TORINO: Oftalmico, dopo le proteste partono i ricorsi. Gariglio: “Se i

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Transcript TORINO: Oftalmico, dopo le proteste partono i ricorsi. Gariglio: “Se i

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40 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 4 MARZO 2016
I VOLTI DELLA SANITA’
L’intervento alle Molinette dopo che la nonna era risultata compatibile
Dona un rene per salvare il nipote
L’organo
vivrà
100 anni
Il ministro la chiama: “Mettersi in gioco vale più di tante campagne sui trapianti”
«Il ragazzo
è stato liberato
dall’obbligo
della dialisi»
ALESSANDRO MONDO
NOEMI PENNA
3
dialisi
Il ragazzo
doveva
sottoporsi
ogni settimana
a tre cicli
di dialisi
«Il dono più bello che si possa fare e ricevere». Anche il ministro
Beatrice Lorenzin si è complimentata con Giuseppina, la
nonna coraggio che pur non essendosi mai sottoposta ad alcun
intervento ha deciso di donare
un suo rene al nipote. Il ragazzo
ha 15 anni e da un anno e mezzo
era costretto alla dialisi: «Non
viveva più, aveva perso il sorriso, la gioia di chi ha la sua età. E
appena ho saputo che aveva bisogno di un trapianto di rene ho
detto: ti dono il mio».
3
41
anni
La differenza
d’età
tra la nonna
e il nipote:
il rene
trapiantato
potrà vivere
più di 100 anni
15
per cento
La percentuale
delle donazioni
tra vivi
in Piemonte:
la media
è più alta
di quella
nazionale
Legame speciale
«Non sono servite parole fra
noi. Prima dell’intervento ci siamo dati solo un lungo abbraccio», racconta nonna Pina, ancora provata dall’operazione.
«Ora sono solo contenta che sia
andato tutto bene e non vedo
l’ora di poterlo abbracciare nuovamente». Il ragazzo è ricoverato in terapia intensiva ma per i
medici entro un mese sarà di
L’intervento è riuscito?
REPORTERS
Corsa contro il tempo
Giuseppina, la nonna donatrice, ricoverata nel Centro Trapianti delle Molinette: al suo fianco il
genero, padre del ragazzo salvato grazie all’intervento
«Non sono servite
parole fra noi,
prima dell’intervento
ci siamo dati solo
un lungo abbraccio»
«Per i miei figli è come
una seconda mamma,
ora speriamo
che questo gesto
sia di esempio»
Giuseppina
Alfio
la donatrice
del rene
il padre
del ragazzo
nuovo a casa, dove potrà riprendere la scuola di agraria e la sua
più grande passione: andare a
cavallo. «Fra noi c’è un legame
speciale e spero che questo piccolo sacrificio riporti a mio nipote il sorriso che la lunga malattia, di cui soffre da quando
aveva 4 anni, gli ha tolto».
no quindici l’anno contro i cento tradizionali. Nella maggior
parte dei casi avviene fra fratelli o fra moglie e marito, proprio perché con le nuove tecniche utilizzate non è più necessario avere lo stesso gruppo
sanguigno. L’età dei donatori si
sta innalzando, così come
l’aspettativa di vita di alcuni
organi. Il rene trapiantato sul
ragazzo siciliano potrà vivere
oltre i cento anni, così come il
fegato della professoressa
94enne di Domodossa trapian-
Organi centenari
La donazione di rene fra vivi
non è più un intervento inusuale. A Torino, centro di riferimento nazionale, se ne svolgo-
tato sempre a Torino, a inizio
febbraio, su una donna napoletana di 61 anni.
Il plauso del ministro
A sorpresa, la telefonata di Beatrice Lorenzin: conversazione
affettuosa e a tratti commossa,
quella tra il ministro della Salute e la nonna donatrice. La Lorenzin non solo si è complimentata per «l’atto d’amore» ma,
come spiegano dal suo staff, ha
voluto sottolineare un episodio
importante per la doppia valenza che riveste: «Non solo è la
riprova che la donazione da vivente a vivente si avvia a diventare una prassi ma in termini di
sensibilizzazione presso l’opinione pubblica il fatto di mettersi in gioco in prima persona
vale più di tante campagne
pubblicitarie».
