Spiazzo, le campane mute durante i lavori di restauro

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Valli Giudicarie ❖ Val Rendena
VENERDÌ 29 LUGLIO 2016 TRENTINO
Comano, oggi Dragosei racconta Hitler
41
Gli archi della famiglia Rigotti a Carisolo
◗ COMANOTERME
◗ CARISOLO
Per la rassegna “Trentino d’autore”, questo pomeriggio alle 17 al palazzo delle terme di Comano, il
giornalista e scrittore Fabrizio Dragosei (nella foto) - corrispondente da Mosca per il Corriere della
Sera - presenterà il suo ultimo libro: “Così parlò
Hitler. Le conversazioni private, i discorsi pubblici, i verbali degli archivi sovietici”, edito da Mursia.
La storia del nazismo e del Terzo Reich viene raccontata nel libro attraverso le parole del Führer.
L’evento di questo pomeriggio sarà condotto da
Alberto Faustini, giornalista e direttore dell’Alto
Adige e del Trentino.
Nella chiesetta cimiteriale di Santo Stefano di Carisolo (nella foto), oggi alle 17 per l’iniziativa “Fra
Arte e Musica”, si tiene “Musica insieme” con la
presentazione e partecipazione della “Musica degli archi della famiglia Rigotti”. Si tratta di una famiglia unita da una profonda passione per la musica e per i messaggi che essa riesce a trasmettere.
L’iniziativa a ingresso libero è promossa dai
“Volontari di Santo Stefano” che volontariamente a luglio e agosto tengono aperta la chiesa dalle
10 alle 11.30 e dalle 15 alle 17, con chiusura la domenica mattina e lunedì tutto il giorno.
(w.f.)
Spiazzo, le campane mute
durante i lavori di restauro
Alla pieve di Rendena la struttura aveva gravi problemi di degrado e dissesto
L’intervento durerà 300 giorni. Il progettista: «Così ridurremo le oscillazioni»
di Walter Facchinelli
◗ SPIAZZO
Il campanile della pieve di Rendena da alcuni mesi è muto, perché lo stato in cui si trova la torre
campanaria non permette che
la stessa sia sottoposta alle sollecitazioni che deriverebbero dall'
utilizzo delle campane. Ora il
campanile, alto 33 metri più il
cupolone, è stato ingabbiato
con le transenne per dare avvio
ai lavori di “Consolidamento statico della torre campanaria”, seguiti dallo “Studio di Ingegneria
SCS” dell’ingegnere Pietro Bucci, che scrive «la torre campanaria manifesta evidenti situazioni
di degrado e dissesto statico, che
coinvolgono prevalentemente il
paramento murario a est e a
ovest».
I lavori che dureranno 300
giorni «riguardano - ci spiega
l’ingegner Bucci - la struttura dove una tirantatura unirà il muro
interno con quello più esterno e
un’altra tirantatura che unisca i
muri ortogonali tra loro. Inoltre
saranno effettuate delle iniezioni per consolidare il paramento
murario e integrare il legante deteriorato dagli agenti atmosferici».
Per quanto riguarda le sollecitazioni «gli interventi puntano a
ridurre tutte le forze orizzontali
che gravano sulla sommità del
campanile e dovute dal moto
oscillatorio delle campane». I
problemi del campanile di
Spiazzo sono dovuti a diversi fattori. «Il primo - afferma Pietro
Bucci - derivano dalla modalità
La pieve di Rendena con i lavori in corso al campanile
di suono delle campane che è “a
slancio”, detta anche “a battaglio volante”. Questa modalità
di suono genera spinte tre volte
maggiori rispetto al “suono ambrosiano”». Poi «il castello campanario è legato alla cella cam-
panaria e le spinte orizzontali
originate dalle campane caricano il campanile nel suo punto
più alto dello stesso, generando
momenti e forze di taglio molto
elevate nel fusto del campanile».
Se ciò non bastasse «le campa-
ne di Spiazzo suonano in due direzioni ortogonali, la loro oscillazione origina delle vibrazioni
torsionali deleterie per il paramento murario».
Per ovviare a tutto ciò la Parrocchia di Spiazzo finanzierà il
consolidamento delle murature
con iniezioni e cuciture armate
che miglioreranno la resistenza
del campanile alla fessurazione.
Con le tirantature eviteranno il
ribaltamento dei paramenti.
L’ingegner Pietro Bucci conclude «gli interventi proposti miglioreranno il comportamento
strutturale del campanile alle
sollecitazioni statiche e dinamiche, permetteranno un maggior
grado di sicurezza nei confronti
delle azioni sismiche» anche se
«un intervento di adeguamento
risulterebbe invasivo e incompatibile con la tutela del bene storico artistico».
La Parrocchia ha in programma anche «il rifacimento delle
scale, la sostituzione dei solai lignei eliminando i tavolati ammalorati, lo smontaggio, la pulizia e il rimontaggio dell'orologio, la rimozione degli intonaci a
base cementizia e quelli originari ammalorati e distaccati, il ripristino degli intonaci esterni
originari, la sistemazione dei parapetti della cella campanaria e
del tamburo, la pulizia e sabbiatura dei sassi della cella campanaria, la pulizia e il ripasso dell'
orditura del cipollone con vernice antitarlo e la pulizia e ripristino degli intonaci interni raso
sasso».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
BONDONE
La Festa del Carbonaio
fa rivivere gli antichi mestieri
di Aldo Pasquazzo
◗ BONDONE
Domenica, a malga Alpo sopra
Bondone, è in programma la
Festa del Carbonaio. Stavolta
non sarà la Pro loco ad organizzare ma bensì l'associazione
Bella Epoque. Dopo la dichiarata crisi che ha investito l'ente
turistico toccherà a loro l'organizzazione. Già da diversi giorni alcuni volontari sono per altro impegnati nel dietro alle
quinte della festa.
