agenzie
delle Nazioni Unite.
Di fronte alle sfide, abbiamo definito alcuni punti per lo
sviluppo della presenza di AVSI in Kenya per i prossimi
anni, in collaborazione con tutti voi:
1. Settori
– EDUCAZIONE: sostenere i bambini che non frequentano la scuola (sono ancora 2
milioni in Kenya e circa la metà di essi vivono all’interno dei campi profughi);
migliorare l’accesso a un’istruzione di qualità attraverso la formazione degli
insegnanti; rafforzare le capacità di sostenibilità per i partner come la scuola o CBO o
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organizzazioni non governative; ricerca di collaborazione con aziende, fondazioni e
opportunità di decentramento (credo fortemente che molte aziende potrebbero
sostenere le scuole di questo tipo, come d’altronde alcune stanno già facendo);
implementare il programma di anti-radicalizzazione a scuola in collaborazione con il
Ministero della Pubblica Istruzione.
– OPPORTUNITÀ LAVORATIVE: aumentare la collaborazione tra VTI (Corsi
Professionali) e imprese in modo da offrire corsi di qualità orientati al mercato del
lavoro professionale; promozione di stage e Dual Training (il più grande problema dei
corsi professionali è quello di non essere connessi ai bisogni reali del mercato del
lavoro, creando così grandi difficoltà agli studenti che si affacciano sul mondo del
lavoro); rafforzamento economico delle famiglie grazie allo sviluppo di piccole imprese
nel settore agroalimentare.
– TUTELA DELL’INFANZIA: proseguire con i programmi di supporto ai bambini
orfani e vulnerabili, sia con l’azione diretta degli educatori AVSI, che tramite i
partners; valorizzare le conoscenze di AVSI sul “Graduation model” che è un ottimo
strumento per misurare e monitorare il livello di vulnerabilità e permette così di
proporre una serie d’interventi focalizzati sulla capacità di Capacity building e
responsabilizzazione, questo modello viene dalla nostra esperienza in Uganda ed è
stato considerato da USAID “The Best Practice.”
– EMERGENZA: proseguire con i progetti nel campo profughi Daadab per migliorare
nel complesso la qualità dell’istruzione tramite le attività di formazione degli
insegnanti e attività della tutela dei diritti; la formazione degli insegnanti è una
questione fondamentale anche in relazione al rimpatrio volontario in Somalia, quindi
vogliamo aumentare il riconoscimento della formazione nei campi rifugiati a Daadab
in Somalia tramite un accordo tra il Kenya e il Ministero dell’Istruzione somalo.
2. Le aree geografiche:
– Prima di tutto vogliamo continuare a migliorare sempre di più nelle zone in cui
siamo già presenti, ma siamo anche aperti ad esplorare nuove opportunità, portando
la nostra esperienza in altre regioni del Kenya. Siamo sempre pronti ad accogliere le
proposte da parte dei nostri partner; in particolare vorremmo portare la nostra
esperienza in materia di istruzione, formazione professionale e di tutela dei diritti nel
campo profughi di Kakuma e in un nuovo insediamento in Kalobeyei nella contea del
Turkana, dove portiamo la nostra esperienza in progetti di sviluppo per trovare
soluzioni sostenibili.
– Vorremmo espandere sempre di più le nostre attività nella comunità attorno
al campo profughi di Daadab.
– Infine, vorremmo andare all’estero: in particolare operare nel centro-sud della
Somalia, che è l’area da dove provengono la maggior parte dei rifugiati residenti a
Daadab, portando la nostra esperienza in materia di istruzione e formazione
professionale.
3. Come faremo a raggiungere questi obiettivi?
– Partnership:
Rafforzare il rapporto con tutti i nostri partner, con tutte le persone presenti qui
oggi; dobbiamo adottare un approccio collaborativo dove ogni soggetto contribuisca
con le proprie conoscenze, competenze, network e risorse finanziarie;
Ci piacerebbe continuare la collaborazione con i nostri partner, con persone come
Joakim, Anthony, Cyprian, Patrick e tutti gli altri che non hanno avuto la possibilità di
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condividere la loro esperienza con noi oggi;
– Vorremmo esplorare nuove collaborazioni con il settore privato: abbiamo già
una certa esperienza in questo tipo di collaborazioni. Ad esempio, nel mese di
settembre abbiamo iniziato un progetto di elettrificazione della zona rurale della
contea di Meru in collaborazione con la compagnia Absolute Energy, il nostro ruolo è
quello di promuovere il rapporto con la comunità e dare la possibilità di iniziare piccoli
business grazie all’installazione dell’energia elettrica. Abbiamo attuato anche il Dual
Training (corsi professionali studio-lavoro in aziende) che sono iniziati nel mese di
agosto con la collaborazione tra St. Kizito e Simba Foundation. Infine, abbiamo alcuni
progetti nel settore del Corporate Social Responsibility.
– Last Mile. Vogliamo continuare ad essere un’organizzazione da “ultimo miglio” , in
grado di raggiungere le persone più vulnerabili, sia direttamente sia attraverso i
nostri partner (CBO, ONG, ecc.) ed essere in grado di dare opportunità a persone
come Anthony, Patrick e Terry.
Infine, vorremmo essere adulti con i nostri 30 anni, ma
allo stesso tempo rimanere sempre giovani: essere in
grado di riconoscere il cambiamento epocale e affrontarlo
senza preoccupazioni, guardando ai problemi non come
ostacoli, ma come sfide da affrontare.
Thanks, asanteni sana, grazie!
This entry was posted on Monday, October 10th, 2016 at 5:46 pm and is filed under
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