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Associazioni
S
ervizi
S
anità Contratto
Previdenza Formazione
LAVORO
DISOCCUPAZIONE:
L’INDENNITÀ
NASPI 2016
Disposizioni e requisiti: facciamo il punto
Daniela Fiorino
L’
indennità Naspi (Nuova
prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) è stata introdotta, con effetto
dal 1° maggio 2015, dal decreto legislativo 22 del 4 marzo
2015 (“Disposizioni per il riordino della normativa in materia di
ammortizzatori sociali in caso di
disoccupazione involontaria e di
ricollocazione dei lavoratori disoccupati”) in attuazione della
legge 183/2014 (Jobs act).
Facciamo un riepilogo della nuova disciplina:
Requisito contributivo
minimo
Almeno 13 settimane di contribuzione versata nei 4 anni precedenti la disoccupazione e 30
giorni di lavoro effettivo nei 12
mesi precedenti la disoccupazione.
Misura
La rendita mensile si calcola
prendendo a riferimento la retri-
buzione imponibile contributiva
degli ultimi 4 anni, che viene divisa per le settimane di contribuzione e moltiplicata per 4,33.
L’importo inizialmente erogato
sarà pari al 75% del risultato
della suddetta operazione, nel
caso in cui non sia superiore a
1.195 euro, altrimenti si aumenta
di un importo pari al 25% della
parte eccedente i 1.195 euro.
L’indennità mensile non può in
ogni caso superare il tetto massimo di 1.300 euro (valore per il
2015 ma che si ritiene sarà confermato anche per il 2016), importo che viene annualmente rivalutato in base all’inflazione. È
inoltre prevista una riduzione
dell’assegno del 3% a cadenza
mensile a decorrere dal 1° giorno del quarto mese di fruizione.
Durata
Pari alla metà delle settimane di
contribuzione versate nei 4 anni
precedenti, con una durata massima di 24 mesi.
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MANAGERITALIA
LAVORO
Stato di disoccupazione
involontaria
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L’indennità è concessa a coloro
che hanno perso il lavoro non
per propria volontà e si trovano
in una situazione di disoccupazione per qualsiasi tipologia di
licenziamento, compreso quello
disciplinare per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa; scadenza del contratto a
termine; dimissioni per giusta
causa.
L’Inps ha ricordato (circolare
94/2015) che si intendono per
giusta causa le dimissioni generate da mancato pagamento della retribuzione; molestie sessuali
nei luoghi di lavoro; demansionamenti; mobbing; conseguenze
legate a trasferimenti di azienda; trasferimento della sede di
lavoro; comportamento ingiurioso del superiore gerarchico nei
confronti del dipendente.
L’indennità non spetta quindi ai
lavoratori che si dimettono volontariamente, a eccezione delle
madri e dei padri che si dimettono durante il periodo in cui è
previsto il divieto di licenziamento (dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento del
1° anno di età del bambino).
APRILE 2016
La tutela interviene anche nei
casi di conciliazione presso le
Direzioni territoriali del lavoro,
a seguito della procedura di comunicazione preventiva che le
aziende devono attivare prima
di procedere a un licenziamento
per giustificato motivo oggettivo,
quello che viene comunemente
denominato “licenziamento per
motivi economici”, a seguito di
operazioni di ristrutturazione
aziendale; procedura che porta
a una risoluzione consensuale
del rapporto di lavoro e si riferisce ai lavoratori che rientravano
nella sfera di applicazione
dell’art. 18 e quindi non i dirigenti. Questa è la linea seguita
dalla generalità delle sedi Inps,
che è stata anche confermata da
un recente intervento del ministero del Lavoro con riferimento ai
lavoratori che operano presso
aziende con meno di 15 dipendenti per i quali, in mancanza
del requisito dimensionale, non
è previsto dalla legge il ricorso
alla procedura di conciliazione,
né la possibilità di accedervi volontariamente.
Se la cessazione avviene per dimissioni per giusta causa il lavoratore dovrà corredare la domanda con una documentazione da
cui risulti la sua volontà di difendersi in giudizio nei confronti del
comportamento illecito del datore di lavoro (allegando diffide,
esposti, denunce, citazioni, ricorsi d’urgenza ex art. 700 del codice di procedura civile, sentenze
ecc. contro il datore di lavoro,
nonché ogni altro documento idoneo), impegnandosi a comunicare l’esito della controversia giudiziale o extragiudiziale.
Nel caso in cui l’esito della lite
dovesse escludere la sussistenza
della giusta causa di dimissioni,
l’Inps procederà al recupero di
quanto pagato a titolo di indennità di disoccupazione, così come
avviene nel caso di reintegra del
lavoratore nel posto di lavoro,
successiva a un licenziamento illegittimo che ha dato luogo al
pagamento dell’indennità di disoccupazione. Conseguentemente, l’Istituto ha dato istruzioni agli
operatori che ricevono le domande di avvisare il lavoratore che il
riconoscimento dell’indennità di
disoccupazione sarà provvisorio,
fino alla comunicazione dell’esito
della controversia.
Dichiarazione di immediata
disponibilità
Si considerano disoccupati (art.
19, d.lgs. 14/9/2015, n. 150)
i lavoratori privi di impiego che
dichiarano, in forma telematica
al portale nazionale delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e
alla partecipazione alle misure
di politica attiva del lavoro concordate con il Centro per l’impiego.
La domanda per usufruire della
Naspi equivale a dichiarazione
di immediata disponibilità al lavoro ed è trasmessa dall’Inps
all’Anpal (Agenzia nazionale
per le politiche attive del lavoro), ai fini dell’inserimento nel
sistema informativo unitario delle politiche attive.
L’erogazione della Naspi è condizionata alla regolare partecipazione alle iniziative di attivazione lavorativa, nonché ai per-
corsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti.
