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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 1 Luglio 2016
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Essi sono perseguitati dai loro correligionari ospitati nei centri di accoglienza profughi
Omosex e islamici in Germania
Speravano di arrivare in un paese accogliente, invece...
I
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
profughi giunti in Germania, un milione e centomila in pochi mesi, creano
problemi per le autorità
tedesche, fra tolleranza per
le abitudini e i costumi degli
ospiti, e il rispetto delle norme
del paese che li ospita. I Länder reagiscono in modo diverso. Alcune regioni riconoscono
di fatto perfino la bigamia del
rifugiato arabo che giunge con
due mogli. Per l’integrazione è
obbligatoria la conoscenza del
tedesco, ma si può tollerare che
si rifiuti di dare la mano all’insegnante donna, come ordinano gli iman? Difficile regolare,
poi, la convivenza nei centri di
accoglienza: scoppiano risse
tra profughi di etnie diverse,
i musulmani aggrediscono i
cristiani, in minoranza ma pur
sempre numerosi. E le autorità tedesche devono intervenire per proteggere i profughi
omosessuali, anche se in molti
centri la tendenza è di ignorare
il problema.
Uomini e donne sono fuggiti perché in patria rischiavano la vita a causa delle loro
inclinazioni sessuali. In diversi
paesi arabi l’omosessualità vie-
ne sempre punita dalla legge,
a volte anche con la forca o la
lapidazione. Speravano, giunti in Germania, di poter vivere in un paese tollerante, ma
non è così, denuncia Die Woche, il nuovo settimanale del
quotidiano della Frankfurter
Allgemeine. Mounir (nome
di fantasia), fuggito dalla Siria, viene perseguitato dagli
altri rifugiati nel centro che lo
ospita: è omosessuale, hanno
scoperto, e lo obbligano a lavori
umilianti, a servire come uno
schiavo gli altri uomini. «Neanche i miei fratelli sapevano che
sono omosessuale», confida al
giornalista tedesco. In Germania si è fatto degli amici, ma è
stato notato da alcuni rifugiati
arabi, e la sua vita è diventata
un inferno. È dovuto fuggire
anche da Francoforte, in un altro centro di accoglienza. Non
è un caso isolato.
A Norimberga hanno
aperto da tempo un centro di
accoglienza per omosessuali.
E un altro per le lesbiche. A
Berlino hanno seguito da poco
l’esempio. A Francoforte e a
Colonia ancora no, anche se
sono in programma. «Purtroppo è necessario aprire questa
sorta di ghetti, non è giusto,
ma al momento inevitabile»,
dì le donne tedesche. I fermati
erano quasi tutti provenienti
dal Maghreb. Questi rifugiati
dovrebbero essere rispediti in
patria, al più presto. Si oppongono i verdi: gli omosessuali
magrebini sono fuggiti in Germania, perché a casa loro vengono perseguitati. Winfried
Kretschmann, il primo ministro verde del Baden-Württemberg, dichiara che voterà
a favore della norma su stati
sicuri o meno, solo a patto che
l’asilo venga sempre concesso
a gruppi a rischio, come appunto gli omosessuali.
Rifugiati siriani omosessuali a Dresda, in Germania
riconosce il responsabile berlinese Marcel de Groot. «In
Germania l’omosessualità
è riconosciuta dalla legge, a
Berlino è accettata come assolutamente normale, ma pretendere che i nuovi venuti accettino questa realtà sarebbe
ingenuo e rischioso», conclude
con amarezza. L’alternativa
sarebbe ospitare i profughi
a rischio in case private, ma
non ce ne sono a sufficienza
disponibili.
Un problema anche politico per il governo. Frau
Collaudato su 100 mila km in 26 giorni con 46 atterraggi
Merkel ha aperto in settembre le frontiere per tutti
aggiungendo, anche se spesso viene dimenticato: «Dopo
resterà chi ha diritto». Ora la
Grosse Koalition vuole escludere dall’asilo i profughi giunti dal Maghreb, dal Marocco,
dall’Algeria e dalla Tunisia.
Sono paesi sicuri, si afferma.
