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BRUCELLOSI
La brucellosi è una patologia infettiva causata da un batterio
Gram negativo del genere
Brucella
Il nome “brucella” deriva dal nome del medico australiano,
Sir David Bruce, che lo
isolò la prima volta nel 1887 dalla milza di soldati inglesi
deceduti
BRUCELLOSI
E’ nota anche come febbre maltese o febbre
ondulante o febbre mediterranea.
Zoonosi che colpisce gli animali d’allevamento (bovini,
ovini, caprini, suini e occasionalmente l’uomo).
BRUCELLE
Coccobacilli Gram negativi
Immobili
Aerobi, alcune specie richiedono CO2 al 10% (B.
abortus, ovis)
Non fermentano carboidrati
Catalasi+, ossidasi+
Presentano 2 antigeni superficiali A ed M
Parassiti endocellulari facoltativi
Genere Brucella
6 specie : abortus, melitensis, suis, canis, ovis,
neotomae
La differenziazione delle 6 specie si basa su
caratteristiche:
colturali
antigeniche
Altre specie identificate recentemente:
B. microti isolata da topi di campagna (Microtus arvalis)
volpi rosse (Vulpes vulpes) e dal suolo.
B. inopinata isolata da protesi mammarie infette (BO 1) e
da biopsia polmonare (BO 2) in un soggetto con
polmonite distruttiva.
Probabile fonte di infezione
roditori
Caratteristiche colturali e biochimiche
Crescita lenta ad un primo isolamento
Temperatura: -20°C a 42 °C (37°C optimum)
B. ovis, B. abortus richiedono 10% di CO2
B. abortus, B suis, B. neotomae producono H2S
Necessitano di terreni addizionati (sangue, siero)
Caratteristiche di resistenza
Sono microrganismi abbastanza resistenti nell’ambiente
esterno
Resistono mesi alle basse temperature e 30 giorni nei tessuti in
putrefazione ed essiccamento; non sopravvivono alle temperature
della pastorizzazione, il calore umido (>55 °C in 3 h >60°C in 1,5 h
>65 in 30 min.) le uccide rapidamente
Il batterio è rapidamente inattivato dai comuni disinfettanti
Lisoformio 1%, Formalina 2%, Ipoclorito di sodio 5%
Resistenza nella carne
B. abortus può rimanere infettante nelle carni bovine per circa 2
settimane (T. 3-5 °C) e per circa 18 mesi a T< 20°C
Nelle carni salate o affumicate fino a 11 settimane
Negli insaccati fino a 58 giorni
Tuttavia la carne non rappresenta una via di trasmissione
importante dato che la carica batterica nei muscoli degli
animali è bassa
Resistenza nel latte
La sopravvivenza varia in funzione della temperatura
L’inattivazione nel latte dipende da combinazione temperatura-tempo:
Pastorizzazione 71.7°C per almeno 15 secondi
Trattamento UHT (ultra high T.) 135°C per almeno un secondo
Brucella resistenza nello yogurt
LATTE FERMENTATO
yogurt
In Europa ammesso solo latte vaccino con innesto di batteri del genere
LACTOBACILLUS
STREPTOCOCCUS
Elevata acidità
Contaminazione possibile solo con lieviti e muffe
BRUCELLA NON RESISTE
Brucella resistenza nel burro
Preparato derivato dalla crema , per affioramento di latte vaccino
Sbattitura con separazione della parte liquida
Latticello
Da quella solida
Burro grezzo
Lavato, tamponato, modellato, confezionato
Crema già acida o acidificata con colture
Str. lactis-Str.diacetilactis-leuconostoc citrovorum
POSSIBILE CONTAMINAZIONE CON BRUCELLA
Più frequenti contaminazioni da
Pseudomonas, Serratia, muffe e lieviti
Epidemiologia
Agenti eziologici più importanti per l’uomo:
B. melitensis e B suis
L’infezione nell’uomo da B. abortus e da B. canis è di
lieve entità, sub-clinica e rara
Epidemiologia
Distribuzione geografica in Italia:
Maggiore diffusione nelle regioni meridionali (alta
densità di popolazione di ovini e caprini).
L’incidenza della malattia nell’uomo è correlata con la
presenza di greggi infette.
Epidemiologia
In generale, la brucellosi è considerata una delle infezioni zoonotiche
più diffuse a livello mondiale.
Ogni anno sono riportati circa 500 mila casi di brucellosi umana, ma le
stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggeriscono
che, a causa della sottonotifica, la reale incidenza potrebbe essere 1025 volte superiore (Acha et al., 2003; Sriranganathan et al., 2009)
Epidemiologia
In Italia la brucellosi è una malattia a denuncia obbligatoria
dal 1934
Ha raggiunto i valori di incidenza più elevati nell’uomo alla
fine degli anni ’40 dopo la II Guerra Mondiale (20 casi per
100.000 abitanti)
Solo nella seconda metà degli anni ’50 in seguito
all’adozione di piani di controllo nazionali e regionali si è
evidenziata una diminuzione dell’incidenza della malattia
nell’uomo e negli animali (Salmaso et al., 2000).