Obblighi di partecipazione
alle misure di politica
attiva e sanzioni
Nel patto di servizio personalizzato sottoscritto con il Centro per
l’impiego deve essere riportata la
disponibilità dell’interessato alle
seguenti attività:
partecipazione a iniziative e
laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro;
partecipazione a iniziative di
carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di
politica attiva o di attivazione;
accettazione
di congrue offer
te di lavoro, come saranno
definite dal ministero del Lavoro su proposta dell’Anpal.
Fino alla data di adozione del
provvedimento ministeriale trovano applicazione in materia le
disposizioni di cui all’art. 4 commi 41 e 42 della legge 92 del
20121.
In caso di inosservanza, in assenza di giustificato motivo, sono
previste le seguenti sanzioni in
base al tipo di attività a, b o c:
 decurtazione di 1/4 di una
mensilità, in caso di prima
mancata presentazione;
 decurtazione di una mensilità
alla seconda mancata presentazione;
1
PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
La domanda per accedere alla Naspi va presentata esclusivamente per via telematica entro il termine di decadenza di 68 giorni dalla data di cessazione del
rapporto di lavoro.
I canali utilizzabili sono quelli già attivati per l’indennità Aspi:
online, tramite i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino con
apposito pin, attraverso il portale dell’Istituto;
tramite contact center multicanale attraverso il numero 803164, gratuito da
rete fissa, o il numero 06164164 da rete mobile, a pagamento secondo la
tariffa del proprio gestore telefonico;
tramite patronati/intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti
dagli stessi.
Ai fini della presentazione della domanda, il periodo per il quale il lavoratore
percepisce l’indennità di mancato preavviso si considera lavorato. Pertanto, se il
lavoratore licenziato viene esonerato dal prestare in servizio il preavviso e il
datore di lavoro gli corrisponde la relativa indennità, il termine ultimo per la
presentazione della domanda è il 68° giorno a partire dall’ultimo di preavviso
indennizzato.
L’Inps (messaggio del 23 novembre 2012, n. 19273) ha chiarito che l’indennità
di disoccupazione subirà il differimento all’ottavo giorno successivo alla data
finale del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso solo nei
casi in cui l’indennità sia stata effettivamente corrisposta dal datore di lavoro,
altrimenti la decorrenza farà riferimento ai normali meccanismi legati alla data
di cessazione del rapporto di lavoro e di presentazione della domanda.
 decadenza dalla prestazione
e dallo stato di disoccupazione in caso di ulteriore mancata presentazione.
 decurtazione di una mensilità,
alla prima mancata partecipazione;
 decadenza dalla prestazione
e dallo stato di disoccupazione in caso di ulteriore mancata presentazione.
 decadenza dalla prestazione.
Pagamento
Si ha diritto all’indennità a partire dall’ottavo giorno successivo
alla data di cessazione (o di scadenza del periodo di mancato
preavviso) se la domanda è stata presentata entro il settimo
giorno; dal giorno successivo alla
data della domanda se presentata successivamente ed entro i termini indicati nel box “Presentazione della domanda”.
Per poter ottenere una seconda
indennità, dopo un altro periodo
La norma citata prevede la decadenza dal trattamento di disoccupazione per il lavoratore che non accetti un’offerta di lavoro inquadrato in un livello retributivo superiore almeno del 20% rispetto all’importo lordo dell’indennità cui ha diritto e nel caso in cui l’attività lavorativa si svolga in un luogo che non dista più di 50 chilometri dalla residenza del
lavoratore, o comunque che sia raggiungibile mediamente in 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblici.
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MANAGERITALIA
LAVORO
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di lavoro, è necessario che sia
trascorso il cosiddetto “anno mobile”, cioè un periodo di 365
giorni a partire dalla data di inizio della prima prestazione.
L’indennità può essere riscossa
con accredito su conto corrente
bancario o postale o mediante
bonifico domiciliato presso Poste
italiane allo sportello di un ufficio
postale rientrante nel cap di residenza o domicilio del richiedente.
Nuova attività lavorativa
in corso di prestazione
Lo status di disoccupato (vedi
art. 7, comma 7, del decreto legge 76/2013, convertito in legge
9 agosto 2013 n. 99) permane
se si svolge un’attività lavorativa
con un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione:
8.000 euro per i lavoratori dipendenti e 4.800 euro per i lavoratori autonomi.
La contribuzione versata durante il periodo di sospensione è
utile per valutare i requisiti di
accesso alla Naspi e determinare la sua durata.
Le prestazioni di lavoro accessorio possono avvenire in tutti i
settori produttivi, compresi gli
enti locali, nel limite complessivo
di 3.000 euro di compenso per
anno civile. L’Inps sottrae dalla
contribuzione figurativa relativa
alle prestazioni integrative del
salario o di sostegno al reddito
gli accrediti contributivi derivanti
dalle prestazioni di lavoro accessorio.
Contribuzione figurativa
La contribuzione figurativa, con
riferimento ai periodi di fruizione della Naspi, viene accreditata fino a un importo massimo
pari a 1,4 volte l’assegno di disoccupazione e non più sulla
retribuzione media percepita
alla data della cessazione.
È prevista una norma di salvaguardia che interesserà la parte
di pensione calcolata con il siste-
ma retributivo, in base alla quale
se il periodo in cui si percepisce
la Naspi dovesse diminuire la
retribuzione media pensionabile, questo non verrà preso in
considerazione nel calcolo della
pensione e verrà utilizzata solo
l’anzianità contributiva maturata
per il calcolo medesimo.
