VERBANIA: Prove di dialogo tra Asl e Coq sul futuro dell`ospedale di

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Transcript VERBANIA: Prove di dialogo tra Asl e Coq sul futuro dell`ospedale di

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LA STAMPA
SABATO 26 MARZO 2016
.
VCO .47
È AI DOMICILIARI IN ATTESA DEL PROCESSO FISSATO IL 1° APRILE
VERBANIA, DUE COLLEGHI HANNO PATTEGGIATO
Occupa una casa di villeggiatura
e lancia coltelli contro la polizia
Assolto, non rubò il gasolio
allo scalo della Navigazione
“Nelle taniche c’erano tappi”
Arizzano, arrestato dopo il tentativo di resistere allo sgombero
Blitz
CRISTINA PASTORE
ARIZZANO
La polizia
è intervenuta
dopo la segnalazione
di un vicino
di casa
secondo cui
in quella casa
non avrebbe
dovuto
esserci
nessuno
I proprietari
sono svizzeri
soliti
a trascorrere
le vacanze
nel Verbano
Approfittando dell’assenza
dei proprietari, residenti in
Svizzera, da qualche tempo
aveva preso possesso della
loro villetta ad Arizzano.
Alessandro Pavin, 37 anni, in
quell’abitazione ci era entrato rompendo il vetro di una
porta-finestra e si era sistemato come se fosse a casa
propria, non passando però a
lungo inosservato. I vicini
avevano notato la presenza
abusiva, forse anche per la
biancheria stesa sulla ringhiera del balcone del bagno,
in un periodo in cui la villetta
doveva essere disabitata.
Mercoledì pomeriggio per
capire cosa stesse succedendo, a suonargli alla porta è
arrivata la polizia e l’uomo ha
scatenato il finimondo. Dopo
aver rivendicato il diritto di
stare dov’era, ha cominciato
a inveire contro i poliziotti,
minacciandoli con due coltelli da cucina, per poi urlare - in
uno stato emotivo alterato che l’avrebbe fatta finita.
1 Cinque anni e 4
mesi con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici: questa la richiesta di condanna
avanzata, con una requisitoria di due ore,
dal pm torinese Antonio Rinaudo, per Luciano Abbategiovanni. Il poliziotto, ieri a
processo con rito abbreviato a Torino (foto), deve rispondere di accesso abusivo alla banca dati delle forze di polizia (reato di
competenza della procura distrettuale), rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento dell’amico Pio Cusenza. L’imprenditore bavenese non avrebbe però ottenuto
vantaggi dell’informazione fornita dal poliziotto, quando le indagini dei carabinieri su un giro di sostanze stupefacenti - si erano già concluse. Così per Cusenza il pm ha
chiesto l’assoluzione dal favoreggiamento, ma la condanna - a 2 anni e 8 mesi - per il
concorso negli altri due reati contestati ad
Abbategiovanni. A carico del poliziotto vi è
poi un quarto capo
d’imputazione. Altri
accessi abusivi al sistema informatico compiuti dal 2013 al 2015.
L’accusa sostiene che
Abbategiovanni non
avesse titolo per effettuare quelle consultazioni: avrebbe tratto
informazioni riservate
su persone estranee a operazioni di servizio delle quale era incaricato. Al contrario,
fin dal primo interrogatorio, il poliziotto
ha dichiarato di non aver compiuto nessun
atto contrario alle sue mansioni. Sarà il
gup Alfredo Toppino, con la sentenza, a
esprimersi dopo aver ascoltato - il 5 aprile i difensori: Cristina Bolongaro per Cusenza, Cristina Beltramini e Christian Ferretti
per Abbategiovanni, arrestato a settembre, su mandato della Procura torinese che
nelle indagini si è avvalsa della sezione dei
carabinieri della polizia giudiziaria del tribunale di Verbania. Da allora il poliziotto,
sospeso dal servizio, è ai domiciliari. [C. P.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
il caso
VINCENZO AMATO
OMEGNA
E’
Esposto del direttore
Le indagini, compiute nella
primavera del 2014, erano state avviate in seguito a un esposto presentato dal direttore
generale e di esercizio della
Navigazione a fronte di voci,
che in azienda giravano da
tempo, su ammanchi di carburante. Nel 2011 di notte un anziano erano stato sorpreso dalla guardia giurata con bidoni a
