Rassegna stampa 29 aprile 2016

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Il Piccolo 29 aprile 2016 Trieste Delli Quadri “supermanager” della sanità Il commissario straordinario nominato per 3 anni direttore generale dell’Azienda nata dalla fusione tra ospedale e territorio di Giuseppe Palladini. Si chiama “Azienda sanitaria integrata di Trieste” e nascerà lunedì prossimo, dalla “fusione” tra il Servizio sanitario regionale, l’Università e l’Azienda per l’assistenza sanitaria n.1 “Triestina”. A guidarla per i prossimi tre anni sarà il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-­‐universitaria Nicola Delli Quadri. La sua nomina a direttore generale della nuova Azienda è stata deliberata ieri dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, e fa seguito a quanto previsto dalla riforma sanitaria regionale che, entro due anni dall’entrata in vigore, fissa appunto l’integrazione fra Servizio sanitario regionale, Università e Azienda per l’assistenza sanitaria. La scelta dell’esecutivo regionale è stata inoltre condivisa dal rettore dell’Università, Maurizio Fermeglia, in base al protocollo d’intesa firmato il 22 aprile fra l’ateneo e la Regione. Nella delibera la scelta di Delli Quadri viene motivata in base al curriculum, dal quale emerge, oltre alla laurea in Medicina e chirurgia, «una profonda conoscenza di sistemi complessi» e «una rilevante esperienza dirigenziale, in particolare in strutture del Servizio sanitario regionale». In effetti Delli Quadri è stato direttore generale dell’Azienda sanitaria “Triestina” dal dicembre 2013, e dal primo gennaio 2015 ricopre l’incarico di commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria. «Da lunedì -­‐ spiega lo stesso Delli Quadri -­‐ ci sarà un’unica azienda, con un’unica direzione, composta dal direttore generale, dal direttore sanitario, da quello amministrativo e dal coordinatore socio sanitario». In particolare, il direttore generale sarà responsabile in termini qualitativi, quantitativi, economici e finanziari, della realizzazione delle azioni e degli obiettivi definiti dalla pianificazione regionale. Obiettivi che per il nuovo direttore non sono certo nuovi. «L’impegno come commissario è stato utile per integrare le strutture, ridurre i tempi delle procedure, migliorare la situazione delle degenze, lavorare all’integrazione fra il territorio e l’ospedale», spiega Delli Quadri, che coglie l’occasione per ringraziare la presidente Serracchiani, l’assessore Telesca, ma anche il rettore Fermeglia e il direttore del Dipartimento di scienze mediche Di Lenarda. Nel suo nuovo impegno Delli Quadri avrà di fronte una città di anziani «in cui la cronicità è aumentata», che richiede un miglioramento complessivo delle attività dell’ospedale: dopo gli interventi sul Pronto Soccorso e sulle Medicine, sono in programma quelli per la Chirurgia». Il primo messaggio «a chi lavora in azienda e in ospedale», dopo aver incontrato negli ultimi due mesi il personale di tutti i reparti di Cattinara e del Maggiore, dei Distretti e dei Dipartimenti, è di condivisione: «Le modifiche le faremo insieme. Ci sono tutte le condizioni per continuare a lavorare al meglio». L'ex dirigente del Burlo Garofalo Delendi alla guida dell'analoga struttura a Udine Dal primo maggio il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-­‐universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine, Mauro Delendi (foto), già direttore generale del Burlo Garofolo, sarà il direttore generale della nuova Azienda sanitaria integrata (Asui) di Udine. Lo ha deliberato ieri la giunta regionale (analogamente a quanto deciso per l’Azienda ospedaliero universitaria di Trieste, di cui riferiamo a fianco), su proposta dell'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca. L’incarico conferito a Delendi ha durata triennale; scadrà quindi il 30 aprile 2019. La decorrenza dal primo maggio coincide con l'avvio dell’Azienda sanitaria integrata che, in base alla riforma regionale, integra il Servizio sanitario regionale, l'Università e l'Azienda per l'assistenza sanitaria. In base al protocollo d'intesa sottoscritto dalla Regione e 1 dall'Università di Udine per le attività assistenziali, il rettore dell'ateneo udinese, Alberto Felice De Toni, ha condiviso la nomina proposta dall'amministrazione regionale. DONO DELLA FONDAZIONE CRTRIESTE Laser all’avanguardia per la Clinica urologica