Incentivo per
auto-imprenditorialità
Il lavoratore con diritto alla corresponsione dell’indennità Naspi può richiedere la liquidazione anticipata in un’unica soluzione dell’importo complessivo del
trattamento che gli spetta, e che
non gli è stato ancora erogato,
a titolo di incentivo per l’avvio di
un’attività di lavoro autonomo,
per l’avvio di impresa individuale o per la sottoscrizione di una
quota di capitale sociale di una
cooperativa nella quale il rapporto mutualistico ha per oggetto la prestazione di attività lavorative da parte del socio.
NUOVA ATTIVITÀ LAVORATIVA IN CORSO DI PRESTAZIONE:
SITUAZIONI CHE SI POSSONO VERIFICARE
Casistiche
Reddito annuale superiore al
reddito minimo escluso da
imposizione fiscale
Reddito annuale inferiore al
reddito minimo escluso da
imposizione fiscale
Durata del rapporto di lavoro
del rapporto di lavoro pari
o superiore a 6 mesi
Conseguenze
Durata
Decadenza
Durata
del rapporto di lavoro inferiore a 6 mesi
Prestazione
Indipendentemente dalla durata del
rapporto di lavoro


sospesa d’ufficio per la
durata del rapporto di lavoro
Conservazione del diritto alla prestazione a particolari condizioni*
* Comunicazione all’Inps entro 30 giorni dell’inizio dell’attività e del reddito annuo previsto.
Il datore di lavoro o utilizzatore devono essere diversi da quelli per i quali il lavoratore prestava la sua attività quando è cessato il
rapporto di lavoro (considerando anche le società collegate o controllate).
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APRILE 2016
L’erogazione anticipata in un’unica soluzione non dà diritto alla
contribuzione figurativa né all’assegno per il nucleo familiare.
I lavoratori che intendono avvalersi della liquidazione in un’unica soluzione devono trasmettere
telematicamente all’Inps, a pena di decadenza, la domanda di
anticipazione entro 30 giorni
dalla data di inizio dell’attività
lavorativa autonoma o di impresa individuale o dalla data di
sottoscrizione di una quota di
capitale sociale della cooperativa. L’indennità anticipata deve
essere restituita nel caso in cui il
lavoratore instauri un rapporto
di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo spettante di indennità corrisposta in
forma anticipata. Ciò non avviene se il rapporto di lavoro subordinato è instaurato con la cooperativa della quale il lavoratore ha sottoscritto una quota di
capitale sociale.
Incentivo all’assunzione
di beneficiari della Naspi
Al datore di lavoro che, senza
esservi tenuto, assuma a tempo
pieno e indeterminato lavoratori che fruiscono della Naspi è
concesso, per ogni mensilità di
retribuzione corrisposta al lavoratore, un contributo mensile
pari al 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata
corrisposta in caso di mancata
assunzione.
Assegno di
disoccupazione - Asdi
Istituito in via sperimentale per il
2015, fornisce una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori bene-
ficiari della Naspi che abbiano
fruito di questa per l’intera sua
durata entro il 31 dicembre 2015,
siano privi di occupazione e si
trovino in una condizione economica di bisogno.
È pari al 75% dell’ultima indennità Naspi percepita e, comunque,
non potrà essere superiore all’assegno sociale. La durata massima
di erogazione è pari a 6 mesi.
I possibili beneficiari dell’Asdi devono fare parte di un nucleo familiare in cui sia presente almeno
un minore di 18 anni, oppure
avere almeno 55 anni senza aver
maturato i requisiti per la pensione o un indicatore Isee pari o inferiore a 5mila euro.
Inoltre è necessario che il disoccupato non abbia usufruito della
precedente indennità di disoccupazione Asdi per un periodo superiore a 6 mesi nei 12 mesi precedenti alla fruizione della Naspi
e comunque per un periodo non
superiore a 24 mesi nel quinquennio precedente.
Per incentivare la ricerca attiva
del lavoro, il Dm consente il cu-
mulo dell’Asdi con redditi da lavoro subordinato inferiori a
8.000 euro annui o con redditi da
lavoro autonomo inferiori a
4.800 euro annui, a condizione
che il beneficiario dell’Asdi comunichi all’Inps il suo reddito annuo
previsto entro 30 giorni dall’inizio dell’attività (circolare Inps n.
47 del 3 marzo 2016).
La Dis-coll per i lavoratori
parasubordinati
Le istruzioni per il sussidio a favore dei collaboratori che perdono
il lavoro nel 2015 sono contenute
nella circolare Inps n. 83 del 27
aprile 2015.
La Dis-coll sostituisce il precedente assegno una tantum ed è destinata ai collaboratori coordinati e
continuativi, iscritti in via esclusiva
alla gestione separata, non pensionati e privi di partita Iva, che
abbiano perso involontariamente
l’occupazione. Sono esclusi gli
amministratori e i sindaci. Sarà
erogata per massimo sei mesi,
durante i quali non saranno accreditati contributi figurativi.
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MANAGERITALIA
LAVORO
DIMISSIONI
E RISOLUZIONI
CONSENSUALI
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Dopo il Jobs act, ecco la nuova
procedura di comunicazione telematica
operativa dal 12 marzo
Daniela Fiorino
T
ra le varie disposizioni contenute nel Jobs act, è stata
introdotta una nuova procedura di comunicazione delle dimissioni e risoluzioni consensuali
del rapporto di lavoro, la quale,
a decorrere dal 12 marzo 2016,
dovrà essere effettuata esclusivamente in via telematica su appositi moduli resi disponibili dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
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Poiché l’art. 26 del decreto legislativo 151/2015, che introduce
la nuova procedura, utilizza il
vocabolo “dimissioni” al posto
di “dimissioni volontarie”, è da
ritenere che si intendano attrarre nell’ambito di applicazione
sia le dimissioni volontarie sia le
dimissioni per giusta causa.
