Ospedale, guerra sui contratti

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Latina
Il giornale di
SANITÀ
VENERDÌ 17 GIUGNO 2016
25
Dodici dipendenti a rischio licenziamento nonostante la scadenza fissata per dicembre
Ospedale, guerra sui contratti
L’Azienda avrebbe già pronte nuove assunzioni per far fronte alla carenza del personale
Il personale a “rischio-taglio” non lavora solo nel
pronto soccorso ma nell’intera struttura ospedaliera. I
12 dipendenti con contratto
fino al prossimo 31 dicembre e che sembrano essere
avviati verso un “licenziamento anticipato” sono in
servizio in diversi reparti
del Santa Maria Goretti. In
subbuglio, dunque, c’è il
personale dell’intero ospedale.
A scatenare lo stato di agitazione – che ha portato i
12 dipendenti in questione
a farsi rappresentare anche
da un legale (l’avvocato Enzo Tosti) – è stata una delibera pubblicata dalla Usl di
Latina, in base alla quale
questi lavoratori rischierebbero di perdere il proprio posto di lavoro nonostante un contratto che li
lega all’azienda fino a fine
anno. Stando a quanto trapela, sarebbero stati assunti
nel gennaio del 2015 per far
fronte alle esigenze della Asl per mancanza di personale. Assunti dapprima con un
contratto di sei mesi, rinnovato per ulteriori sei, a gennaio di quest’anno hanno
firmato un contratto fino
alla fine del 2016. Un con-
“Appena un mese fa
ho fatto il corso
per l’antincendio”
g
L’ospedale Santa Maria Goretti di Latina
tratto che, adesso, sembra
essere carta straccia, in
quanto il bando di assunzione – secondo quanto trapela – non sarebbe legittimo, visto che non ci sarebbe
mai stato l’avallo della Regione Lazio.
Per far fronte all’emergenza che verrebbe a creare
l’Azienda Sanitaria locale avrebbe già pronti contratti
di assunzione per nuovo
personale fino al 2018. “Ma
– tuonano i 12 dipendenti
in odore di licenziamento –
VANDALISMO
alcune di queste persone erano già state assunte con
un diverso contratto e sono
legate fino a fine anno”.
Storie diverse, quelle dei
12 dipendenti in questione,
che si accavallano l’una con
l’altra. Ora sono tutti sul
piede di guerra: “Sono uno
dei 12 – ci spiega uno di loro
– e più o meno un mese fa
l’azienda mi ha scelto nel
reparto per fare il corso di
responsabile antincendio,
che ho portato a termine
con tanto di esami orali e
pratici nella sede dei vigili
del fuoco di Latina. Dopo un
mese mi mandano via?”.
Domanda in attesa di risposta, una delle tante che vorrebbero i 12 dipendenti del
nosocomio pontino.
D. A.
L’OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Imbrattato il murales
Dalla Calabria a Latina
dedicato a Giorgio Valenza i vestiti contraffatti dal clan
g
Il murales imbrattato
Probabilmente il vandalo che ha deciso di
disegnare un fallo, molto poco artistico,
su uno dei murales realizzati su uno dei
muri di cinta dell’oratorio San Marco, in
via Leone X, non era a conoscenza di cosa
quel murale rappresentasse.
Un ragazzo seduto sull’erba, sotto un
cielo stellato e una grossa luna e accanto
una frase: “Non ci sono nè parole da dire,
nè gesti da fare, nè comportamenti da avere. Ma rimane il ricordo che è la più
grande dimostrazione d’affetto”.
Quel murales è dedicato a Giorgio Valenza, morto a soli 19 anni il 25 gennaio
del 1998 a causa di un incidente stradale
avvenuto sulla Litoranea. L’opera era sta-
ta realizzata da un writer pontino “Roger“, che riuscì perfettamente a rappresentare il ricordo voluto dagli amici.
Ogni anno, il giorno dell’anniversario
della morte del giovane, gli amici condividono proprio la foto di quel murales su
facebook .
Purtroppo lo stato d’abbandono in cui
sono stati lasciati quei murales (il comune non ha più autorizzato il loro rifacimento o la loro sostituzione con altre opere) non aiuta alla loro conservazione
ma certo gesti come quello immortalato
in foto potrebbero essere certamente evitati.
A.L.
Arrivavano anche in provincia di Latina, soprattutto nei
mercati rionali, i capi d’abbigliamento contraffatti sequestrati ieri dai militari della
guardia di finanza di Reggio
Calabria che hanno smantellato un’associazione per delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento
e accessori contraffatti. Complessivamente sono state denunciate 40 persone, di cui 16
colpite da misura cautelare
personale. Oltre 150 mila i
pezzi contraffatti sequestrati
con i sigilli che sono stati apposti anche a beni mobili e
immobili per un valore di oltre un milione di euro. Le indagini, nate dal sequestro di
migliaia di capi d’abbigliamento a carico di un cittadino
senegalese, nonchè dal rinvenimento di un opificio artigianale che non poteva giustificare l’enorme mole di
materiale sequestrato, hanno
consentito ai baschi verdi del
gruppo di Reggio Calabria di
mappare delle aree di vendita
e delineare compiutamente
l’operatività e i ruoli dei numerosi soggetti operanti
nell’organizzazione. Le successive attività tecniche, corroborate da appostamenti e
pedinamenti, hanno portato
all’individuazione dell’intera
filiera della contraffazione.
Dall’acquisto della materia
prima direttamente in Turchia e Cina al confezionamento del prodotto finale destinato rifornire gran parte
dei mercati della provincia
reggina nonché ad evadere
specifici ordini commissionati anche da clienti operanti
fuori dal territorio cittadino.
L’organizzazione criminale, in cui ogni soggetto aveva
un ruolo ben definito, capeggiata da Giuseppe Spatari e
Giulio Lo Macouna (cittadino
italiano di origine senegalese) aveva impiantato sul territorio reggino diversi opifici
attrezzati con moderni macchinari industriali per mezzo
dei quali era possibile imprimere i marchi delle griffe di
moda direttamente sui capi.
Dagli approfondimenti investigativi è emerso che l’organizzazione utilizzava opifici in parte completamente
clandestini e in parte operanti in violazione delle norme
sui diritti di proprietà industriale, in quanto risultati
sprovvisti di qualsiasi tipo di
autorizzazione e licenza di rivenditore ufficiale. Ad esempio è stato scoperto un labo-
ratorio tessile con regolare
partita iva ma al cui interno si
produceva solo merce contraffatta. Il sodalizio, secondo
quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe stato in grado di creare un vero e proprio
mercato parallelo del falso di
enormi dimensioni in grado
di compromettere seriamente i canali leciti di riferimento.
A.L.