bordo di un catamarano. Da lì
si era provveduto a dotare di
videosorveglianza lo scalo, ma
con telecamere puntate all’esterno e non verso l’officina,
dove si concentravano i sospetti degli inquirenti. Lo stesso pm Guido Dell’Agnola ha
chiesto l’assoluzione per Dian,
i due colleghi rinviati a giudizio
per truffa aggravata hanno definito la loro posizione con un
patteggiamento e detto addio
al lavoro in Navigazione. [C. P.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
OMEGNA, IN ZONA MADONNA DEL POPOLO
Incendio nello studio del fotografo Walter Zerla
1 Un incendio ha distrutto ieri a Omegna il magazzino dello stu-
dio fotografico Zerla, nello stabile dell’ex Fiat di fronte al Forum,
zona di Madonna del Popolo. Fiamme alte e una densa coltre di fumo hanno fatto scattare l’allarme alle 11, con l’evacuazione momentanea di alcune attività che non hanno subito danni. L’incendio
è partito sulla terrazza, nel magazzino esterno del laboratorio fotografico di Walter Zerla. In pochi minuti le fiamme hanno distrutto
materiale di lavoro «e soprattutto un archivio di libri fotografici ai
quali tenevo molto, forse per un cortocircuito» dice il fotografo. Salvi laboratorio e studio. Sul posto i vigili del fuoco del comando provinciale e i volontari di Omegna.
[L. ZIR.]
Prove di dialogo tra Asl e Coq
sul futuro dell’ospedale di Omegna
Allo studio un piano comune da presentare in Regione
tornato il sorriso ieri
a Giuseppe Zolzettich, presidente della
Générale de Santé. La sera
prima, intervenendo a sorpresa all’incontro pubblico
promosso dal Comune di
Omegna per discutere sul futuro dell’ospedale Madonna
del Popolo, non sorrideva.
«Ero preoccupato - ammette
Zolzettich - adesso, venti ore
dopo, è tutto cambiato».
Forse proprio tutto no, ma
se non è pace tra Coq e Asl
Vco, di certo si è di fronte a
una tregua. «C’è stata massima sincerità da entrambe le
parti - dice Giovanni Caruso,
sta da un anno e mezzo è senza
lavoro e stipendio. «Abbiamo
fatto ricorso contro il licenziamento e a questo punto attendiamo con fiducia l’esito della
causa» dice il suo avvocato
Francesco Culot.
Sono tre i capi d’accusa
Torino, il pm ha chiesto 5 anni per l’agente di Verbania
Valigia come scudo
A quel punto gli agenti della
questura - con il rinforzo di
colleghi di altre Volanti e della squadra Mobile - hanno
cercato di distrarlo mentre
uno di loro lo sorprendeva alla spalle usando come scudo
una valigia, contro la quale
Pavin, per altro già noto alle
forze dell’ordine, ha scagliato
i coltelli. Una volta disarmato, lo hanno bloccato, non
senza fatica. Nella colluttazione un agente ha riportato
una ferita.
Passata la notte in camera
di sicurezza, giovedì mattina
era davanti al giudice Beatrice Alesci, difeso dall’avvocato Alessandro Corletto. Convalidato l’arresto, sono stati
disposti i domiciliari, in una
casa di Scareno. Sarà a processo il 1° aprile: dovrà rispondere di violazione di domicilio, resistenza e lesioni a
pubblico ufficiale e tentate
lesioni gravi. Il tribunale ha
chiesto accertamenti per capire meglio la vicenda.
E’ stato assolto per non aver
commesso il fatto. Giuliano
Dian non si è portato a casa
taniche riempite di gasolio
prelevato dalle cisterne dello
scalo di Intra della Navigazione Lago Maggiore.
Mentre a due suoi colleghi,
come lui dipendenti dell’ente
governativo, bidoni di carburante erano stati trovati a domicilio, con le perquisizioni
effettuate dagli uomini della
squadra Mobile, da Dian non
era stato rinvenuto nulla. Anche lui era stato però ripreso
dalle telecamere piazzate
dalla polizia in una macchina
oscurata davanti al cancello
di un’uscita secondaria dello
scalo della Navigazione. Lo si
era visto in un paio di occasioni uscire dalla sede di lavoro e portare verso la propria auto un fustino e una
bottiglia. Ha però sempre negato contenessero gasolio.
