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giovedì 06 ottobre 2016, 07:30
L’ONU al mediterraneo Antonio Guterres
L'uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto: socialista umanitario, cattolico, mediterraneo ed europeo
di Redazione
L'ex Premier portoghese ed ex Alto Commissario per i Rifugiati, Antonio Guterres, sarà il nuovo Segretario Generale
delle Nazioni Unite, dal 1° gennaio 2017 prenderà il posto di Ban Ki-moon, il cui mandato scadrà il 31 dicembre. La
decisione è arrivata ieri dopo il sesto e ultimo voto preliminare -gli ‘straw poll’ erano iniziati nell'estate e a fine settembre la
confusione regnava ancora sovrana. L’annuncio è stato dato dall'Ambasciatore russo presso l'Onu, Vitali Churkin,
Presidente di turno del Consiglio di Sicurezza per il mese di ottobre, il quale ha riferito che Guterres è risultato come
candidato favorito e che contro di lui non vi è nessun veto. «Abbiamo deciso di tenere domani un voto formale
domani mattina alle 10 e speriamo che ciò avvenga per acclamazione», ha detto l'Ambasciatore russo. Il voto del
Consiglio di Sicurezza dell'Onu previsto, dunque, per oggi, dovrà poi essere confermato dall'Assemblea Generale.
«Gran bella scelta! @AntGuterres farà più forti le Nazioni Unite», ha commentato a caldo il Ministro degli Esteri italiano
Paolo Gentiloni, in un tweet. Il profilo e la sintesi perfetta delle aspettative che si appuntano sul nuovo Segretario è in un
altro tweet, quello di Bobo Craxi, del Psi, già Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri con delega ai rapporti con l'ONU, il
quale, pochi minuti dopo l’ufficializzazione della decisione del Consiglio di Sicurezza ha scritto: «Una bella notizia: un
socialista umanitario, un cattolico, un mediterraneo ed europeo diventa Segretario generale dell'Onu». Classe 1949,
ingegnere, europeo di quel Sud dell’Europa che ha la mediterraneità nel DNA, Antonio Guterres è stato Premier
lusitano dal 1995 al 2002. Più che socialista, è uno che ha fatto la storia della forza socialista in Portogallo, e ha
contribuito a quella del partito a livello europeo, essendo stato anche alla guida, come Presidente, dell'Internazionale
socialista dal 1999 al 2005, dopo un lungo lavoro. Laureato all'Istituto Superiore Tecnico di Ingegneria nel 1971, iniziò la
carriera accademica. Poi, nel 1974, aderì al Partito socialista e sostenne la Rivoluzione dei garofani che depose il dittatore
Marcelo Caetano. Nel 1976 il Portogallo approvò la nuova Costituzione e Guterres venne eletto deputato a Lisbona. Furono
anni di carriera all’interno del partito e del Parlamento e a fianco dei leader storici del socialismo lusitano ed
europeo. Nel quarto Governo provvisorio dopo la Rivoluzione dei garofani fu vice dell'allora Ministro Mario Soares. Nel
1992 divenne Segretario del Partito Socialista portoghese, e nello stesso anno l'Internazionale socialista lo elesse
vicepresidente, organismo che poi, dal 1999 guidò per 6 anni, fino al 2005. Nel 1995 il partito socialista portoghese vinse le
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elezioni e Guterres divenne Premier. Furono anni di espansione economica, culminati nell'Expo di Lisbona del 1998.
Rieletto nel 1999, Guterres ebbe l'onore di presiedere il semestre europeo nel 2000. Fu Premier portoghese fino all'aprile
2002, quando lasciò il suo posto a Josè Manuel Barroso, che poi sarebbe diventato Presidente della Commissione Ue. E’
anche uomo che sa dimettersi, uscire di scena e reinventarsi: rassegnò le dimissioni alla fine del 2001, dopo la
sconfitta alle elezioni Amministrative, abbandonando la politica portoghese per dedicarsi alla diplomazia internazionale.