Il decreto del 15 dicembre 2015,
con il quale il ministero del Lavoro
definisce le modalità di comunica-
zione delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali del rapporto
di lavoro, è stato pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 7 dell’11
gennaio 2016 e ulteriori chiarimenti sono contenuti nella circolare del ministero del Lavoro n.
12 del 4 marzo scorso.
La nuova modalità prevede la
possibilità per il lavoratore di formalizzare le dimissioni in autonomia oppure di rivolgersi a un
soggetto abilitato (patronati, organizzazioni sindacali, commissioni di certificazione ed enti bilaterali) che effettuerà la procedura per suo conto.
Richiesta Pin
dispositivo Inps
Come già accennato, il dipendente che intenda inserire personalmente la comunicazione nel portale dovrà prima verificare di essere in possesso del Pin Inps dispositivo e, in caso contrario, richiederlo online (http://bit.ly/1-4-16).
Il Pin iniziale è composto da 16
caratteri. I primi 8 sono inviati via
sms, email o posta elettronica certificata e i secondi 8 con posta
ordinaria all’indirizzo di residenza. Al primo utilizzo, il Pin iniziale di 16 caratteri viene sostituito
con uno di 8, da conservare per
i successivi utilizzi.
Chi è già in possesso del Pin Inps
ordinario lo può convertire in Pin
dispositivo(http://bit.ly/1-4-16)
inserendo i dati di un documento
di identità. Occorre quindi stampare il modulo che viene prodotto
dal sistema, apporvi data e firma
e inviarlo online insieme a una
fotocopia del documento di identità. Ai fini dell’invio telematico,
modulo e copia del documento
devono essere salvati in un unico
file. Entro breve tempo si riceve
un’email di conferma dall’Inps
che attesta che il Pin è diventato
di tipo dispositivo.
Preavviso
Consigliamo a coloro che intendano presentare le dimissioni ma
sono impossibilitati a svolgere in
tutto o in parte il periodo di preavviso contrattuale, di giungere
a un accordo con il proprio datore di lavoro e formalizzarlo in
un documento scritto da consegnare, facendone firmare copia
per ricevuta e accettazione, prima di procedere alla comunicazione telematica delle dimissioni. Tutto ciò al fine di evitare che
venga operata, sulle spettanze
di fine rapporto, una trattenuta
corrispondente al periodo di
preavviso non prestato.
Comunicazione tramite
soggetto abilitato
Come precedentemente accen-
VADEMECUM
Procedura prevista per chi decide di inviare direttamente la comunicazione di
dimissioni o di risoluzione consensuale:
1.  Accesso al sistema da parte del lavoratore
Il lavoratore deve munirsi del Pin dispositivo per accedere all’area riservata Inps,
se non ancora in suo possesso, e deve quindi collegarsi al portale ClicLavoro
(www.cliclavoro.gov.it), selezionando nel menù Cittadini la voce Dimissioni telematiche. Cliccando su Accesso per i cittadini si viene indirizzati sul sito dell’Inps
per l’accesso tramite codice fiscale e Pin Inps dispositivo.
2.  Compilazione del modello
Una volta reindirizzati sul sito del ministero del Lavoro, si può procedere con la
compilazione del modulo online. I dati richiesti sono:
per il lavoratore, codice fiscale, cognome e nome, email;
per il datore di lavoro, codice fiscale, denominazione, indirizzo sede di lavoro, email (che può essere ordinaria o certificata);
data inizio del rapporto di lavoro e tipologia di contratto applicato;
indicazione della tipologia di cessazione (dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale) oppure della volontà di procedere alla revoca;
data di decorrenza delle dimissioni/risoluzione, tenendo conto dell’eventuale
periodo di preavviso, mentre in caso di dimissioni per giusta causa non deve
tenere conto del periodo coperto dall’indennità sostitutiva del preavviso ma
della data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro (giorno successivo a
quello del ricevimento della comunicazione da parte del datore di lavoro).
Con riferimento a quest’ultimo punto, sono necessarie alcune precisazioni:
– la data di efficacia della comunicazione di dimissioni corrisponde a quella
in cui è stata effettuata la procedura di comunicazione online, in cui sia il
datore di lavoro sia la Direzione territoriale del lavoro competente riceveranno la comunicazione dal portale del ministero del Lavoro;
– nella sezione 4 del modulo, alla voce “Data di decorrenza dimissioni/risoluzione consensuale” dovrà indicarsi la data in cui si è stabilito che la cessazione del rapporto di lavoro produrrà i suoi effetti e, quindi, in caso di
dimissioni volontarie, occorrerà inserire la data corrispondente al giorno
successivo a quello del termine del preavviso, mentre in caso di dimissioni
per giusta causa non deve tenere conto del periodo coperto dall’indennità
sostitutiva del preavviso ma della data effettiva di cessazione del rapporto
di lavoro (giorno successivo a quello del ricevimento della comunicazione
da parte del datore di lavoro).
Per i rapporti di lavoro instaurati dal 2008 in avanti e correttamente comunicati
tramite procedura telematica ai Cpi, il modulo risulterà già in parte compilato.
3.  Invio del modello
Tramite l’invio telematico, il datore di lavoro riceverà il modulo nella propria
casella di posta elettronica (ordinaria o certificata) e la Dtl riceverà una notifica
nel proprio cruscotto con la possibilità di visionare il “Modulo recesso dal rapporto di lavoro/revoca”.
La stessa procedura dovrà essere utilizzata in caso di revoca delle dimissioni o
risoluzione consensuale.
Sul sito del ministero del Lavoro è possibile visualizzare un video tutorial che
spiega in modo chiaro la procedura da parte del lavoratore “cittadino”
(http://bit.ly/dir-7-4-16).