«Erano pieni di tappi, che i
colleghi mi aiutavano a raccogliere, per un’iniziativa benefica» ha ripetuto fuori dall’aula appena ascoltata la
sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice Luigi
Montefusco. Dian, elettrici-
direttore generale dell’Asl -:
sono cadute molte incomprensioni. Abbiamo cominciato a
parlare di come fare un progetto comune da portare in
Regione».
Il dialogo si era interrotto
quasi un mese fa al termine del
primo incontro in Regione in
cui dall’assessorato alla Sanità
erano giunte «indicazioni» penalizzanti per il Coq e per il
Cusio con riduzione di posti
letto di medicina e day surgery
che avrebbero messo in difficoltà, sotto l’aspetto economico, il Centro ortopedico di quadrante. Zolzettich lo ha confer-
mato nel corso dell’assemblea
di giovedì al Forum. Adesso gli
scenari sono cambiati e non è
difficile ipotizzare un «ripensamento» della Regione.
«Nessuno vuole chiudere»
I vertici di Asl Vco, Coq e Générale de Santé ieri a Omegna
«Riorganizzare non significa
chiudere, ma crescere e rafforzarci - evidenzia Caruso -. Nelle nostre intenzioni non c’è
mai stata l’intenzione di ridimensionare l’ospedale di Omegna, ma la volontà di dare continuità ai servizi attualmente
erogati dal Coq nel rispetto
delle indicazioni regionali;
obiettivo era, e resta, salva-
guardare le eccellenze e rafforzare le attività indirizzate a
ortopedia e riabilitazione».
Parole alle quali fa eco Gianmaria Battaglia, amministratore delegato del Coq: «Tiriamo un sospiro di sollievo perché un mese fa le basi erano diverse. Adesso si è riaperto il
dialogo e sono convinto che
troveremo una soluzione concordata nell’interesse di tutti.
In tutti questi anni il socio privato del Coq, la Générale de
Santè, ha sempre reinvestito
nell’ospedale di Omegna, che
resta di proprietà pubblica,
quanto veniva ricavato». Cosa
che avverrà anche in futuro.
«Ci sono i presupposti per
andare avanti - conclude Zolzettich -, noi crediamo in questa collaborazione e siamo
pronti a investire come abbiamo fatto sino ad ora». Investimenti che, è stato evidenziato
giovedì sera, ammontano a circa otto milioni di euro.
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E il paziente consuma troppi flaconi di collirio o spreca lo spray per l’asma, a pagare di tasca propria è il medico
di base. La conseguenza è spesso la rottura del rapporto con il
paziente. Filippo Romano si è rivolto all’Ordine dei medici di
Torino. Il presidente Guido Giustetto conferma: sono circa 60 i
medici redarguiti perchè ritenuti “iperprescrittori”: «E’ da
poco che le aziende sanzionano. Si tratta soprattutto di gastroprotettori perchè se ne fa
un eccessivo uso, di colliri e di
spray per l’asma, perchè gli anziani non sanno usarlo correttamente». Il direttore regionale
della sanità Fulvio Moirano dice: «Nessuna nuova disposizione da parte della Regione».
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da grandi numeri per Torino: tra sabato e ieri
135mila persone sono passate da almeno uno dei musei cittadini. La sorpresa uscita dall’uovo 2016 è il Polo Reale che,
grazie all’inaugurazione dei nuovi Giardini, insidia il primato della Reggia di Venaria e del museo Egizio. Il complesso che comprende Palazzo Reale, l’Armeria, la Galleria Sabauda e il museo Archeologico ha avuto più di 33mila presenze da giovedì scorso: solo ieri
per l’inaugurazione ufficiale, e gratuita, dei Giardini si sono viste
più di 12mila persone.
ER PRIMA cosa, è bellissimo
che si sia messo in movimento un dibattito tra torinesi con i capelli grigi o senza capelli del tutto, torinesi nati negli
anni Trenta (o Quaranta, o Cinquanta) che si sono sentiti chiamati in causa dalla lettera del nostro lettore, il signor Turati, e
che hanno voluto dire la loro dopo la mia risposta sulle colonne
di Repubblica. Questo significa
che la percezione della città da
parte degli anziani o dei meno
giovani è, viceversa, giovanissima, molto attiva e viva. Che si sia
o meno d’accordo con le malinconie critiche del signor Turati, i
lettori intervenuti dimostrano
che Torino sta a cuore. E questo è
importante.
