IL PROBLEMA DELLA DOSE DI RADIAZIONI IN

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IL PROBLEMA DELLA DOSE DI RADIAZIONI IN TOMOGRAFIA
COMPUTERIZZATA
Dati attuali e strategie per un corretto utilizzo delle radiazioni ionizzanti in tomografia
computerizzata.
THE RADIATION DOSE PROBLEM IN COMPUTED TOMOGRAPHY
Actual data and strategies for a correct use of ionizing radiation in computed tomography.
G.F. Gualdi, L. Bertini, S. Lanciotti, M.C. Colaiacomo, S. Campagnano e E. Polettini
Radiologia DEA, Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma
Viale del Policlinico n. 155, 00161 Roma
Corrispondenza a:
Gian Franco Gualdi
Azienda Ospedaliera Policlinico Umberto I
Diagnostica per Immagini DEA, v.le del Policlinico n. 155, 00100 Roma
tel. 0649979464
e-mail: [email protected]
IL PROBLEMA DELLA DOSE DI RADIAZIONI IN TOMOGRAFIA
COMPUTERIZZATA
Dati attuali e strategie per un corretto utilizzo delle radiazioni ionizzanti in tomografia
computerizzata.
RIASSUNTO
L’avanzamento tecnologico della TC negli ultimi anni ha portato ad una diffusione ed una crescita
notevole dell’impiego della TC con un conseguente aumento della dose di radiazioni ai pazienti ed
alla popolazione.
Nella pratica clinica esistono alcuni accorgimenti tecnici che possono essere adottati per ridurre
sensibilmente la dose con gli apparecchi TC multidetettore, i quali consentono al radiologo di
rispondere al quesito diagnostico con il danno minore possibile al paziente.
Il radiologo resta comunque il garante dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, ed è suo compito
considerare anche l’opportunità di rispondere a determinati quesiti diagnostici utilizzando
metodiche alternative (RM, US).
Il Medico Radiologo ha quindi il compito di valutare l’indicazione clinica all’esame richiesto dal
Medico Curante, ha la responsabilità di gestire tecnicamente l’esame ed il progressivo iter
radiologico, i controlli, il follow-up.
Parole chiave: Dose, pediatria, radioprotezione, raggi x, TC multidetettore.
SUMMARY
New technologies in these years has taken to a spread and to a growth of the CT application with an
increase of patients and population exposure.
In clinical practice some technical devices can be used to reduce the exposure dose of multidetector
CT, that allows radiologist to answer the clinical question with less damage to the patient.
The radiologist remains however the guarantor of the ionizing radiation exposition and he has to
consider also the opportunity to use other methodics (MR, US) to answer some questions.
The radiologist has the role to evaluate the clinical indication to the exam demanded from other
doctor and has the responsibility for exam management and for progressive radiologic course,
controls and follow-up.
Key words: Dose, pediatric, radioprotection, CT multislice, x-ray.
IL PROBLEMA DELLA DOSE DI RADIAZIONI IN TOMOGRAFIA
COMPUTERIZZATA
Dati attuali e strategie per un corretto utilizzo delle radiazioni ionizzanti in tomografia
computerizzata.
Running Title: Radiazioni ionizzanti in tomografia computerizzata
La tecnologia TC negli ultimi anni ha continuato ad evolversi nonostante gli avanzamenti
tecnologici che hanno interessato le altre modalità di imaging che non impiegano radiazioni
ionizzanti (US, RM). Questo ha portato ad una notevole diffusione degli apparecchi TC nel mondo
che sono, attualmente, circa 25.000, con un aumento delle vendite ogni anno del 10% ed ha
comportato anche una crescita notevole dell’impiego della TC nella pratica clinica dagli anni
ottanta ad oggi: solo negli Stati Uniti si è passati da 3,6 milioni di esami TC/anno nel 1985 a 65
milioni di esami TC/anno nel 2001, con una conseguente riduzione del 30% dell’impiego della
radiologia convenzionale nell’ultimo decennio; oggi negli USA la TC costituisce il 13% di tutti gli
esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, fornendo il 70% della dose complessiva ricevuta dai
pazienti ed il 34% della dose complessivamente ricevuta dalla popolazione (22).