Notevole riduzione dei tempi di degenza (24-­‐48 ore), assenza di emorragie, possibilità di interventi anche su pazienti critici, operazioni per via endoscopica evitando quelle a cielo aperto. Sono solo i principali vantaggi del laser di ultima generazione (“al Tullio”) che la Clinica urologica dell’Azienda ospedaliero-­‐universitaria ha ricevuto in dotazione grazie all’intervento (circa 120mila euro) della Fondazione CRTrieste. L’apparecchiatura, destinata al trattamento dell’ipertrofia benigna della prostata (molto frequente nella popolazione maschile dopo i 60 anni), è stata presentata ieri mattina nell’area “day surgery” dell’Ospedale Maggiore. Un momento che ha segnato anche il simbolico passaggio di consegne fra Emanuele Belgrano, direttore della Clinica urologica, che da sabato prossimo andrà in pensione, e il suo successore, Carlo Trombetta. «Trombetta -­‐ ha ricordato Belgrano -­‐ è il mio aiuto da vent’anni. Sono certo che porterà avanti con maggiore energia i diversi campi di attività della clinica». Ringraziando tutti i collaboratori, e in particolare i medici Stefano Bucci e Sandro Ciampalini, che hanno eseguito già diversi interventi con il nuovo laser, Belgrano ha poi sottolineato come si tratti di «un’attrezzatura unica in regione, meno “aggressiva” e più precisa rispetto ad altri tipi di laser, grazie alla quale sarà possibile ridurre le liste di attesa e dare un migliore servizio alla popolazione». «Mi trovo a raccogliere un’eredità di grande livello -­‐ ha precisato Carlo Trombetta -­‐ in un ambiente in cui c’è un ottimo feelingi». Ringraziando la Fondazione, Trombetta ha poi spiegato che «gli interventi per l’ipertrofia prostatica venivano fatti sempre a Cattinara, mentre ora, grazie al nuovo blocco operatorio del Maggiore, siamo nella situazione ideale per farli in “day surgery”, aumentandone il numero». Porgendo un ringraziamento e un saluto a Emanuele Belgrano, il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-­‐universitaria, Nicola Delli Quadri, ha invece ricordato un altro importante intervento della Fondazione CRTrieste, con il laser oculistico, e messo in luce come questa nuova apparecchiatura per la Clinica urologica costituisca la tecnologia più avanzata per curare una malattia sempre più frequente. Questo rinnovato impegno della Fondazione per i bisogni della popolazione, che permette lo sviluppo delle professionalità nella Clinica urologica, è stato infine rilevato dall’Assessore alle politiche sociali Laura Famulari, alla quale ha fatto eco il vicepresidente della Fondazione Lucio Delcaro, che ha motivato l’investimento al fine di evitare “trasferte” ai pazienti triestini. «La Fondazione continuerà ad operare per le esigenze della sanità -­‐ ha rassicurato -­‐ come per l’assistenza agli anziani, settore che a Trieste ha forse necessità ancora maggiori». (gi.pa.) Furlanic incalza sugli «errori» della riforma Il candidato sindaco: «La futura giunta non potrà ignorare danni e disservizi provocati dal riassetto» «Il futuro sindaco di Trieste, chiunque sarà, dovrà sbattere i pugni sul tavolo della Regione, e contrastare tenacemente una riforma sanitaria regionale che colpisce in particolare proprio il nostro territorio». Iztok Furlanic, candidato sindaco di Sinistra unita, entra a piedi uniti contro la politica sanitaria del Pd regionale. E contro un piano sanitario che «pur partendo da premesse condivisibili, come lo spostamento di risorse dall’ospedale al territorio, ha ridotto le dotazioni degli ospedali prima che il territorio fosse pronto a sostenere l’impatto dei pazienti respinti dall’ospedale». Di qui, ha spiegato Furlani›, «la situazione tragicomica della mancanza di barelle e soprattutto la carenza di posti letto in alcuni reparti che porta al ricovero di pazienti in reparti “impropri”, dove ricevono trattamenti impropri». Ancora più critica, secondo l’esponente di Si, la situazione del Burlo che continua a soffrire di smembramenti di 2 servizi trasferiti all’Azienda ospedaliera. «Dopo la Banca del Sangue, ed i servizi connessi allo studio delle cellule staminali -­‐ ha spiegato, sotto lo sguardo compiaciuto del dottor Marino Andolina, ex del Burlo -­‐ , è stato trasferito perfino il Laboratorio d’Analisi. E questo processo non si è interrotto seppure vi sarà chiaramente uno slittamento del trasferimento del Burlo a Cattinara, che in ogni caso giudichiamo negativamente». Furlani› ha