Giovanna Frosini Corso di Storia della lingua italiana Dante

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Giovanna Frosini Corso di Storia della lingua italiana

Dante, Petrarca, Boccaccio e la lingua del Trecento

. L INGUA E CULTURA NELLA T OSCANA MEDIEVALE .

perduto anche ben presto anche nel Medioevo, dato il processo di toscanizzazione. L'asse dello sviluppo della lingua letteraria punta verso la Toscana.

 -- --

Nascita della lingua letteraria presso la Magna Curia di Federico e Manfredi epocale.

della regione:

Lucca Pistoia

siciliano illustre / per noi perduto, ma Ruolo fondamentale della Toscana nello sviluppo della lingua e della letteratura italiane: la Toscana raccoglie il primato del regno normanno-svevo e lo sviluppa nel quadro di una diversa civiltà, che è quella comunale e borghese. La toscanizzazione della poesia siciliana è il caso più alto e significativo (ma non l'unico) di questo passaggio storico-culturale che ha portata

* Elementi storico-geografici che creano importanti contatti con realtà esterne e contribuiscono in modo determinante all'assetto linguistico : centro principale della Toscana longobarda; intensi contatti col nord d'Italia attraverso la via Francigena; aveva ugualmente facili collegamenti col nord (passo della Collina); -- *

Pisa

acquista durante il Basso Medioevo un ruolo preponderante, e ha una posizione prioritaria nell'arco tirrenico, stabilendo immediati rapporti con Genova e la Provenza.

Concentrazione urbana

popolosa [200.000])  eccezionale per l'Italia dell'epoca; Siena, Pisa, Lucca sono grandi città (40-50.000 abitanti, superiori a Roma e Napoli) – nel 1260 Firenze superava i 50.000 abitanti; dopo il 1300 superava i 100.000 (paragonabile solo Venezia, Parigi fuori d'Italia più ruolo della borghesia comunale, mercantile e artigiana   dà impulso alla

pratica del volgare

: dal sec. XIII emergono e si moltiplicano le scritture di tipo sia pratico che letterario.

Nessuna regione, al di fuori della Toscana, possiede una documentazione volgare tanto ricca e variamente distribuita fra i diversi centri, da consentire una caratterizzazione di molte delle singole varietà su base addirittura duecentesca.

Alla ricchezza della Toscana corrisponde l'instaurarsi di una produzione scrittoria senza eguali per qualità e vastità.

I più antichi documenti toscani, dal sec. XI alla prima metà del sec. XIII, si

1

riferiscono alla realtà economica e sociale dei comuni toscani [Baldelli]

; significativo è il confronto con la produzione dell'Italia mediana, legata invece all'ambito longobardo-benedettino  oltre che di civiltà dei comuni si può parlare di una civiltà del commercio  una prodigiosa

civiltà di mercanti.

 Fattori che aiutano a comprendere questa fioritura: il grande sviluppo socio-economico; il diffondersi della scolarità, particolarmente a Firenze, che era probabilm. la città europea più avanzata da questo punto di vista  cifre del diffusa.

Villani

[attendibili]: nel 1338 ci sono a Firenze da 8.000 a 10.000 bambini e bambine «che stanno a leggere», da 1.000 a 1.200 «fanciulli che stanno ad imparare l'abbaco e algorismo», mentre «quegli che stanno ad apprendere la grammatica e loica in quattro grandi scuole» sono 500-600: la cultura era dunque largamente l'organizzarsi della produzione culturale e del mercato librario.  Nella Toscana:

predominanza di

Pisa

e dell'area occidentale fino alla seconda metà del Duecento ( Uno dei primi documenti di mercantile, è il  battaglia della Meloria 1284, drammatico punto di non ritorno della decadenza pisana).

AREA TOSCANA conto navale pisano

conservato a Filadelfia. Si tratta del , che testimonia il grado di maturità raggiunto dal volgare sulla spinta di una evoluta civiltà , dei primi decenni del 1100 (o ancora della fine del secolo precedente), scoperto da Ignazio Baldelli nel 1973 sul foglio di guardia pergamenaceo di un codice di Isidoro

primo esempio di registrazione contabile

.

Esso rimanda al primato dell'area occidentale, in cui si ebbe la prima notevole espansione dell'uso del volgare scritto.