Dal 2000 al 2005 l’aumento dell’utilizzo della TC ha portato ad un incremento delle procedure
interventistiche TC guidate pari al 235%, degli esami TC cranio al 51%, delle TC del rachide al
463%, delle TC dell’addome al 72% e delle TC del torace al 226% (4).
Alcuni hanno definito la TC “l’esame obiettivo del XXI secolo” (14).o
Con l’introduzione degli apparecchi di ultima generazione, poi, molti sono i motivi che hanno
comportato un aumento dell’impiego di routine della TC, primo tra tutti la maggior velocità
d’esame: 20 anni fa, per eseguire una TC del torace, erano necessari molti minuti, mentre oggi lo
stesso tipo di esame, con maggiori informazioni, può essere eseguito durante un’unica apnea,
rendendo la TC un esame comodo, semplice e facile da eseguire.
La diffusione degli apparecchi TC, quindi la loro maggiore disponibilità nei Dipartimenti di
Emergenza, ha coinvolto anche l’attività di emergenza e la possibilità di effettuare procedure
interventistiche sotto guida TC. Oggi la TC viene effettuata sempre più spesso (soprattutto nei
DEA) all’inizio dell’iter clinico e non alla fine come in passato, perché è disponibile ed eseguibile
prima di altri esami e perchè in alcuni casi, come nel politrauma è disponibile ed eseguibile prima
di poter raccogliere una completa anamnesi, di eseguire l’esame obiettivo e di valutare i parametri
laboratoristici del paziente. Inoltre oggi c’è una minore tolleranza all’incertezza diagnostica fornita
dagli altri esami da parte del medico che ha in cura il paziente, da parte degli altri Specialisti
chiamati in causa e da parte del paziente stesso e dei familiari. Tutto ciò ha portato ad una riduzione
degli esami RX pari al 30% nell’ultimo decennio con un conseguente incremento degli esami TC.
Gli apparecchi TC di ultima generazione riescono, infatti, a risolvere molti quesiti diagnostici,
contribuendo a velocizzare l’iter diagnostico e ad indirizzare una più appropriata scelta terapeutica:
basti pensare al paziente politraumatizzato, che, se sottoposto ad un esame TC total body nelle
prime ore dall’ingresso in Pronto Soccorso, vede migliorare notevolmente le sue chances di
sopravvivenza grazie alla possibilità di questa metodica di diagnosticare con un’elevata sensibilità e
specificità tutte le possibili lesioni traumatiche.
Essendo spesso i politraumatizzati pazienti in giovane età, non va tralasciato il problema della dose.
L’11% degli esami TC vengono eseguiti nei bambini, di questi il 17% ha meno di 5 anni. Nel 2000
sono stati effettuati 2,7 milioni di esami TC in bambini con meno di 15 anni, con un aumento del
numero degli esami TC in pazienti pediatrici pari al 200%. Il problema maggiore, però, è che il
30% degli esami TC eseguiti in bambini ha indicazioni discutibili.
I bambini purtroppo sono più sensibili ai danni da radiazioni rispetto agli adulti perché hanno una
maggiore aspettativa di vita (quindi una maggiore opportunità di esprimere i danni da radiazione a
lungo termine come le neoplasie); un esame TC dell’addome in un bambino di 1 anno aumenta il
suo rischio di sviluppare un tumore dello 0,18%.
Per affrontare il problema della dose in TC vanno fatte alcune premesse sulla misura della dose di
radiazioni fornita (20); la misura dell’esposizione in TC non è infatti semplice e lineare come nel
caso della radiologia convenzionale e quindi le misure di Dose assorbita, Dose equivalente ed
Equivalente di dose efficace che vengono usate in radiologia tradizionale non possono essere
trasferite in TC:
– la Dose assorbita rappresenta l’energia depositata dalla radiazione per unità di massa (Kg). Si
misura in Gray (Gy) o in Rad (1 Gy =100 Rad).
– la Dose equivalente è il prodotto della dose assorbita (Gy) per un fattore di qualità che dipende
dal tipo di radiazione (FQ). Si misura in Sievert (Sv) o in rem. Il FQ per i raggi X è 1, quindi per i
raggi X 1Sv = 1 Gy.