anche ricordato come il Day Hospital, l’innovazione creata negli anni ’70 dal professor Panizon che ha reso famoso il Burlo in Italia e in Europa «è di fatto vietato in quanto “gratuito”. Il fine è quello di imporre alle famiglie di pagare il ticket per prestazioni ambulatoriali». Risultato: tutta la prevenzione è sotto attacco. «È vero che i pazienti con tumore non pagano il ticket, ma per sapere se ha un tumore un paziente deve sobbarcarsi la spesa di esami ambulatoriali soggetti a ticket, costosissimi e non alla portata delle classi meno abbienti». È solo la ciliegina, ha concluso Furlani›, su una situazione nazionale in caduta libera. «Se l’Italia era seconda solo alla Francia per quanto riguarda l’equità delle cure sanitarie ora sta precipitando. Già per il 2015 si parla di 50mila morti evitabili («Cinque volte Cernobyl», ha chiosato Andolina) e dopo decenni anche l’aspettativa di vita è in calo. A dimostrazione che con le ultime “riforme” -­‐ in realtà tagli -­‐ ci stiamo avvicinando al modello americano». (f.b.) Università Le persone autistiche sospese fra realtà e falsi miti Pubblicato su Scientific Reports uno studio della Sissa che fa chiarezza su molti stereotipi Gli autistici sono freddi e non provano empatia? Non è vero. È uno stereotipo duro a morire, ma la realtà, quando viene analizzata attraverso la lente della scienza, appare diversa. Secondo uno studio della Sissa in collaborazione con l’Università di Vienna il tratto autistico nelle situazioni di “dilemma morale” è associato a una risposta empatica simile a quella della popolazione normale. Il falso mito sulla freddezza degli autistici è probabilmente dovuto all’alessitimia, un tratto subclinico spesso associato all’autismo, ma distinto e presente anche nelle persone “normali”, che provoca l’incapacità di riconoscere le emozioni degli altri e le proprie. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. Secondo le “Families against autistic shooters” (famiglie contro gli aggressori a mano armata autistici) gli autistici “sono macchine per uccidere fredde e calcolatrici che non hanno a cuore la vita umana”. Quest’associazione nasce nell’isteria collettiva provocata dall’ennesima sparatoria di massa in una scuola americana, compiuta in questo caso specifico da un ragazzo di 26 anni nell’ottobre scorso, che, come è stato dichiarato successivamente, era affetto da disturbo autistico. Lo stigma sociale verso le persone autistiche è ancora molto forte nella società, spesso questi individui vengono descritti come freddi, asociali, disinteressati agli altri, e questo non fa che peggiorare la loro condizione di isolamento. Ma è proprio vero che chi è affetto da autismo non ha a cuore la sofferenza degli altri? «Secondo i nostri studi è vero proprio il contrario: il tratto autistico è associato a una riposta empatica normale verso gli altri e a una tendenza più forte della media a evitare di fare male agli altri», spiega Indrajeet Patil, ricercatore della Sissa e primo autore di una ricerca appena pubblicata su Scientific Reports. «Lo stereotipo, sbagliato, è probabilmente dovuto a un altro tratto caratteristico, che si trova spesso nella popolazione autistica, ma talvolta anche in quella sana, ossia l’alessitimia». L’autismo è un disturbo neuropsichiatrico a spettro ampissimo, che accomuna individui con gradi diversissimi nelle abilità cognitive (si va delle persone con forte ritardo a quelle con intelligenza superiore alla media), i cui criteri diagnostici sono mutati nel corso dei decenni (diventando via via più specifici). L’alessitimia invece è un tratto “subclinico” (non una malattia, cioè), presente nella popolazione normale e anche negli autistici (in questi ultimi con un’incidenza di circa il 50%) e si manifesta con una mancanza di comprensione delle emozioni proprie e altrui. «A lungo le manifestazioni dell’alessitimia nei pazienti sono state confuse con i sintomi autistici, ma oggi sappiamo che vanno distinte», spiega Giorgia Silani, 3 neuroscienziata che lavora all’Università di Vienna, che ha coordinato la ricerca. «Nell’alessitimia la comprensione delle emozioni è ridotta. Nell’autismo invece sappiamo che quello che è deficitario è la teoria della mente, cioè la capacità di attribuire agli altri pensieri e stati mentali». Nello studio, Patil, Silani e colleghi hanno sottoposto alcune persone autistiche ad alto funzionamento (con un QI