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Guarda il video
Oftalmico, dopo le proteste partono i ricorsi
Gariglio: “Se i conti si sistemano ne riparleremo”
T
re ricorsi alla Corte dei
Conti: uno annunciato,
due promessi. Lo scontro sul trasferimento dell’Oftalmico esce dal perimetro
delle proteste e delle petizioni (65 mila le firme già raccolte) per imboccare la strada giudiziaria.
Il salto di qualità è avvenuto
nell’ambito dell’assemblea pub-
blica convocata dal «Comitato
Salvaguardia Ospedale Oftalmico» per ribadire il «no» all’operazione pianificata dalla Regione e
mobilitare le forze disponibili medici, pazienti, cittadini, politici
a tutti i livelli - rappresentate ieri
nel salone del Collegio degli Artigianelli. Muro contro muro. Tanto più che l’assessore Saitta tira
dritto - «La decisione non sarà
più rimessa in discussione» -, forte delle sue buone ragioni: «Vogliamo migliorare e accrescere i
servizi». L’unica apertura è sui
tempi: «Gli atti aziendali prevedono il trasferimento entro fine
anno, se dovesse occorrere qualche mese in più sono d’accordo».
Affatto scontata la posizione di
Davide Gariglio: «Il trasloco è
una scelta politica adottata dalla
giunta Cota in piano di rientro,
l’abbiamo ereditata e dobbiamo
rispettarla garantendo la sussistenza degli attuali servizi». Ma il
capogruppo del Pd in Regione
non esclude di rivedere questa
posizione: «Una volta usciti dal
Piano di rientro possiamo anche
valutare l’ipotesi di spostare
l’ospedale quando sarà pronto il
nuovo Parco della Salute». Significherebbe posticipare l’operazione di qualche anno.
Il primo ricorso è stato annunciato da Mario Caporaso, vicepresidente del Comitato. Gli
altri due, pronti a scattare quando il trasloco diventerà operativo, rimandano a mittenti molto
diversi: Roberto Rosso, candida-
REPORTERS
Muro
contro muro
L’assemblea
convocata
in corso
Palestro
«Tutto secondo manuale. I
reni della nonna erano in salute e quindi l’età non ha influito: è la biologia a fare la
differenza, non la carta
d’identità. Il ragazzo trascorrerà ora qualche giorno in terapia intensiva, poi potranno
tornare a casa ma continueremo a
seguire entrambi i pazienti a distanza».
Come si vive con un
solo rene?
«Se uno funziona bene, non ci
sono problemi. In ogni caso il
ragazzo dovrà proseguire per
tutta la vita la terapia antirigetto, ma sarà libero dalla dialisi. Era arrivato a doverla fare anche tre volte la settimana».
E’ stata complicata la procedura burocratica?
«La donazione fra viventi è
normata dalla legge e prevede, oltre alle verifiche mediche, l’apertura di un fascicolo
in pretura, che deve dare il via
libera escludendo le finalità di
lucro. Ci è voluto qualche mese, sempre meno della ricerca
di un organo compatibile. Infatti il ragazzo da 15 mesi era
anche nella lista dei trapianti,
ma è scientificamente provato che l’impianto di reni fra vivi è migliore rispetto a quello
tradizionale».
[N.PEN.]
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L’assessore Saitta tira dritto ma nel Pd si aprono le prime crepe
il caso
Luigi Biancone
nefrologo
Nonna e nipote sono ora ricoverati nel Centro trapianti renali delle Molinette diretto dal
professor Luigi Biancone: il
suo ambulatorio segue 1800
pazienti l’anno.
Esempio per gli altri
Il trapianto da nonna a nipote si
è svolto mercoledì mattina alle
Molinette. Il prelievo è stato
eseguito in laparoscopia dagli
urologi Paolo Gontero e Giovanni Pasquale, mentre nella sala
operatoria a fianco è stato effettuato il trapianto dell’organo sul
giovane dai chirurghi vascolari
Maurizio Merlo, Aldo Verri e
Monica Hafner, e dall’urologo
Omid Sedigh. La donatrice ha
56 anni ma l’età, così come il diverso gruppo sanguigno, non ha
influito. «Quando ci hanno detto
che eravamo compatibili c’è stata solo tanta gioia, poi l’ansia
che qualcosa potesse andare
storto», racconta Giuseppina.