– l’Equivalente di dose efficace prende in considerazione la suscettibilità al danno da raggi X dei
diversi organi. Consente di convertire una dose localizzata in un equivalente di dose a tutto il corpo
e permette di paragonare tra di loro le varie metodiche radiologiche. Si misura in Sievert (Sv).
In TC queste misure non possono essere usate, semplicemente perchè l’esposizione è continua
intorno al paziente e non generata da un solo punto come nella radiologia tradizionale.
L’esposizione avviene inoltre anche lungo l’asse longitudinale del paziente e per tale motivo sono
stati sviluppati indici di dose specifici:
– il CTDI (CT Dose Index) è la misura di base; rappresenta la dose assorbita per una singola
rotazione del tubo in un fantoccio standard sia all’interno che all’esterno del volume di scansione e
si misura in mGy.
– il CTDI w (CTDI weighted): rende conto della diversità della dose al centro del fantoccio ed alla
periferia. È uguale alla somma dei due terzi della dose periferica più un terzo della dose centrale.
– il CTDI vol (dose volumetrica): rende conto della dose di più strati adiacenti separati da gap o
sovrapposti. È uguale al CTDIw / pitch. Rappresenta l’indice di misura di dose preferito, viene
visualizzato sul display dell’apparecchio e non tiene conto della lunghezza totale della scansione.
– DLP (Dose Lenght Product): è uguale al CTDI vol moltiplicato per la lunghezza della scansione,
è espresso in mGy · cm ed è una misura visualizzata sul display.
Questi indici non tengono conto della varietà nella costituzione fisica dei pazienti, ma dipendono
solo dai parametri utilizzati fornendo, a parità di parametri, gli stessi valori per pazienti diversi.
Non sono quindi degli indicatori puri di dose al singolo paziente ma forniscono solo una stima della
dose ricevuta dal paziente.
A questo punto ci si potrebbe chiedere il motivo dell’aumento complessivo della dose alla
popolazione ed ai pazienti. Esitono molte risposte a quest’unica domanda: la principale è che
mentre in radiologia convenzionale l’esposizione ad alte dosi determina un’immagine scura e
scarsamente diagnostica, in TC l’utilizzo di alte dosi determina l’acquisizione di immagini di
miglior qualità. Inoltre esiste la tendenza ad incrementare il volume di copertura della scansione, ad
utilizzare un pitch sempre più basso per ottenere strati sovrapposti e migliori ricostruzioni
multiplanari, ad utilizzare gli stessi parametri per adulti e pazienti pediatrici e per sedi ad alto
contrasto intrinseco (come i polmoni, o la pelvi) e a basso contrasto intrinseco (quali l’addome) (56, 9).
Se vogliamo quantificare la dose in TC possiamo considerare che, ad esempio, la dose efficace per
una scansione TC del torace è dell’ordine degli 8-13 mSv (circa 400-600 volte > della dose di un
RX del torace). Inoltre la dose efficace per un’unica scansione, in alcuni distretti come la pelvi, può
arrivare a 20 mSv; in questo modo la dose assorbita dai tessuti in un esame TC può spesso,
purtroppo, raggiungere o superare i livelli minimi oltre i quali aumenta la probabilità di sviluppare
una neoplasia. Infatti secondo i dati emersi dai sopravvissuti alla bomba atomica il range di dose
per il quale aumenta la probabilità di sviluppare un tumore è 50-200 mSv.
Questo è da considerare specie per gli organi più sensibili come la mammella nello studio del
torace o il cristallino e la tiroide nello studio del cranio o del collo: la dose ricevuta dalle mammelle
in un esame TC del torace può essere dell’ordine dei 30-50 mGy, nonostante le mammelle non
siano gli organi direttamente studiati; alte dosi vengono ricevute dal cristallino negli esami TC del
cranio, dalla tiroide negli esami del cranio, del collo e del torace e dalle gonadi negli esami della
pelvi.
Nella tabella 1 viene riportato un confronto tra diversi esami radiografici e TC in termini
dosimetrici.
