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Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Andrea Ussia
6 ottobre 2016
Tragica storia vera trasportata sullo schermo cinematografico,
Deepwater Horizon è il nuovo film di Peter Berg. Un prodotto in
cui si respira la disgrazia in qualsiasi inquadratura, ma che rovina
l’intera infrastruttura attrattiva con una conclusione che celebra
gli undici morti e gli eroi che sono sopravvissuti.
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Mike Williams è il capo elettricista della piattaforma Deepwater Horizon.
Insieme al suo gruppo operativo deve far ritorno sulla piattaforma per un
turno di ventuno giorni. La situazione sulla Deepwater è disastrosa e la
sicurezza non è garantita, anche a causa dei capi della società che, per
risparmiare qualche soldo, hanno deciso di evitare qualche controllo di
routine.
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Esplosioni, fughe (di pressione o dalla piattaforma in fiamme) e fango in
quantità tale da ricoprire una piattaforma petrolifera sono le immagini che
rimangono maggiormente impresse alla fine della visione del film diretto
da Peter Berg. Difatti ciò che il regista mostra allo spettatore è uno
“spettacolo” pirotecnico dalle enormi proporzioni e immerso in un contesto
di pericolosità estrema, senza vie di fuga se non quella di gettarsi in mare.
Il più grande disastro petrolifero della storia degli Stati Uniti trova spazio
sullo schermo cinematografico e tenta di essere il più possibile aderente
alla realtà, mostrando le cause della catastrofe e mettendo in evidenza le
scelte irresponsabili dei dirigenti, coloro che, per risparmiare qualche soldo
in più, hanno sorvolato su numerose regole basilari. Ed ecco che la
pellicola, facendosi largo tra innumerevoli termini tecnici che
accompagnano in maniera costante l’inevitabile, risponde a qualche
domanda e si prodiga nel racconto di un disastro probabilmente evitabile.
Nonostante l’impegno e la volontà di trasporre su pellicola le cause che
hanno portato all’esplosione, Deepwater Horizon è anche un film che,
dovrebbe, intrattenere con il pubblico un interscambio di emozioni
celebrando coloro che sono morti. Ed è proprio l’elogio funebre ai caduti
(su schermo nero in bianco) che dona al prodotto di Berg una dimensione
maggiormente malinconica ed etichetta il film come memoria storica, con
annesse e connesse immagini di repertorio e foto di tutti gli scomparsi.
Tuttavia l’eroe deve esserci ed è incarnato da Mark Wahlberg, un capo
elettricista zelante e aggiustatutto, che dimostra di possedere
un’irrefrenabile voglia di tornare il prima possibile dalla sua famiglia,
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mentre Kurt Russell è il puntiglioso responsabile della sicurezza dell’intero
progetto. Dall’altra parte della staccionata ci si trova di fronte a un
Malkovich in grande spolvero, che impersona colui che ha dato l’ok
all’operazione e non ne ha subito le conseguenze.
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Insomma Deepwater Horizon è il classico film celebrativo, che mette in
risalto gli eroi e piange i morti alla fine del film. Una pellicola dal sapore
vivace nelle prime battute, che però pone in evidenza, con il passare dei
minuti, esclusivamente gli sguardi spaventati di chi si ritrova di fronte a
ettolitri di fango incontrollabile. E tutto ciò accade mentre una bandiera a
stelle e strisce sventola fiera, non esattamente il miglior biglietto da visita
(sottolinea il nerbo americano, che si piega ma non si spezza) per una
pellicola che dovrebbe essere d’impegno civile piuttosto che patriottico.
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Deepwater Horizon fa parte di una tipologia di cinema che preferisce
narrare le gesta di uomini (o donne) straordinari, esibendo un fiero
sguardo accusatore, mentre le esplosioni si susseguono e il fuoco divampa
con tutta la sua brutalità. Film che non si discosta dalla sezione tragicocatastrofica e che mette in mostra tutti gli stereotipi di genere,
Deepwater Horizon non racconta nulla di nuovo e mette alla berlina chi,
a oggi, non ha ricevuto la giusta punizione. Un prodotto solido ma
decisamente poco emozionante e debolmente trascinante, in cui si respira
a pieni polmoni l’inevitabile minaccia.
Titolo originale: Deepwater Horizon
Regia: Peter Berg
Sceneggiatura: Matthew Michael Carnahan, Matthew Sand
Attori principali: Mark Wahlberg, Kurt Russell, John Malkovich, Gina
Rodriguez, Dylan O’Brien, Kate Hudson
Fotografia: Enrique Chediak
Montaggio: Gabriel Fleming, Colby Parker Jr.
Musiche: Steve Jablonsky
Prodotto da Summit Entertainment, Participant Media, Di
Bonaventura Pictures, Closest to the Hole, Leverage Entertainment
Distribuzione: Medusa
Genere: Azione
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Durata: 97′
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