La famiglia arriva dalla provincia di Catania e «nonostante le
lunghe attese della sanità pubblica del Sud» non si è scoraggiata: «Abbiamo fatto le valigie
e siamo venuti a Torino», afferma papà Alfio, che non ha parole per ringraziare il gesto della
suocera. «Per i miei figli è come
una seconda mamma. Ma prima di arrivare qui molti esami li
abbiamo dovuti fare privatamente. Ora speriamo che tutto
questo possa essere da esempio
e aprire la strada ad altri».
domande
a
to sindaco di uno schieramento
di centro che ambisce a compattare tutto il centrodestra, annuncia battaglia e lavora per
portare a Torino il ministro Lorenzin; i Cinque Stelle, Bono e
Batzella, pensano di interpellare
la magistratura «sullo spreco di
denaro pubblico». La prima circoscrizione, su proposta di Davide Balena, capogruppo di Forza
Italia, ha approvato un ordine
del giorno contro lo «spezzatino» dell’Oftalmico, destinato ad
essere diviso tra Molinette e San
Giovanni Bosco: il documento è
passato anche con i voti del Pd.
Angelo D’Amico, consigliere
«azzurro», chiede un Consiglio
aperto in Comune.
Perchè se da una parte il «caso» dell’Oftalmico promette di diventare pane per i giudici, dall’altra è già stato risucchiato dalla
campagna elettorale: con buona
pace di chi, sul «blog» del Comitato, chiede di «fare attenzione a
non farci usare». Oltre a Rosso e
ai «grillini» ecco Gian Luca Vignale, Forza Italia. Poco più in là
Raffaele Petrarulo, Lista sicurezza e Legalità. Ma ieri c’erano anche alcuni medici dell’ospedale:
da Federico Grignolo, direttore
Clinica oculistica dell’Università
di Torino, a Claudio Amè, direttore della Medicina Interna (che
chiuderà a maggio), polemico
verso la scelta della Regione. Lo
specchio di un malumore più
[ALE.MON.]
profondo.
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NA STORIA «bella all’italiana», dice Luigi Bianco-
ni, direttore della nefrologia della Città della Salute. Ad accompagnare il ragazzino di quindici
anni in arrivo da Catania per il trapianto di rene è arrivata tutta la famiglia: mamma e papà, ma anche le zie
e i cugini. «Una prova di sostegno reciproco e di amore
che commuove», commenta il medico. La nonna materna è la donatrice, una nonna giovane di appena 56
anni che nella camera della terapia intensiva delle Molinette è ancora sofferente per i postumi dell’intervento ma è raggiante perchè tutto è andato nel migliore
dei modi: «I nipoti sono come figli», dice ricostruendo i mesi di attesa: la pena per il nipotino affetto da quella
malattia genetica per
la quale non restava altro che la dialisi e la festa in famiglia quando
i test avevano confermato che il suo organo
era compatibile con
quello del nipote.
Il ragazzino si chiama Giovanni e dal suo
letto le manda un bacio: «Avrò cura di questo rene». Da un anno
e mezzo era costretto
a fare la dialisi con una
qualità di vita che peggiorava ogni giorno di
più. Nonna Pina si è offerta di donare il rene,
e subito sono partiti i
controlli in Sicilia per
verificare che ci fosse
la compatibilità. Per lei anche i complimenti del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ieri sera l’ha
chiamata: «Lei è stata capace di un gesto d’amore importante», le ha detto. E il ministro ha voluto complimentarsi anche con Biancone e con i medici che hanno
accompagnato nonna e nipote in questi mesi di attesa.
