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Mercati
Giovedì 6 Ottobre 2016
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CAPROTTI HA DESTINATO IL 25% NELLA SUA LIBERA DISPONIBILITÀ A CONSORTE E TERZOGENITA
Esselunga, 66,7% a moglie e figlia
Secondo il testamento avranno il controllo dell’assemblea straordinaria di Supermarkets Italiani, che ha
cooptato Marchetti alla presidenza. Stop alla vendita.Ai figli del primo matrimonio soltanto la legittima
di Filippo Buraschi
C
ome anticipato ieri da
MF-Milano Finanza,
Bernardo Caprotti lascia
il controllo di Esselunga
alla moglie Giuliana Albera e
alla terzogenita Marina Sylvia,
che aggiungono alla quota di
legittima anche il 25% delle
quote nella libera disponibilità del defunto. Grazie alle
ultime volontà dell’imprenditore, la vedova e la terza figlia
hanno così in mano il 66,7% di
Supermarkets Italiani, la holding che ha in mano il 100%
di Esselunga (il 25% libero si
va ad aggiungere alla legittima,
pari al 25% per la consorte e
a un terzo del 50% destinato
complessivamente ai tre figli),
che consente loro di avere il
controllo dell’assemblea ordinaria e straordinaria. Ai due
figli di primo letto Giuseppe e
Violetta resta dunque la quota
di legittima, pari al 16,66% a
testa, una percentuale di scarsa valenza strategica e dunque
difficilmente valorizzabile. A
Bernardo Caprotti con la moglie Giuliana e la figlia Marina
Giuseppe e Violetta è stato assegnato anche il 22,5% a testa
della Villata, la società che possiede quasi l’intero patrimonio
immobiliare di Esselunga,
mentre il restante 55% va comunque alla signora Albera e a
Marina. Questo il responso del
testamento dell’imprenditore
scomparso venerdì scorso, che
è stato aperto nel pomeriggio
di ieri nello studio del notaio
Piergaetano Marchetti a Milano. Caprotti ha poi lasciato la
metà dei suoi risparmi alla segretaria Germana Chiodi, alla
quale negli anni passati aveva
già fatto una donazione milionaria, e l’altra metà ai nipoti: i
tre figli del figlio Giuseppe, ma
anche Andrea e Fabrizio, figli
del fratello Claudio, suo socio
agli inizi dell’avventura nei supermercati. Alcuni quadri della
collezione dell’imprenditore
sono stati poi donati al Louvre
di Parigi.
Quanto alla parte industriale,
lo stesso notaio Marchetti,
come da esplicito desiderio di
Caprotti, ha assunto la presidenza del consiglio di ammi-
nistrazione di Supermakets
Italiani, dal quale è stato cooptato nella riunione di ieri.
Board che ha altresì deliberato
il congelamento del processo
di cessione, dossier in mano
all’advisor Citi e per il quale
avevano manifestato interesse
Cvc e Blackstone. Quella di
Marchetti, che di fatto assume
le deleghe dell’imprenditore scomparso, è una scelta di
garanzia che «mira a garantire
la continuità e la stabilità del
gruppo», hanno spiegato fonti vicine alla famiglia. Così
come è stata una scelta di garanzia la nomina a presidente
di Esselunga del legale della
famiglia, Vicenzo Mariconda,
nel momento in cui la malattia
del fondatore si era fatta più
debilitante.
Dopo l’apertura del testamento da Giuseppe Caprotti
è arrivato un messaggio di
apparente distensione dopo
le battaglie legali che hanno
lacerato la famiglia negli ultimi anni: «Faremo di tutto per
salvaguardare il gruppo».
Per capire l’entità dell’eredità
Caprotti va ricordato che nel
2015 Esselunga ha ottenuto un
utile in crescita a 291 milioni
dai 212 milioni del 2014 su ricavi per 7,3 miliardi (+4%). A
monte Supermarkets Italiani ha
realizzato un profitto civilistico
di 101,5 milioni di euro dai 4,8
milioni del 2014 (grazie ai 100
milioni di dividendo straordinario staccato proprio da Esselunga), non ha staccato cedola,
ha portato a 3,1 miliardi gli
utili a riserva e ha ridotto l’indebitamento finanziario netto
da 388 a 284 milioni. Villata,
infine, che possiede 83 immobili commerciali concessi in
locazione prevalentemente a
Esselunga, ha fatto segnare un
profitto 2015 di 365 mila euro, nettamente inferiore ai 53,1
milioni di un anno prima a causa della riduzione a 500 mila
euro della cedola staccata dalla
controllante Villata Immobiliare di Investimento e Sviluppo.
(riproduzione riservata)
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www.milanofinanza.it/esselunga
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