Vagoni Vaganti - Recensioni teatrali

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Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Laura Sestini
settembre 30, 2016
Utopia del Buongusto ripropone, per il nono anno consecutivo, Andrea
Kaemmerle in Vagoni Vaganti, un cult e una spassosa parodia della vita
nella Russia comunista.
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La funicolare di Montenero, che si arrampica sulla collina che sovrasta la
città di Livorno, nota soprattutto per il Santuario e la Madonna delle
Grazie, patrona della Toscana, si trasforma nella Transiberiana, la
famosissima ferrovia russa terminata nel 1903, con i suoi quasi 10.000
chilometri di rotaie, mille fermate e 90.000 operai all’attivo – soprattutto
reclusi ai lavori forzati.
Andrea Kaemmerle e Claudio Parri vestono i panni di Slava e Cola, due
amici ferrovieri che vagano, insieme ai loro vagoni, tra Mosca e
Vladivostock, il porto più orientale di tutta l’immensa Repubblica Sovietica.
«Dove la grande flotta di pescherecci, con -36 gradi, pesca ciò che poi
comprate alla Coop». Risata generale, ma è anche una realtà – e chissà se
la citazione del marchio Coop sta proprio a rappresentare un riferimento
ad alcune istituzioni di epoca comunista.
In un pesante pastrano, versione sovietica, con accento da badante
moldava misto a toscano, Slava/Kaemmerle va incontro ai passeggeri che
saliranno sul convoglio. È il suo ultimo giorno di lavoro, domani andrà in
pensione, e racconta quello che ha visto e imparato in tutti quegli anni di
lavoro.
Informazioni sulla lunghezza del viaggio, sulle città lungo il percorso, come
Novosibirsk o Irkutsk, dove, proprio viaggiando sulla Transiberiana, una
donna come tante, moglie di un militare dell’Armata Rossa, diede alla luce
colui che diverrà uno tra i più grandi ballerini di tutti i tempi: Rudol’f
Nureev – e tanti altri meno famosi.
«Vedrete tante meraviglie della natura, signori, come il Lago Bajkal. Zona
pericolosa dove il mercato nero (generato dalla penuria dell’epoca
socialista, n.d.g.) fa circolare droga, alcool e armi attraverso i gonnelloni
delle babushka (in russo, vecchie signore, nonne, n.d.g.)».
Uno spettacolo interattivo quello che Kaemmerle e Utopia del Buongusto
propongono ai soli 60 spettatori presenti, tanti quanti i posti nei due piccoli
vagoni della funicolare montenerina – dove le gag nascono spesso dagli
spunti catturati estemporaneamente dai commenti dei partecipanti.
«Dieci giorni di viaggio, signori! Mica avrete fretta! Con la Transiberiana
non si sa mai quando si arriva. Una linea a binario unico che dà la
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precedenza ai treni degli operai. Sissignori, in Russia gli operai hanno la
precedenza» (quel binario unico che, nel 2016, affligge ancora la Toscana
dove gli operai non hanno, comunque, la precedenza).
Livorno un legame forte, lo ha davvero con quella Russia della Terza
Internazionale bolscevica del 1919 che diede impulso alla nascita del
Partito Comunista d’Italia, fondato proprio nella città labronica il 21
gennaio 1921 da Bordiga e Gramsci. Sembra una fantasia appropriata
anche per gli astanti, immaginare la piccola funicolare livornese
trasformata nell’immensa ferrovia transiberiana.
«Cipolle, cetrioli e vodka saranno gli odori che vi faranno compagnia per
tutto il viaggio, signori! Ci sarà un motivo per cui hanno inventato l’alcool!
Sulla Transiberiana non ci si lava e l’odore dell’umanità sale ogni giorno.
Menomale esistono i deodoranti», spruzzato a zaffate da una bomboletta
ipercolorata da discount.
Nato per il centenario della funicolare di Montenero, la cui piccola stazione
si trasforma anche visivamente grazie a cartelli e indicazioni in cirillico, lo
spettacolo vanta otto anni di repliche e di successi.
Un viaggio immaginario che riesce a trasportare i presenti in una
dimensione agli antipodi rispetto alla realtà, dove al posto dei boschi di
betulle, ci sono piante di capperi, tenacemente attaccate ai muri lungo la
tratta Montenero-Livorno. Tante le risate, anche per i ruoli dei quali diversi
spettatori sono direttamente investiti, con bagagli in mano nei quali, al
momento opportuno, appariranno, per i doverosi controlli della polizia
russa, abiti da sposa, droga e altro. La fantasia e l’immaginazione, si sa,
non hanno limiti, e qui si superano tutti brillantemente.
Slava e Cola si ritrovano per l’ultima volta per abbracciarsi e andare
finalmente in pensione: la carriera professionale qui si ferma, insieme al
socialismo russo e alla corsa del trenino che riporta tutti gli spettatori a
Montenero.
Per festeggiare l’evento, al momento della discesa dalla funicolare,
cantuccini e vinsanto: prodotti non propriamente russi – ma la libera corsa
dell’immaginazione non era ancora arrivata alla sua stazione.
Lo spettacolo è andato in scena all’interno della rassegna Utopia
del Buongusto:
Funicolare di Montenero (Livorno)
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domenica 25 settembre, ore 21.30
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Vagoni vaganti
regia Andrea Kaemmerle
con Andrea Kaemmerle e Claudio Parri
produzione Guascone Teatro e Utopia del Buongusto
in collaborazione con il Comune di Livorno e CTT Nord (Compagnia
Toscana Trasporti)
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