Anche l’impiego di mdc iodati ad alto numero atomico per via endovenosa o orale contribuisce ad
un aumento della dose ai tessuti profondi; le radiazioni infatti non attraversano le regioni corporee
ma vengono trattenute dal mdc nei vasi o nel tubo gastroenterico, acquisendo maggiore probabilità
di causare danni agli organi interni (2).
Tabella 1: dose efficace (mSv) ed equivalenti di dose (mrem) dei principali esami radiografici e TC
con il numero di radiografie del torace necessarie per eguagliarne la dose.
Ma qual è il rischio di sottoporsi ad un esame TC? Per ogni esame TC dell’addome eseguito in
un’unica scansione è stato stimato che il rischio di morte per cancro durante il corso della vita è
pari a 12/10.000 ovvero un rischio paragonabile al rischio medio di un anno di fumo di sigaretta e 7
volte > del rischio di morire per incidente stradale negli USA.
Il numero di morti attribuibili agli esami TC eseguiti in un anno negli USA è pari a 700-1800; per
600.000 esami TC eseguiti ogni anno in pazienti con meno di 15 anni di età in futuro dovremo
aspettarci 500 morti per tumore radioindotto, ma, di questi 600.000 bambini, circa 140.000
moriranno comunque di cancro per cause naturali. Un’esame TC determina quindi un aumento
della mortalità per cancro rispetto al tasso naturale, anche se di bassa entità (0,35%).
Secondo un recente sondaggio solo il 7% dei pazienti ammette di essere stato informato sui rischi
da radiazioni per esami TC, mentre il 22% dei Medici dichiara di fornire informazioni ai pazienti
riguardo le dosi. Nessun paziente e nessun medico sanno rapportare la dose di raggi x fornite da un
esame TC a quella fornita da una radiografia del torace. Il 49% dei radiologi sa che l’esposizione ad
esami con radiazioni ionizzanti comporta un aumento del rischio di tumore, mentre solo il 9% dei
medici ed il 3% dei pazienti ne è cosciente.
Il danno da radiazioni può essere di tipo deterministico o stocastico.
Il danno deterministico si verifica sempre dopo una certa soglia (0,5-1 mSv), la sua gravità aumenta
con l’aumentare della dose; esempi sono la cataratta, la perdita di peli e capelli, l’eritema e le
modifiche delle cellule ematiche.
Il danno stocastico non si verifica sempre; la probabilità di insorgenza aumenta con l’aumentare
della dose e non esiste una soglia certa; ne sono esempi i tumori, le mutazioni e le anomalie di
sviluppo.
In un follow-up di 55 anni su 35.000 sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki si è stimato
un aumento del rischio per cancro per esposizioni a 50-200 mSv.
Esistono notevoli controversie in merito al danno da raggi x e 4 teorie riguardo il rischio da basse
dosi di raggi x:
- rischio sconosciuto;
- nessun effetto dannoso documentato;
- effetto benefico di una bassa dose di radiazioni, poiché esistono degli studi che dimostrano
un ridotto rischio di tumore per esposizione a basse dosi;
- effetto dannoso.
Ad oggi non esiste nessuno studio che dimostri effetti dannosi o benefici dell’esposizione a raggi x
associata ad esami TC.
A questo punto una delle domande da porci è se la dose in TC spirale sia maggiore o minore
rispetto alla TC convenzionale. A tal fine è stato eseguito uno studio su 20 apparecchi TC spirale vs
7 apparecchi di TC convenzionale, utilizzando routinariamente nella pratica clinica 30 diversi
protocolli per lo studio dei vari distretti corporei. I risultati di questo studio sottolineano che la dose
erogata è stata, per ogni distretto studiato, significativamente minore con la TC spirale rispetto alla
TC convenzionale, anche quando in TC spirale venivano eseguite più scansioni rispetto alla TC
convenzionale. I motivi di tutto ciò sono:
1. tutti i protocolli in TC spirale prevedono mAs inferiori rispetto a quelli della TC convenzionale,
vista la limitata capacità termica del tubo spirale che impedisce l’eccessivo aumento della corrente
2. l’aumento del pitch (>1) utilizzabile in TC spirale può portare ad una riduzione della dose anche
del 50%.
