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Daesh: mano tesa ad Hamas | 1
mercoledì 28 settembre 2016, 17:00
In cerca di alleanze
Daesh: mano tesa ad Hamas
Fattori militari e obiettivi politici spingono il 'Califfato' alla ricerca di nuovi accordi
di Luigi A. Ottoni
I recenti sviluppi del fronte di guerra siriano hanno causato una sempre più cruenta escalation di violenze, nella quale
civili, miliziani e militari muoiono o uccidono per far prevalere la propria fazione. La città di Aleppo è devastata dagli
scontri e dai raid, messa in ginocchio dalla massiccia offensiva russo-siriana, con il compito di chiudere in fretta la partita
contro i ribelli anche a causa dell’entrata in campo dello ‘strano’ rivale turco. La fazione governativa siriana, tuttavia, non è
la sola a trovarsi in difficoltà a causa del sempre crescente numero di attori intervenuti in Siria: il pretenzioso Stato
Islamico, il quasi paradossale ‘Califfato’ della Siria e dell’Iraq, conosciuto ai più con le sigle di ‘Daesh’ o ‘Isis’, si sta
trovando in una posizione sempre più complicata in Medio Oriente. L’intervento di una serie imprecisata di milizie ribelli,
appoggiate dagli Stati Uniti a patto che esse a loro volta mantengano una politica ostile allo Stato Islamico, di un esercito
governativo restaurato da istruttori ed Ufficiali russi e infine di un ‘esercito di liberazione siriano’ affiancato dai carri
turchi, fanno dei rimanenti territori di Daesh in Siria dei ‘pegni’ di alleanza tra le fazioni nazionali rivali, unite dal comune
scopo di distruggere i disegni apocalittici del Califfato Universale di al Baghdadi. Seppur stia godendo di un momento di
respiro, Daesh sta tradendo una certa inquietudine riguardo al suo futuro: è consapevole, infatti, di essere una
preziosa merce di scambio tra le coalizioni occidentali, quella russa e quella turca. La spartizione dei territori
sottratti allo Stato Islamico in seguito ad un attacco congiunto potrebbe costituire le fondamenta di una tregua siriana.
Per tali ragioni quello che un tempo si autodefiniva pomposamente ‘Califfato’, ‘Stato Islamico del Levante’ e portatore del
Jihad nel Mondo adesso cerca disperatamente alleati, sperando di trovare amici potenti che possano assorbire gli sforzi
delle truppe occidentali e russe tanto temute dai combattenti salafiti. Non si parla, almeno per il momento, di un
eventuale riavvicinamento di Daesh ad al Qaeda, l’organizzazione internazionale da cui lo Stato Islamico ha tratto i
suoi fondamenti. Il prezzo per l’alleanza con al Qaeda, per Desh, sarebbe davvero troppo alto da pagare e vedrebbe di
fatto una sottomissione di al Baghdadi all’autorità di al Zawahiri, oltre a rendere vano qualsiasi reale intento di supremazia
nel mondo islamico, che vedrebbe il potenziale ‘Califfo’ come un semplice suddito del suo più potente rivale. Per lo Stato
Islamico, dunque, la scelta delle alleanze non è certo facile: obiettivi troppo comuni portano irrimediabilmente ad una
‘concorrenza’ jihadista che formalmente Daesh non vuole e non può permettersi di assecondare, avendo basato la sua
intera propaganda sull’unicità del ‘Califfato’ destinato a dominare tutte le Nazioni. Alla luce di tali considerazioni, dunque,
non stupisca il fatto che Daesh stia cercando amicizie al di fuori della sfera jihadista globale. Stringere alleanze
con organizzazioni islamiche ‘laiche’ non sembra frutto di una scelta, ma piuttosto un obbligo per consentire la
sopravvivenza di ciò che rimane dello Stato Islamico, gravemente ferito in seguito alle grandi sconfitte dell’estate del
2016. Sembra che Daesh ultimamente si stia rivolgendo ad interlocutori come l’organizzazione palestinese di
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/daesh-mano-tesa-ad-hamas/
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Hamas. Quest’ultima, famosa e famigerata per il suo impegno nel rivendicare i diritti dei Palestinesi e nell’attaccare con
azioni terroristiche Israele, condivide con lo Stato Islamico la credenza religiosa (estremismo sunnita), tuttavia dichiara il
suo operato di tipo sostanzialmente politico e non di natura di fede. La sacralità del Jihad non rientra nella lotta di
Hamas, che, affiliandosi politicamente alle ideologie dei Fratelli Musulmani, combatte per ideali nazionalistici ed evita
spesso di ricorrere ad immagini religiose come motivo di lotta (seppure nella cultura islamica la sfera religiosa rientri
inevitabilmente in qualsiasi azione compiuta dall’uomo). Guardando le differenze tra Daesh e Hamas non si può non
notare la sostanziale differenza tra le due organizzazioni: lo Stato Islamico sembra aver messo in questo periodo un
po’ da parte la propaganda religiosa e sta iniziando a pensare esclusivamente alla propria sopravvivenza. La tanto millantata
carica morale e religiosa del ‘Califfato’ si sta sempre più rivelando una facciata propagandistica di un’organizzazione che
vuole conservare le proprie conquiste e che teme seriamente di essere spazzata via. Una volta comprese le motivazioni che
porterebbero Daesh a coalizzarsi con Hamas, bisogna capire in che termini per l’organizzazione palestinese sarebbe
vantaggiosa un’alleanza con lo Stato Islamico. Per Hamas l’amicizia di Daesh costituirebbe un’occasione per
rilanciare mediaticamente la causa palestinese, passata quasi in secondo piano con l’acuirsi del conflitto
siriano. Quando le milizie palestinesi compiono attacchi contro Israele, difatti, il reale intento dell’azione terroristica è quello
di attirare l’attenzione mondiale. Quando un attacco palestinese, seppur cruento, non viene sufficientemente divulgato,
Hamas non ne trae alcun vantaggio politico. L’intenzione di Hamas, inoltre non è soltanto quella di cacciare Israele dai
territori palestinesi, ma consiste nel creare uno Stato nazionalista che non cada sotto l’influenza della vicina
Giordania, la quale da sempre rivendica la sovranità su molti territori palestinesi. La Giordania, inoltre, è una delle
Nazioni nemiche di Daesh più temute dallo Stato Islamico, poiché i media giordani sanno bene utilizzare gli stessi
simboli dell’Islam per condannare l’apostasia di al Baghdadi, facendone vacillare l’approvazione religiosa di molte comunità.
Non esiste ancora una certezza che la nazionalista Hamas combatterà al fianco del fanatico Stato Islamico,
tuttavia una tale alleanza porterebbe ad un alleggerimento del fronte anti-Daesh e, probabilmente, ad una sorta di intesa tra
lo Stato Islamico e molte organizzazioni islamiste che ben poco hanno a che fare con il Jihad.
di Luigi A. Ottoni
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