«Da queste parti il mestiere
del carboner ha una tradizione
storica. Non a caso in paese c'è
pure un monumento che rievoca quella realtà nostrana», spiega Gianpaolo Capelli, appassionato di storia locale. Pochi
ancora sanno fare “pojat” e carbone come loro. E' altrettanto
vero che le nuove generazioni
praticano altri mestieri, ma lo
zoccolo storico è rimasto con il
cuore ancorato a quella tradizione. A distanza di anni non
solo ricordano quel mestiere
ormai in disuso, ma lo sanno
ancora esercitare e magari anche insegnare. L'attrezzatura a
disposizione era già allora minima: qualche attrezzo di poca
spesa e molto olio di gomito.
Poi sudore, interminabili fatiche e anche un po' di fuliggine
per un arco di tempo di oltre
dodici ore al giorno.
I “bondù”, in tempi oramai
lontani, erano famosi nel organizzare e gestire quell'arte che
di generazione in generazione
si tramandava, quasi come
una regola da rispettare. Partivano in primavera per rientrare in autunno. Provviste e indumenti scarseggiavano e il pasto
del giorno era polenta sia a
pranzo sia a cena, se non anche a colazione. Quando andava bene aggiungevano del formaggio. Molti lasciavano i figli
a nonni e zii, perché la vita di
montagna comportava fatiche
ed enormi sacrifici. Nel frattempo il paese aveva sacerdoti,
validi dentro e fuori la chiesa.
«Erano loro che, affiancati dall'
insegnante Gina Omicini, sostituivano, dentro una specie di
convitto, i genitori durante la
loro assenza. Dai compianti
don Mansueto Bolognani a
don Pellegrini, poche le differenze: lo spirito di adattamento e di altruismo era una loro
caratteristica fissa», spiega Pierino Mantovani, che di mestieri ne ha esercitati parecchi, tra
cui anche quello del carbonèr.
oggi al rifugio segantini
Anfo, anche i garibaldini
alla “Giornata del minatore” Val Rendena, c’è Carbonare per i “Suoni delle dolomiti”
◗ ANFO- DARZO
Domani alla "Giornata del minatore" di Anfo ci saranno, oltre agli Schützen e alla banda
sociale di Storo, anche i
“madonari”, che a loro volta daranno vita al secondo concorso
"L’Immagine più bella", che
prevede la creazione di opera
sacre e profane.
Poi voli acrobatici e in elicottero, mentre alla sera seguirà il
tradizionale spettacolo pirotecnico sul lago d’Idro. Alle 13 a ridosso dell'Ossario di Monte
Suello confluiranno anche delle compagnie garibaldine.
«L’edizione di quest’anno spiega Zanardi, consigliere zo-
nale degli autonomisti, nonché
referente degli Amici della Miniera - è la ventunesima. Sono
attesi sia il presidente della Provincia Ugo Rossi sia il senatore
Franco Panizza, che dovrebbero essere accompagnati dalle
rappresentanti istituzionali di
zona: Loretta Cavalli ed Ersilia
Ghezzi, rispettivamente vice
sindaco e vice presidente del
consiglio comunale di Storo».
Due le polente in preparazione dalle 19.30: quella di patate
da parte dei polenter di Ledro e
la tradizionale carbonera
“made in Storo” cucinata sul
posto da Salvatore Pasi.
Poi ancora: arte, cultura e
folklore.
(a.p.)
◗ VALRENDENA
Alessandro Carbonare
I Suoni delle Dolomiti tornano
nel Gruppo della Presanella, in
Val Rendena. Al rifugio
“Giovanni Segantini” oggi alle
13 si esibisce infatti Alessandro
Carbonare, primo clarinetto
dell'Orchestra dell'Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, in
un trio che vede l partecipazione anche di Luca Cipriano, anch’egli al clarinetto, e Perla Cormani al corno di bassetto. Grande concertista internazionale,
Alessandro Carbonare si muove
con bravura e disinvoltura tra la
classica di Mozart, Poulenc, Beethoven, il jazz di Charlie Parker
e Chick Corea, senza dimentica-
re quell'eterno fermento di suoni e vita che è il klezmer.
Nato nel 1967 a Desenzano
del Garda, Alessandro Carbonare ha alle spalle 15 anni di musica all'Orchestre National de
France, così come importanti
collaborazioni con i Berliner
Philarmoniker, la Chicago Symphony e la Filarmonica di New
York. Numerosi i concorsi internazionali che si è aggiudicato
così come altrettanto ricca è la
serie di collaborazioni con musicisti del calibro di Mario Brunello, Marco Rizzi, Pinkas Zukerman solo per citarne alcuni.
Nell’ambito jazzistico basti ricordare le avventure con Pasquito D'Riveira, Enrico Piera-
nunzi e Stefano Bollani. Dal sodalizio con Claudio Abbado, è
nata la registrazione del concerto K622 con l'Orchestra Mozart,
vincitore del 49° Record Academy Awards nel 2013.
Il luogo del concerto è raggiungibile dalla statale 239 per a
Madonna di Campiglio, risalendo in auto la Val Nambrone fino
alla Malga Vallina d’Amola e poi
a piedi lungo il sentiero 211 in
ore 1.30 di cammino, dislivello
420 metri, difficoltà. La partecipazione è gratuita e su prenotazione ai numeri 0465 502111 501007 dalle 9 alle 12 e dalle 16
alle 19. In caso di maltempo si
recupera alle 17.30 al Paladolomiti di Pinzolo.
(e.b.b.)