Bombardier, i primi centosei licenziati

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IL SECOLO XIX
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SABATO 23 LUGLIO 2016
SAVONA
Piante
e fiori
La delicatezza del lampone
Il lampone è un arbusto rustico che emette polloni. Può raggiungere 1,50 m di altezza. Gli steli leggermente spinosi si chiamano
canne. I fiori riuniti in pannocchie terminali sono verdastri e autofertili. I frutti sono rossi. La pianta si adatta a qualunque tipo di
terreno, con una preferenza per quelli leggeri e ricchi di humus.
GIORNATA DRAMMATICA DI FRONTE ALLO STABILIMENTO DI VADO. FALLITA LA MEDIAZIONE DELLA REGIONE
Bombardier, i primi centosei licenziati
I lavoratori presidiano la fabbrica: «Alla fine siamo noi a pagare gli errori del management»
GIOVANNI VACCARO
VADO LIGURE. Centosei lavoratori a casa. Ed è solo l’inizio.
Nel giorno in cui la Regione vara finalmente la delibera per
chiedere al Governo il riconoscimento del Savonese come
area di crisi complessa, dalla
direzione di Bombardier Transportation Italy arriva il colpo
che rischia di affondare lo stabilimento vadese. L’azienda
ha aperto la procedura di mobilità per centosei dipendenti,
ancora da individuare nei vari
settori.Difronteallavolontàdi
portare avanti i licenziamenti,
i lavoratori ieri mattina sono
scesi in strada bloccando lo
stabilimento per tutto il giorno e piazzando davanti all’entrata una bara con la sagoma di
un operaio defunto. Dipendentigiovanieanziani,chinon
sa se dopo l’estate avrà ancora
un lavoro e chi non sa se raggiungerà il traguardo della
pensione.
L’accelerazione improvvisa
verso i licenziamenti, anche se
in qualche modo attesa, spezza il filo di speranza teso dalla
Regionesolol’altroieriannunciando che avrebbe chiesto a
Bombardier di attendere l’incontro al Ministero dello Sviluppo economico in programma il 28 luglio. Anzi, ora il timore è che i 106 licenziamenti
siano solo il primo passo. Secondo i vertici di Bombardier il
dimezzamento delle ore di lavoro (da 240mila a 120mila),
ossia il taglio di 300 posti di lavoro su 600 totali, è l’unica
strada per salvare l’impianto
da cui sono uscite le locomotive che hanno fatto viaggiare
sui binari l’Italia. «Questa fabbrica ha superato due guerre
mondiali, ora l’hanno fermata
i manager – commenta Bruno
Martinazzi, delegato rsu
Fiom-Cgil -. Lo stabilimento di
Vado teneva in piedi l’intero
gruppo in Europa. E lo faceva
solo grazie alla forza di volontà
e alla professionalità di questi
operai. Gente capace di risolvere i problemi tecnici che si
verificano in produzione e che
i progettisti avevano trascurato. A volte è successo che una
locomotiva sia stata costruita
meglio di come fosse progettata, tanto che i disegni venivano modificati in base agli interventi messi in atto dagli
operai».
Nonsolo,lostabilimentovadese ha prodotto utili, al netto
delle imposte, per 35 milioni
di euro solo nel 2015, con una
previsione per l’anno in corso
di ulteriori guadagni da 35 a 46
milioni. Nel 2001 era sotto di
41 milioni. Il colpo fatale è stato la gara da 4,5 miliardi di Trenitalia per il trasporto regionale. Bombardier aveva puntato tutto su un buon prodotto,
l’Omneo, ma la commessa verrà assegnata ai giapponesi di
Il presidio dei lavoratoridi fronte allo stabilimento
Hitachi, entrati in Italia acquisendo l’AnsaldoBreda di Pistoia, e ai francesi di Alstom, proprietari dell’ex Fiat Ferroviaria
di Savigliano. «A pagare gli errori dei manager non possono
essere gli operai di Vado», sottolineano Andrea Pasa e Christian Venzano, segretari di
Fiom-Cgil e Fim-Cisl. Uno spiraglio si potrebbe aprire nel
2017, dato che le Ferrovie dovranno rinnovare la flotta Cargo, ma per reggere Bombardier dovrebbe assicurarsi la
vendita di almeno 45 locomotive all’anno. Ieri sera i segretari e le rsu hanno incontrato
ancheDeboraSerracchianiper
chiedere un intervento diretto
del Governo e la convocazione
dei vertici di Bombardier.
Nel frattempo, ieri mattina,
il prefetto Giorgio Manari ha
ricevuto i sindacalisti di Piaggio Aerospace in vista dell’incontro al Mise del 28 luglio. Altra partita delicatissima.
ANDREA GAGGERO E CRISTIANA MURATORE RACCONTANO LA LORO ODISSEA
Marito e moglie a casa: «Difficile spiegarlo al figlio»
«Per prima cosa abbiamo tagliato le ferie, ma ci sono le rate del mutuo..»
LA STORIA
VADO. «Il momento più ango-
scioso è quando un bambino
di otto anni chiede al papà: “E’
vero che tu e la mamma state
perdendo il lavoro?”». Fra i dipendenti dello stabilimento
vadese di Bombardier Transportation Italy molti sono
genitori che ricordano quando, solo pochi anni fa, il fatto
di lavorare in Bombardier era
motivo di orgoglio. Quanti,
salendo su un treno, facevano
vedere ai figli la targhetta sul
Andrea Gaggero e Cristiana Muratore
fianco della locomotiva sottolineando: «Vedi? Questa l’ha
costruita papà». Tutto spazzato via dalla domanda di un
bambino che ieri guardava i
genitorieilorocolleghiseduti
per la strada davanti ai cancelli della fabbrica. Guardava i
loro occhi preoccupati . «Cosa
si può rispondere a un bambi-
no che pone quella domanda?
Bisogna rassicurarlo, quando
neppure noi siamo tranquilli». Andrea Gaggero e la moglie Cristiana Muratore sono
entrambi dipendenti Bombardierequindilapreoccupazione è doppia: «Bisogna mettere via i soldi per il mutuo,
mandare i figli a scuola, fare la
spesa. E arrivare a fine mese –
spiega Cristiana Muratore -. Il
primo passo è stato il taglio
delle ferie: semplicemente rinunciamoenonsiva.Manella
vita di tutti i giorni non siamo
sereni, la mente gira sempre
sul timore per l’indomani».
Il caso
Savona
maglia nera
per la “cassa”
••• SAVONA. La provincia di Savona ha la maglia nera per la cassa
integrazione in Liguria,
al punto da assorbire il
63,3 per cento del totale delle ore relative
ai vari ammortizzatori
sociali di tutta la regione. E’ quanto denuncia
l’Ufficio economico
della Cgil regionale,
attraverso uno studio
in cui si evidenzia la
sofferenza dell’industria savonese, alle
prese con una crisi che
invece di allentare la
presa sembra peggiorare di mese in mese.
Sulla base dei dati resi
noti dall’Inps e relativi
al mese di giugno, la
provincia di Savona,
da sola, ha il 63,3% di
tutte le ore di integrazioni salariali autorizzate (907.670 su
1.433.102) con 761.732
ore di cassa straordinaria che equivalgono
al 72,2% di tutte le ore
autorizzate di Cigs in
Liguria nel corso del
mese (1.035.167 ore).
In tutta la Liguria, soprattutto in virtù dei
dati negativi di Savona, si è registrato un
aumento del 195 per
cento di ore autorizzate rispetto al giugno di
un anno fa: a preoccupare è anche il confronto con le altre province liguri.
M. D. F.