Da un mese tutta la famiglia si è trasferita a Torino
in attesa del giorno fatidico. E ora genitori e zie si alternano al capezzale di Giovanni e di Pina. Il trapianto si è
svolto mercoledì: «Ci sono volute tre ore per il prelievo
effettuato in laparoscopia e quattro per il trapianto:
dal mattino al pomeriggio inoltrato», racconta Biancone. Ora nonna e nipote sono ricoverati nella terapia intensiva delle nefrologia del centro trapianto delle Molinette. La nonna non si lascia spaventare da taccuini
e telecamere e ricostruisce le tappe di questa storia
del cuore che ha portato un’intera famiglia a venire a
Torino per stare accanto a Giovanni e ai suoi genitori:
«Da quando era cominciata la dialisi mio nipote non viveva più, aveva perso la gioia. Ero un po’ spaventata
perchè non sono mai stata sottoposta ad un intervento prima ma tutto è andato bene e sono felice». Alfio, il
padre di Giovanni ci tiene a cogliere l’occasione per
lanciare un messaggio: «E’ importante che i giornali
parlino delle donazioni quanto più possono, perchè se
cresce la sensibilità le offerte aumentano. E’ incredibile che ci siano persone che attendono un organo per
anni, a volte sette o otto». Quando l’attenzione mediatica è alta, insiste, i risultati arrivano: «Sì è visto anni
fa quando c’era stato il caso di quella bimba uccisa dalla camorra a Napoli. Subito dopo il numero delle donazioni era cresciuto moltissimo. Non ricordo l’anno ma
credo fosse il 2004. Quando invece torna il silenzio le
donazioni tornano a calare».
Il trapianto non era di quelli che richiedavano tecniche eccezionali o particolarmente innovative, precisa
il direttore della nefrologia universitaria che esegue
circa 15 interventi all’anno: «Nulla di eccezionale dal
punto di vista tecnico. L’operazione è perfettamente
riuscita e di trapianti così ne facciamo molti, ma è la
storia umana che colpisce in questo caso».
Anche questa volta è il lavoro di squadra che fa la
differenza. La gestione non può non essere multidisciplinare: urologo, chirurgo, nefrologo. Il ragazzino era
seguito dall’équipe pediatrica diretta da Bruno Gianoglio dell’ospedale Regina Margherita. L’intervento di
prelievo del rene della nonna donatrice è stato eseguito in laparoscopia dagli urologi Paolo Gontero e Giovanni Pasquale della direzione di urologia di Bruno
frea. Il trapianto lo hanno eseguito i chirurghi vascolari Maurizio Merlo, Aldo Verri e Monica Hafner e dell’urologo Omid Sedigh.
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il futuro di un ospedale fa il
suo ingresso nel campo di battaglia
elettorale, allora capita quello che si
è visto ieri mattina in corso Palestro: l’assemblea convocata a difesa dell’Oftalmico
diventa il palcoscenico della politica a caccia di voti. Una vera e propria parata davanti a medici, operatori, cittadini.
Il candidato dissidente e autonominato
del centrodestra Roberto Rosso arringa il
pubblico dicendo di voler portare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in via Juvarra nella sua prossima visita a Torino a
maggio. Rosso è pronto a giurare che Lorenzin verrà perchè Alfano lo sostiene. Aggiunge pure che farà un esposto alla Corte dei
Conti perchè faccia una verifica sull’opportunità di spendere 18 milioni di euro in una
ristrutturazione recente per un ospedale
che in realtà era destinato alla chiusura. In
corso Palestro c’è anche Gianluca Vignale,
che da sempre non perde occasione per pe-
2
UANDO
rorare la causa: «È arrivata l’ora, per Saitta
e Chiamparino, di capire i propri errori e
prepararsi al dietrofront», dice davanti alla
platea, dove il comitato annuncia di aver
raggiunto oltre 65mila firme di cittadini
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contro la chiusura.
C’è pure il vicepresidente del consiglio
comunale Angelo d’Amico, che cerca di raccogliere consensi dicendo di aver chiesto
un consiglio aperto: «Dove sono Chiamparino e Saitta?». Per il Movimento 5 Stelle, da
tempo contrario al trasferimento delle oculistiche al Giovanni Bosco e alla Città della
Salute, si è presentato all’appuntamento il
consigliere regionale Davide Bono: «Saitta
ha sospeso ogni decisione perchè ci sono le
elezioni e quindi non si sa nulla sui tempi
del trasloco».
Un giudizio contrario al trasferimento arriva anche dalla prima Circoscrizione, dove
un ordine del giorno firmato dal forzista Davide Balena è stato approvato a maggioranza, con il voto favorevole anche di alcuni
esponenti del Pd. L’ordine di scuderia che
arriva da Palazzo Lascaris non raggiunge
la base che milita sul territorio? Così parrebbe. Mentre i consiglieri regionali Pd da
sempre contrari alla chiusura hanno evitato di farsi vedere per non sottolineare la
contraddizione, il capogruppo democratico Davide Gariglio attacca Forza Italia:
«Che faceva Gianluca Vignale quando era
l’assessore di Cota, Paolo Monferino, a decidere la chiusura?».