elevato) a dei dilemmi morali. Nella ricerca sono state utilizzate tecniche avanzate di modellizzazione statistica per dissociare gli effetti dei tratti autistici e alessitimici e osservare in che modo sono in relazione con i giudizi morali. Monfalcone Giornata della sicurezza sul lavoro Morti di amianto e infortuni «Ricordare per non sbagliare» Le vittime dell’amianto ieri a Monfalcone sono state ricordate con la deposizione da parte dell’Associazione esposti di una corona di alloro al monumento di piazzetta Colombo a Panzano. L’Associazione nazionale mutilati invalidi sul lavoro, ha voluto far iniziare idealmente dalla città dei cantieri il suo Tour per la sicurezza. Un viaggio che, dopo 4mila chilometri, di cui una gran parte percorsa su sedia a rotelle dal presidente della Fondazione Anmil, Bruno Galvani (paraplegico dall'età di 17 anni per un gravissimo infortunio sul lavoro), terminerà a Roma il 17 giugno con la consegna a Montecitorio delle firme raccolte a sostegno della sicurezza sul lavoro e della tutela delle vittime. Galvani partirà oggi, alle 17, da viale Cosulich, davanti alla sede dell’Inail, accompagnato da aderenti all’associazione per un tratto di strada. Ieri ha incontrato gli studenti del Pertini assieme ad altri rappresentanti dell’Anmil. «Il tour nasce dall’idea -­‐ ha detto -­‐ che si sono verificate grandi tragedie che non possono essere dimenticate e, soprattutto, non possono ripetersi. Monfalcone è emblematica per ciò che è avvenuto con l’uso dell’amianto, come Casale Monferrato. È giusto andare avanti, come ha fatto Monfalcone, ma gli errori del passato non si possono e non si devono ripetere». Galvani, come il presidente nazionale dell’Anmil, Franco Bettoni, ha sollecitato i ragazzi a pretendere di essere informati e formati. E di non essere esposti a rischi non accettabili. «Mio figlio è stato licenziato da una ditta d’appalto, perché s’è rifiutato di effettuare una lavorazione non in sicurezza -­‐ ha detto il presidente provinciale di Anmil Marino Tusset -­‐, ma è rimasto vivo e integro». Ha evidenziato l’aumento degli incidenti tra quanti utilizzano i voucher (raddoppiati, mentre gli infortuni sono triplicati): «Il loro impiego andrebbe limitato e non esteso a ogni tipo di lavoro». All’incontro sono intervenuti anche il presidente regionale di Anmil Romeo Mattioli e la responsabile dell’Inail di Monfalcone-­‐Gorizia Maria Gabriella Grasso, Luigi Pastore, regista del docufilm che racconterà il viaggio di Galvani. Presenti inoltre l’associazione delle vittime degli infortuni sul lavoro della Slovena e l’Associazione esposti amianto, che poco prima aveva commemorato le vittime dell’amianto a Panzano, alla presenza del sindaco Silvia Altran e di don Renzo Boscarol. «Siamo qui per tutte le vittime -­‐ ha detto il presidente di Aea, Carmelo Cuscunà -­‐. L’amianto continua a essere usato nel mondo. Siamo qui per chiedere un accesso diretto per gli esposti e i malati al Centro unico regionale amianto. Siamo qui per non dimenticare».(la.bl.) Lettere Sanità e tagli Serve un'ambulanza per il Carso Sono una cittadina che ogni giorno legge dei tagli alla sanità e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, anche se ci dicono che va tutto bene, anzi che i servizi verranno potenziati e che tutto funziona sia negli ospedali che al pronto soccorso. Mi chiedo allora come sia possibile che un paziente con tumore alla vescica aspetti più di un mese per un intervento dopo la visita con 4 l'anestesista ? L'anno scorso i tempi di attesa erano di circa 20 giorni...e poi è possibile che nei weekend non ci siano medici ma solo specializzandi ? E leggendo della povera signora morta pochi giorni fa a Gorizia perchè non c'era l'ambulanza e la nostra signora Telesca che ci assicura che questo non è dovuto alla nuova riforma, mi fa ridere! Caro assessore, è stato deciso di mettere un'ambulanza a S. Croce per servire anche Monfalcone come mai ? In realtà un'ambulanza nel Carso sarebbe assolutamente necessaria solo per i cittadini che vivono nelle zone non servite da ospedali e perchè non succeda come ad ottobre dello scorso anno che non c'erano ambulanze libere per un paziente di Duino con grave emoraggia. Doveva pregare il suo Dio di non morire...per fortuna anche se in ritardo sono arrivati è andata bene, un'altra volta chissà....Ma mi chiedo, non è forse che hanno tolto un'ambulanza a Monfalcone e quindi