Epidemiologia
La brucellosi è una patologia occupazionale di quanti
lavorano con animali infetti, specialmente nei contadini,
negli allevatori di bestiame, nei veterinari e nei lavoratori
dei macelli e più frequentemente nei maschi.
Casi sporadici, ma rilevanti anche in situazioni di bassa
prevalenza dove si attuano piani di eradicazione della
malattia negli animali domestici, si sono verificati tra i
consumatori di latte e prodotti caseari ottenuti da latte di
dubbia provenienza o comunque non pastorizzato e da
formaggi freschi o a troppo breve stagionatura.
Epidemiologia
Un’importante fonte di infezione per l’uomo è quella
alimentare:
Andamento stagionale (aprile-giugno, novembregennaio) corrisponde al periodo di macellazione degli
agnelli e alla produzione di formaggio fresco da ovini.
Brucelle
Trasmissione
Contatto con tessuti, sangue, urine, secreti vaginali, lochiazioni, feti
abortiti e soprattutto placente di animali infetti (la placenta con
l’abbondante presenza di d-eritritolo costituisce un tessuto
d’elezione per la localizzazione delle brucelle).
Ingestione di latte e formaggi provenienti da animali infetti.
Via aerogena: negli animali l’infezione si può trasmettere per via
aerogena nelle stalle, nei porcili, nei laboratori e nei macelli, in
questo modo anche l’uomo può contrarre l’infezione.
Autoinoculazione: si sono verificati casi di infezione in veterinari e
addetti zootecnici.
Inoculazione congiuntivale (aerosol, dita ).
Non esiste prova di contagiosità da persona a persona.
Brucelle
La brucellosi è asintomatica negli animali
abortus: infetta i bovini
melitensis: capre e pecore
suis: suini
canis : cani, volpi e coyoti
neotomae: ratti (non patogena per l’uomo)
Infettano la placenta e le membrane fetali ricchi di
eritritolo, uno zucchero metabolizzato da molti ceppi di
brucella al posto del glucosio.
Patogenesi
Diffusione negli animali varia con lo stato di maturazione
sessuale:
Infezione contratta prima della maturità si autoestingue,
altrimenti l’animale resta cronicamente infetto.
Si localizza nei linfonodi soprammamari, nella
mammella, nell’utero (in gravidanza), nelle vescichette
seminali e nei testicoli.
L’infezione determina aborti ripetuti.
Patogenesi
La localizzazione e le vie di eliminazione della brucella
negli animali spiegano perché le fonti più importanti di
contaminazione per l’uomo siano il consumo di latte e
derivati contaminati (formaggi preparati con latte di
capra) o il contatto (professionale) con tessuti e organi di
animali infetti.
Patogenesi
Le brucelle, penetrate nella sottomucosa attraverso le
cellule epiteliali della cute, della congiuntiva, della
faringe o del polmone, inducono un’attiva risposta
infiammatoria.
Se le capacità di difesa dell’ospite sono superate, si
verifica una batteriemia che diffonde l’infezione a livello
degli organi parenchimatosi (splenico, epatico, midollare)
con formazione di granulomi.
La malattia nell’uomo
B.abortus, che ha il suo serbatoio nei bovini, si associa di solito ad
una malattia sporadica con decorso clinico di moderata gravità.
B.canis, contratta per trasmissione da cani infetti, causa una malattia
ad esordio insidioso, frequentemente recidivante, con decorso
cronico indistinguibile dalle forme da B.abortus.
B.suis, l’infezione si contrae attraverso il contatto coi suini e si
associa più frequentemente a lesioni suppurative e destruenti, a
decorso clinico protratto.
B.melitensis (la causa più comune in tutto il mondo), che ha come
serbatoio pecore e capre, può causare una grave malattia acuta
con complicanze invalidanti.
Clinica
Periodo d’incubazione 2-4 settimane ma può protrarsi
anche per alcuni mesi
BRUCELLOSI ACUTA:
Astenia, forte sudorazione, dolori muscolari, febbre 3840°C (continua o intermittente cioè periodi febbrili che si
alternano a periodi di apiressia, anche per mesi).
Splenomegalia, epatomegalia, linfoadenomegalia
Complicazioni: artriti, meningiti, epatite granulomatosa,
endocarditi, uveiti, orchiti
Clinica
BRUCELLOSI CRONICA:
Soggetti esposti
brucellosi.
permanentemente
al
rischio
di
La malattia dura per oltre 6 mesi-1 anno si definisce
cronica e si manifesta come una malattia a decorso
protratto (spesso a causa di una inadeguata terapia
antibiotica) oppure con un quadro focale ascessuale a
localizzazione ossea, epatica o splenica.
