Chi vuole uccidere la psichiatria? - Società Italiana di Epidemiologia

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L’altra faccia di una disciplina dimenticata: analisi in esclusiva della Società di epidemiologia psichiatrica
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Dal crollo del personale al rapporto medici/pazienti: cronaca del disagio mentale
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RIFORMA BASAGLIA
Addio Opg, tocca alle Rems
Chiusi gli ospedali giudiziari va cambiato il Codice penale
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La psicopatologia
non può attendere
SIRACUSANO A PAG. 3
STARACE A PAG. 2-3
Le «Gazzette Ufficiali»
delle Regioni
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2-4
Beni e servizi
Cassazione
Tribunale
Dal Governo
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Focus Mef
sugli acquisti
centralizzati
Consip:
per B&S
risparmi
fino al 43%
Chi dispone
il trasporto
del ricoverato
risponde
della mancata
prevenzione
di incidenti
Anche se
l’intervento
è riuscito va
risarcita la
complicanza
non spiegata
al paziente
Focus
GOBBI A PAG. 6
7
I - VIII
8-9
Aziende/Territorio
10
Lavoro/Professione
11
Aderenza frenata dai budget
Monitoraggio di Cittadinanzattiva-Tdm tra i camici bianchi
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Primo piano
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L’INDAGINE
Il paradigma delle malattie rare
GUIDA ALLA LETTURA
Dibattiti
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MAGNANO A PAG. 8-9
2
PRIMO PIANO
ANALISI SIEP/ Dsm sotto organico: solo nel 2015 il settore ha perso 10mila unità
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Assistenza diseguale: Molise, Umbria, Abruzzo e Basilicata in coda
Nota metodologica
Q
uale riferimento iniziale è stato adottato il
parametro contenuto nel Dpr 1° novembre 1999 di «Approvazione del Progetto obiettivo Tutela salute mentale 1998-2000». Tale documento assegnava al Dsm «tendenzialmente
un organico di almeno un operatore ogni 1.500
abitanti» (corrispondenti a 66,6 x 100.000 abitanti). Nella maggior parte dei casi, esso è stato
“diluito” dalla successiva modifica del capo V
della Costituzione che ha dato autonomia organizzativa delle Regioni. Si è pertanto utilizzato il
valore medio nazionale. I calcoli effettuati prendono come riferimento la popolazione residente adulta.
I dati pubblicati dal ministero presentano alcuni limiti. Oltre ai veri e propri errori materiali
(es.: sottoinsiemi la cui numerosità è maggiore
degli insiemi di estrazione), va segnalato che il
resoconto mette sullo stesso piano personale a
tempo indeterminato e a tempo determinato, di
ruolo e a contratto, a tempo pieno e part-time.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Liguria
V. d’Aosta
12,8
Sicilia
11,7
Pa Bolzano
12,5
11,6
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12,0
10,4
Calabria
10,2
Toscana
Piemonte
Emilia R.
10,1
Sardegna
Friuli V.G.
Campania
9,7
8,4
Puglia
Italia
8,4
Veneto
9,7
8,1
Marche
9,7
7,8
Abruzzo
Basilicata
7,5
Lazio
Lombardia
7,2
9,0
6,7
Molise
5,2
mbria fanalino di
coda sul fronte
della presenza di medici nei Dipartimenti di
salute mentale, con
tassi del 50% più bassi
rispetto alla media nazionale. Ma anche altre Regioni non riescono a garantire la presenza di 1 medico ogni
10.000 abitanti: Molise,
Lazio, Abruzzo, Marche, Veneto, Puglia,
Campania e Sardegna.
Svetta la Valle d’Aosta con 18,7 camici
bianchi ogni 100mila
abitanti, seguita da Liguria (13,5 medici) e
Sicilia (12,8).
Analogo discorso vale per le esenzioni dal
servizio derivanti da normative diverse (es.: legge 104) o da motivi di salute (es.: esenzione da
servizio di reperibilità o di guardia notturna). È
evidente che una semplice “conta delle teste”
non rende ragione della capacità assistenziale
delle stesse quando le variabili citate non sono
armonizzate in una misura di «tempo pieno
equivalente, Tpe». Va inoltre considerato che il
dato fornito, pur disaggregato per qualifiche,
non corrisponde necessariamente a personale
direttamente impegnato in attività assistenziali
(come invece prevedono gli standard ospedalieri): non è possibile cioè conoscere quanti operatori Tpe sono direttamente impegnati nell’assistenza, in una determinata area territoriale. Infine, nel calcolo non è compreso il personale
delle strutture sanitarie convenzionate con il
Dsm, in quanto tale rilevazione è stata giudicata,
allo stato, poco attendibile.
Personale dei Dsm: medici/100.000 abitanti
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Fonte: elaborazione Siep su dati ministero Salute
L’APPELLO AL GOVERNO
al ministro alla Salute, psichico nella popolazione: si calcola ad esempio che soai Presidenti Regioni, lo nel periodo 2006-2013 il numero delle persone che
ai Presidenti Pp.Aa. presentano sintomi di interesse psichiatrico (ansia e depressione, innanzitutto) sia cresciuto di oltre 1 milione.