l'hanno rimpiazzata con quella di S. Croce ? Anche perchè poco tempo fà un ragazzo si è fatto male giocando a calcio a Monfalcone e non c'erano ambulanze.... Ma ci dicono che tutto funziona per il meglio ! E per finire vorrei sapere dove sono le infermiere o hostess del pronto soccorso perchè né io né tanti altri pazienti non le abbiamo mai viste nelle lunghe attese di 10/12 ore ! E gli screening per prevenire i tumori che a me e a tantissime persone non vengono mai inviati a casa ? Ma tutto funziona ! Cristina Sedmak Messaggero Veneto 29 aprile 2016 Regione Delendi confermato alla guida dell’ospedale-­‐ateneo di Udine La giunta nomina il manager udinese: incarico dal 1º maggio e per tre anni Lui e Delli Quadri a Trieste i primi in Italia a gestire l’integrazione tra aziende UDINE. Da commissari a direttori generali. I primi in Italia. Ieri la giunta guidata da Debora Serracchiani ha confermato che Mauro Delendi e Nicola Delli Quadri possono proseguire il loro lavoro alla guida delle nuove aziende sanitarie composte da ospedali, università e distretti. Delendi a Udine, Delli Quadri a Trieste. E sono i primi in Italia i direttori generali che oggi hanno firmato il contratto con la Regione Fvg, che li mette alla guida delle nuove Aziende sanitarie integrate (Asui), che uniscono a sistema ospedale, territorio e università. Soddisfatte Serracchiani e l’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, che ha proposto le nomine. «Si tratta di un traguardo particolarmente importante e innovativo, per raggiungere il quale è stato fatto un percorso complesso, per offrire ai cittadini una nuova e più completa offerta di servizi sanitari», ha detto Serracchiani durante la firma dei contratto, avvenuta alla presenza dell’assessore alla Salute. E particolare soddisfazione ha espresso anche il neo-­‐direttore della Azienda ospedaliero-­‐universitaria di Udine. «Sono orgoglioso – ha affermato Delendi – di poter esercitare un ruolo di grande responsabilità al servizio della mia terra friulana nella struttura dove avevo già lavorato e che manterrà il nome di Santa Maria della Misericordia». Un pensiero non dissimile da quello del nuovo direttore generale di Trieste. «Accetto con entusiasmo la sfida di dirigere gli Ospedali Riuniti del capoluogo regionale, una realtà molto radicata nel tessuto sociale triestino, le cui specificità hanno dato occasione di esprimere punte di sperimentazione avanzata», ha esplicitato Delli Quadri. I nuovi contratti, dunque, sono stati firmati ieri dopo il via libera dell’esecutivo Fvg. Delendi prenderà servizio il 1º maggio nel nuovo incarico, che avrà una durate triennale, con scadenza il 30 aprile 2019. Ma la data del 1º maggio è quella che coincide anche con l’avvio dell’Azienda sanitaria integrata che, agli effetti della riforma regionale, integra il Servizio sanitario regionale (Ssr), l’università e l’Azienda per l’assistenza sanitaria (Ass). In base al Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione e dall’Ateneo friulano per lo svolgimento delle attività assistenziali, il rettore Alberto Felice De Toni, ha espresso formalmente la sua condivisione per la nomina proposta dall’amministrazione regionale. Anche Delli Quadri prenderà servizio il 1º maggio e il suo 5 incarico proseguirà fino al 30 aprile 2019. La delibera di giunta motiva la scelta del nuovo dg sulla base del curriculum professionale, dal quale si evince, oltre alla laurea in medicina e chirurgia, «una profonda conoscenza di sistemi complessi e una rilevante esperienza dirigenziale, in particolare in strutture del Servizio sanitario regionale». L’INTERROGAZIONE «Pochi infermieri, meno servizi» Novelli (Fi) incalza Telesca UDINE. «Uno studio internazionale sugli infermieri evidenzia che pochi operatori con troppo lavoro aumentano il rischio di mortalità dei pazienti. Qual è il rapporto numerico tra il numero di infermieri e il numero di pazienti programmati in turno nelle unità operative di degenza base e nei reparti specialistici in Fvg? E tale rapporto è in linea con gli standard internazionali a tutela dei pazienti?». Sono le domande che Roberto Novelli, consigliere regionale di Forza Italia, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla presidente Debora Serracchiani e all’assessore Maria Sandra Telesca. «La situazione della sanità in Italia e nella nostra regione – rileva Novelli – continua a essere ogni giorno