Quando il fesso piace! A proposito della vicenda Attruia di Ravello

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Transcript Quando il fesso piace! A proposito della vicenda Attruia di Ravello

06/10/2016
Quando il fesso piace! A proposito della vicenda Attruia di Ravello
Gentile Direttore,
con questa mia, faccio seguito alla precedente lettera intitolata “ Quando i conti non tornano”. In effetti la vicenda mi
ha ancor più incuriosito, per cui mi sono soffermata a riflettere riguardo ad alcuni aspetti relativI a quanto raccontato,
ed ho, quindi, deciso di fare nuove ricerche ed elaborare ulteriori riflessioni relativamente alla vicenda del delitto
Attruia di Ravello.
E' il comportamento della sig.ra Dipino ad incuriosirmi, e specificamente la sua ammissione di responsabilità per un
omicidio, nonché il fatto che la Ella abbia potuto credere, o meglio, che le si sia potuto far credere, che un litigio tra
due donne, terminato con un omicidio, non costituisca reato. Non mi è sembrato normale, per cui ho cercato di capire
di più scavando nella vita di questa donna, cercando di sviscerarne la personalità e capire quale fosse il Suo agire
quotidiano. E' un personaggio veramente bizzarro la sig.ra Dipino, a sentire dai racconti dei suoi vicini di casa,
sembra quasi essere nata dalla penna di Giovanni Verga.
Enza all'età di circa dieci anni fu adottata da una coppia che non aveva avuto figli. Prima dell'adozione la bambina era
in un orfanotrofio e nulla si sa dei suoi genitori biologici. Quando fu portata a Ravello non sapeva ne leggere ne
scrivere e, a quanto dettomi, aveva ripetuto per ben cinque volte la prima elementare. Ella non parlava e non sapeva
fare nulla. Ha trascorso la vita (per quarant'anni) a coltivare l'orticello di famiglia e ad accudire onorevolmente i propri
anziani genitori, in specie nell'ultimo periodo della vita di questi. Inoltre, pare che avesse una speciale predilezione
nell'allevare cani e gatti, avendo una vera e propria passione per gli animali domestici. Enzina, così la chiamavano a
Ravello, si prendeva cura di tutti gli animali, sia quelli suoi, sia quelli non suoi. Difatti, chiunque ne avesse uno e non
poteva (voleva) più accudirlo lo portava da lei ed Enzina se ne prendeva cura, sempre. Non amava solo gli animali
Enzina, amava anche gli uomini , aiutava sempre tutti, per quanto ella riusciva in ragione delle proprie esigue
possibilità, non solo economiche. Aiutava chiunque ne avesse bisogno, talvolta senza neanche che glielo si
chiedesse e comunque senza alcuna contropartita. E' piccola di statura, alta meno di un metro e cinquanta -particolare
che a me pare importante-, magra, esile ed un pò macilenta, ma dal cuore grande, certamente generosa, sebbene
(ohinoi!) ingenua. Non ha alcuna esperienza della vita, benché sia socievole e tranquilla. Non litigava mai con
nessuno e -è superfluo dirlo- non ha nessun precedente penale. Purtroppo Enzina ha quello che comunemente si dice
“un quoziente di intelligenza” non eccessivamente elevato, diciamo pure un po' troppo sotto la media, e alcuni
aneddoti che mi sono stati raccontati e che ora vi riporto, mi inducono a ritenere che Ella sia affetta da qualche
problema che potremmo definire “sistemico”. Enzina credeva che il vento fosse provocato dai motorini in movimento,
non dal fatto che un automezzo si scontra con l'aria che fende; difatti, quelle poche volte che era andata in motorino
diceva al guidatore "vedi, era calmo un attimo fa. Ma, come siamo partiti, è uscito il vento”. Altre volte diceva "devo
ricaricare il cellulare, sai come si fa ad inserire la banconota da dieci euro nel mio cellulare?" Sempre a proposito di
cellulare, Enza ne aveva uno con pochissime funzioni, un modello che costava al massimo venti euro, col quale
faceva solo telefonate, non riuscendo, in tanti anni di uso, a capire come inviare o leggere i messaggini. Pare, poi,
avesse un libretto postale intestato alla madre, ma non sapeva assolutamente gestirlo: difatti, controllava ogni giorno
se fosse arrivato il bonifico dall'INPS per l'accredito della pensione della mamma, e si lamentava per i ritardi. Si
trattava, in effetti, di un libretto cartaceo che doveva portare all'ufficio postale per
l'aggiornamento, ma lei non lo sapeva, lo teneva nel cassetto ed ogni giorno controllava il saldo ma il saldo era
sempre lo stesso (vi prego, cari lettori, non ridetene: è solo sventura!), cosicché, allorquando andava in all'ufficio
postale ad effettuare i prelievi dei contanti, poiché non sapeva contarli, bisognava aiutarla. Insomma, parliamo di una
persona molto particolare che dormiva assieme ai suoi cari animali, alcuni dei quali aveva con se in casa, non aveva
una vita sociale, non usciva di casa se non per fare la spesa ed andare all'orto ed era una grande credulona:
chiunque poteva farle credere qualsiasi cosa senza temere di essere da lei scoperto o temerne la reazione.
E dunque, CARI SIGNORI, Enza è una persona con qualche problemino, sulla cui natura -io- non mi addentro, ma
che sicuramente andrebbe aiutata. Ella di certo è una brava persona e non va confusa con persone di ben altro
stampo, a meno che non ci si voglia associare a categorie di individui alle quali, a quanto pare, il fesso piace. Si, è
proprio così! A cospetto del fesso molti di noi ci sentiamo superiori, più capaci, ci compiaciamo della nostra abilità.
Poi, la verità, benché possa tardare, alla fine … arriva.
Francesca Rabesco