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3
50 .Saluzzo e valli
LA STAMPA
.VENERDÌ 4 MARZO 2016
FRA I TEMI DISCUSSI NELLE INTERPELLANZE IN CONSIGLIO COMUNALE
EVENTO A SALUZZO
CONVEGNO A VERZUOLO
“Ospedale unico Saluzzo-Savigliano
Apriamo il confronto con la Regione”
Si cercano
volontari
per la Mezza
del Marchesato
Frutticoltura
biologica
e innovazione
Le prospettive
ti pagati. Così la lettera di revoca non è partita perché la situazione è stata regolarizzata. Il
nostro obiettivo resta quello di
risolvere il contratto. Il rapporto del Comune e dei dipendenti
con la coop è compromesso».
Quaglia: «Se non ci sono state contestazioni formali, come
pensate di mandare via la cooperativa? Avessimo iniziato dalla primavera a muovere rilievi
formali, oggi sarebbe possibile
procedere». Daniela Contin:
«Serviva la documentazione
sulle inadempienze».
«Disgelo» sulla vicenda Marcovaldo-Artea. L’assessore Pignatta: «Siamo d’accordo a discuterne in commissione».
La «Mezza maratona del Marchesato», da due anni in primavera, è considerata una
«bella vetrina della città e del
territorio», perché permette
di far scoprire il Saluzzese ai
podisti e ai corridori che arrivano da tutta Italia. Per preparare al meglio l’edizione
2016, in programma domenica 3 aprile, la Fondazione
«Bertoni», che si occupa dell’organizzazione, è alla ricerca
di volontari.
«Servono persone di buona
volontà e disponibili - dice Davide Debernardi, consigliere
della “Bertoni” che segue la
“Mezza” - per la giornata della
gara, in particolare per l’assistenza ai podisti lungo il percorso. Quello è il primo turno,
dalle 7 alle 13,30, ma il supporto sarà utile e decisivo anche
fino alle 17». L’organizzazione
vuole ricompensare in qualche modo chi darà un aiuto.
«A tutti quelli che si faranno
avanti - aggiunge - sarà offerto il pranzo al termine della
corsa e ci sarà in omaggio il kit
del volontario con regali, come una t-shirt, un kway o altro».
La «Bertoni» è alla ricerca
di «maggior forza». «Vogliamo migliorare tutti i servizi
ai partecipanti - precisa Debernardi -, anche per chi
prenderà parte alla non competitiva. Chiunque voglia aiutarci scriva a [email protected] entro i prossi[A. G.]
mi giorni».
«Frutticoltura biologica in
Piemonte. La situazione, le
prospettive, la ricerca a supporto dei processi di innovazione». È il tema del convegno che si tiene oggi alla sede
«Agrion» (la fondazione che
ha incorporato il «Creso») di
Manta (via Falicetto 24).
I lavori iniziano alle 14,15.
Intervengono i tecnici Agrion sugli studi portati avanti
fin dalla fondazione del
«Creso» con Roberto Della
Casa dell’Università di Bologna, Paolo Carnemolla, presidente di «Federbio», e l’imprenditore agricolo Sergio
Bunino.
«La produzione biologica
è in piena crescita - spiegano
da “Agrion” -. In Piemonte i
numeri mostrano un’impennata: decine di aziende sono
coinvolte nel percorso di conversione al metodo biologico.
Melo e pero sono le specie
più coinvolte, con 680 e 389
ettari, già ben oltre il 10% della superficie regionale. La
scelta è dettata dall’attenzione all’ambiente e al consumatore, ma anche dalle opportunità di un mercato che riesce a remunerare l’impegno
dei produttori». E ancora:
«La filiera si sta strutturando, con aggregazioni che dialogano con la grande distribuzione e acquirenti internazionali. Anche la trasformazione in preparati innovativi sta crescendo con nuove
strutture sul territorio». [A. G.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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ANDREA GARASSINO
SALUZZO
Nuovo ospedale, la «crisi» dell’asilo nido, il riutilizzo degli
edifici storici del borgo medievale, il futuro della fondazione
Artea, il giornale comunale e
la convenzione con l’istituto
«Igav» per la Castiglia. Sono i
temi del Consiglio comunale,
riunitosi mercoledì. Varata
anche una modifica al regolamento di Polizia urbana con
novità e sanzioni per chi butta
a terra mozziconi e piccoli rifiuti «da passeggio».