In tab. 2 vengono riportati alcuni esempi per distretto corporeo che mostrano che la dose in TC
convenzionale è fino a 2 volte superiore alla dose in TC spirale (12)
Tabella 2: differenze esistenti tra dose fornita da un apparecchio TC convenzionale ed un
apparecchio TC spirale in alcuni distretti corporei.
Ma che cosa succede se passiamo dalla TC spirale singolo strato alla TC spirale multistrato?
Purtroppo in questo caso la tecnologia non ci ha aiutato a ridurre la dose come era successo con la
TC spirale infatti la TC multi-strato eroga una maggiore dose rispetto alla prima, in relazione ad
una serie di fattori tecnici tra cui la sovrapposizione dei tessuti irradiati, la posizione del tubo più
vicina al paziente e l’aumento della radiazione diffusa dovuto alle maggiori dimensioni del fascio.
Da un lavoro pubblicato in letteratura nel 2004 (7) è risultato che la TC multistrato comporta un
aumento del 16% della dose rispetto alla TC singolo strato nello studio del torace, del 59% nello
studio dell’addome e del 69% nello studio della pelvi.
Questa differenza è dovuta al fatto che il fascio di raggi x della TC multistrato ha una sezione
circolare ed una parte di esso, chiamata “penombra”, esce fuori dalla superficie rettangolare dei
detettori (radiazione diffusa). Inoltre, sebbene si tenda a trasportare i valori di mAs usati in TC
singolo strato sulla TC multistrato, in quest’ultima la minore distanza tra fuoco e isocentro (dovuta
alla geometria propria dello scanner) comporta una maggiore interazione delle radiazioni con il
paziente e una migliore qualità dell’immagine rispetto alla TC singolo strato a parità di mAs. Da
questo si evince che, trasportando i protocolli SSCT in una MDCT, si possono ridurre i mAs di
circa il 30% per ottenere la stessa qualità dell’immagine (18).
E’ pur vero che il modo con cui l’apparecchio viene usato è un fattore fondamentale dal punto di
vista dosimetrico ed è noto che esiste una variazione del 40% della dose in base a come viene
utilizzata la macchina stessa (18).
Con la TC multistrato, infine, grazie alla maggiore velocità di acquisizione dell’esame, si tende ad
eseguire più fasi con collimazioni più sottili anche ai fini di eventuali ricostruzioni 3D, con
conseguente maggiore esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Molti medici tra cui alcuni radiologi sono convinti che gli apparecchi TC di ultima generazione,
grazie alla loro rapidità nell’acquisizione delle immagini, comportino una minor esposizione alle
radiazioni ionizzanti, ma, sfortunatamente ‘tempo’ e ‘dose’ non sono sempre proporzionali,
sebbene con l’avanzare della tecnologia i tubi a raggi X siano diventati molto più potenti cosicché
essi attualmente possono erogare grandi quantità di raggi X durante un minor tempo di esposizione.
