Intervento del Vice Presidente, Cav. Lav. Giuseppe Donato, in

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Transcript Intervento del Vice Presidente, Cav. Lav. Giuseppe Donato, in

Roma, 1 maggio 2014
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Incontro con i nuovi Maestri del Lavoro
del Lazio
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Intervento
del
Cav. Lav. Ing. Giuseppe Donato
Vice Presidente
Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro
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Signor Presidente della Repubblica,
Signori Rappresentanti degli Organi Costituzionali
Onorevoli Ministri
Onorevoli Senatori e Deputati
Autorità Civili e Militari
Maestri del Lavoro
Gentili Signore e Signori
sono
onorato
rappresentanza
dell’invito
della
a
partecipare,
Federazione
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Nazionale
in
dei
Cavalieri del Lavoro, a questo solenne appuntamento
del 1 Maggio.
Oggi, nel giorno della Festa del Lavoro, celebriamo la
dignità e il valore del lavoro quale dimensione
fondamentale nella vita di tutti noi.
L’art. 1 della nostra Costituzione recitando “L’Italia è
una Repubblica democratica fondata sul lavoro” ha,
in tal senso, un grande significato.
Il lavoro e la sua funzione primaria nella crescita
culturale, sociale ed economica, devono essere il
fondamento
dell’impegno
congiunto
verso
una
dimensione fondamentale della vita dei cittadini alla
quale tutti possano accedere senza privilegi, né
discriminazioni ma anzi attraverso la valorizzazione
della persona.
Le difficoltà che, proprio sul tema del lavoro, sta oggi
vivendo il nostro Paese ci invitano a riflettere sul
significato della celebrazione odierna.
La cerimonia del 1 Maggio infatti non è più solo “la
festa dei lavoratori, ma è soprattutto il giorno
dell’impegno per il lavoro”.
Occorre
ridare
dignità
e
centralità
al
lavoro,
realizzare un mercato più inclusivo e più dinamico,
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che aumenti l’occupazione e riduca le dicotomie
presenti tra i lavoratori.
Il successo e l’affermazione competitiva di un paese
si basano sempre di più su un’economia della
conoscenza. Per questo, capitale umano e sociale
devono tornare al centro dell’agenda strategica.
Occorrono
misure
più
vigorose
indirizzate
all’occupazione e al suo presupposto necessario, cioè
la crescita. È dunque positiva l’azione del governo
che ha posto al centro del suo programma una
riforma del mercato del lavoro che possa costituire
un decisivo fattore di sviluppo e di competitività del
nostro sistema produttivo.
La ricetta, per il mercato del lavoro, necessaria per
raggiungere gli obiettivi di crescita e competitività
non ha – a nostro avviso – alternative: maggiore
flessibilità accompagnata da misure certe di sostegno
per tutti coloro che perdono il posto di lavoro.
Possiamo tornare ad essere protagonisti, ma non
succederà né per caso né per fortuna e l’Italia di fine
decennio sarà il risultato delle riforme di oggi a
condizione
che
si
recuperino
competitività
e
comportamenti per adeguarci ai cambiamenti che
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stanno spostando l’asse dello sviluppo da Occidente a
Oriente. È doveroso fare un accenno alla necessità di
non illudersi di tenere da noi la ricerca e le attività
pregiate
del
design,
della
progettazione
o
dell’innovazione, pensando di delegare la Cina e ad
altri paesi dell’Est e del Sud del mondo le attività
produttive, cosiddette hard.
L’evoluzione del sistema produttivo cinese dimostra
che chi fa produzione, poi fa anche ricerca e
innovazione.
Abbiamo le più forti energie del Paese ed è su queste
che, tutti insieme, dobbiamo puntare con uno sforzo
di ricostruzione.
Il nostro sistema deve trovare al suo interno la forza
riformatrice che lo renda in grado di attivare il
capitale umano degli “esclusi”. Penso innanzitutto ai
giovani, ma anche al lavoro femminile – che registra
un forte ritardo rispetto agli altri paesi europei – e
alla realtà di molti cinquantenni che si trovano in una
posizione marginale.
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Questa riflessione sulla concretezza vede i Cavalieri
del Lavoro e i Maestri del Lavoro impegnati in un
obiettivo comune.
Quello di contribuire a preparare l’uomo e il cittadino
ad assumere un ruolo significativo nella vita e nel
lavoro.
I Maestri del Lavoro del Lazio che oggi ricevono
l’onorificenza sono l’esempio di un impegno profuso
nell’arco di una intera vita, e rappresentano una
componente essenziale di quel capitale umano sul
quale poggia la nostra economia.
E
in
un
momento
non
facile,
anche
l’esempio
costituisce una forza a cui attingere per proseguire
nel cammino comune della ripresa e delle riforme.
Grazie.
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