E, benché ufficialmente non
venga ricordato, questi profughi, in maggioranza giovani
maschi, sono quelli che creano
più problemi. Come la notte di
San Silvestro a Colonia, quando un migliaio di arabi aggre-
E non è facile, ammette
Holger Volkland della Rainbow Refugees. Molti funzionari tedeschi, che dovrebbero
concedere una protezione particolare ai rifugiati omosessuali, sono spesso a loro volta
non affatto liberi da pregiudizi. E gli interpreti arabi che
dovrebbero collaborare hanno
paura di venir «sospettati di
omosessualità», se traducono
obiettivamente a favore degli
omosessuali. È un triste paradosso che Berlino, ritenuta
la capitale più sicura per gli
omosessuali in Europa, diventi un rischio per i profughi che
vi cerchino ospitalità.
© Riproduzione riservata
Della compagnia Norwegian (179 €)
Il Falcon 8X è pronto
a entrare in servizio
Voli low cost
Parigi-Usa
Il jet di lusso Falcon 8X è il fiore all’occhiello della francese Dassault Aviation
Bjorn Kjos, fondatore e numero uno di Norwegian Airways
D
opo aver ottenuto la certificazione
delle autorità europee per la sicurezza aerea, il Falcon 8X, il jet di
alta gamma di Dassault Aviation, è
pronto a entrare in servizio. Manca solo, ma
è questione di tempo, la certificazione Usa.
Quest’ultima è stata ottenuta dopo un periodo di prove effettuato con tre jet, che hanno
accumulato più di 830 ore di navigazione ed
effettuato 400 voli.
Equipaggiato con una cabina passeggeri
completa, uno degli 8X ha percorso più di 100
mila chilometri in 26 giorni, atterrando in 46
aeroporti diversi e dopo voli di lunghezza e
durata variabile tra i 18 minuti e le 14 ore. Il
jet è volato a tutte le latitudini e in tutte le
condizioni climatiche, dai -33° gradi del Canada ai 40 gradi del Medio Oriente. Falcon 8X ha
anche effettuato collegamenti a lungo raggio
tra Singapore e Parigi, San Paolo e Parigi e
New York e Abu Dhabi.
Oltre a essere molto silenzioso, il super jet
è in grado di percorrere fino a circa 12 mila
chilometri senza effettuare scali.
Il Falcon si appresta a entrare in un mercato
di non facile lettura. La Cina cresce meno velocemente del previsto. Il Medio Oriente è alle
prese con la caduta dei prezzi del petrolio. In
Europa solo i paesi del Nord sono sufficientemente attivi. E, non ultima, c’è da considerare
la Brexit. «Non penso che ci saranno conseguenze sul mercato dei voli d’affari», osserva
Éric Trappier, ceo di Dassault Aviation. «Londra resterà una piazza finanziaria e numerosi
industriali britannici hanno la necessità di fare
business e di viaggiare, dunque dell’aviazione
d’affari, dunque del Falcon».
© Riproduzione riservata
D
al Nord Europa arriva
un nuovo concorrente
per le compagnie aeree che effettuano le
rotte transatlantiche.
Norwegian, il vettore nordico low cost, ha infatti deciso di
intensificare la propria attività
dalla Francia lanciando i suoi
primi collegamenti a lungo raggio in partenza dall’aeroporto
parigino Roissy-Charles-deGaulle. A partire dal 29 luglio,
la compagnia proporrà voli con
destinazione New York, Los Angeles e Fort Lauderdale-Miami,
con tariffe da 179 euro (sola
andata). In totale, Norwegian
proporrà 1,41 milioni di posti
in partenza dalla Francia, dove
prevede un aumento del 26%
della propria attività. «Non
vediamo l’ora di lanciare più
collegamenti in Francia, non
solo a Parigi ma anche in altre regioni e nei dipartimenti
d’Oltremare», ha dichiarato
Bjorn Kjos, fondatore e numero uno della compagnia low
cost norvegese. Protagonista
dell’offensiva internazionale di
Norwegian sarà il Boeing 787
Dreamliner, di cui il vettore ha
ordinato 30 esemplari (19 acquistati e 11 in affitto). Il primo
di questi velivoli è entrato in
servizio all’inizio dell’anno.
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