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MANAGERITALIA
LAVORO
R
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nato, il lavoratore può rivolgersi,
in alternativa alla comunicazione
“fai da te”, a un soggetto abilitato (patronati, organizzazioni sindacali, commissioni di certificazione ed enti bilaterali) per l’espletamento della procedura di
comunicazione telematica.
In questo caso non è necessario
essere in possesso del Pin Inps
dispositivo.
Manageritalia si è accreditata
come operatore su ClicLavoro ed
è quindi abilitata all’inserimento
nel portale delle comunicazioni
relative alle dimissioni volontarie
e alle risoluzioni consensuali.
Attualmente sono in grado di operare autonomamente in tal senso
le associazioni di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Roma, Torino
e Veneto. Le altre associazioni potranno comunque garantire il medesimo servizio ai propri iscritti
tramite XLabor.
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Diritto di ripensamento
Entro sette giorni dalla data di
trasmissione del modulo, il lavoratore può revocare le dimissioni
e la risoluzione consensuale con
le medesime modalità illustrate
per l’invio della comunicazione
di recesso.
Esclusioni
Per espressa indicazione normativa, non sono vincolate al nuovo
adempimento le dimissioni o le
risoluzioni consensuali sancite
nelle sedi conciliative, ossia:
a)in sede giudiziale: davanti a
un giudice (art. 185 c.p.c.), il
quale in virtù del novellato art.
420, comma 1 c.p.c. deve, oltre a tentare la conciliazione,
formulare alle parti una proposta transattiva;
b)in sede amministrativa: davanti
alla Dtl (artt. 410 e 411 c.p.c.);
c) in sede sindacale: in presenza
delle parti sindacali e generalmente tramite apposite procedure previste dai contratti collettivi (artt. 411, comma 3 e
412-ter c.p.c.);
d)in sede arbitrale: presso apposito collegio di conciliazione e
arbitrato (art. 412-quater c.p.c.);
e)in sede certificativa: presso le
commissioni di certificazione,
ex art. 76 d.lgs 276/2003 (art.
410 c.p.c e art. 31, comma 13,
legge 183/2010).
Sono inoltre escluse dalla procedura le risoluzioni intervenute
durante il periodo di prova e le
cessazioni relative ai rapporti di
lavoro instaurati nel pubblico impiego.
Madri e padri lavoratori
La procedura sin qui illustrata si
applica anche in caso di dimissioni volontarie presentate durante il periodo per cui è previsto
il divieto di licenziamento per le
madri e i padri lavoratori, che
tuttavia continuano ad essere disciplinate dall’art. 55 del decreto legislativo 151/2001, che prevede la convalida delle stesse da
parte della Direzione territoriale
del lavoro.
Secondo tale norma, la lavoratrice ha diritto alle indennità previste dalle disposizioni di legge
e contrattuali nel caso di licenziamento (preavviso, tfr, disoccupazione).
La disposizione si applica anche
al padre lavoratore che abbia
fruito il congedo di paternità e
anche in caso di adozione e di
affidamento, entro un anno
dall’ingresso del minore nel nucleo familiare.
TRAGUARDI
E OBIETTIVI FUTURI
In tema di executive professional
siamo a un punto di svolta in
Manageritalia?
«Siamo a un importante punto di
passaggio che prefigura una possibile svolta. Certamente ci troviamo in una fase molto dinamica,
non immaginabile soltanto un paio di anni fa. Il passaggio chiave
è l’organizzazione della rappresentanza degli executive professional all’interno di Manageritalia, che in precedenza era molto
frammentata e in certi casi inesistente. Oggi ogni associazione
territoriale ha un proprio rappresentante degli executive professional eletto – e con i prossimi rinnovi questo percorso si rafforzerà
ulteriormente – e una rappresentanza nazionale».
Nella pratica, cosa significa?
«Significa che in ogni territorio
oggi è finalmente presidiata l’area degli executive professional e
che ogni iscritto o potenziale tale
ha un suo preciso referente e che
a livello nazionale opera un gruppo composto dai rappresentanti
territoriali. Questo punto è fondamentale perché senza un radicamento della rappresentanza a livello territoriale qualunque azione a livello più ampio, e intendo
nazionale, sarebbe destinata a
restare molto fragile».
Un risultato importante…
«Certo, è un risultato importante,
come dimostra il fatto che il tema
dei “professional” era in origine
un progetto all’interno del Piano
operativo 2012-2016, mentre oggi è un nucleo di rappresentanza
permanente. In tal senso abbiamo
lavorato sull’identità degli executive professional, grazie anche a
un’indagine mirata con il supporto
della Federazione, e prodotto la
nuova Carta associativa, che costituisce il patto di appartenenza
Da professional a executive
professional, perché?
«Abbiamo cambiato la generica
denominazione da professional a
executive professional non certo
come esercizio di stile, ma per
affermare il fatto che l’appartenenza a Manageritalia implica un
livello di managerialità irrinunciabile, che si riflette nel mercato e
nelle logiche di rappresentanza.
Nel mercato del lavoro manageriale ci sono sempre più professionisti che affiancano gli imprenditori e i gruppi dirigenti nella gestione e nello sviluppo delle organizzazioni e del business, rendendo
disponibili contenuti specifici legati a esperienze diversificate e spesso molteplici».
MANAGERITALIA
EXECUTIVE PROFESSIONAL
La parola a Carlo Romanelli, rappresentante
nazionale degli executive professional
in Manageritalia e che contiene
diversi aspetti innovativi rispetto al
passato».
Carlo Romanelli è co-fondatore
e presidente di Net Working, società
di training e management consulting.
Psicologo del lavoro e studioso
esperto di organizzazione e
comportamento organizzativo.
Partner italiano di The Hardiness
Institute presso l’Università della
California di Irvine e certificato
Apco-Icmci come consulente
di organizzazione, è fondatore
dell’accademia Sport &
Management.