più critica sotto diversi punti di vista. Anche la Cgil in Fvg ha recentemente denunciato una riduzione del servizio negli ospedali e sul territorio, la ripresa del fenomeno dei cosiddetti letti bis, soprattutto nelle Mediche, gli spazi strettissimi in reparto con difficoltà di movimentazione del paziente, la mancanza del campanello per le chiamate, fili e prolunghe intorno ai letti. A queste problematiche va aggiunta una carenza del personale, anche in Pronto Soccorso e nelle Medicine d’urgenza con medici, infermieri e operatori costretti a saltare riposi e ferie e con turnazioni ed orari di lavoro a dir poco stressanti». Una situazione, rileva il consiglieri di Fi, che è rimasta invariata anche dopo l’entrata in funzione della riforma sanitaria, anche perché non sono ancora state concluse le procedure concorsuali che prevedono l’assunzione di 173 infermieri in regione. «Dati a dir poco preoccupanti – aggiunge Novelli – anche alla luce dello studio condotto dalla University of Pennsylvania of Nursing pubblicato sul Lancet (la più grande indagine europea condotta fino ad oggi su 420mila pazienti in 300 ospedali di 9 Paesi UE) che hanno evidenziato come il decorso post operatorio e la vita dei pazienti siano a rischio se nel reparto stesso ci sono pochi infermieri che lavorano troppo». Latisana Punto nascite, il Comune nega l’accesso agli atti Il comitato chiede di conoscere i contenuti del ricorso al Tar, ma l’amministrazione si oppone LATISANA. Negato l’accesso agli atti al comitato Nascere a Latisana. Il comune di Latisana ha respinto la richiesta, presentata una decina di giorni fa dal comitato, per conoscere i contenuti del ricorso al Tar che l’amministrazione comunale ha commissionato a un proprio legale, come opposizione al decreto di sospensione del punto nascita e di riduzione del servizio di pediatria, all’ospedale di Latisana. Martedì il comune ha risposto che non è possibile accedere agli atti in quanto gli stessi non sono atti propri dell’ente ma del legale incaricato. «Diffondere documenti prima della discussione nel luogo adatto, ovvero il Tribunale, può togliere forza alla stessa causa. Nulla di più sbagliato -­‐ ha commentato ieri il sindaco Salvatore Benigno -­‐ nessun preconcetto da parte nostra, ma questa è la prassi per gli atti processuali». «Prendo atto della posizione assunta dal comitato Nascere a Latisana -­‐ ha aggiunto il sindaco -­‐ pur sottolineando la buona volontà della richiesta avanzata di rendere disponibile copia del nostro ricorso al Tar, la stessa non può essere accolta». «Se abbiamo chiesto di ottenere una copia del ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale che il comune di Latisana ha presentato contro la sospensione del punto nascita è perché avevamo bisogno di conoscere quei contenuti, per valutare se fosse necessario presentare un ricorso anche come comitato 6 Nascere a Latisana -­‐ ha spiegato la presidente Renata Zago -­‐. Per il momento tale valutazione non sarà possibile perché il comune di Latisana non ha accolto la nostra richiesta, formulando una motivazione che reputiamo degna di un “azzeccagarbugli”. Ci siamo presi l’incarico di informare chiaramente i cittadini in merito a ogni avvenimento che riguarda il punto nascita e questo stiamo facendo -­‐ aggiunge la Zago -­‐ e per completezza d’informazione aggiungiamo anche che il comune di Latisana ha impegnato la somma di 7 mila euro per questo ricorso e l’Azienda Sanitaria 2 ne ha impegnati 10 mila più spese per resistervi. Soldi di tutti noi». L’11 maggio il Tar si esprimerà sulla richiesta, avanzata dal comune, di sospendere l’efficacia del decreto con il quale è stata sospesa l’attività del punto nascita di Latisana e ridotta la presenza dei medici pediatri al dipartimento materno infantile dell’ospedale. (p.m.) Pordenone Giovani pazienti al Cro, una App speciale Creata da un ragazzo ammalato Sarà presentata oggi alle 10 all’auditorium Concordia di Pordenone, nell’ambito dell’internet day Fvg, “AlbaOne”, la app che l’Area giovani del Cro ha sviluppato in collaborazione con ex pazienti oncologici e l’istituto tecnico Kennedy di Pordenone. La funzione di “AlbaOne” è di monitoraggio clinico degli adolescenti e dei giovani adulti malati di tumore; essa permetterà di proseguire parte delle cure al domicilio dei ragazzi, gestendo in sicurezza eventuali effetti collaterali e criticità, responsabilizzando i