Quindi:

ascesa di Siena e di Firenze

medievale il suo dominio sulla Toscana, con le uniche eccezioni di Siena (fino al 1555) e di Lucca (che rimarrà indipendente fin quasi all'unità d'Italia). Dal 1252 a

Firenze

, che imporrà in epoca si conia il fiorino d'oro, simbolo dell'

ascesa economica

della città. La crescita economica pone Firenze alla fine del secolo in posizione di priorità; nel Trecento è il maggiore centro finanziario d'Europa.

Il secondo Duecento vede dunque l'ascesa di Firenze

Firenze. : la stessa terribile sconfitta di Montaperti (1260) non è altro che una battuta d'arresto; la vittoria di Benevento (1266) è certo il risultato delle forze politiche di Carlo d'Angiò, ma anche dell'oro di Firenze. Ne consegue, nel Mezzogiorno, un quasi monopolio finanziario e commerciale delle compagnie bancarie fiorentine [gli Acciaiuoli a Napoli], e in Toscana e nell'Italia centrale l'ormai sicura prevalenza di 2

A

Firenze

risalgono al 1211 i

Frammenti

di un libro di conti di una compagnia bancaria:

primo esempio di un libro di conti.

La produzione dilaga fra 1275 e 1300

e oltre la soglia del 1300, con un prodigioso articolarsi anche sociale  la Toscana appare veramente come la

«regione con la penna in mano»

/ mercanti: compagnie di vario tipo; piccoli artigiani.

letterario di questa prosa sono le lettere dei mercanti e dei banchieri senesi e fiorentini

vivo della presenza del parlato, ma pur sempre testimonianza di una pratica di scrittura. Pratiche della mercatura [prontuari con informazioni merceologiche, di economia, di scambi applicati; la più nota è quella di Francesco Balducci Pegolotti] e libri d'abaco [matematica applicata a problemi commerciali e finanziari] per le esigenze della mercanzia / ambito politico e amministrativo: gli statuti di comuni, confraternite, corporazioni, ecc. / le donne / ambito cancelleresco: fino all'esempio straordinario della cancelleria medicea. Questi documenti offrono una prosa vigorosa, esatta nel lessico, rapida nella sintassi, intensa espressione degli affari e dei traffici.  

D ANTE E LA

C OMMEDIA

. forse dal 1304 (o poco più tardi);

Il capolavoro anche

, in uno stile rapido, intenso, concreto, Riferimenti cronologici essenziali: opera scritta dopo l'esilio [1301],

entro il 1309

è composto l'

Inferno

(fuori Toscana) /

nel 1310-1313

(Casentino) è composto il

Purgatorio

/ nel

1315

sono prob. già in circolazione Inf. e Purg. //

nel 1315-1321

viene scritto il

Paradiso

(Verona e Ravenna). La diffusione della Commedia iniziò dal Nord  è importante questo legame fra Firenze e Nord Italia, che vede procedere di pari passo diffusione della Commedia e diffusione del fiorentino.

iniziò così la sua espansione, destinata a durare alcuni secoli. Sulla scia di Dante si pongono Petrarca e Boccaccio.

Il fiorentino

* Non si sopravvaluterà mai l'importanza linguistica di Dante. Vero padre della lingua italiana laddove si intenda «lingua» nel senso di *

una lingua capace di tutti gli usi letterari e civili Dante è un laico

dell'Occidente medievale, nella quale egli porta . L'opera di Dante ha una carica straordinaria e potente, che trasforma d'un balzo il fiorentino due-trecentesco in lingua, una grande lingua capace di esprimere ogni situazione, ogni concetto, ogni stato d'animo. , autore dell'opera più rappresentativa

i valori del pensiero cristiano

: il valore primario e intangibile della persona; il senso della libertà dell'individuo, a cui è affidata la scelta fra bene e male. Niente di ciò che abita l'uomo è estraneo a Dante, e niente va perduto nel suo universo, il gesto quotidiano che salva o danna l'individuo. 3

Dante è l'uomo mortale che cammina nell'universo, e porta con sé la storia: la storia grande del suo tempo, la storia minima della sua città, dei suoi amici, della donna della giovinezza. 