Ma i Ssm devono anche confrontarsi con bisogni nuovi e
ivolgiamo un appello urgente per richiamare l’attenzione di straordinariamente impegnativi: dalla gestione territoriale
Governo, Parlamento e Assemblee Regionali sulle dram- dei pazienti psichiatrici autori di reato, alle condizioni di disagio
matiche condizioni del Sistema di Cura per la Salute psichico di utenti extra-comunitari, alla vera e propria “epidemia
mentale in Italia.
nascosta” di persone che presentano contemporaneamente diI tagli alla sanità operati negli ultimi anni, le restrizioni al turn- sturbi psichiatrici e abuso di sostanze.
over del personale, la riduzione dei centri di reponsabilità per
In questo scenario, la risposta dei Ssm sta assumendo
l’accorpamento delle Asl, con la creazione di Dipartimenti di caratteristiche sempre più riduttive, con gestioni orientate
Salute mentale “monster” per oltre 1 milione di abitan- ad una “produttività” che rievoca la bipolarità ambulatorio/ospeti e lo snaturamento dei principi fondanti la salute mentale di co- dale, impone la risposta farmacologica come strumento principale
munità, ossia la prossimità dei punti di accesso con i livelli di go- della cura e riduce fino ad azzerarli gli interventi psicoterapici e di
verno, il radicamento territoriale, il legame con le comunità locali, inclusione sociale.
stanno determinando effetti devastanti sulla qualità dei
Ciò che riteniamo intollerabile, tuttavia, sul piano della legittiservizi e sulla motivazione del corpo professionale.
mità e credibilità delle istituzioni pubbliche, è che tali condizioni
I Servizi per la Salute mentale (Ssm) subiscono questo proces- siano state già denunciate nella Relazione della Comso di strisciante sotto-dimensionamento proprio quando tutte le missione Parlamentare di Inchiesta sul Ssn del 2013. Da
statistiche indicano un aumento delle condizioni di disagio allora, se si esclude il meritorio impegno di Governo, Parlamento
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PRIMO PIANO
3
IL PUNTO DELLA «SOPSI» A ROMA
«Non trascurate
le psicopatologie»
Focus su nuove dipendenze e depressione
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V. d’Aosta
94,6
319,6
60,6
Pa Bolzano
60,0
Toscana
Lombardia
245,1
58,5
Friuli V.G.
86,5
57,8
Sardegna
83,6
57,7
Italia
Liguria
57,1
Veneto
Emilia R.
52,5
Campania
78,1
49,3
Piemonte
Pa Trento
49,0
70,5
46,9
Marche
Calabria
Sicilia
45,0
Lazio
37,4
44,4
35,4
Abruzzo
Basilicata
Puglia
33,6
Umbria
Molise
20,6
Personale dei Dsm: totale personale/100.000 abitanti
Fonte: elaborazione Siep su dati ministero Salute
Umbria
Molise
203,3
200,5
Puglia
Marche
192,7
Lazio
190,7
Abruzzo
182,6
176,0
Veneto
Lombardia
166,4
Campania
164,4
Emilia R.
157,9
157,6
Italia
Piemonte
143,32
Pa Trento
138,3
Sicilia
134,7
137,3
Liguria
Calabria
115,7
Friuli V.G.
111,5
Basilicata
Toscana
V. d’Aosta
Pa Bolzano
Sardegna
108,7
Personale dei Dsm: “impegno assistenziale” rapporto pazienti/medici
Fonte: elaborazione Siep su dati ministero Salute
e Regioni per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, nulla è stato fatto per migliorare la rete dei Ssm, chiamata
quotidianamente a garantire il diritto alla cura di centinaia di migliaia di cittadini con problemi di salute mentale.
E non ci persuadono le argomentazioni di chi propone modifiche o integrazioni legislative in un Paese che non conosce nemmeno “quanto”, “come” e “con quali risultati” vengono spesi i
fondi pubblici per la Salute mentale! Convinti come siamo che la
Salute mentale sia un bene esigibile individuale e collettivo, e condizione per lo sviluppo economico e sociale della comunità, chiediamo che venga riaffermata con atti concreti la responsabilità
pubblica delle politiche per la Salute mentale e sia garantito il diritto dei cittadini a conoscere le condizioni
effettive del sistema di cura per la salute mentale nel
contesto regionale e nazionale.
Quale atto propedeutico agli interventi che riteniamo necessari e urgenti, chiediamo che - con azione coordinata in Conferenza
Unificata Stato-Regioni - siano convocate in tutte le Regioni e
Pp.Aa. Conferenze Regionali della Salute mentale, con
l’obiettivo di rendere conto in modo pubblico, partecipato e trasparente del reale funzionamento dei sistemi
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locali per la salute mentale, dei modelli organizzativi
adottati, delle risorse umane ed economiche effettivamente impiegate, del grado di raggiungimento degli
obiettivi di Piano Regionale e Nazionale, dei livelli di efficacia ed inclusione sociale conseguiti.
Chiediamo altresì che le Relazioni Regionali prodotte
vengano acquisite dalle competenti Commissioni Regionali e Parlamentari, per verificare quanto concretamente realizzato per superare le carenze segnalate dalla citata Commissione di Inchiesta.
Chiediamo infine che sulla base delle Relazioni Regionali, il ministero della Salute convochi la Conferenza nazionale della
Salute mentale, con il fine precipuo di verificare in che
misura i differenti sistemi regionali siano in grado di perseguire gli obiettivi definiti nel Piano di Azioni nazionale
per la Salute mentale approvato in Conferenza Unificata il 24/1/2013 e di definire le misure per garantire in
modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale delle persone con disturbi psichiatrici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Fabrizio Starace
presidente Società italiana
di Epidemiologia psichiatrica
direttore Dsmdp Ausl Modena
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Investimenti
da moltiplicare
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Alberto Siracusano
presidente Società italiana
di Psicopatologia - Sopsi
© RIPRODUZIONE RISERVATA