APRILE 2016
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MANAGERITALIA
EXECUTIVE PROFESSIONAL
R
In particolare, qual è il ruolo di
questa figura nell’economia oggi?
«Gli executive professional di Manageritalia sono alte professionalità che portano managerialità
nelle imprese e per questo hanno
e avranno un ruolo importantissimo nella nostra economia, non
solo nazionale, visto che molti operano ad altissimi livelli anche a livello internazionale. Non un’élite,
quindi, ma una generazione di
professionisti del management. Un
modo per aiutare le imprese, soprattutto le pmi, a entrare nell’ottica di abbandonare l’atavica e
paralizzante gestione di soli familiari e aprire alla managerialità».
Per valorizzare queste professionalità è nata una certificazione.
Di cosa si tratta?
«Si tratta di una certificazione di
esperienze e non quindi di competenze, che è altra cosa e spetta ad
altri. Manageritalia dunque certificherà, a chi lo richiederà e ovviamente avrà i requisiti, il fatto di
avere maturato esperienze professionali e manageriali qualificanti».
È già attiva?
«Abbiamo costruito il processo di
qualificazione di esperienze nel
gruppo nazionale e prima di rilasciarlo lo abbiamo testato in ogni
associazione territoriale. Una volta superata la fase di testing, dopo
un’ulteriore verifica da parte della
Federazione, dal 1° maggio ogni
executive professional iscritto a
Manageritalia potrà richiedere
alla propria associazione, presso
le quali sono istituite apposite commissioni, di accedere al servizio
tramite la presentazione di una
76
APRILE 2016
specifica documentazione che attesti il livello di esperienza maturata. Ogni commissione valuterà la
documentazione e, se verificherà
la presenza dei requisiti richiesti,
rilascerà un’attestazione EEP, Experienced Executive Professional.
Invito quindi tutti i colleghi e le
colleghe interessati a rivolgersi al
proprio rappresentante presso
l’associazione di riferimento per
avere le informazioni utili per richiedere l’attestazione di “Experienced”».
Quale sarà il ruolo di questa certificazione?
«Prima di tutto è il primo servizio
nato e pensato per gli executive
professional, e in questo senso rappresenta un’importante azione di
rappresentanza e promozione della nostra ampia comunità professionale. Pensiamo che possa promuovere, far conoscere e affermare il ruolo e l’identità di questa comunità professionale molto varia e
ricchissima di contenuti ed esperienze, dandole visibilità nel mercato del lavoro manageriale e, ci
auguriamo, qualche opportunità.
A questo proposito abbiamo concordato la possibilità per gli EEP di
accedere alla piattaforma market
place TaBizCo (vedi Dirigente n.
1-2/2016, ndr) ottenendo un posizionamento più elevato nel ranking
di mercato per chi sarà in possesso
dell’attestazione “Experienced”.
Inoltre crediamo potrà essere un
elemento di attrattività per nuovi
iscritti».
Cosa possono trovare oggi gli
executive professional in Manageritalia?
«Prima di tutto la partecipazione
attiva a una community manageriale che può costruire, in logica
di networking, diverse opportunità professionali e posizionamenti
contrattuali. Inoltre i servizi di
consulenza in materia di previdenza, assistenza ecc., che Manageritalia ha costruito negli anni
e che progressivamente dovranno trovare forme di orientamento
e specializzazione adeguate allo
status di executive professional.
AskMit, per esempio, è un servizio ottimo e innovativo che Manageritalia mette a disposizione,
già pensato in questa logica».
I prossimi obiettivi?
«La costruzione progressiva di
un sistema di welfare specificamente dedicato agli executive
professional che, per come sta
andando il mercato del lavoro
manageriale, è un’ambizione irrinunciabile. Questo non è un
punto di arrivo, è solo un importante traguardo intermedio. Per
arrivare dove vorremmo dobbiamo continuare a conoscere e rafforzare la nostra identità, crescere di numero, aprire canali formativi presenti nel sistema ai
quali oggi non possiamo ancora
accedere e diventare iscritti attivi. Di formazione, come emerge
dall’indagine, noi executive ne
facciamo troppo poca e viviamo
di rendita su quella fatta in precedenza in azienda. Ma in un
mondo del lavoro in continuo
cambiamento questo è un grosso
gap per il nostro futuro. Ci serve
quindi un’Associazione di rappresentanza in grado di supportarci su tutti questi fronti, come sta
già facendo Manageritalia e farà sempre più nel futuro».
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Cosa prevede l’accordo
Assistenza alla compilazione
delle dichiarazioni dei redditi
2016 relative ai redditi 2015;
 raccolta delle schede conformi
al modello approvato con decreto del ministro delle Finanze, sottoscritte dal contribuente, contenenti le scelte operate
dai contribuenti ai fini della
destinazione dell’8, del 5 e del
2 per mille dell’imposta sul
reddito delle persone fisiche;
 elaborazione e trasmissione in
via telematica all’amministrazione finanziaria delle dichiarazioni dei redditi;
 consegna di copia delle dichiarazioni a ciascun contribuente;
 comunicazione ai sostituti d’imposta del risultato contabile
delle dichiarazioni, ai fini del
conguaglio a credito o a debito
in sede di ritenuta d’acconto;
 calcolo e compilazione del
modello F24 Imu e Tasi;

Vedi le novità del modello 730/2016
e consulta l’elenco
dei documenti da presentare
http://bit.ly/Dir4-4-16
APRILE 2016
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predisposizione e stampa della dichiarazione Imu;
 visure catastali per immobili o
terreni di proprietà del dichiarante;
 dichiarazioni di successione;
 domande di voltura al catasto
edilizio urbano e al catasto dei
terreni;
 gestione delle locazioni.

