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Banche salvate si, ma dai correntisti | 1 venerdì 30 settembre 2016, 13:30

Banche salvate si, ma dai correntisti

Banco Popolare e all'Ubi Banca, hanno riversato sui Clienti i costi del salvataggio, già costato 3,6 miliardi di Gerardina Trovato

Dopo aver letteralmente RUBATO i soldi ai propri clienti , dopo aver provocato suicidi per la disperazione , dopo aver ridotto sul lastrico centinaia di migliaia di persone e famiglie, dopo aver fatto sapere che nessuno riavrà mai i suoi risparmi , ecco che le Banche si apprestano alla Fase 2, la Fase finale di uno sterminio di massa che non viene fatto con forni, gas, o proiettili, ma viene eseguito con metodica applicazione delle più moderne tecniche e teorie bancarie che hanno dell'inverosimile... se non fossero, purtroppo, tragica realtà. Sempre più costose per i poveri, ignoranti ed arroganti correntisti che, oltre a dover affrontare la crisi che sembra non fermarsi più, al contrario di quanto dicono i politici e governanti di turno. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, il rischio stangata è nell'aria, mentre aumentano le frodi nascoste all'interno di chilometrici contratti di conto corrente che sembrano bibbie, e le allucinanti proposte di modifiche unilaterali dei contratti in essere che sono solamente a tutto e completo vantaggio della banca, ovviamente.

Il sistema ha persino decretato la resurrezione dell'anatocismo, ovvero il far pagare gli interessi sugli interessi, cosa che si pensava debellata qualche anno fa. Dal primo ottobre, infatti, secondo le disposizioni del decreto legge 18/2016, i correntisti avranno due mesi di tempo per decidere se permettere o meno l'addebito in conto degli interessi passivi maturati nell'anno. In questo caso gli interessi diventeranno capitale, producendo ulteriori interessi.

Manca solo la richiesta di pagamento sui depostiti che altri Paesi hanno già introdotto, ma sicuramente arriverà prestissimo.

Proprio in questi giorni è emerso che al Banco Popolare e all'Ubi Banca, hanno riversato sui propri Clienti i costi del salvataggio di Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e CariFerrara, chiedendo rispettivamente una contributo di 25 e di 12 euro. Il salvataggio, a carico del Fondo Nazionale di Risoluzione delle crisi bancarie, istituito da Bankitalia e partecipato dai 208 istituti di credito aderenti, è finora costato al sistema, cioè a noi, 3,6 miliardi di euro. Di questi miliardi solo una piccolissima parte, in futuro, potrà essere recuperata con la vendita, ad esempio, delle nuove banche al miglior offerente, questione di cui si sta parlando proprio in questi giorni e, quindi, la retrocessione dei ricavi della vendita al Fondo di Risoluzione. Per ora, tuttavia, quel che è certo è che il salvataggio delle quattro banche si è rivelato un bagno di sangue per gli istituti chiamati a concorrervi che, direttamente o indirettamente, potrebbero riversare l'esborso sostenuto sui rispettivi clienti. Intesa Sanpaolo, secondo quanto riportato da fonti interne, nel 2015 ha versato 550 milioni, Banco Popolare 152 milioni, Ubi 60 milioni, Carige e Cariparma Credit Agricole 42 milioni, Banca Popolare di Milano 52,9 milioni (a cui si sono aggiunti altri 14,4 milioni nel primo semestre) e Monte dei Paschi di Siena 71 milioni. Altri istituti, come Unicredit, hanno deciso di aumentare di due euro al mese i costi di diverse formule di abbonamento di conto corrente, motivando la decisioni con «l'accordo in sede UE per la costituzione di un fondo per la risoluzione delle crisi bancarie (il cosiddetto Single Resolution Fund)». Il fondo è in vigore dal primo gennaio ed è chiamato ad intervenire per limitare il rischio di bancarotta delle banche a livello europeo, attraverso la concessione di prestiti o il rilascio di garanzie, qualora risulti necessario assorbire, ad esempio, perdite al posto dei creditori esclusi, riducendo l'ammontare del bail in. Oggi, con le due Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/banche-salvate-si-ma-dai-correntisti/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Banche salvate si, ma dai correntisti | 2 principali banche tedesche alla deriva, anche il mantenimento di un simile fondo rischia di risultare decisamente costoso per il nostro sistema bancario e, in un ultimo, per i correntisti sui cui saranno riversati i maggiori costi. Gli altri principali istituti di credito presenti sul territorio italiano, per ora, hanno negato di avere effettuato aumenti dei costi dei conti corrente per recuperare gli esborsi sostenuti per i salvataggi bancari o, comunque, di avere allo studio manovre, dirette o meno, per far ricadere sui correntisti i costi crescenti della crisi del credito. A tirarsene fuori sono: Intesa Sanpaolo, Carige, Banca Popolare di Milano, Cariparma Credit Agricole e Monte dei Paschi di Siena. Complimenti.

di Gerardina Trovato

Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/banche-salvate-si-ma-dai-correntisti/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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