La

Commedia

è un universo linguistico

, in cui tutte le lingue sono presenti:

le lingue del passato

: il latino / gli arcaismi del volgare / i sicilianismi;

le lingue altre

: francesisimi / provenzalismi;

la lingua del presente

: il fiorentino in tutta la sua varietà;

la lingua del futuro

: i neologismi coniati da Dante;

le lingue speciali

: le lingue della scienza / della filosofia / della teologia.    Quali sono le vie seguite da Dante per fare della lingua fiorentina la lingua della

Commedia

? -- peso importante del esempi:

Paradiso latino

 VI e XXXIII grande presenza di latinismi: attinti dai classici / dalle Sacre Scritture / dalla filosofia agostiniana e tomistica / dalla scienza medievale. esempi di latinismi scientifici:

tetragono

ai colpi di ventura (Cacciaguida); Quale ne'

plenilunii

sereni (Par. 23); il linguaggio dell'astronomia.  terzina intera in latino: Cacciaguida a Dante (Par. 15), nel momento di estrema solennità // Purg. XXX: Manibus, oh, date, lilia plenis! (per Beatrice, da Virgilio). --

varietà del volgare

, che adopera tutti i registri e tutto il lessico della lingua: 

livello basso: registro realistico

 Inf. XXI (Malebolge), Inf. VIII (Filippo Argenti). 

livello medio: registro della soavità e della dolcezza

-- ma ciò che più colpisce è  Purg. I: dolce color d'oriental zaffiro / Poi sorridendo disse di Manfredi Purg. III

l'incrocio di queste varietà, la suprema libertà

 con cui Dante usa la lingua secondo le situazioni, i personaggi, gli stati d'animo: Inf. V: Quali colombe dal disio chiamate (Francesca)   intromissioni di termini realistici nel Paradiso: Par. XVII (Cacciaguida): e lascia pur grattar dov'è la rogna // Par. XXVII: San Pietro su Bonifacio VIII // Par. XXXIII: ficcar lo viso per la luce etterna. 

Varietà di esiti dialettali

: -- forme lucchesi / bolognesi e settentrionali / sarde, ecc.

Fondo linguistico fiorentino

: il poema si presenta come opera fiorentina // per i caratteri fonetici e grammaticali:

struttura sintattica fondamentale

fiorentino e la lingua della Commedia.

essenziali caratteri fonetici; sistema della declinazione nominale e verbale; la massima parte della coniugazione verbale; la indicano coincidenza fra il

4

-- Libertà di Dante di fronte alle strutture del fiorentino del suo tempo [più esattamente: soprattutto il fiorentino della sua giovinezza] e di fronte al lessico, che egli sceglie e adatta come vuole: alternanza dicea / diceva; manicare e manducare / mangiare (manichiamo introcque 'mangiamo intanto' Inf. XX, dal fiorentino popolaresco), ecc.; acccanto a avrei, avria (dal siciliano, ma quasi soltanto in rima), ecc. -- Esempio sommo di questa libertà sono al sol si disigilla Par. XXXIII.

• R IASSUNTIVAMENTE : PLURISTILISMO , i neologismi danteschi POLIMORFISMO ,

: transumanare Par. I / s'io m'intuassi come tu t'inmii Par. IX / la neve

MA SEMPRE IN UN CONTESTO LINGUISTICO SALDAMENTE FIORENTINO .

P ETRARCA e la lingua del

l'ultimo anno della sua vita]. ed espressione dell'

Canzoniere

. [Petrarca muore nel 1374; la stesura del Canzoniere si colloca fra la fine degli anni quaranta – dopo la peste del 1348 in cui morì Laura – e * Grande opera poetica, composta da 366 fra canzoni, sonetti e poche altre forme, divisa nelle due sezioni in vita e in morte di Laura, ma in realtà opera fondamentale della cultura occidentale nella costruzione

io poetico, inteso come spazio della coscienza

testimoniato nel 'codice degli abbozzi'

Vat. lat. 3196

. Lavoro pluridecennale di elaborazione, revisione e correzione, . Del Canzoniere abbiamo la forma definitiva, nel cod. 

Vat. lat. 3195

, in buona parte autografo di Petrarca e altrimenti scritto sotto la sua sorveglianza. // fatto di grande importanza: P. è il primo grande autore volgare del cui uso grafico siamo a diretta conoscenza //. La lingua poetica – di matrice fiorentina – raggiunge la massima perfezione ed eleganza, tanto da costituire per secoli

un modello indiscusso

in Italia e in Europa. – Il son. I come esempio di lingua perfetta e stile elevato. Petrarca è fiorentino d'origine familiare, ma nato esule, cresciuto ad

Avignone

, dove Simone Martini gettava il seme del gotico internazionale, e vissuto poi in città dell'

Italia settentrionale

.  Petrarca seleziona e sceglie rispetto alla lingua della tradizione; il suo è un

MONOLINGUISMO E MONOSTILISMO DI ELEZIONE

. Se Dante fa convivere linguaggi, registri, stili e generi diversi, Petrarca sceglie, seleziona, rastrella la lingua alla ricerca del poeticamente perfetto: non c'è piota 'pianta del piede', non c'è gamba in Petrarca, ma solo bel piè. Petrarca sancisce l'alternanza – tipica della poesia italiana – fra core (forma di ascendenza siciliana) e cuore (regolare forma fiorentina), sancisce l'ingresso di termini aulici (augello, prov.), 5

che tali rimarranno fino a Leopardi e alla sua straordinaria commistione di aulico e quotidiano. 