Arrivato all’ONU, Guterres ha guidato l'Unhcr (l'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati) per 10 anni, dal 2005
al 2015. E poi è anche cattolico: negli ambienti di stretta osservanza è definito più che un ‘praticante’, addirittura
‘fervente cattolico’, negli ambienti socialisti la sua appartenenza cattolica è sempre stata valorizzata come espressione
del socialismo europeo capace di amalgamare culture diverse, proprio a partire da quella cattolica. Lui sul suo essere
cattolico ebbre a precisare: «La mia fede cattolica è un fatto personale e individuale», «è chiaro che la mia fede mi porta a
guardare il mondo e a interpretare quanto succede intorno a noi in un modo ben preciso». Guterres ha due figli di 39 e 31
anni. La sua prima moglie morì di cancro nel 1998. Dal 2001 è sposato con Catarina Marques de Almeida Vaz Pinto, di
undici anni più giovane di lui. Oggi, a 67 anni ne diviene Segretario Generale delle Nazioni Unite, portandosi dietro una
densa cultura socialista -umanitaria-, e una forte esperienza e competenza sul tema cardine dell’epoca che stiamo
vivendo, la competenza sui migranti. Alla quale si aggiunge una grande conoscenza della ‘macchina istituzionale’
a tutti i livelli. Tutto ciò insieme lascia intravedere quella leadership forte che il Ministro degli Esteri Gentiloni ha
sottolineato nelle congratulazioni inviate a pochi minuti dall’annuncio. Insomma: sembrerebbe il classico caso de 'l'uomo
giusto, al posto giusto, nel momento giusto'. L'intesa sul nome di Guterres, è giunta dopo che molti osservatori avevano
collegato le difficoltà a trovare un accordo sul successore di Ban Ki Moon alle tensioni fra Stati Uniti e Russia. La bulgara
Irina Bokova, direttrice dell'Unesco, era apparsa, per un certo tempo, come possibile candidata, in quanto proveniente
dall'Europa orientale -e, secondo una regola non scritta dell'alternanza per aree geografiche il 9° Segretario sarebbe
dovuto essere proprio europeo e dell'Est- ma nelle votazioni in Consiglio aveva avuto pochi consensi. Per questo la Bulgaria
ne aveva ritirato la candidatura il 28 settembre, proponendo, al suo posto, il commissario Ue Kristallina Georgieva.
Nell'ultima votazione in Consiglio di Sicurezza, Guterres ha ricevuto 13 voti positivi dai Paesi (15 in totale) che
siedono nel Consiglio di Sicurezza, compresi quelli di quattro dei cinque Paesi membri permanenti -Usa, Russia, Cina,
Gran Bretagna e Francia- facendo rilevare il non veto alla candidatura. Due le schede voto 'senza opinione', uno dei
quali di un membro permanente. Un quadro nettamente positivo e chiaro per Guterres rispetto alle ultime due votazioni,
terminate con 12 Paesi membri del Consiglio che l'avevano 'incoraggiato' e due 'scoraggiato', a fianco di un solo voto 'senza
opinione'. La principale rivale, la bulgara Kristalina Georgieva, ha ricevuto otto voti negativi (di cui due di membri
permanenti), cinque positivi e due senza opinione. Una situazione che proietta il portoghese al quinquennio alla
guida del Palazzo di vetro. La Russia, alla presidenza del Consiglio di sicurezza, ha espresso, tramite il suo capomissione,
«tutto il bene possibile in vista dei prossimi cinque anni», ostentando la convinzione che i giochi siano fatti. Tra i dieci
candidati ancora in corsa a fine settembre, figurano anche l'ex Ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, il Ministro degli
Esteri slovacco Miroslav Lajcak, l'ex Presidente sloveno Danilo Turk, il Ministro degli Esteri argentino Susana Malcorra e
l'ex Premier neozelandese e capo del programma di sviluppo Onu Helen Clark. L'uomo giusto, al posto giusto, nel momento
giusto, come in queste ore fanno intendere le dichiarazioni di tutte le principali cancellerie del mondo, nella cui storia
politica e umana si possono rintracciare i punti cardini di quello che sarà il suo programma di lavoro dei
prossimi anni, nel 2001, a poche settimane da quell'11 settembre che ha tracciato il mondo come oggi lo conosciamo,
rilasciò una lunga intervista a 'Italianieuropei' nella quale si rintracciano i cardini dei principi che si può ritenere
imporonteranno il Palazzo di vetro almeno per i prossimi 5 anni. Eccone alcuni stralci. «Alle organizzazioni internazionali
spetta un ruolo importante da giocare se si rifiutano -come penso sia giusto fare- unilateralismo e isolazionismo.
Dobbiamo porci come obiettivo prioritario l’adattamento delle organizzazioni esistenti, create e sviluppatesi in
circostanze assai diverse da quelle odierne, alla nuova realtà internazionale, trasformandole negli organismi ultimi
di riferimento di un mondo multipolare in cui ogni Paese e organizzazione di natura regionale abbia la possibilità di
esprimere un proprio parere su scelte future». «…. fondamentale che ci si renda conto che un mondo più giusto è la
condizione perché il terrorismo venga sconfitto». «necessitiamo di un’economia globale regolata e di un ordine
politico strutturato. In assenza di ciò non possiamo che aspettarci ulteriori tensioni internazionali e la crescente
povertà che a queste fa da alimento». «La globalizzazione di per sé non può essere considerata un obiettivo ma piuttosto
uno strumento per un mondo più giusto e migliore». «Quello di cui oggi c’è bisogno è un’azione politica decisa che coinvolga
l’Europa e l’Africa», «Pensare che poter applicare ‘modelli’ europei al continente africano possa bastare è infatti un errore».
di Redazione
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