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COMITATO per la SALUTE MENTALE in PIEMONTE
Il 3 giugno la Giunta Regionale del Piemonte approva la delibera no 30 sul riordino della
residenzialità psichiatrica che rischia di mettere a repentaglio i percorsi di cura. A partire da quel
momento tutte le realtà coinvolte si attivano chiedendone il ritiro. Vengono presentati ricorsi al
TAR e la delibera è sospesa perché "potrebbe creare danni gravi e ineparabili". Il dibattito pubblico
sul tem4 però, stenta a decollare. Il23 e rl24 Ottobie 2015 presso il Caffè Basaglia si tengono le
"Giornate basagliane" . lrr:frzia il processo di costituzione del Comitato per Ia salute mentale in
Piemonte.
Si tratta di un comitato trasversale che mira a promuovere iniziative comuni e il confronto
permanente fra soggetti diversi che condividono alcune posizioni di fondo sulla salute mentale:
àssociazioni di volontariato, utenti, familiari, operatori pubblici e privati, organizzazioru
professionali, sindacat!
L'obiettivo è rurire le forze e rompere il silenzio. A fronte di una necessità di riordino dei servizi,
da tutti riconosciuta, nella società piemontese domina una sconcertante assenza di confronto e
pubblico dibattito, che ha probabilrnente favorito l'elaborazione autorefereruiale di prowedimenti
iegislativi inadeguati. Attraverso il comitato si'intende costituire un gruppo 6i fsnnszione
pelrmanente che produca iniziative culturali e stimoli una riflessione seria e partecipata sulla salute
mentale
piemontese
I soggetti
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aderenti, pur mantenendo le loro differenze, condividono
i seguenti principi fondamentali:
al centro sta la persona e non la malattia: i percorsi di cura non riguardano solo il controllo
dei sintomi e àei comportamenti: mirano alla guarigione e all'evoluzione personale, a
garantire la qualità di vita, il rispetto dellà soggettività e dignità, f inclusione sociale, il
rifiuto dell'emarginaziane e delf istituzionàlizzaziane, la lotta allo stigrna;
la priorità ,u ui giovani che attraversano Ie prime fasi del malessere, in un'ottica di
prevenzione; alle persone più gravemente sofferenti, bisognose di sostegno e cure protratte
nel tempo;
i servizi sono orientati dai bisogni, dalle prefeienze e dalle critiche degli utenti e dei loro
famigliari;
Ie cure non possono limitarsi alla "colloc aziofle" in contenitori fra loro non integrati ed
avulsi dal mondo circostante. Occorre garantire percorsi personalizzati e flessibili, costruiti
attraverso la co-progett azione e il dialogo trà utenti, servizi delle divers e agenzie e familiari;_
coordinamenio dei percorsi nell'ottica della continuità, dall'esordio, alle crisi, al
trattamento a lungo termine, spetta al Centro di salute mentale pubblico;
l'azione dei servizi pubblici deve articolarsi con quella del privato in un rapporto trasparente
di partnership e co-progettazione;
è doverosa una costante riflessione critica sul ricorso alle pratiche coercitive (tso,
contenzione meccanica, ecc);
è da respingere ogni forma di istituzionalizzazione mascherata da terapia per i pazienti
. il
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o
o
.
autori di reato;
è indispensabile iI pieno rispetto dei diritti e della dignità professionale dei lavoratori
impegnati in salute mentale, inscindibile dal rispetto dei diritti degli utenti. I1 lavoro sulla
relaziotenon può prescindere dalla serenità e dal benessere di chi lavora.
la richiesta, glàgiunta da piu parti, alla Regione di
istituire una Consulta o Osservatorio permanente sulla Salute Mentale, che comprenda tutti $li utPI
coinvolti, e in primo luogo le associazioni di utenti e familiari, per monitorare Ia qualità dei servizi,
Il comitato si pone anche l'obiettivo di sostenere
gli esiti dei trattamenti
e
la soddisfazione di utenti e familiari.