Beryl Booker, senza uomini si suona meglio

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venerdì 30 settembre 2016, 07:00
Accadde oggi
Beryl Booker, senza uomini si suona meglio
Il 30 settembre 1978 muore la pianista Beryl Booker, una della grandi 'signore' del jazz statunitense
di Gianni Lucini
Il 30 settembre 1978 muore d’infarto, a Berkeley, in California, la pianista Beryl Booker. Ha cinquantasei anni ed è
considerata una della grandi 'signore' del jazz statunitense. Nata a Philadelphia, in Pennsylvania, il 7 giugno 1922, deve la
sua fama di personaggio curioso ed eccentrico al fatto di essersi sempre vantata di non aver mai imparato né
a leggere, né tantomeno a scrivere la musica. Nonostante in molti pensino che fosse solo una posa e che con il passare
degli anni Beryl, in realtà, avesse imparato a destreggiarsi con abilità tra note, accenti e annotazioni, lei ha sempre
sdegnosamente respinto ogni allusione, anzi della sua 'ignoranza' musicale ha fatto quasi una bandiera. Per anni a chi
le domandava perché non si fosse mai applicata a studiare rispondeva: «Per suonare ci vuole il cuore, non il rigo musicale.
Vale di più e il pubblico se ne accorge». Anticonformista, quando inizia a esibirsi al pianoforte le donne
strumentiste al di fuori del ristretto ambito della musica classica negli Stati Uniti sono una rarità e quelle che si
dedicano al jazz si possono contare sulle dita di una, forse due mani. Con il suo piglio deciso suona a lungo nelle varie band
della sua città fino a quando decide che per poter suonare quello che le piace è necessario liberarsi dei capiorchestra maschi. Non si limita a dirlo, lo fa. Ha da poco passato i vent'anni quando, nonostante il periodo di crisi, riesce a
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/beryl-booker-senza-uomini-si-suona-meglio/
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formare un'orchestra interamente sua scritturando vari musicisti rimasti disoccupati. Si chiama Beryl Booker Band e
consente alla ragazza di sentirsi padrona del proprio destino. L'avventura dura qualche anno, fino al 1946 quando, lusingata
dall'offerta di Slam Stewart, accetta di trasferirsi a New York per entrare a far parte del suo trio. Nonostante il suo
caratteraccio rimane a lungo fedele a Stewart, sia pur con qualche parentesi solista. Naturalmente non ha abbandonato
l'antico sogno di poter suonare senza musicisti maschi tra i piedi. Lo realizza nel 1951, quando riesce a eliminare
del tutto gli uomini dalla sua vita artistica diventando la pianista della grande Dinah Washington, che segue fino nella
lontana Europa. Il sodalizio con la cantante sembra reggere bene ai sussulti e ai possibili contrasti che possono nascere tra
due personalità così forti. L'amicizia resterà solida anche quando le strade si dividerano. Nel 1953, infatti, Beryl,
consapevole di dover più dimostrare niente a nessuno, lascia anche la sua amica Dinah per formare un trio jazz
interamente composto da donne con la batterista Elaine Leighton e la contrabbassista Bonnie Wetzel. L'anno dopo le
tre jazziste lasciano gli Stati Uniti e si trasferiscono in Europa al seguito del Jazz Club USA, una compagnia di musicisti che
si esibisce in quasi tutte le principali piazze del Vecchio Continente. Quando il trio si scioglie Beryl rallenta l'attività.
Partecipa a qualche concerto e a varie sedute di registrazione, ma sembra svogliata. Alle amiche confessa di essere stanca.
Sostiene che l'ambiente le sta venendo a noia, che non la stimola più e per questa ragione porge una serie di cortesi rifiuti a
varie interessanti proposte che le arrivano da alcuni tra i migliori jazzisti di quel periodo. All'inizio degli anni Sessanta
sembra ritrovare un po' d'entusiasmo quando riceve una proposta dal suo vecchio amico Don Byas, il
sassofonista che ha deciso di lasciare per sempre gli Stati Uniti e di stabilirsi in Europa. Lei accetta di rimettersi in gioco e
riprende a suonare con continuità. Accade così che la pianista autodidatta che non amava i musicisti maschi registri negli
anni Sessanta una bella serie di brani di grande interesse proprio al fianco di un uomo. I dischi di quel periodo
dimostrano che il suo talento non si è appannato con il passare del tempo. All'inizio degli anni Settanta il cuore
comincia a darle i primi problemi e lei decide di cambiare aria e trasferirsi in California. Ci resterà fino alla morte.
https://www.youtube.com/watch?v=MMU65CwU1s4
di Gianni Lucini
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