Clinica
BRUCELLOSI ACUTA MALIGNA:
Febbre alta e continua, cefalea, ipotensione
In assenza di una adeguata terapia sopraggiunge la morte
La malattia negli animali
BOVINI
La brucellosi bovina è dovuta alle specie B.abortus e B.melitensis,
sostenuta principalmente da B. abortus causa di aborti (4°-8° mese),
infertilità, occasionalmente orchiti. E’ un’infezione cosmopolita, ad
elevata contagiosità. I bovini possono infettarsi per via orale,
congenitamente, per ingestione di latte materno infetto e raramente
per via venerea.
La malattia negli animali
OVI-CAPRINI
Queste specie si infettano prevalentemente con la Brucella
melitensis, molto diffusa in tutto il Mediterraneo, questa può colpire
anche i bovini ed è molto patogena per l’uomo che si infetta
consumando latte non pastorizzato o bollito e formaggi freschi
ottenuti da latte infetto. La sintomatologia e la patogenesi è
sovrapponibile a quanto visto per la B. abortus nei bovini anche se
in queste specie è più importante la via di trasmissione venerea, i
maschi infatti sono colpiti da orchiti ed epididimiti.
La malattia negli animali
SUINI
Brucella suis colpisce il suino e le lepri (B. suis biovar 2) che
mantengono il ciclo silvestre dell’infezione. Nella specie suina si può
avere aborto precoce e tardivo ed ipofertilità analogamente a quanto
avviene nell’allevamento bovicolo.
Anche B. abortus può infettare il suino provocando un’infezione che
si esaurisce rapidamente senza manifestazioni patologiche evidenti.
Lesioni causate da B.suis in un utero di scrofa
La malattia negli animali
EQUINI
Sono stati riportati casi di infezioni da B. suis e da B. abortus nella
specie equina, con rarissimi casi di aborto.
L'infezione può però determinare delle bursiti sopraspinose
piogranulomatose e fistolizzanti.
Nei RODITORI l’infezione da B. suis è di scarso valore
epidemiologico.
Diagnosi negli animali
Diagnosi diretta o indiretta
Diretta:
Esame microscopico, da placenta, tamponi vaginali, da reperti del
feto
Esami colturali, da placenta, tamponi vaginali, da reperti del feto, da
latte, da colostro
PCR
Diagnosi negli animali
Indiretta:
Ricerca degli Ac:
SAr, Sieroagglutinazione rapida (Rose bengala test)
FdC, fissazione del complemento (IgG1, IgM)
ELISA indiretta sul siero e sul latte
Ring Test
IL rose bengala test
Si è affermato come metodo di screening di massa per i bovini e utilizza
un antigene fortemente acido colorato con ematossilina
.
Si effettua ponendo a contatto 0,03 ml di siero con la stessa quantità di
antigene, mescolando attentamente con bastoncino apposito e
leggendo dopo 4 minuti
Le reazioni positive danno luogo a seconda della loro intensità a
fenomeni d'agglutinazione appena percettibili oppure dalla formazione
di fini o grossi agglutinati di colore rosso-rosa.
IL Ring Test
E’ una prova di agglutinazione in grado di svelare la presenza di
anticorpi specifici nel latte di animali infetti e trova particolare
applicazione nel controllo del latte proveniente da più animali della
stessa azienda (latte di massa)
NORMATIVA NAZIONALE
La normativa nazionale considera un capo infetto da brucellosi
qualora risulti positivo agli esami sierologici ufficiali, la
sieroagglutinazione rapida con antigene al rosa bengala (SARAg.:RB) e la fissazione del complemento (F.d.C.)
Un animale è da ritenersi sospetto quando la SAR risulta positiva e
la F.d.C. è negativa e in questo caso il controllo deve essere ripetuto
Nel caso invece di F.d.C. positiva l'animale è sempre considerato
infetto
Un allevamento bovino è considerato infetto da brucellosi in seguito
all'isolamento dell'agente eziologico e/o quando uno o più capi
hanno reagito positivamente alle prove sierologiche ufficiali
Diagnostica alimentare
Isolamento su terreni selettivi (in presenza di antibiotici)
così da avere un’identificazione certa.
Carica batterica nel formaggio e nel latte è bassa, si
ricorre all’arricchimento del campione mediante
centrifugazione ed eliminazione della fase liquida.
Diagnosi nell’uomo
Isolamento colturale da sangue periferico, biopsie midollari. Attualmente
molti laboratori usano tecniche di isolamento rapido, come BACTEC e
Dupont Isolator.