pazienti, che diventano protagonisti del processo assistenziale potendo ridurre probabilmente gli accessi in ospedale, rimanendo a domicilio. La creazione della App è un concorso di idee tra l’istituto e Alberto, giovane paziente dell’Area giovani, iscritto al secondo anno di medicina che ha manifestato, con cognizione di causa tecnica, l’esigenza di adottare sistemi profilati sulle nuove generazioni per la segnalazione di parametri medici volti a valutare l’andamento del decorso clinico al di fuori dell’ospedale. Area Giovani, come spiega il suo responsabile, Maurizio Mascarin, ha subito pensato al coinvolgimento dei ragazzi delle scuole superiori che meglio degli altri possono capire le esigenze dei coetanei, «avendo avuto prova, ancora una volta, della grande sensibilità che i più giovani dimostrano verso chi è in cura». Telemedicina, svolta in pediatria Un kit alle famiglie, grazie alle donazioni dei clienti Despar, per ottimizzare l’assistenza a domicilio di Donatella Schettini. «Uno strumento con cui contiamo di migliorare la qualità della assistenza per le famiglie». Parola di Lucia De Zen, responsabile del servizio di assistenza domiciliare pediatrica dell’ospedale di Pordenone, sul sistema di telemedicina presentato ieri. Un progetto innovativo per un servizio con pochi esempi in Italia e che segue 42 bambini a domicilio. Ieri la presentazione ufficiale della piattaforma informatica che sarà attiva dal prossimo mese. È stata acquistata grazie alle donazioni dei clienti del gruppo Despar, che lo scorso anno aveva avviato l’iniziativa “A casa è più meglio”: sono stati raccolti 94 mila euro in tutta la regione, «di poco sotto – ha spiegato Tiziana Patuelli, responsabile marketing della società – rispetto all’obiettivo che ci eravamo posti. Grazie a voi per averci dato l’opportunità di essere parte concreta nel raggiungimento di questo obiettivo. Per queste iniziative la porta di Despar è sempre aperta»" Secondo il direttore generale dell’Aas 5, Paolo Bordon, «il progetto serve a dare al reparto strumenti adeguati per assistere i piccoli pazienti a domicilio, per migliorare la presa in carico complessiva». A ogni famiglia sarà consegnato un kit con una serie di strumenti, come ad esempio il rilevatore dell’ossigeno nel sangue o la bilancia, collegati via Bluetooth a uno smartphone o tablet. La piattaforma prevede tre possibilità. Con una funzione si possono comunicare una serie di attività come ricoveri o dimissioni ospedaliere: il reparto riceve le informazioni e i medici organizzano il piano di lavoro. C’è 7 anche una chat per comunicare in assoluta sicurezza e privacy con gli operatori. Altra opportunità è quella di avere il piano terapeutico, invece di ricette e fogli, attraverso la via telematica per evitare errori (sistema più pratico e sicuro nel caso di dosaggi di farmaci che devono essere stabiliti periodicamente dopo esami: invece di telefonare, gli operatori pubblicano le quantità). Poi c’è “Phebo”, che consente la rilevazione di parametri, tramite apparecchi collegati via Blutooth, comunicati direttamente al reparto dal sistema in modo da individuare subito eventuali criticità. «È utilissimo – ha detto De Zen, tra l’altro nominata proprio ieri dal ministero nel tavolo tecnico sulle cure palliative e la terapia del dolore pediatriche – anche nei casi della terapia del dolore». Ospedale di Sacile, previsti investimenti per un milione Stanziati 620 mila euro per l’avvio del servizio di procreazione medicalmente assistita La messa in sicurezza della facciata del padiglione Meneghini ne richiederà 400 mila di Chiara Benotti. SACILE. «Un milione di investimenti per la sanità a Sacile». Il sindaco Roberto Ceraolo, ieri mattina in Comune, ha fatto i conti sul futuro della cittadella sanitaria: le risorse ci sono. Intanto, nella loggia del municipio, Luigi Zoccolan con gli esponenti del M5S ha acceso il megafono contro la riforma sanitaria Fvg a Sacile. «Giorgio Simon, nuovo vertice dell’Aas 5 – ha detto Zoccolan –, ci ha anticipato che terrà un incontro sul futuro dei servizi ospedalieri a Sacile». Le risorse. «Ho formalizzato la richiesta all’Aas 5 di una porta automatica all’ingresso del padiglione Ruffo – ha anticipato Ceraolo –. Sarà installata a maggio, al posto di quella attuale a battente». Dal micro al macro: «Sono state definite le risorse per l’apertura del servizio di procreazione medicalmente assistita