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mesi per divorziare
in Comune: la strada low
cost per dirsi addio si rivela più tortuosa di quella tradizionale. Il servizio nato a gennaio 2015 dovrebbe garantire
tempi più rapidi per diventare
ex, ma il poco personale e le richieste numerose bloccano le
pratiche. Per un divorzio dello
stesso genere - senza figli né patrimonio da dividere - il tribunale impiega quattro mesi. Resta
il vantaggio economico: 16 euro è la sola spesa da sostenere.
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a casa Labèque: ma per raccontare la
loro storia le due pianiste
non estraggono l’album fotografico, suonano i pezzi che hanno
segnato la loro carriera fin da
quando erano piccole. Domani alle 21 al Conservatorio Verdi, per
la serie dispari dell’Unione Musicale, Katia e Marielle Labèque sono le protagoniste di “Sisters”, il
concerto che racconta quarant’anni di musica insieme.
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ELLE fabbriche piemonte-
si è iniziata la stagione
della solidarietà. Sfruttare la cassa integrazione è diventato più complicato, così in molti
stabilimenti si sta affermando il
concetto del “lavorare meno, lavorare tutti”. Lo strumento si
chiama appunto “contratto di solidarietà”. I sindacati sono da
sempre i primi a chiedere di applicare questo ammortizzatore
sociale, ma da qualche mese pure i manager sono d’accordo. Anche quelli dell’ex galassia Fiat.
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ROPPi flaconi di collirio o
troppe scatole di statine? Se
i conti non tornano, se il paziente consuma il collirio o lo
spray per l’asma in un periodo inferiore a quello ritenuto standard. O, ancora, se chiede gastroprotettori contro l’acidità di stomaco e il reflusso gastroesofageo
anche se forse non ne ha davvero
bisogno, alla fine a pagare di tasca sua è il medico condiscendente che ha abusato nelle prescrizioni. In alcuni casi pochi euro, in altri cifre superiori a duemila euro
in sei mesi. Con la conseguenza
non così remota che a farne direttamente le spese sia, alla fine, il
rapporto fra il medico, innervosito dalle sanzioni, e il paziente.
Filippo Romano, fisico ultrasettantenne, in questa storia è il paziente accusato dal medico di base di essere uno sprecone. La storia, finita in un scambio di battute
sfociate in «insulti» secondo quan-
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to racconta il paziente, è adesso diventata un esposto all’Ordine dei
medici. Che dovrà esprimersi
sull’episodio. Al di là del battibecco personale, tuttavia, il tema sollevato dal paziente è diffuso e si
verifica sempre più di frequente.
«Quanti giorni deve durare il collirio anti-glaucoma? Quando scatta il confine tra un corretto utilizzo e lo spreco?».
Romano è un malato cronico e
da anni il medico gli prescrive le
gocce oculari anti-glaucoma, una
a sera per occhio. Racconta: «Sono
stato rimproverato dal mio medico di base che mi conosce ed assiste da tempo, di sprecare i medicinali che uso regolarmente da anni. Mi ha detto di essere stato rim-
proverato dall’Asl per avermene
prescritti troppi nel 2015 e mi ha
annunciato che non ne avrebbe
più segnati per i prossimi due mesi». Come fisico avvezzo ai numeri, Romano non lascia cadere l’argomento e si mette fa a consultare farmacisti e altri medici per capire quale sia il calcolo corretto
dei giorni per un flacone da
2,5millilitri, pari a 2,5 grammi. E
ha scoperto una prima contraddizione, a dir la verità piuttosto curiosa: «Sulla scatola di prodotti generici e sui relativi bugiardini sta
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scritto chiaramente “28 giorni dopo l’apertura del flacone buttarlo
via anche se contiene ancora del liquido”. Peccato che il mio medico
di base abbia imposto i 30 o 31
giorni. Che fare allora? Seguire le
prescrizioni o ascoltare il medico?
Peraltro i diversi generici contengono quantià diverse di prodotto». Curiosità a parte, può essere
considerato uno sprecone un paziente settantenne che può avere
qualche difficoltà a mettere il collirio sprecando qualche goccia?
Guido Giustetto, medico di medicina generale, è il presidente
dell’Ordine dei medici di Torino.
