un unico cuore pulsante - Centro ricerche tai chi

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uno tai chi: sapevate che si può volare...

i 10 principi del tai chi chuan II parte tai chi e tarocchi osservazioni dal cielo posteriore un unico cuore pulsante dagli scritti

di Franco Mescola di Taguchi Yayoi di Giulio Bellavere di Stefano De Lazzari di M. Scotti e N. Radice di Verena Battilana

pag 4 pag 6 pag 8 pag 11 pag 13 pag 16 editoriale news la pratica eventi la posta del CRT pag 3 pag 15 pag 18 pag 23 pag 24

Marzia Bianchi

Alla base di ogni relazione vera vi è l’ascolto.

Lo sanno bene gli psicoterapeuti, come ne è consapevole chiunque entri in una qualsiasi relazione d’aiuto e chiunque affni la propria predisposizione empatica. La nostra crescita, chi siamo ora, o meglio, chi siamo diventati, è il frutto di quanto siamo stati ascoltati dalla nostra età neonatale ad oggi. Da piccoli, i più fortunati sono stati ascoltati dalle mani sapienti delle mamme. Se durante l’infanzia abbiamo ricevuto un tocco adeguato, saremo degli adulti in grado di amare ed essere amati.

Le mani sono l’estensione del nostro cuore e ne trasmettono la sua qualità essenziale, la sua soffcità, il calore e persino la fducia. Un cuore può essere indurito dalla vita, può essere oscurato dalla tristezza, può essere chiuso se non ha ricevuto amore, ma nel suo intimo sa amare incondizionatamente ed è sincero. Per riscoprire la qualità di quell’amore puro, abbiamo bisogno di essere toccati e di essere ascoltati non solo dalle parole ma anche dalle mani. Sia nella vita intrauterina sia una volta nato, il bambino ha bisogno di contatto per poter intraprendere i suoi percorsi relazionali nella vita.

Il contatto fsico nell’adulto si traduce in una stretta di mano, in un abbraccio o in una carezza, nel rapporto amoroso, ma anche nella lotta corpo a corpo. A volte il contatto può essere percepito però come un attacco e, poiché non conosciamo la storia intima di ciascuno, potremo approcciarci ad esso solo se apriamo il nostro cuore in maniera incondizionata. Partiamo dall’ascolto di noi stessi, nell’intimità del nostro cuore, per arrivare ad ascoltare l’altro con la stessa qualità. Lo strumento che ci viene messo a disposizione per poterci sperimentare e che non mente, è il nostro corpo. In questo senso il Tui Shou può diventare un valido strumento terapeutico, di ascolto, di contatto, di armonia dentro e fuori da noi stessi. In questo modo non potranno esserci né vinti né vincitori e, proprio come in una sana terapia, sia l’operatore sia il paziente ne guadagnano sempre qualcosa. Chi in un preciso momento realizza il miglior ascolto fedele del proprio sistema corpo-mente attraverso una forte intenzione, può fare in modo che il proprio compagno di allenamento venga destabilizzato dalla sua stessa forza e direzione. Come per ogni fenomeno umano, come su un’altalena, questa condizione può cambiare e capovolgersi in qualsiasi momento. Non serve quindi la forza bruta e neanche la tecnica ma ciò che fa la differenza è la capacità di pulire, liberare, lasciar andare e lasciare che la nostra vera essenza si manifesti attraverso le mani che dialogano con il nostro cuore. Questo sarà il tema del nostro incontro annuale di febbraio, il Memorial: “

Il Tui Shou, le mani che uniscono

”. Questo incontro, nato per ricordare il nostro amico Daniele Minio e il nostro Maestro Franco Mescola, ha lo scopo di promuovere il Tui Shou come valido strumento di ascolto e di contatto, oltre che veicolo di pratica condivisa e di amicizia con altre scuole e Maestri, al di là di stili e federazioni. Vi aspettiamo con gioia il 14 febbraio p.v.

a Venezia!