B OCCACCIO ,

Decameron

.

Il

Decameron

, primo grande libro della narrativa moderna, fu composto dopo il 1348 – anno della peste (che solo a Firenze produsse più di 100.000 morti) – e Boccaccio vi lavorò a lungo, per il resto della vita; si parla oggi di una una

successiva redazione

di dono. letteratura.

prima redazione

Dichiarazione dell'autore: «  codice It. 482 della Bibliothèque Nationale di Parigi [anni sessanta], scritto da Giovanni di Agnolo Capponi e tutto illustrato probabilm. da Boccaccio stesso, e di , testimoniata dall'autografo Hamilton 90, scritto in semigotica libraria a Certaldo negli anni 1370-1372, che si presenta con la forma del libro scientifico, preparato come esemplare * Il Decameron rappresenta l'assunzione del genere 'novella' nell'alta

le presenti novellette … in fiorentin volgare e in prosa scritte … in istilo umilissimo e rimesso

» [IV Introd. 3]; e dedicate alle

donne

, soggetto, oggetto e simbolo della passione umana. 

Grande scarto della prosa

che si realizza col

Decameron

: la prosa non era ancora stabilizzata su una tradizione salda  pochi e comunque limitati i precedenti:

Novellino

: contesti limitati; struttura a prevalenza paratattica //

Vita Nuova

Si può affermare perciò che e

Convivio

: prosa legata alla poesia, e comunque (almeno nel secondo caso) non narrativa.

LA TRADIZIONE DELLA PROSA LETTERARIA ITALIANA NASCE COL D ECAMERON .

 La prosa di Boccaccio diviene

modello della prosa italiana

// prescelto da Bembo, avallato da Lionardo Salviati e dalla Crusca.  Il Decameron presenta una

GRANDE VARIETÀ NARRATIVA

VARIETÀ STILISTICA

[varietà linguistica] || novella di Calandrino e Buffalmacco [lessico alimentare] || novella di Federigo degli Alberighi [lessico della nobiltà e della cavalleria] – sul Lucia Battaglia Ricci: struttura ascensionale da I.1 a X.10]. Realismo linguistico [ora per mimesi (= ricostruzione dell'ambiente, realismo), ora per parodia]: il veneziano di monna Lisetta / il toscano rustico del prete di Varlungo e della Belcolore / il gioco linguistico nella burla di frate Cipolla (Verbum-caro-fatti-alle finestre) – anche se è costante la 

VARIETÀ LINGUISTICA

|| novella di Andreuccio da Perugia

modello della Commedia ricerca di uno stile nobile e regolato

[interpretazione di . 

Giovanni Nencioni

: «un impasto né aulico né plebeo, ma nobile per un connaturato aderire alla tradizione letteraria e per una costante 6

ricerca di regolarità [si tende perciò a smussare il polimorfismo] … ma non si rinuncia alla libertà di ricorrere agli estremi dell'arcaismo, del plebeismo dove la situazione e il tono lo richiedano».  È il primo e fondamentale problema che si è trovata ad affrontare una

narrativa

che si ambienta non nel mito, ma in

una realtà vicina e contemporanea

, in cui parlano non più gli eroi ma

i mercanti e le donnette

. Diversi livelli di soluzione:  Nei

discorsi diretti

si trovano i primi sintomi della

registrazione del parlato

-- anacoluti --

che

: -- dislocazioni polivalente

--

 mancate concordanze -- forme alterate dei sostantivi, ecc.

Complessa ipotassi

forte impronta latina della sintassi, con posposizione dei verbi alla fine del periodo.

Vedi sopr. le introduzioni delle giornate. Inoltre:

uso dei nessi

(adunque, allora, appresso, quantunque volte…);

uso del relativo per iniziare il periodo

: per latinismo.  Nelle sue forme normali, la prosa del Boccaccio è

LIVELLO MEDIO ALTO

inseriscono nel fiorentino coevo [Serianni].