Sul caso del litigio non si pronuncia perchè saranno gli organi deputati dell’Ordine a farlo. Conferma però che esistono linee standard che i medici di base sono
chiamati a rispettare. «E’ una legge del ‘96 che tuttavia viene applicata da poco». Sono circa 60 i medici che vengono sanzionati all’anno, costretti a rimborsare di tasca
propria l’azienda con cifre che partono da un minimo di qualche decina di euro per arrivare a picchi di
2-3mila euro. Le aziende, per ora
soltanto l’Asl To1 e To2 mandano
le relazioni all’Ordine dei medici
perchè valuti se, in aggiunta, ci sono irregolarità dal punto di vista
deontologico, ma la sanzione resta
ed è decisa dall’azienda: «Nella
stragrande maggioranza dei casi racconta Giustetto - il medico paga
perchè ha compilato troppe prescrizioni allo stesso paziente. I casi
più frequenti, oltre ai colliri, sono i
gastroprotettori di cui si fa un uso
eccessivo ultimamente, ma anche
gli spray per l’asma o broncopneumapatia cronica ostruttiva». Per
colliri e spray l’età anagrafica dei
pazienti conta, chiarisce ancora
GIustetto «il paziente deve avere
delle buone capacità perchè bisogna premere mentre si inala. E gli
anziani spesso scuotono la bomboletta e pensano sia finita ».
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IL TUMORE che ha colpito Michael
Douglas, noto per essere stato curato anche per la sua sex addiction, la “dipendenza dal sesso”. Il cancro alla gola è uno dei più diffusi in Italia e nel mondo, con 12 nuovi casi all’anno ogni 100mila abitanti. Se ne parlerà
il 1 aprile all’ospedale Molinette durante la seconda “Giornata nazionale
dell’Aooi (associazione otorinolarigoliatri ospedalieri italiani) che sarà dedicata alla diagnosi precoce dei tumori
del cavo orale. Causate dal sesso, ma ovviamente non solo, oggi in Italia le infezioni da “Papilloma virus” (Hpv), che
possono essere collegate anche alle pratiche di sesso orale, sono la causa del
32-36 per cento dei tumori dell’orofaringe, un dato che secondo gli studi è in
costante incremento.
Del cancro provocato dal sesso orale
si parlò alcuni anni fa proprio dopo il caso di Michael Douglas (che sembra
aver reagito bene alla cure dopo la diagnosi del 2010). «L’infezione da Hpv spiegano all’Aooi - è indicata come la
causa del 36 per cento dei tumori dell’orofaringe e il dato è in crescita. Nei Paesi scandinavi e negli Stati Uniti sta raggiungendo, con il 70 per cento, livelli
endemici».
Fra i tumori della testa e del collo
(cioè del naso, della laringe e del cavo
orale) molti sono però quelli legati al altre e ben determinate abitudini di vita,
come l’abuso di fumo o di alcol, una cat-
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tiva igiene orale, una dieta povera di
frutta o verdura e il contatto con sostanze nocive durante l’attività lavorativa.
Venerdì 1 aprile, dalle 12 alle 15, nel
corso della giornata della prevenzione
che affiancherà l’incontro delle Molinette sono previsti screening gratuiti
per i cittadini presso gli ambulatori di
otorinolaringoiatria, diretto da Roberto Albera, dell’azienda ‘Città della Salute’. E’ tuttavia necessario prenotare. Lo
si può fare sin da oggi, dalle 10 alle 12,
al numero 011/6336651.
Nell’edizione dello scorso anno è stato riscontrato l’11, 9 per cento di patologie evidenti, mentre nel 19,3 per cento
dei casi sono state consigliate visite di
approfondimento.
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ON ci sono nuove disposizioni da parte della Regione». Fulvio Moirano,
direttore regionale della sanità,
scuote la testa: «L’assessorato alla
sanità non ha chiesto alle aziende
verifiche particolari per indurre riduzioni sulla quantità di farmaci
prescritti».
Dottor Moirano, i direttori delle
aziende sanitarie non hanno ricevuto disposizioni da parte vostra?
«No, si tratta di una legge nazionale che c’è dal 1996, ma sinceramente non credo che sia così comune che i medici siano sanzionati ».
Le sanzioni ai medici a cui si chiede di pagare di tasca propria però sono recenti,da circa un anno
e mezzo circa. Qualcosa dev’essere cambiato, non crede?
«Se le aziende hanno deciso di applicare le norme non posso che esserne contento, ma non ci sono regole nuove che dipendano dal Piemonte. Peraltro, sulla spesa farmaceutica territoriale il Piemonte è abbastanza virtuoso, in realtà fra le
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migliori regioni a livello nazionale,
ben al di sotto del tetto dell’11,35
del resto del Paese».