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uno

LA COMPLEMENTARIETA' DEGLI OPPOSTI COME DESCRITTA DALLA GRANDE TRADIZIONE

dagli scritti del

M°Franco Mescola

Uno si riferisce alla non separabilità (interezza indivisibile) di tutto ciò che vive ed esiste sia allo stato attivo (Yang) che a quello passivo (Yin). ”Radice senza radice di tutto” (Wu Chi) o Conoscenza Pura o ancora Realtà Eterna Manifestata sono alcune delle nominazioni tra le molte nominazioni possibili per indicare la Via Una Manifestata. La luce è il Raggio Spirituale onnipresente che è penetrato nell’uovo divino fecondandolo e spingendo la materia cosmica ad iniziare la sua lunga serie di differenziazioni: i “Grumi”, gli addensamenti, sono la prima differenziazione; la stessa materia cosmica e sostanza della Via Lattea o delle altre costellazioni. Durante la fase non creativa (stasi periodica) l’universo riposa mantenendo uno stato di massima tenuità (futtuazione fondamentale). Questa materia al risveglio del movimento cosmico si dissemina irradiandosi nello spazio e appare a noi abitanti della terra come formata da grumi opalescenti. Questi sono i semi dei mondi futuri: la materia prima, la sostanza delle stelle.

Questo oceano è ed era luce radiante: fuoco, calore e moto. Le tenebre svanirono (svaniscono) e scomparvero (scompaiono) nella propria essenza. L’essenza dell’oscurità è la luce assoluta. Le tenebre appaiono quindi alle nostre menti limitate come la rappresentazione appropriata della condizione dell’universo durante il periodo di riposo assoluto o del non-essere. Il fuoco, il calore e il movimento che qui ho citato non sono il fuoco, il calore e il movimento che la scienza fsica ci descrive, ma le sottostanti astrazioni 4

(noumeno) o l’anima dell’essenza di queste manifestazioni materiali che, come ammettono le scienze moderne, sfuggono completamente agli strumenti di laboratorio e a qualunque altra forma d’indagine. Neanche la mente potrà afferrarle anche se essa, la mente, deve ammettere che l’essenza basilare delle cose deve esistere. Cosa si può intendere per Fuoco e Acqua o Padre e Madre? Si può intendere il Raggio Divino e il caos (Yang e Yin primordiali) la Luce e le tenebre come identiche in se stesse essendo inseparabili: la separazione è un’operazione della mente umana. Le tenebre quindi adottano la luce per rendersi visibili.

Le tenebre sono l’unica vera realtà, la base e la radice della luce senza le quali questa ultima non potrebbe esistere e manifestarsi. La luce è materia e le tenebre puro spirito. Le Tenebre nella loro base radicale sono Luce assoluta. La luce in tutto il suo fulgore e gloria apparente, è solo una massa d’ombre perché non può essere eterna: un’illusione!

Il Tai Chi o il Chi Kung sono alcune tra le molte altre vie che si possono utilizzare per attraversare il velo di quest’illusione. Naturalmente si può vivere benissimo senza pensare a queste cose anzi, per certi versi, si vive meglio, ma…per altri...

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SAPEVATE CHE SI PUO' VOLARE ANCHE STANDO A TERRA?

Taguchi Yayoi

Se qualcuno mi chiedesse qual è la cosa più bella del Tai Chi, risponderei senza esitazione: la libertà di volo.

La prima scoperta di questa sensazione è arrivata dopo circa un anno di pratica. Stavo imitando un Maestro e cercavo di imitare ogni suo gesto. Ai miei occhi lui letteralmente volava: il suo movimento era talmente armonioso che non si può che paragonare al volo degli uccelli nel cielo azzurro. Oggi, dopo 6 anni di esercizio (senza nemmeno tanto impegno), i miei movimenti sono ancora ben lontani da quelli di un Maestro. Ma la cosa non ha nessuna importanza per me perché io riesco a immedesimarmi in lui in tutto per tutto, immagino di essere lui. Ed ecco il miracolo! Sto volando con lui. Mi sento leggera, sento di poter volare come lui in questo spazio immenso. E la sensazione di libertà che mi invade è una pura gioia.