«Dal punto di vista tecnico ha detto il sindaco Mauro Calderoni, rispondendo all’interpellanza dell’opposizione sul
futuro della Sanità - ritengo
ancora valida la soluzione di
un ospedale unico tra Saluzzo
e Savigliano». «Dal punto di
vista politico, invece - ha proseguito -, vale il Piano regionale che prevede due centri
distinti, a Saluzzo l’ospedale
di territorio e a Savigliano
quello cardine. Va aperto un
confronto con la Regione».
La replica di Stefano Quaglia, opposizione: «Bisogna
agire in fretta. Non ci rendiamo conto che nel 2018, quando qui staremo ancora discutendo, Verduno sarà come
un’idrovora, perché è un ospedale a soli 24 km da Savigliano, con il meglio dal punto di
vista tecnologico e della professionalità. Dobbiamo aprire
il confronto con Savigliano:
Saluzzo è stata la prima a perdere, ma i prossimi saranno i
Il periodico
BERTORELLO
Il sindaco Mauro Calderoni durante una delle votazioni
nostri vicini. Se finalmente
prenderete qualche iniziativa
politica, noi saremo d’accordo».
Il «caso» del nido
Un momento del dibattito
Il clima tra le due «ali» della sala consiliare si è scaldato anche
sulla vicenda del nido comunale. La giunta la scorsa settimana ha adottato una delibera con
cui esprime la volontà di rescindere il contratto con la cooperativa che lo gestisce. Ci sono stati
ritardi nei pagamenti dei compensi e delle forniture, con altre
irregolarità. «Venerdì il Durc è
risultato a posto - ha spiegato il
sindaco - e gli stipendi sono sta-
Calderoni ha spiegato che non
ci sarà spazio sul periodico comunale «Saluzzo Informa» per
l’opposizione: «La norma non lo
prevede». Savio: «Perché la Regione e Comuni vicini come
Verzuolo e Busca hanno spazi
per il Consiglio e noi no»?
Borgo medievale
Quaglia e Savio: «Da 12 anni
non si fa niente per il borgo medievale e ci sono sempre meno
servizi e abitanti. Per il rilancio
è il momento di aprire il confronto con esperti ed esponenti
della cultura». Calderoni: «Il
quadro non è così drammatico.
Il dibattito culturale è in corso
da due anni».
Marcovaldo
“Se torno in Costa d’Avorio mi uccidono
Ripagherò la generosità di Verzuolo”
I genitori del profugo sono stati assassinati da oppositori politici
La storia
GIULIA SCATOLERO
VERZUOLO
a solo non so come
avrei fatto. Non conoscevo nessuno e
non sapevo dove andare. Ma
non potevo tornare, perché
avrebbero ucciso anche me».
Paura, tristezza, speranza, ma
soprattutto gratitudine e desiderio di ricambiare quanto ricevuto. Gli occhi di Guindo Sekou,
23 anni, nato a Abidjan in Costa
d’Avorio, raccontano questo e
molto altro. Lui è un richiedente
asilo. Oggi abita a Verzuolo. La
sua storia inizia nel 2010. «Ad
Abidjan lavoravo in un negozio
di abbigliamento - racconta in
un francese fluente -: frequentavo una scuola serale ed ero cintura marrone di karatè».
«D
Una vita stravolta
Una vita normale, stravolta dalla crisi ivoriana: tra il 2010 e il
2011, dopo 10 anni, il Paese si
prepara a nuove elezioni. Il papà di Guindo è nel Front Populaire Ivorien. «Dormivo, quando ho sentito i miei urlare - racconta, gli occhi colmi di lacrime
-. Esco dalla camera e vedo uomini aggredirli. Colpiscono an-
Protagonisti
Guindo
Sekou
e il sindaco
Giancarlo
Panero
che a me. Cerco di difendermi.
Poi svengo a terra». Guindo si risveglia il giorno dopo in ospedale:
scopre che quegli uomini, oppositori politici, hanno ucciso i genitori. Oltre al dolore, gli restano due
cicatrici, sulla fronte e sulla spalla
sinistra. «Non so perché non mi
abbiano ucciso - racconta Guindo
-: sono fortunato, ma ho perso
tutto. Difficile da accettare».
