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AREA DI INTERVENTO STRATEGICO: IMPRESE FEMMINILI
Le imprese femminili sono in crescita, ma incontrano maggiori difficoltà rispetto a quelle maschili.
Da diverse ricerche ed osservazioni dirette i principali problemi riscontrati dalle donne imprenditrici sono:
Reperimento del capitale
Il problema è relativo all’Accesso al Credito bancario poiché, per cultura o stereotipo dominante e
radicato, sul fronte delle garanzie le donne si presentano come soggetti “deboli” e quindi fortemente esposti
a rating più elevati. Soffrendo maggiormente la restrizione alle fonti finanziarie di terzi, incontrano maggiori
difficoltà nel fronteggiare gli investimenti ed i costi aziendali (soprattutto nella fase di start-up). Le donne
avviano l’attività con un capitale iniziale più basso, ricorrendo prevalentemente al capitale proprio (risorse
finanziarie personali, della famiglia, degli amici), mentre ricorrono meno frequentemente al prestito bancario
e solo per importi non rilevanti.
Gli istituti bancari sono poco propensi nei confronti delle imprese femminili ed in caso positivo le
condizioni di prestito sono spesso penalizzanti (tassi più alti, maggiori garanzie, importi concessi più bassi),
soprattutto nei primi tre anni di vita aziendale. Questo perché i dati statistici hanno delineato che questo tipo
di impresa ha dimensioni molto piccole e nella quasi totalità dei casi una forma giuridica individuale,
maggiore avversione al rischio, minore motivazione al profitto, maggior propensione alla relazione piuttosto
che all’organizzazione, minore propensione alla crescita, anche per problematiche legate alla conciliazione
famiglia-lavoro. L’obiettivo è l’autofinanziamento dell’imprenditrice, piuttosto che la creazione di profitti e
questo non stimola a concedere credito.
Deficit di credibilità
Analizzando vari aspetti dell’organizzazione aziendale, l’elemento costante nell’impresa femminile è
l’orientamento alla relazione.
La principale negatività che si assegna a queste imprese è la scarsa credibilità, poiché si ritiene che una
madre non può dedicarsi all’impresa, perché legata agli obblighi che fanno capo alla cura della famiglia e
della casa. Il deficit di credibilità per una donna è importantissimo: una donna prima di potersi rapportare
serenamente con il proprio interlocutore deve dimostrare attraverso il suo operato di essere affidabile,
preparata, prima ancora di mostrare i risultati.
Le imprenditrici femminili, nonostante il livello medio-alto di istruzione, non hanno una formazione
specifica nella creazione e gestione di impresa.
Burocrazia
Le donne imprenditrici sono a conoscenza della presenza di forme incentivanti, di forme di garanzia sia
pubblica che europea, ma sono scoraggiate per l’impossibilità di potervi realmente accedere a causa
dell’eccessiva complicazione delle regole burocratiche.
La burocrazia viene avvertita come ostacolante in termini di costi, tempi, risorse da dedicare e fonte di
incertezza e delusione.
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Gestione famiglia-impresa
Per una donna imprenditrice è fondamentale riuscire a gestire in modo efficiente sia la famiglia che
l’impresa. L’ottica che muove una donna è sempre quella della doppia presenza.
Per motivi organizzativi legati ad una gestione più flessibile, sia della famiglia che dell’azienda, le
imprese femminili sono mediamente inquadrate come imprese individuali, quindi più piccole, molto spesso
più giovani, più localizzate nei settori dei servizi e del commercio (anche se stanno crescendo anche i servizi
rivolti alle imprese ed all’ambiente).
Le principali motivazioni che muovono le donne a creare impresa sono:
o
Realizzarsi personalmente e professionalmente
o
Portare avanti l’ìmpresa di famiglia
o
Crearsi un posto di lavoro e contribuire al bilancio familiare
Per aiutare in modo significativo e sostanziale le donne ad intraprendere e continuare a sostenere la
propria impresa servono misure di garanzia, sostegno e stimolo per:
o
Migliorare la possibilità di accesso al credito, curando l’interlocuzione con le banche
o
Migliorare l’interlocuzione con la burocrazia
o
Migliorare la formazione di gestione dell’impresa e della competitività
Il Temporary Manager, se utilizzato adeguatamente, potrà essere un prezioso strumento per supportare
organizzativamente ed operativamente le imprenditrici femminili per sopperire al gap di conoscenze
gestionali e finanziarie che ne frenano lo sviluppo e il consolidamento.
Un’impresa su quattro in Italia è guidata da una donna. A documentarlo sono i Rapporti di
Unioncamere. Ci sono forti margini di crescita per le imprese spinte alla personalizzazione con i clienti,
all’esplorazione di piccole nicchie.
<< UN DATO DI FATTO INCONTROVERTIBILE E’ CHE COMUNQUE IL NUMERO DELLE
IMPRENDITRICI CRESCE ED E’ DESTINATO A CONTINUARE A CRESCERE.
DA CIO’ CONSEGUE CHE C’E’ UN MERCATO ED UN FABBISOGNO A CUI DARE UNA RISPOSTA.>>
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