Come richiedere il servizio
Per usufruirne sarà necessario
contattare la propria associazione territoriale e fissare un appuntamento con un esperto 50&Più
Caaf. Sarà anche possibile ri-
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Anche per quest’anno rinnovato l’accordo con Caaf 50&Più.
Disponibile in tutte le Associazioni territoriali un’ampia
gamma di utili servizi, a cominciare dalla compilazione del 730
Rivolgiti alla tua associazione
territoriale per fissare un appuntamento
78
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chiedere un incontro direttamente presso le sedi provinciali e di
zona del Caf (800 uffici in tutta
Italia) alle stesse condizioni di
favore.
Importante
Gli associati dovranno presentare la propria card Manageritalia.
I consulenti Caaf verificheranno,
attraverso la lettura del codice a
barre, l’esattezza dei dati e potranno così tenere traccia delle
consulenze erogate.
Anche i familiari potranno presentarsi con la card dell’iscritto
ed essere quindi “riconosciuti”.
TARIFFE APPLICATE AGLI ASSOCIATI
Servizi per la dichiarazione dei redditi

Assistenza alla compilazione 730 singolo alla compilazione 730 congiunto
 Assistenza
€46
€70
Altri servizi
 Elaborazione
e stampa mod. F24 acconto Tasi (a modello) e stampa mod. F24 saldo Tasi (a modello)  Elaborazione e stampa mod. F24 acconto Imu o Tasi (a modello)  F24 saldo Imu (a modello)
 Dichiarazioni di successione  Domande di voltura per fabbricati e terreni (prima) Domande successive nell’ambito della stessa dichiarazione  Visure catastali per le prime 5 unità immobiliari (o frazione di 5)
 Per ogni ulteriore gruppo di 5 unità o frazione di 5 nell’ambito
della stessa provincia e per lo stesso dichiarante  Elaborazione
* Iva esclusa
€10
€10
€10
€10
€ 350
€ 100
€70
€ 15*
€5
*
INTERNAZIONALIZZAZIONE
DELLE IMPRESE:
STRATEGIE, TECNICHE E PROCESSI
N
e/o ampliare il proprio bagaglio
di conoscenze utili a comprendere
le dinamiche di internazionalizzazione delle imprese.
Il percorso è suddiviso in due incontri d’aula, un pre-work introduttivo
e un follow-up di approfondimento
su richiesta:
 pre-work “Introduzione all’internazionalizzazione” (attività a distanza); primo modulo
“Analisi azienda, prodotti e
strategie di marketing” (attività in aula); secondo modulo
“Economics, finanza e logistica” (attività in aula);
 follow-up su richiesta “Focus su
tre diversi paesi: Usa, Cina e
India”.
tivo, con la prospettiva di affrontare o migliorare il posizionamento
sui mercati esteri.
Milano, 13 luglio
Secondo modulo
Fornire i concetti e gli strumenti per
valutare gli aspetti economici, finanziari e logistici connessi alle
attività generate dal processo di
internazionalizzazione.
CFMT
ell’attuale scenario di una
globalizzazione sempre
più crescente e di un’estesa crisi economico-finanziaria, le
imprese italiane sono chiamate a
ripensare il loro ruolo e la loro
presenza nel mercato.
Cfmt propone, in collaborazione
con Nagima, un nuovo programma che intende fornire ai partecipanti le principali informazioni e
metodologie per avviare un progetto di internazionalizzazione o
per ampliare e migliorare l’attuale
presenza nei mercati del mondo.
Oggi l’internazionalizzazione
rappresenta un obiettivo indispensabile per alimentare la continuità
del business e confrontarsi con realtà diverse, per conoscere metodologie produttive innovative, apprendere nuove tecniche, valutare
materiali e prodotti alternativi e
molto altro.
Per un’azienda essere presente
con efficacia e successo nei mercati internazionali significa ricoprire
un ruolo attivo e competitivo e saper affrontare le sfide per continuare a crescere e consolidare la
propria posizione strategica.
Il programma è indirizzato a tutti
coloro che desiderano acquisire
Follow-up su richiesta
Offrire al partecipante la possibilità di approfondire le dinamiche di
internazionalizzazione di tre paesi protagonisti dello sviluppo economico mondiale.
Pre-work
Introdurre l’argomento dell’internazionalizzazione. I partecipanti, tramite la piattaforma di Cfmt, potranno accedere ad articoli e materiali
inerenti le tematiche che verranno
affrontate durante il percorso.
Milano, 23 giugno
Primo modulo
Fornire gli strumenti per analizzare la situazione attuale dell’impresa in termini di assetto organizza-
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
www.cfmt.it - Luigia Vendola, [email protected], 02 54063137
La partecipazione all’evento è gratuita e riservata ai dirigenti in regola con il versamento
degli appositi contributi. I moduli del progetto non sono fruibili singolarmente.
APRILE 2016
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LA POLIZZA DI
CAPITALE DIFFERITO
3,49%: anche nel 2015 un rendimento di tutto rispetto per gli assicurati
Previr della Convenzione Antonio Pastore
Stefano Pozzi
U
ASSIDIR
no tra i principali vantaggi
che derivano dal ccnl riservato ai dirigenti del
terziario associati a Manageritalia è la garanzia Capitale differito che prevede la rivalutazione
annuale del capitale e il suo consolidamento nel tempo.
La stessa garanzia di Capitale
differito, attraverso la polizza
Capitello, consente anche ai familiari degli associati di disporre
di una forma di risparmio assicurativo a condizioni speciali.
Oggi è più che mai importante
conoscere in che modo vengono
gestiti i propri risparmi: stipulando
una polizza di assicurazione non
facciamo un investimento diretto
(acquisto titoli ecc.), ma le compagnie assicuratrici alle quali versiamo il premio immettono a loro
volta le somme nelle cosiddette
gestioni speciali costituite da un
paniere di titoli amministrati secondo precise regolamentazioni.