Nella pratica clinica esistono alcuni accorgimenti tecnici che possono essere adottati per ridurre
sensibilmente la dose con gli apparecchi TC multidetettore, che possono essere così esemplificati:
• limitare il volume esaminato all’indispensabile ai fini diagnostici;
• ridurre i mAs ed i kV: una riduzione del 50% dei mAs corrisponde ad una riduzione del 50%
della dose; numerosi studi effettuati su tutti i distretti corporei hanno dimostrato come sia possibile
ridurre la corrente senza inficiare la qualità delle immagini. E’ comunque dimostrato che la TC
addome può essere eseguita in modo ottimale con 120 KV invece che con 140 KV con riduzione
della dose del 20-40% (16). Pertanto un miglior compromesso nella TC del cranio in età pediatrica
si può avere con riduzione dei KV ed aumento dei mAs
• utilizzare un Pitch >1 con successiva sovrapposizione delle immagini durante la
ricostruzione. Il Pitch è il rapporto tra avanzamento del tavolo (espresso in mm) per ogni rotazione
del gantry e ampiezza del fascio di raggi X (in mm). Secondo gli studi non vi è alcuna differenza
nella qualità dell’immagine tra pitch di 1,5:1 e 0,75:1, ma si ottiene una riduzione della dose del
50% (15);
• impiegare il controllo automatico o manuale dell’esposizione alle radiazioni sull’asse Z,
impostando la quantità di rumore, i mAs minimi e massimi. Lo scanner calcola i valori di mAs
ai vari livelli in base ai dati ottenuti dallo scout in AP. Pertanto, la corrente viene automaticamente
ridotta nei pazienti di piccola costituzione e nelle sezioni anatomiche più piccole, presentando la
stessa quantità di rumore in ogni immagine (8);
• schermare in corso d’esame gli organi radiosensibili. Questa protezione mirata alla mammella,
alla tiroide, al cristallino, alle gonadi è importante in pediatria e nei giovani adulti, porta ad una
riduzione della dose pari al 45-76% ad organi radiosensibili non direttamente irradiati; per questo
sono immessi sul mercato particolari schermature oer gli organi radiosensibili (es. capsule
testicolari), che portano ad una riduzione della dose sino al 95% (3, 12);
• utilizzare protocolli ad hoc per i pazienti pediatrici; Non esiste un valore unico di mAs da
utilizzare in pediatria, sono state pubblicate delle tabelle nelle quali vengono indicati i parametri
migliori in rapporto alla grandezza del paziente; gli studi non dimostrano alcuna differenza nella
qualità delle immagini con pitch di 1:1 e di 1,5:1. In pediatria è inoltre ancora più razionale e
giustificato prendere in considerazione metodiche come Ecografia, Risonanza Magnetica e tecniche
alternative come la TC ad Alta Risoluzione (17);
• limitarsi alla rotazione parziale del tubo, per esempio 270° nell’esame TC del cranio;
• tenere un registro dei parametri di esposizione.
Questi accorgimenti tecnico-metodologici consentono al radiologo di rispondere al quesito
diagnostico con il danno minore possibile al paziente.
Nel paziente politraumatizzato, ad esempio, un esame completo per la ricerca di eventuali lesioni
traumatiche (cranio, rachide cervicale, torace, addome e pelvi) può essere acquisito mediante
singolo passaggio invece che con scansioni distinte: in questo modo si assiste ad un risparmio della
dose (DLP) del 17%, mantenendo costanti tutti gli altri parametri (mAs, kV, pitch, collimazione).
Così facendo la riduzione della dose deriva proprio dall’eliminazione delle sovrapposizioni esistenti
nello studio di regioni contigue (19).
Altro esempio di riduzione della dose possibile in condizioni di urgenza è quello dell’utilizzo della
TC spirale senza mdc nella colica renale: ultimamente sono apparsi molti lavori in letteratura che
dimostrano che con protocolli che riducono la corrente al tubo del 75% non si rilevano riduzioni
nella capacità di individuare calcoli delle vie urinarie (21), e che, ad esempio, utilizzando 80 mAs
invece che 160 mAs si ottiene comunque un’elevata accuratezza nell’individuazione dei calcoli per
Pazienti di peso inferiore ai 100 Kg o ancora che possono essere ottenuti ottimi risultati
nell’individuazione di calcoli anche utilizzando pitch > 2 (10). Anche nell’esecuzione della cardioTC, che sta prendendo piede in emergenza per lo studio del dolore toracico sostenuto da patologia
coronarica acuta, molti lavori in letteratura dimostrano che, con apparecchi multidetettore si
fornisce una dose efficace di 7,1-11,9 mSv (variabile in funzione del sesso, volume e parametri di
scansione), contro la dose efficace di una coronarografia (della durata di 5,7 minuti) di circa 9,4
mSv (1). In uno studio su fantoccio del 2003, invece, la dose della coronaroTC è risultata superiore
a quella dell’angiografia (13). Per questo specifico tipo di esame l’alta dose di esposizione obbliga
il radiologo a fornire il maggior numero possibile di informazioni diagnostiche non solo sulle
coronarie, ma anche su polmone, strutture mediastiniche e aorta toracica ed impone una precisa
indicazione clinica e lo sviluppo di protocolli ottimizzati e standardizzati.