Non così bene va la spesa farmaceutica ospedaliera, è così?
«Lì si che abbiamo dei problemi
e che i direttori hanno mandato di
contenere le spese. Perché a livello
nazionale siamo una delle Regioni
che in ospedale spendono di più».
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E’ certo che i direttori generali
non siano condizionati dalla necessità di ridurre le spese in ogni
caso e dove prima si chiudeva un
occhio adesso si sanziona ?
«Ai direttori abbiano soltanto segnalato la necessità di prestare attenzione alla prescrizione di alcune
molecole che rappresentano la spesa più alta con una disomogeneità
di scelte che è bene approfondire. E
su questo stiamo facendo degli approfondimenti, un monitoriaggio
con dati che sarà poi interessante
valutare nel complesso per eventuali corretttivi».
Ci può fare qualche esempio?
«Prendiamo ad esempio le statine. O gli inibitori di pompa, i farmaci contro l’acidità e il reflusso esofageo il cui consumo non fa che aumentare. Dai dati del monitoraggio sappiamo ad esempio che in alcune aziende vengono prescritte
statine a più alto costo quando ne
esistono altre di pari qualità che costano meno. In alcune aziende la
quota che si chiama tecnicamente
“pro-assistibile” è di sei euro all’anno, mentre in altre sale a 19-20. Parliamo di media ovviamente. Le differenze saltano agli occhi e a volte
si riscontrano persino nella stessa
azienda».
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67
LA STAMPA
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Romano Gironi
Un flusso di
aria temporaneamente più
asciutta
garantisce
belle schiarite
oggi; da
domani
correnti
nuovamente
più umide
riporteranno
nubi
in estensione.
Villadossola
Il riso del futuro
ha radici antiche
Cade in moto
È grave al Cto
Il riso del futuro ha le sue radici
saldamente ancorate nel passato: se un giorno si potrà vedere crescere una risaia nel deserto, o si potranno sfruttare
terreni ad alta salinità per l'alimentazione umana, un po’ lo
si deve anche al lavoro di chi si
prende cura della banca del
germoplasma di Castello
d’Agogna.
È in gravi condizioni al Cto di
Torino Francesco Ravandoni,
44 anni, il motociclista di Villadossola che sabato pomeriggio a Veglio (nel Biellese) ha
perso il controllo della sua
Honda CB 1000 finendo fuori
strada. E’ stato operato e i medici non hanno ancora sciolto
la prognosi. Ravandoni, figlio
dell’ex sindaco Franco, lavora
alla Vinavil.
[L.PAV.]
Simona Marchetti IN NAZIONALE
L’ossolano è ricoverato al Cto
NOVARA - VCO
Che
tempo
fa
Situazione
Nella banca dei semi
12345
E PROVINCIA
MARTEDÌ 29 MARZO 2016
LA RIFORMA DEL VESCOVO DIVENTERÀ OPERATIVA A LUGLIO
Meno preti e vicariati
Così cambia la Diocesi
Le novità risparmiano soltanto Ossola e Valsesia
MARCELLO GIORDANI
NOVARA
8° 21°
Oggi
Al primo
mattino
abbastanza
soleggiate, ma
zone più grigie
per nubi basse e
nebbie;
passaggio a
condizioni più
soleggiate.
11° 18°
Domani
Irregolarmente
nuvoloso o
nuvoloso, con
qualche rovescio
in giornata sui
rilievi alpini.
11° 14°
Giovedì
In gran parte
nuvoloso con
tendenza a
qualche pioggia,
specie tra
pomeriggio e
sera.
Rivoluzione in vista per la
Curia e la geografia della Diocesi: il vescovo di Novara, il
giovedì santo, ha firmato i decreti di riforma che entreranno in vigore il primo di luglio. Quando, due anni fa,
monsignor Franco Giulio
Brambilla ha avviato il Sinodo, aveva rimarcato subito
che sarebbe cominciato un
profondo percorso di rinnovamento della chiesa novarese: si sarebbe passati dai
«campanili alle unità pastorali missionarie», come le ha
definite il vescovo.
