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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Giovedì 29 Settembre 2016
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La Corte dei conti francese ha chiesto l’eliminazione dei privilegi concessi ai corsi
Corsica, isola felice per le tasse
Metà del gettito fiscale (1,67 mld) non viene pagato
da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
N
el giorno in cui il ministero delle finanze
annuncia una legge
finanziaria per il 2017
con un deficit pubblico del
2,7% (sul Pil), quasi un punto in più rispetto all’Italia, la
Corte dei conti ha detto basta.
Basta con l’esenzione dell’Iva
sui vini e sugli alcolici che costa allo Stato francese 50mln.
Basta con l’esenzione delle accise sulle sigarette che pesa per
altri 27. E anche l’esenzione
dall’imposta d’immatricolazione dei veicoli, seppur modesta,
poco più di 600mila euro, è solo
uno dei tanti privilegi fiscali da
cancellare.
Ammesso che il governo
Valls, alla vigilia delle presidenziali del 2017, abbia la determinazione e la forza politica
di dire basta a quella specie di
zona franca (mai dichiarata,
ma funzionante da più di un
secolo) che è la Corsica. Dove
non solo le imposte indirette,
Iva accise e tasse varie, sono
allegramente (ma legalmente,
come si dirà più avanti) aggirate, ma anche le imposte dirette
sono altrettanto allegramente
evase (o eluse) dalla gran parte dei contribuenti, come dimostrano statistiche pubblicate
dalla stessa Corte dei conti. Da
cui risulta che, nella graduatoria della lealtà fiscale dei vari
dipartimenti francesi, la Corsica si colloca al 90° posto per
quanto riguarda le imposte sul
reddito delle persone fisiche (la
nostra Irpef) e al 96° posto per
il gettito delle imposte dei professionisti e delle imprese (la
nostra vecchia Irpeg). Come a
dire che su un gettito complessivo dell’isola di 1,67 miliardi
di euro, l’evasione e l’elusione
pesano per almeno la metà.
Decisamente troppo. E troppo pericoloso per l’equilibrio
dei conti pubblici e per la tenuta stessa del patto sociale tra
Stato e cittadini, avverte ancora la magistratura contabile.
Che in un documento inviato
ieri, mercoledì 28 settembre, al
ministro delle finanze Michel
Sapin, e al sottosegretario al
bilancio, Christian Eckert,
lancia un allarme che il gover-
no di Parigi, sempre accondiscendente, per quieto vivere,
con le cattive abitudini dei corsi
e della loro classe politica (definita «un système clienteliste»
dal giudice istruttore di Bastia
che ha rinviato a giudizio per
corruzione il deputato Paul
Giacobbi, uno dei boss della sinistra socialista dell’Alta
Corsica) non può non ascoltare
alla vigilia dell’approvazione
della finanziaria.
La Corte dei conti dà anche un termine al governo:
entro il 1° gennaio tutti questi
privilegi debbono essere cancellati, pena una procedura
d’infrazione della Ue. Si tratta, così scrive la Corte, «des
pratiques dérogatoires reposant
sur des disposition obsolètes,
dépourvues de fondament légal qui méconnaissent le principe général d’égalité devant
l’impôt», vale a dire di norme
obsolete, senza (o con scarso)
fondamento giuridico che violano il principio dell’equità fiscale tra cittadini.
Vaste programme, avrebbe ironizzato il generale De
Gaulle. Come si fa, per dire, a
cancellare l’esenzione dall’imposta di fabbricazione sull’alcol
e sugli spiriti che risale al 1897
(ma con un richiamo al decreto
«Impérial» di Napoleone del
1811) e che sottrae al fisco più
di un milione di euro? E, restando nel settore del vino, come
si fa a eliminare il privilegio
forse il più insopportabile per
il contribuente (e, soprattutto,
per le aziende francesi), la totale esenzione dal pagamento
dell’Iva, che vale quasi 50 milioni di euro? Fu accordato dal
ministro dell’economia Michel
Debré, radical-socialista poi
passato nelle file dei gollisti,
nel lontano 1967 come misura
transitoria a valere sulla legge finanziaria di quell’anno e
solo fino al 1968. Ovviamente,
nessuno ha pensato a cancellare con un’altra legge questa
exonération illegale, come la
definisce la Corte.
Poi c’è la tassa d’immatricolazione dei veicoli che vale
600mila euro e, ancora, l’esonero dall’imposta sulle sigarette
che sottrae al fisco 27milioni
di euro. Anche in questo caso
una dimenticanza del legislatore: Bruxelles, nel 2003, aveva
autorizzato lo Stato francese a
praticare un regime differenziale sulle sigarette vendute in
Corsica ma solo fino al 2009.
Ma dal 2009 a oggi nulla è cambiato e i pacchetti di sigarette
vengono venduti in Corsica a 5
euro contro i 7 della Francia.