Cosa possono fare le case costruttrici per ridurre il rischio dell’esposizione alle radiazioni
ionizzanti?
- Essere consapevoli delle alte dosi erogate dagli apparecchi TC;
- Introdurre su tutti gli scanner il controllo automatico dell’esposizione;
- Immettere dispositivi di sicurezza per evitare esposizioni non necessarie;
- Consentire la visualizzazione della dose sul monitor;
- Permettere comodità e facilità nell’utilizzo di protocolli a bassa dose e di protocolli per
adulti e bambini.
Un capitolo interessante che merita attenzione particolare è l’impiego della TC in gravidanza. E’
una decisione difficile valutare se irradiare o meno una donna in gravidanza. In alcune situazioni,
quali ad esempio il sospetto clinico di embolia polmonare, effettuare una TC potrebbe essere in casi
selezionati una scelta corretta mentre altre situazioni vanno studiate con maggior attenzione. Alte
dosi sono molto dannose per il feto, potendo indurre neoplasie, ritardo di crescita, ritardo mentale e
morte. Con dosi inferiori a 50 mGy, ovvero la dose equivalente di una TC torace-addome-pelvi con
mezzo di contrasto, il rischio stimato di anomalie fetali o aborti è bassissimo. Il rischio di
malformazioni diventa reale a dosi maggiori di 150 mGy.
In conclusione, qualunque sia il tipo di apparecchio impiegato, il radiologo resta comunque il
garante dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, ed è suo compito applicare il “principio di
giustificazione”, cioè assicurarsi che il paziente non venga irradiato ingiustificatamente.
Quale deve essere il ruolo del Radiologo per ridurre i rischi dell’esposizione alle radiazioni
ionizzanti?
La richiesta di esami TC dovrebbe essere effettuata solamente da staff medici qualificati, che, in
concerto con il medico radiologo, sono responsabili della valutazione costi-benefici. Dovrebbero
inoltre essere fruibili, da parte dei clinici e dei radiologi, delle linee guida riguardo gli esami ed i
protocolli più appropriati, tenendo conto di metodiche alternative come la RM o l’ecografia, nei
casi in cui queste possano essere sufficienti per ottenere le stesse informazioni diagnostiche. Va
considerata inoltre la reale necesssità di somministrare il mezzo di contrasto.
Gli esami TC non dovrebbero essere ripetuti senza una giustificazione clinica e dovrebbero essere
limitati all’area di interesse. Il clinico ha la responsabilità di comunicare al radiologo eventuali
precedenti esami TC. Gli esami TC a scopo di ricerca che non possiedono una giustificazione
clinica (immediato beneficio della persona che si sottopone all’esame) dovrebbero essere soggetti a
critica da parte di un comitato etico.
Inoltre, gli esami TC del torace in giovani donne devono essere giustificati a causa delle elevate
dosi ricevute dalle mammelle.
La TC in gravidanza può non essere controindicata specialmente in urgenza, anche se l’esame deve
essere attentamente giustificato.
L’utilizzo delle radiazioni in diagnostica per immagini è regolato dal principio secondo il quale
immagini di adeguata qualità diagnostica devono essere ottenute con la più bassa dose radiante
ragionevolmente possibile. Da un lato vi è la necessità di esaminare il paziente in modo completo
ed esaustivo, dall’altro la richiesta pubblica di ridurre la dose radiante.
Gli esami TC non dovrebbero essere ripetuti senza una giustificazione clinica e dovrebbero essere
limitati all’area di interesse e, una volta che l’esame è stato giustificato, rimane del radiologo la
completa responsabilità nell’assicurarsi che l’esame venga eseguito con la tecnica opportuna.
Il Medico Radiologo ha quindi il compito di valutare l’indicazione clinica all’esame richiesto dal
Medico Curante, ha la responsabilità di gestire tecnicamente l’esame ed il progressivo iter
radiologico, i controlli, il follow-up.
Bibliografia revisionata redazionalmente rif. Lavoro N. 2165 (N.B.: La Bibliografia va redatta in
ordine alfabetico; sino a 6 autori si citano tutti, da 7 autori in poi si citano i primi 3 seguiti da et al)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
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