Superare i confini
Con un numero sempre minore di sacerdoti (quelli operativi oggi sono 243 per 346
parrocchie), la Chiesa novarese si appresta a valorizzare
sempre di più il ruolo dei laici, a stringere un legame molto più forte con le comunità
locali e a superare i tradizionali confini parrocchiali: catechismo, attività pastorali,
gli stessi culti coinvolgeranno più parrocchie, in una sinergia sempre più ampia.
La riforma parte dal cuore
della chiesa novarese, la Curia, e dal primo luglio entrerà
in vigore il nuovo statuto
(prima non esisteva) che la
cambia profondamente. Gli
243
sacerdoti
Sono quelli
attualmente
operativi
a fronte
di 346
parrocchie
uffici passano da 22 a 13, e dovranno lavorare sempre più in
collaborazione, tanto che è
prevista almeno una riunione
mensile di tutti i 13 responsabili, coordinati dal vicario episcopale per la pastorale. Viene
data grande importanza all’ufficio di pastorale giovanile che
includerà la pastorale scolastica, delle vocazioni e dello
sport. Il vescovo si avvarrà
della collaborazione del vicario generale e di sei vicari episcopali, uno per ogni territorio
della diocesi. Una novità importante sono le consulte sinodali: i direttori degli uffici potranno costituire sui vari ambiti pastorali con rappresen-
tanti del territorio. Oltre alla
Curia cambia la geografia diocesana, divisa in sei zone o vicariati più omogenei, rispetto
agli otto attuali: Borgomanerese-Aronese fanno territorio
unico, il più grande, con 48 Comuni, 82 parrocchie e 140 mila
abitanti. Il vicariato di Novara
non comprende più solo il capoluogo ma anche Lumellogno, Pagliate, Pernate, San
Pietro Mosezzo, Nibbia, Casalino, Granozzo, Casalvolone e
Villata.
Restano invariati i vicariati
della Valsesia e dell’Ossola,
mentre Verbano-Cusio si uniscono e si estendono a sud fino
a Pettenasco: l’area perde Armeno che va col Borgomanerese-Aronese e acquista Gignese.
Sozzago lascia Vigevano
L’Ovest Ticino perde l’area
Ovest a vantaggio di Novara
ma si allunga verso il fiume;
dal 26 giugno acquisterà la
parrocchia di Sozzago, finora
unita alla diocesi di Vigevano:
sotto giurisdizione lombarda
andrà invece Gravellona Lomellina. La sottoscrizione fra
le due diocesi è in programma
il 26 giugno quando monsignor
Brambilla andrà in visita a
Sozzago e il vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni, sarà a
Gravellona Lomellina.
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STUDIO RDS
Il direttore generale dell’Asl Vco Giovanni Caruso
LA VISITA A ORNAVASSO SLITTA DI SETTE GIORNI
Nuovo ospedale Vco
Oggi incontro a Torino
L’incontro in Ossola slitta,
probabilmente di una sola
settimana, a martedì prossimo, intanto oggi alle 13 una
riunione sul nuovo ospedale
unico del Vco si terrà a Torino. L’appuntamento è finalizzato a fare il punto sulla variante al piano regolatore di
Ornavasso, necessaria per
partire con la progettazione.
Il confronto è per valutare
quanto fatto in questi quattro mesi dal gruppo di lavoro
regionale guidato dall’assessore alla Sanità e i tecnici incaricati dal Comune della
Bassa Ossola.
All’incontro saranno presenti il sindaco di Ornavasso
Filippo Cigala Fulgosi, i colleghi di Omegna Aide Mellano
(anche presidente della conferenza dell’Asl Vco) di Domodossola Mariano Cattrini
e di Verbania Silvia Marchionini e il direttore generale
dell’azienda sanitaria del Vco
Giovanni Caruso. Tutti convocati a Torino dall’assessore
Antonio Saitta e dal vice presidente Aldo Rechigna, trattenuti in sede dai lavori preparatori alla discussione in aula sul
bilancio. Impegni che non hanno consentito, come previsto
in un primo momento, di incontrarsi a Ornavasso e procedere anche con un sopralluogo
alla zona collinare all’uscita
della superstrada, che ha ancora destinazione agricola.
Con la riunione di oggi si
esaurisce la prima fase dello
«scadenziario» stabilito a novembre. Buona parte del lavoro ora tocca all’Asl Vco, chiamata a elaborare entro settembre il piano di fattibilità
dell’opera, secondo una prima
ipotesi di 300 posti letto, da realizzare in partnership con un
investitore privato.
[C. P.]
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