La gestione separata Previr
Per gli associati dirigenti, volontari e sottoscrittori della polizza
Cos’è la gestione separata
La gestione separata è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalle
compagnie di assicurazione, nella quale vengono investiti i premi dei clienti sottoscrittori
di determinate tipologie di polizze vita. Ogni compagnia può avere più gestioni separate
che costituiscono un patrimonio distinto e la compagnia non potrà far pesare su di loro
eventuali sofferenze patite in altri settori.
Le riserve delle gestioni separate devono sempre garantire la solvibilità di tutte le polizze.
L’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha stabilito parametri e vincoli
prevedendo che i patrimoni delle gestioni separate possano essere costituiti solo da titoli
(prevalentemente titoli di Stato e obbligazioni) che rispettino l’esigenza di garantire
sicurezza, redditività e liquidità degli investimenti.
Inoltre, le gestioni separate sono sottoposte ogni anno a certificazione da parte di una
società di revisione iscritta all’albo.
80
APRILE 2016
Capitello, abbiamo una gestione
separata dedicata ed esclusiva,
la gestione separata Previr, che
nel periodo 1° ottobre 2014-30
settembre 2015 ha generato un
rendimento per gli assicurati del
3,49%.
Questo rendimento, notevolmente superiore a quelli offerti correntemente dai titoli obbligazionari a basso rischio, è stato ottenuto tramite una gestione dei
fondi equilibrata e in grado di
minimizzare i rischi di volatilità di
fronte all’imprevedibilità dei mercati finanziari.
Il portafoglio titoli
Il portafoglio titoli delle gestioni
separate Previr amministrati dalle compagnie assicuratrici Aviva, Generali, Fideuram e Zurich
Investments Life, è investito al
61,9% in titoli di Stato e al
29,6% in obbligazioni societarie. L’esposizione nel comparto
azionario si assesta al 2,4%,
mentre quello degli Oicr (fondi
comuni e Sicav) risulta pari al
4,6%. Gli altri attivi sono pari
all’1,6%.
La bassa rischiosità del portafoglio è confermata anche dal ra-
ting (ossia il grado di affidabilità dei titoli di Stato e obbligazionari detenuti). Il 97,8% dei
titoli citati vanta infatti un rating
da BBB (che è il rating dell’Italia) in su.
Da questi dati si intuisce che i
contributi versati dai dirigenti in
servizio, dai prosecutori volontari e l’investimento dei risparmi
personali (Capitello) nella gestione separata Previr, evitano
di incorrere anche per il futuro
in perdite inattese come quelle
che nelle ultime settimane del
2015 hanno subìto i circa 10mila obbligazionisti subordinati di
alcune banche italiane che hanno avuto vasta risonanza sui
media.
La superiorità del rendimento
ottenuto dalla gestione separata Previr rispetto al tasso a scadenza offerto sul mercato da un
BTP a 10 anni (pari all’1,53%
l’8 gennaio 2016) è dovuto alla
nota caratteristica prudenziale
delle gestioni assicurative, che
contabilizzano i titoli in portafoglio al costo storico (pari a quello di sottoscrizione in caso di
acquisto all’emissione) senza
tenere conto delle oscillazioni di
valore dovute all’andamento
delle rispettive quotazioni sul
mercato.
Il rendimento: rischi
finanziari al minimo
Il rendimento per gli assicurati,
in ultima analisi, è dato dalle
cedole staccate dai titoli in portafoglio (i cui tassi nominali sono
più alti di quelli di mercato perché si tratta di emissioni di anni
passati caratterizzati da rendimenti più alti) e dalle plusvalen-
ze eventualmente realizzate al
netto delle minusvalenze.
Questo meccanismo spiega anche la lenta riduzione dei rendimenti per gli assicurati registrata
negli ultimi anni (pari a -0,12%
tra il 2015 e il 2014). A mano a
mano che le obbligazioni e i titoli di Stato delle gestioni separate arrivano a scadenza e vengono rimborsati, infatti, devono
essere sostituiti da altri titoli con
analoghe caratteristiche, ma
con cedole per forza di cose inferiori, perché calcolate sulla
base dei tassi di mercato attuali.
Nel portafoglio personale degli
associati dirigenti, ex dirigenti,
pensionati e dei loro familiari, la
gestione separata Previr (nella
quale, ricordiamo ancora, si
può investire anche in modo volontario tramite il piano di versamenti Capitello) si colloca quindi
alla base della piramide delle
scelte finanziarie, che è destinata alla protezione del benessere
tramite la minimizzazione dei
rischi finanziari. Questi rischi
come è noto sono rappresentati
dalle variazioni dei tassi e delle
quotazioni di mercato, dal rischio di controparte, dal rischio
di inflazione e dal rischio di liquidità.
Per l’anno in corso, cominciato
alla luce di una marcata e assolutamente “normale” volatilità
delle Borse, è lecito attendersi
che la gestione a basso rischio
Previr continuerà a fornire agli
iscritti maggiore sicurezza rispetto ai rischi tipici delle altre classi
di attivo eventualmente possedute (azioni, immobili, beni d’arte), unitamente a un rendimento
superiore all’inflazione.
COME LEGGERE
L’ESTRATTO CONTO
Come consuetudine sono stati pubblicati in area
riservata e spediti gli estratti conto della Convenzione Antonio Pastore/Previr e Capitello.
Tutte le informazioni per la corretta lettura dell’estratto conto sono disponibili su:
www.assidir.it nella sezione Dirigenti >> Convenzioni contrattuali >> Antonio Pastore >> L’estratto
conto >> Come leggere l’estratto conto, selezionando la propria situazione contributiva.
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