Nemo propheta in patria

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Transcript Nemo propheta in patria

Lainate, dal nostro inviato
“Nemo propheta in patria”
Contrariamente a quanto successo all'ultimo Torneo Sociale dove gli atleti di casa hanno
primeggiato, nel Torneo Open la nutrita pattuglia di tennisti indigeni, già decimata
sanguinosamente nei giorni scorsi, è stata definitivamente tolta di scena. Gli ultimi due
sopravvissuti al tabellone di terza, il signor Zaina detto Volante e il promettente Mattia,
sangue dei maestri Colombo nelle vene ma Montrasi di cognome, appena si sono affacciati
alle soglie del paradiso sono stati ricacciati in purgatorio dai Cherubini di seconda, gli angeli
guardiani della luce e delle stelle.
Il Tennis Club Lainate ci riproverà il prossimo anno, nella speranza di trovare le chiavi del
paradiso.
Salutiamo con nostalgia tutti gli atleti che si sono fieramente battuti, ma ora si volta
pagina....in senso metaforico naturalmente. Nessuno si spaventi, abbiamo ampiamente già
dimostrato che il tennista ha una sorta di orticaria nei confronti della lettura, e questo ci
giunge a proposito per introdurre l'argomento della tecnica. Il profano potrebbe pensare
che una volta scritto un bel manuale sulla tecnica di gioco, magari con buon numero di
disegni che permetterebbero di saltare la parte scritta, il neofita lo segua con attenzione
coadiuvato dal maestro di turno. Niente di più sbagliato: il maestro é anche lui un tennista
e quindi per definizione non legge e di conseguenza non conosce neppure l'esistenza di un
manuale. Infatti ogni maestro insegna ogni colpo ad ogni allievo in modo completamente
diverso dagli altri maestri. Aggiungiamo inoltre che il maestro di turno è sempre il migliore.
Facciamo due conti (non preoccupatevi non sono equazioni differenziali, ma semplici
moltiplicazioni, che poi é un modo più svelto per fare le addizioni, prima settimana di prima
elementare): in Italia ci sono circa 2500 maestri certificati e circa 275000 tesserati e
parliamo di cifre ufficiali, tralasciando quindi tutti coloro che si spacciano per maestri e tutti
quelli che si spacciano per tennisti. Facciamo un censimento dei colpi: dritto, rovescio,
volée, smash, servizi di prima e di seconda, e siamo a 6, e anche qui per difetto
tralasciamo tutti coloro che lo stesso colpo lo fanno in modi diversi. Bene usiamo le
reminiscenze scolastiche e moltiplichiamo 6x2500x275000. Tenetevi forte, il totale fa più di
quattro miliardi di colpi, e solo la scorsa settimana ne abbiamo visti una buona parte
durante il torneo. Solo il livello tecnico tagliato saggiamente verso il basso dai lungimiranti
organizzatori ha impedito di avere anche quelli che usano la racchetta impugnandola dal
piatto corde e qualche migliaio di inscritti, ingolositi dal ricco montepremi. Ma parliamo
dell'impugnatura della racchetta: eastern, western, continental, semiwestern (non sono
catene alberghiere) e tutte le varianti fino a quella a due mani per il rovescio e per qualche
psicopatico anche quella a due mani di diritto: moltiplicate per il numero di prima e il
risultato vi darà la dimensione del calvario a cui sono sottoposti gli incomprensibilmente
appassionati di questo sport.
Ma forse i più attenti ricordano i maestri di tattica seduti sugli spalti: forse non ve lo
aspettavate, ma la loro specializzazione è sulla tecnica. Ognuno di loro ha una conoscenza
enciclopedica di ogni colpo e sa come va portato e soprattutto sa spiegarlo al vicino di sedia
e se potesse anche ai giocatori in campo. Fate mente locale, ognuno di noi ha visto
all'opera il maestro di tecnica e tattica: dopo ogni colpo scuote la testa da destra a sinistra
e alza le mani a paletta, simulando in slow motion l'esatta impostazione che doveva essere
data, mentre l'attento vicino di sedia, anche lui magister maximo, scuote la testa dall'alto
al basso, convenendo sull'impostazione ma non sull'inclinazione della paletta, che doveva
essere di qualche grado diversa. E' il confronto che fa crescere ed è il motivo per cui
l'appassionato perde il suo tempo al Tennis Club invece di starsene comodamente sul
divano di casa a guardare Supertennis: a chi potrebbe spiegare le sue teorie se non ai pesci
dell'acquario o ad un'annoiata consorte, in attesa dell'ennesima puntata del Segreto?
Moritz Allee