il Banco punta suireffetto-camaleonte

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BASKET» VERSO IL CAMPIONATO
il Banco punta suireffetto-camaleonte
Tante soluzioni tattiche possibili e pedine facilmente interscambiabili: la squadra di Pasquini può davvero stupire
Il centro lituano Tau Lydeka salta per la palla a due durante l'amichevole con il Lokomotiv Kuban
di And reasini
» SASSARI
Un motore a più tempi, che predilige i rapporti lunghi per raggiungere la massima velocità
ma che non disdegna l'utilizzo
delle marce ridotte per destreggiarsi nelle aree più impantanate. L'esordio in campionato è
ormai dietro l'angolo e in questa settimana di lavoro la Dinamo sta lavorando duro sui dettagli di un percorso tecnico che
si prospetta particolarmente interessante.
Vecchie abitudini. Il tardivo approdo di Gabe Olaseni a Sassari, dopo le lunghe settimane
con la nazionale britannica,
non ha permesso di svelare del
tutto 0 potenziale della squadra
di coach Federico Pasquini, che
si è presentata al completo soltanto nelle ultime due amichevoli, a Legnano e Torino. Ma
sulla base delle caratteristiche
dell'ex centro del Brose Bamberg, dinamismo, verticalità e
discreti tempi nel "leggere" le situazioni, si può dire che questo
tipo di arma sia in un centro
senso ben nota al pubblico sassarese, che negli anni della gestione Sacchetti ha sempre puntato su lunghi di questo tipo (da
Easley e Lawal, fatte le debite
differenze). Che si tratti di pick&
SERIE A
roll con il play o di rimorchio
perii rimbalzo offensivo, Olaseni può rappresentare un punto
di riferimento fondamentale.
Nuove risorse. Quello che i tifosi
della Dinamo non vedevano da
tempo era invece un centro di
peso, dotato di buoni movimenti spalle a canestro e di rapidità
mentale per seguire le rotazioni
in difesa. Tau Lydeka non sarà
un fulmine di guerra, ma ha già
fatto vedere una cosa molto
semplice: quando la circolazione di palla si impantana, dargli
la palla in post basso è quasi
sempre un'ottima soluzione
per attaccare il canestro o per
aprire il campo. Con in più tan-
to lavoro sporco e nessuna pretesa a livello di palloni da giocare.
L'assetto "standard". Il quintetto base, salvo necessità contingenti, sarà con tutta probabilità
formato da Johnson Odom e Lacey (intercambiabili in cabina
di regia ed entrambi pericolosi
dall'arco
quando
liberati
dell'onere di portare palla), Carter, Savanovic e Olaseni. Carter,
molto alto per essere marcato
da un'ala piccola, ma egualmente rapido di gambe, sa fare
male da fuori ma in precampionato ha fatto vedere le cose migliori quando innescato in avvicinamento a canestro. Savanovic è l'elemento che può sparigliare i giochi: mani da pianista
in un corpo da buttafuori di Bel-
grado (2,04 per 102 chili), intelligenza cestistica e letture da
play, fa egualmente male dai
6,75 e dall'area colorata. Non a
caso uno dei giochi più interessanti proposti da Pasquini prevede l'uscita dei due lunghi in
post alto (doppia soluzione, a
seconda della presenza di
Lydeka o Olaseni) con i gli esterni che "cucinano" lo schema
con tagli sul fondo o uscite alte.
L'assetto ribassato. Il vero
"braccio armato" della Dinamo
è quello che parte in panchina.
Detto di Lydeka, e conoscendo
le caratteristiche di Devecchi,
Sacchetti (nei quintetti dinamici la sua duttilità tra i ruoli di tre
e quattro è fondamentale), Stipcevic e D'Ercole, le soluzioni
provate in precampionato sem-
SERIE A
brano portare frutti immediati:
Pasquini li inserisce quasi sempre molto presto nelle rotazioni
e non disdegna l'idea di schierarli tutti insieme. Con un effetto quasi sempre dirompente a
livello difensivo e con la certezza che anche in attacco si spingerà a tutto gas. Motivo per il
quale l'inserimento di Olaseni
con gli "ali whites" potrebbe
portare a fuochi d'artificio in attacco.
Corri&pensa. Al coach piace da
morire la soluzione offensiva
immediata (in stile Sacchetti),
ma solo quando si arriva in attacco con un certo ritmo. In seconda battuta c'è sempre con la
richiesta di uno sforzo costante
per fare un passaggio in più: 24
secondi possono servire tutti.