Il viaggio
Senza genitori (l’unica sorella
si è sposata in Mali) e in pericolo per il passato politico del
papà, Guindo decide di andarsene, aiutato dai vicini di casa.
Atterra a Malpensa e richiede
asilo. «Ero solo - racconta -: ho
visto un connazionale e gli ho
chiesto aiuto per trovare il
centro di accoglienza». L’ivoriano è Drissa, che da tempo
risiede con la moglie e tre figli
a Verzuolo. Lo vede infreddolito e gli regala il giubbotto, che
Guindo indossa anche ora. Poi
lo invita a casa. Era novembre.
Lo aiutano privatamente
Dopo Natale Guindo conosce il
sindaco Giancarlo Panero e
l’assessore alle Politiche sociali Gabriella Bernardi. «La
sua storia ci ha toccato - spiega il sindaco -: così abbiamo
deciso di aiutarlo. Ma lo facciamo come cittadini e non come amministratori». «Gli abbiamo pagato il corso di italiano, regalato vestiti e aiutato
per documenti e pratiche - aggiunge la Bernardi -. Stiamo
cercando di inserirlo come volontario in una cooperativa, in
attesa che la domanda di asilo
venga accettata e possa lavorare». «Per motivi burocratici
non ci è stato possibile come
Amministrazione accogliere
persone - prosegue -. Abbiamo
avuto l’occasione di farlo come
cittadini, ma non dimentichiamo le altre situazioni di povertà». Guindo fa da baby sitter ai
figli di Drissa e aiuta in casa.
«La generosità dimostrata
non ha prezzo - conclude -. Ma
voglio iniziare a lavorare per
ripagare almeno in parte
quanto mi è stato dato».
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VERBANIA, L’ESAME DELLA SALMA HA CONFERMATO IL DECESSO DA TRAUMI DA CADUTA
LA STAMPA
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Per Paolo un funerale laico e musicale
Una perturbazione atlantica si avvicina
in giornata e
il suo ramo
più attivo
transiterà
velocemente
nella notte
lasciando poi
condizioni più
soleggiate
domenica.
sto nel torrente senza vita.
Non è stato necessario procedere con l’autopsia. «I ragazzi
potranno ricordare Paolo con
musica e poesie» conferma
mamma Fiammetta. Gli amici
musicisti hanno affidato a Facebook l’ultimo saluto: «Caro
Paolo, ci mancherai. Eri come
Mozart in una band pop».[B. AR.]
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NOVARA - VCO
Che
tempo
fa
Situazione
olo con note e poesie, come
quelle che scriveva e che l’hanno spinto in Val Grande.
Ieri mattina all’ospedale di
Verbania è stato eseguito l’esame esterno della salma trovata
mercoledì riversa nel rio Pobbiè. I traumi sul corpo e le ossa
rotte non hanno lasciato dubbi: Paolo è caduto, ha fatto un
volo di diversi metri ed è rima-
Musica e parole saluteranno
Paolo. Una cerimonia laica,
in uno spazio grande per contenere tutti quelli che vorranno omaggiare il «filosofo
della Val Grande». La famiglia Rindi sta organizzando il
funerale, che si terrà a Varese giovedì o venerdì della settimana prossima. Sarà un
momento in cui ricordare Pa-
E PROVINCIA
VENERDÌ 4 MARZO 2016
PRESENTO’ LA CANDIDATURA A INCHIESTA AVVIATA, POI SCELSE DI PATTEGGIARE
Non disse che era indagato
Saitta stoppa Grieco all’Asl
L’ex vice presidente del Vco guida i revisori dei conti
CRISTINA PASTORE
VERBANIA
-1° 13°
Oggi
Al mattino da
poco a parzialmente nuvoloso;
nubi in ulteriore
aumento dal
pomeriggio con
qualche pioggia
dalla sera.
4° 9°
Domani
Nuvoloso con
piogge e in
parte neve fin in
colline fino al
primo mattino;
nel pomeriggio
in parte soleggiato con
addensamenti
sparsi.
0° 13°
Domenica
Soleggiato con
addensamenti
sparsi nel corso
della giornata.