Ce la farà Bercy a far pagare un po’ di tasse in più
ai corsi? Come ha confidato
a ItaliaOggi una fonte anonima del ministero «on n’a pas
envie de mettre le feu au lac»,
nessuno brama dalla voglia di
buttare benzina sul fuoco nelle
relazioni sempre tesissime tra
Parigi e Ajaccio (durante l’ultima visita del premier Valls
nell’isola, in primavera, alcuni
consiglieri regionali indipendentisti si sono messi a parlare
in lingua corsa). E non si può
pensare certo a un improvviso
sussulto di «civisme déclaratif», di lealtà fiscale, da parte
dei fortunati isolani. Bongrè
malgré, la Corsica resta l’isola
dell’evasione (fiscale).
@pippocorsentino
IL TICKET È VOLONTARIO E CONTRIBUISCE AI COSTI DI MANUTENZIONE
Assomiglia a un cellulare ma è vuoto
Giappone, salire sul Fuji è gratis,
ma il 65% degli scalatori paga 9€
A ruba l’iPhone
che non fa nulla
DI
MAICOL MERCURIALI
S
e pensi a una cartolina del Giappone ti balza subito alla mente il
Monte Fuji: la forma del classico
vulcano, i dolci pendii che salgono
via via più rapidamente a formare il cono
perfettamente simmetrico e quella cima innevata per dieci mesi all’anno che sembra
quasi dipinta.
per risalire il Monte Fuji possono servire
dalle cinque alle otto ore, per questo c’è
chi sceglie di passare la notte nei rifugi
presenti nella montagna.
Oltre a questi numeri ce n’è un altro
che testimonia l’attaccamento dei giapponesi, e di chi sceglie di scalare la montagna, a questo luogo: il 65% di persone che,
come riporta il Japan Times, ha scelto di
Il Monte Fuji, soprattutto per un occidentale, è uno
dei luoghi simbolo del Sol Levante e piace davvero tanto:
da luglio ai primi di settembre, la breve stagione d’apertura della montagna più alta
del Giappone, è stato scalato
da quasi 250 mila persone,
per un incremento del 6% rispetto alla scorsa stagione.
I dati diffusi dal ministro dell’ambiente Koichi
Yamamoto testimoniano
Il vulcano Fuji, simbolo del Giappone,
l’attrattività di questa belquesta estate ha contato 250 mila escursionisti
lezza paesaggistica, meta
dei pellegrinaggi degli shintoisti, e situata pagare il biglietto d’ingresso volontario che
solo a cento chilometri dalla capitale Tokyo. costa mille yen, vale a dire poco meno di 9
Nella stagione appena conclusa, complice il euro. Lo scorso anno, stando ai dati della
meteo clemente, sono dunque aumentati gli Prefettura di Yamanashi, solo il 53% degli
scalatori che si sono cimentati nella risalita scalatori aveva scelto di pagare. Il biglietdel vulcano, alto 3,776 metri. Il percorso to, ricorda il giornale nipponico, era stato
più popolare è quello di Yoshida, scelto da istituito nel 2014 per finanziare i lavori di
151.969 persone, mentre gli altri sentieri ammodernamento delle strutture lungo le
sono Fujinomiya, Subashiri e Gotemba, che pendici del vulcano. Gli accessi sono mohanno totalizzato rispettinitorati nelle otto stazioni
vamente 59.799, 20.996 e
d’ingresso attraverso dei
Le pagine di Esteri
15.697 accessi. A seconda
contatori a infrarossi.
sono a cura di Sabina Rodi
del percorso che si sceglie,
© Riproduzione riservata
M
entre milioni di plastica con il vuoto dentro.
persone nel mondo Secondo le intenzioni dei due
stanno correndo a promotori questo «NoPhone
comprare l’iPhone Air» è destinato alle persone
7, i due soci, Chris Sheldon e che sono stanche di restare
Van Gould, che fanno parte del incollati ai servizi del promovimento controculturale di prio smartphone. Insomma,
resistenza allo smartè uno strumento per
phone, che raccoglie
disintossicarsi dalsempre più adepti,
la dipendenza delhanno presentato
lo smartphone, per
il «NoPhone Air», il
smettere di stare
telefonino che non
sempre a smanetfa assolutamentare sul telefonino
te nulla. Quando
in qualsiasi occaChris Sheldon ha
sione, a farsi i seltirato fuori il suo
fie, perdendo così il
nuovo gadget da
contatto con gli altri
10 dollari (8,9 euro)
e la capacità di relada una custodia di
zionarsi.
seta nera davanti
Senza google Map,
centinaia di tecniad esempio, le perci, questi sono rimasone sono costrette
sti a bocca aperta.
a tornare a chiedeIl
NoPhone
Air
«Siamo molto orgore informazioni ad
gliosi di presentare
altre persone senza
il meno avanzato NoPhone di fare ricorso alla tecnologia.
sempre», ha detto al convegno Secondo il movimento antisulla tecnologia che si è svolto smarthone la tecnologia sta
il 10 settembre in Canada. Il creando sociopatici e la voce
NoPhone è un rettangolo di del servizio Siri, una sorta di
plastica che si presenta come assistente virtuale che funziouno smartphone, ma non fa na sull’iPhone, li ha indotti a
assolutamente nulla. Più di 10 dire basta agli smartphone.
mila sono stati venduti negli
Altri rappresentanti del
ultimi due anni per circa 10 movimento anti-smarphone
dollari ciascuno.
hanno creato delle app che
L’ultimo modello è sempli- bloccano il segnale.
cemente una confezione di
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