Ufficio postale di Tontola: il Consiglio di Stato dà

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Ufficio postale di Tontola: il Consiglio di Stato dà ragione al
Comune di Predappio
Mercoledì 28 Settembre 2016
Accolta la domanda di sospensione della sentenza del Tar, che rigettava il ricorso contro
Poste Italiane per la chiusura dell’ufficio nella frazione predappiese
Il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti
Accolto dal Consiglio di Stato il ricorso presentato dal Comune di Predappio, attraverso l’avvocato Patrizia Mussoni,
contro la sentenza del TAR dell’Emilia Romagna che sanciva la legittimità della chiusura dell'ufficio postale di
Tontola. Si apre così un nuovo capitolo nella diatriba tra Comune e Poste, scaturita a seguito della chiusura dell'Ufficio
postale della frazione predappiese messa in atto nel settembre dello scorso anno.
Una decisione ritenuta dall’amministrazione guidata dal sindaco Giorgio Frassineti ingiusta, non rispettosa delle disposizioni di
legge relative al numero di abitanti della frazione e alla distanza del più vicino Ufficio Postale utile per la popolazione residente
nella frazione collinare.
Alla chiusura, infatti, il Comune di Predappio rispose interpellando il TAR dell'Emilia-Romagna sulla legittimità della decisione
presa, con un ricorso rigettato in prima istanza dal Tribunale Amministrativo. A cambiare le carte in tavola, però, arriva ora il
provvedimento del Consiglio di Stato, organo giurisdizionale di secondo grado che risposta l’ago della bilancia verso le ragioni
del Comune predappiese.
L’ufficiale pronunciamento, pubblicato il 23 settembre, ritiene che “non sia stata considerata in modo specifico la situazione
concreta del territorio interessato dalla chiusura”, e stabilisce che vada “sospesa l’esecuzione del provvedimento di chiusura
impugnato avanti al Tar e disposto il mantenimento dell’ufficio postale”.
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Per armonizzare “gli interessi contrapposti”, il Consiglio di Stato propone anche una modalità di gestione dell’Ufficio,
indicando la possibilità “di modulare i giorni e gli orari di apertura dell’ufficio, in base alle esigenze, anche riducendo
giorni e orari di apertura a tre giorni e 18 ore o a due giorni e 12 ore settimanali”.
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