FIORENTINA DI

. Le strutture grammaticali dell'Hamilton 90 si 7

L'espansione del fiorentino letterario nel resto d'Italia

Affermarsi del fiorentino come lingua letteraria:

-- -- --

forza demografica ed economica di Firenze

trasformazione, accumulo di capitali Nord Italia e col Nord Europa

ragioni linguistiche

fiorentino è il dialetto romanzo che si è mantenuto più vicino al latino [es.: LINGUA STRATA > strada, del fiorentino; fondamentali sono le

ragioni letterarie

Toscana  LACUS

scritta, letteraria

. : lingua ufficiale della cultura. > lago, POTERE :  industria di  col denaro e coi mercanti di Firenze circolano la sua

lingua

e la sua

letteratura

// contatti col

vicinanza del fiorentino al latino

> lingua fior.; lengua senese]. Questa vicinanza al latino ha avuto un peso rilevantissimo in un'epoca in cui il latino è ancora la

Posizione centrale del fiorentino

fiorentino è un dialetto centro-meridionale, ma alle sue origini ha recepito alcuni tratti dei dialetti settentrionali, come la sonorizzazione: > podere (da Bologna), ecc. resero più disponibili ad accogliere la lingua che veniva da Firenze.  il : il Inoltre, alcuni dialetti settentrionali – come il bolognese o i dialetti veneti – presentano alcuni elementi di somiglianza col fiorentino che li E tuttavia, queste ragioni non sarebbero state sufficienti alla diffusione : è alle tre grandi opere del Trecento fiorentino che si deve in primo luogo la diffusione della lingua di Firenze fuori di

il fiorentino si è diffuso prioritariamente per via

 Ma l'Italia non ha un centro di potere, né ha avuto il movimento della Riforma; ne consegue, come rilevato da Francesco Bruni, che

l'italiano è stato una lingua senza impero, che si è diffuso per la forza del suo prestigio culturale

.  Fenomeno capitale per la diffusione dell'italiano è la Magonza, dove per la prima volta si usarono i caratteri mobili. 1454-1455: Bibbia di Gutenberg: Bibbia delle 42 linee. In

Italia

Roma, dove stampano classici latini. Europa) diventa

Venezia

Magonza, introdusse la stampa nella città. 1470: I ed. veneziana del Canzoniere di Petrarca 1471-1472: Bibbia tradotta in italiano

STAMPA

, inventata poco dopo la metà del Quattrocento da Guntenberg a i primi stampatori furono tedeschi: Sweynheym e Pannartz furono invitati a Subiaco, nel monastero benedettino; nel 1465 appaiono i primi libri italiani a caratteri mobili: opere di Cicerone / Lattanzio / Agostino. Dopo il 1467 i due tipografi si trasferiscono a Ma ben presto il centro principale della stampa in Italia (e quindi in : nel 1469 Giovanni da Spira, fuggito da 8

1471: I ed. veneziana del Decameron [1471: a Foligno, I ed. a stampa della Commedia]. A Venezia convergono stampatori da tutta Italia collaborazione con   nuovo nuovi

formato caratteri P IETRO B

prodotto di raffinato design

EMBO

: 'tascabile' del libro  

A LDO M

nuova idea di libro

ANUZIO

, da Roma / stampa dal 1494 / importanza fondamentale dal 1496 della 'aldini', 'italici' (il nostro corsivo): eleganti, leggibili,  soprattutto,

nuova attenzione linguistica e filologica

. 1501: edizione di Virgilio

1501: Petrarca del Bembo 1502: Dante del Bembo

-- Queste elegantissime e raffinate edizioni rappresentano una novità decisiva:  portano all'attenzione dei dotti due massimi esempi del

fiorentino letterario trecentesco

;  inaugurano un

nuovo sistema di interpunzione e di segni diacritici

(apostrofo);  presentano una 

veste ineccepibile per filologia e lingua

, soprattutto per il Petrarca. Queste edizioni segnano la

nascita della filologia italiana

, e insieme offrono al pubblico dei dotti un

preciso modello di lingua letteraria

. Seguono, nel

1505

, gli

Asolani

 opera originale di Pietro Bembo, a imitazione di Petrarca e Boccaccio: hanno avuto un'importanza che è stata paragonata da Paolo Trovato a quella dei primi Promessi Sposi. 9