Non ha indicato nella documentazione presentata per
candidarsi al ruolo di presidente dei revisori dei conti
dell’Asl il «carico pendente»
in corso. Giuseppe Grieco,
esponente verbanese del Pd
e già vice sindaco di Verbania
e vice della Provincia del Vco,
un anno fa aveva partecipato
al bando per rivestire l’incarico di presidente dei revisori dei conti dell’azienda sanitaria. E avrebbe tralasciato
di riportare che era indagato
in una procedimento penale
che a dicembre gli è costato il
patteggiamento a 5 mesi e 20
giorni. Una condanna per le
irregolarità compiute nella
raccolta firme in occasione
delle elezioni comunali di
Verbania del 2014.
IL VOLONTARIATO E I SUOI TANTI VOLTI
Pronti alla sfida delle nuove povertà
1 Asini e agricoltura bio per insegnare un lavoro ai profughi, tiro-
cini nei centri d’ascolto della Diocesi per gli studenti delle superiori e
la raccolta degli avanzi del mercato a Trecate: il mondo del volontariato è cambiato e ha tanti volti.
Servizi ALLE PAGINE 42 E 43
Una raccolta di fondi
dedicata alla vigilessa
Antonio
Saitta
ha risposto
alla questione
sollevata
dalla Lega
Nord
ROBERTO LODIGIANI
NOVARA
La risposta alla Lega
La «dimenticanza» viene a
galla con la riposta che l’assessore regionale alla Sanità
Antonio Saitta dà all’interrogazione della consigliera regionale della Lega Nord
Gianna Gancia, che a sua volta si è fatta portatrice dell’istanza di chiarimenti sollecitata dai leghisti verbanesi
Roberto De Magistris e Stefania Minore. Sull’opportunità della nomina i due avevano
da subito avanzato perplessi-
LANCIATA DAI COLLEGHI DI SARA GAMBARO
Assessore
regionale
Esponente
del Pd
Giuseppe
Grieco
è il presidente
dei revisori
dei conti
dell’Asl
tà. Ma a riscontrare quella che
De Magistris e Minore non esitano a definire «dichiarazione
mendace in atto pubblico» sono proprio le parole, messe nero su bianco, del componente
della giunta Chiamparino, che
per aver riscontro su come siano andate le cose ha interpellato gli uffici del Consiglio regionale, che aveva proceduto alla
nomina di Grieco.
La risposta dei funzionari è
netta: «Si evince che il procedimento penale a carico del signor Grieco - ancorché conclusosi con una condanna che
esula dall’applicazione della
legge Severino - fosse iniziato
nel 2014, cioè prima della presentazione della sua candidatura. Il problema che si pone è
la dichiarazione non veritiera
resa dal medesimo che risulta
aver dichiarato a febbraio 2015
di non aver procedimenti penali in corso».
«Per carità - si affrettano a
precisare De Magistris e Minore -, la nomina del professor
Grieco è legittima, ma dal punto di vista dell’opportunità, di
etica e trasparenza sarebbe
stato meglio evitare. Vedremo
a questo punto magistratura,
Asl Vco e Partito democratico
che cosa decidono di fare».
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Un fondo di solidarietà è stato
costituito per ricordare Sara
Gambaro, la vigilessa in servizio al reparto motociclisti
della polizia locale di Novara
investita e uccisa a 44 anni il
19 febbraio sulla tangenziale
Est di Novara mentre era impegnata nel regolare il traffico. «Le somme che saranno
raccolte nella sede di Novara
della Cariparma - dicono i colleghi intestatari del conto
corrente Nadia Griggio, Danila Gabetti e Alessio Palermo verranno destinate al sostegno della famiglia». La causale del bonifico (l’iban è
IT90G0623010110000047429
624) dovrà essere «donazione
no profit in memoria di Sara
Gambaro». L’idea di fare sentire in modo concreto al marito
Flavio Bovis ed ai figli Mattia e
Samuele la vicinanza dei colleghi di lavoro di Sara e di tutti i
donatori volontari intenzionati
a fare del bene si era fatta strada già il giorno successivo il
tragico incidente mortale.
I tre agenti del comando di
via Alberto da Giussano attivando la raccolta di fondi hanno dato il via ad una catena di
solidarietà che dalle prime risultanze ha varcato i confini del
novarese per estendersi a buona parte dei comandi dei vigili
di tutta Italia.
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