a Sacile: 620 mila euro – ha ricordato Ceraolo –. Per la messa in sicurezza della facciata del padiglione Meneghini sono previsti interventi pari a 400 mila euro». L’ospedale rifà il look alla farmacia e al padiglione San Gregorio. «La struttura è di proprietà del Comune – ha indicato il primo cittadino –. Il riatto della farmacia e del padiglione San Gregorio sono obiettivi importanti e potremmo pensare di accelerare l’iter con un contratto di disponibilità, unendo risorse anche private». Nel San Gregorio potrebbero essere trasferiti gli uffici dei servizi sociali e dell’ambito distrettuale. In questo modo, ci sarebbero spazi per la polizia municipale che potrebbe traslocare dalla sede in piazzetta Manin. Proteste e proposte. «I comitati per la difesa della sanità pubblica hanno attivato una petizione per attivare un referendum e abolire la riforma Fvg: servono 15 firme». Luigi Zoccolan torna alla carica e ha acceso il megafono in piazza del Popolo, tra i banchetti del mercato, con militanti M5S, pensionati e l’Associazione per il rinnovamento della sinistra. «Vogliamo capire con chiarezza – ha riproposto Zoccolan – i futuri servizi». La riconversione di 28 posti letto di medicina, in via Ettoreo, è nella fase di partenza. «Non ci saranno più ricoverati diretti in Medicina – Zoccolan ha reclamato una tutela diversa per le cure –. La riforma sanitaria penalizza circa 60 mila utenti». Il Modello Sacile 2.0, intanto, va avanti. «Non ci sarà alcuna chiusura dei servizi sanitari a Sacile – il primario Giorgio Siro Carniello lo ha sempre sostenuto –, ma una rimodulazione con l’aggiunta di novità qualificanti. La Medicina non chiuderà: diventerà un innovativo modello integrato gestito in équipe da medici internisti, dagli addetti alla continuità assistenziale, da medici di medicina generale, infermieri e fisiatri». Il pronto soccorso? «Cambierà il nome, ma funzionerà come ora». Telesca: l’ospedale avrà una nuova Tac Spilimbergo, dalla Regione la conferma del ruolo di riferimento per la Pedemontana. L’apparecchiatura arriverà nel 2017 di Guglielmo Zisa. SPILIMBERGO. Ci vorrà almeno un anno, ma il risultato vale l’attesa. Nel 2017 il reparto di radiologia dell’ospedale di Spilimbergo sarà dotato di una nuova e sofisticata Tac. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca a margine di un incontro organizzato a Pordenone, nella sede della Regione, dal consigliere 8 regionale Armando Zecchinon con i vertici della sezione di Spilimbergo del Partito democratico. Presenti alla riunione, occasione per un ideale passaggio di consegne, anche il direttore generale dell’Aas 5 Paolo Bordon, che tra qualche settimana lascerà l’incarico per diventare direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari a Trento, e il suo successore, ovvero l’attuale direttore sanitario Giorgio Simon. «Sia da pate della Regione sia da parte dell’Azienda sanitaria abbiamo avuto le conferme che attendevamo – spiega la capogruppo Pd Gabriella Ius –. E’ stato ribadito il ruolo dell’ospedale di Spilimbergo come riferimento della Pedemontana pordenonese. A sostegno di ciò è stata assicurata la riorganizzazione della Chirurgia con il dipartimento di Pordenone in modo da utilizzare e valorizzare al massimo, assieme alla chirurgia artroscopica, le sale operatorie del nostro nosocomio». Altra novità è la recente apertura, una volta la settimana, dell’ambulatorio di Pneumologia, che fungerà anche da servizio di consulenza al reparto di Medicina. A breve sarà avviato il servizio di telecardiografia con la possibilità di effettuare gli elettrocardiogrammi negli ambulatori dislocati sul territorio, trasmessi, letti, refertati e restituiti dal servizio di Cardiologia in ospedale, consentendo così soprattutto agli anziani residenti nelle valli di non doversi spostare per fare un’ecografia. Quindi l’annuncio particolarmente atteso di Telesca: «La Radiologia potrà contare sulla sostituzione della Tac che ormai è una tra le più vecchie in regione». Non manca, però, qualche ombra. «Il cambiamento d’Ambito socioassistenziale, passando dalla gestione del distretto da Maniago a San Vito, in conseguenza all’adesione di Spilimbergo all’Uti del Tagliamento – conclude Ius –, determinerà cambiamenti sostanziali e disagi all’utenza soprattutto per quei servizi in cui il rapporto personale con i professionisti sanitari è determinante per l’efficacia dell’intervento». 9