Ricerca degli anticorpi circolanti (sieroagglutinazione)
PCR
Prove biochimiche
Immunofluorescenza
Isolamento colturale
Crescono su agar sangue, agar cioccolato, agar soia
trypticase.
Colture da sangue dovrebbero essere incubate a 35–37°C
in atmosfera al 5–10% CO2.
Emocolture, crescita lenta ( 4-7gg) fino a 4 settimane.
Isolamento colturale
Un terreno selettivo idoneo alla crescita di tutti i biotipi di
Brucella è il terreno di Farrel :
Siero Glucosio Agar
addizionato di bacitracina,
vancomicina, polimixina B, acido nalidixico, nistatina.
Sieroagglutinazione
Nella sierodiagnosi di Wright si titolano sia le le IgM che le IgG.
Titoli negativi sono quelli da 1:40, sospetti da 1:80 a 1:160; positivi
da 1:320. E' distintivo per una diagnosi di infezione l'aumento
significativo del titolo fra campioni esaminati a distanza di giorni.
Un titolo di 1:80 indica una infezione passata o presente e un
aumento di 4 volte il titolo durante il corso della malattia è evidenza
di diagnosi.
Reazioni crociate con Yersinia entecolitica e con Francisella tularensis
e con Vibrio cholerae (nel caso di vaccinazione anticolerica recente)
Identificazione mediante agglutinazione
monospecifica
Una identificazione monospecifica si fa mediante sieri adsorbiti su
Ag diversi che servono a determinare il lipopolisaccaride
predominante M o A. Si testano le colonie in fase S. Questi antigeni
sono presenti nelle tre specie di interesse umano, ripartiti
inegualmente. L'antigene A domina in B. abortus, M in B. melitensis,
mentre sono ugualmente distribuiti in B. suis.
PCR
(Reazione polimerasica a catena)
Amplificazione mediante PCR del gene bcsp31 che codifica per la
proteina di 31-kDa della membrana esterna conservata tra le varie
specie di Brucella spp.
Amplificazione della sequenza del gene 16S rRNA.
Sono stati sviluppati nuovi metodi molecolari come l’amplificazione
della sequenza di inserzione IS711.
PCR multiplex disegnata per mettere in evidenza gli elementi della
sequenza di inserzione IS711 nelle 4 specie di Brucella: B. abortus,
B. melitensis, B. ovis, B. suis.
Prove biochimiche
Le Brucelle sono ureasi positive (eccetto B. ovis).
Il test dell'ureasi avviene su terreni di Christensen. Si fa un
abbondate inoculo. Il terreno vira in tempi fissi a seconda della
specie. B. melitensis e B. suis virano rapidamente (in meno di 5
min.).
TEST UREASI
Immunofluorescenza
Immunofluorescenza in situ utilizzando sonde specifiche
per Brucella è uno strumento utile per l’identificazione da
isolati colturali o sezioni istologiche
Prognosi
La guarigione è la norma anche se possono residuare
condizioni di invalidità. La letalità è bassa (2% o meno),
è
dovuta
soventemente
all’interessamento
dell’endocardio secondariamente alle infezioni da B.
melitensis
Trattamento
Tetracicline,SXT, Gentamicina, Rifampicina, Streptomicina
Le Brucelle sono dei batteri a sviluppo intracellulare facoltativo; è
necessario quindi utilizzare un antibiotico attivo sulla Brucella e che
penetri nelle cellule. Le tetracicline, la rifampicina, il co-trimossazolo
(Bactrim) rispondono a questi due criteri. In questa immagine si nota
l'ottima sensibilità di un ceppo di Brucella alle tetracicline.
Prevenzione
Controllo del bestiame
Vaccinare gli animali
Consumo di latte pastorizzato
Utilizzo di guanti per gli operatori a rischio (allevatori, veterinari)
Principale misura di profilassi dell’infezione umana è il
controllo e l’eradicazione negli animali
Prevenzione
Brucella spp. è classificata organismo di livello 3 per la
bio-sicurezza e tutte le manipolazioni con colture vive e
antigeni devono essere confinate a una cappa a
sicurezza biologica II.
(vedi anche la Legge 626/94)
Prevenzione
L‘infezione da Brucella spp. è rapidamente acquisita dai laboratoristi
attraverso contatto con la pelle, inalazione di aerosol, contatto
attraverso occhi e bocca, accidentale inoculazione percutanea.
Deve essere usata una cappa a sicurezza biologica.
Attenzione a procedure quali la sospensione di antigeni, test di
agglutinazione su slide, odorare le colture batteriche, osservazione
delle piastre da vicino con rimozione delle stesse dalla cappa.
Vaccino
Non ancora disponibile per l’uomo
Per gli animali:
Vaccini vivi ed attenuati
Vaccini preparati con frazioni antigeniche di B. melitensis
e B. abortus.