I vantaggi che ho ricevuto, e continuo a ricevere, da questa disciplina sono numerosi. Prima di tutto l’aumento di energia. Già dopo due sole settimane di pratica ho notato, con mia grande sorpresa, che potevo camminare molto più di prima senza stancarmi sui miei amati tacchi vertiginosi! Prima erano due sole ore il mio limite massimo di sopportazione per questo tipo di scarpe; sia chiaro, so bene che i maestri non approvano o esaltino l'utilizzazio dei tacchi alti, ma io desidero portare una testimonianza di un effetto pratico del Tai Chi nella vita quotidiana di un’allieva indisciplinata.

Un'altra cosa che ho imparato è come muovere la mia colonna vertebrale. In questa pratica si impara come stendere e allungare la propria colonna, si impara a stare in piedi sospesi tra il cielo e la terra, si impara una postura corretta. In passato ho sofferto di vari episodi di mal di schiena, e ancora oggi a volte capita che qualche dolorino ritorni, ma ecco che alcuni movimenti di Tai Chi bastano per far andare via tutto. 6

Anche il vantaggio a livello mentale è notevole. Questa disciplina ci insegna a svuotare la mente e a rilassarci. Il mio insegnante spesso dice :”

abbiamo paura, perché siamo guerrieri.”

paura, era la prima volta che sapevo il perché.

Nella pratica del Tai Chi si impara a rilassarsi e con il rilassamento si entra in una specie di stato ipnotico, e tutto ciò che ci viene detto in quel momento entra profondamente nel nostro essere senza passare la via della logica.

Credo che mi sia accaduta più o meno una cosa simile. Mi sentivo profondamente commossa, le lacrime mi scorrevano lungo le guance. Mi sentivo profondamente guerriera e non avevo paura. La sensazione è passata dopo qualche secondo, ma l’esperienza è settaria.

chiama

Wjilamushiti

prima di entrare in palestra.

settarismo. simili è una delle cose che mi affascinano molto.

la mente, mente”.

semplicemente ci insegna come rilassarci completamente.

Ecco, detta così non si comprenderà facilmente, me ne rendo conto. paura reale, ma quel timore immaginario che paralizza la nostra vita. In effetti, la maggior parte dei nostri problemi derivano dalle preoccupazioni della vita reale che la nostra mente continua a mostrarci. Il Tai Chi ci insegna come staccare da queste preoccupazioni e divenire un tutt’uno con il nostro essere antico e più integro (che normalmente ignoriamo), più A questo proposito vorrei raccontare un episodio che per me è stato simile a una rivelazione di vita. Eravamo al parco di Papadopoli, a Venezia. Era uno splendido tardo-pomeriggio d’estate. C’era un venticello che accarezzava le nostre braccia nude. Una maestra ci disse di salutare i guerrieri che ci hanno preceduti nella pratica, e noi li salutammo. Eravamo in piedi nella posizione di abbracciare l’albero. Poi lei ci disse con molta convinzione: “

Siamo guerrieri. Dobbiamo stare attenti a 360 gradi perché non si sa da dove arriveranno gli attacchi.

Ma siamo rilassati, non abbiamo paura. Può darsi che moriremo tra un istante, ma non

Era la prima volta che qualcuno mi diceva che ero una “guerriera”, era la prima volta che avevo preso coscienza che potevo morire tra un istante, era la prima volta che non avevo rimasta come una rivelazione, un tesoro che porto con me da allora. Ogni volta che ho paura, ansia o preoccupazione, mi ripeto quelle preziose parole e mi calmo. Molte volte non è una Una disciplina così potrebbe far sospettare che forse si tratta di una specie di aggregazione Era un timore che avevo prima di avvicinarmi a questa disciplina. Possiedo una vera allergia alla ritualità e ai meccanismi delle rigide discipline di gruppo proprio perché provengo da una cultura, quella giapponese, in cui queste cose hanno un grande peso e un grande forza di oppressione sull’individuo. Infatti, mi sono allontanata da una disciplina meravigliosa che si (non sono sicura che si scriva in questo modo, è un’antica arte marziale indiana) quando il mio maestro riempì la palestra con fgure di divinità e ci costrinse a pregare Posso invece garantire che la gente che pratica il Tai Chi è veramente libera, simpatica, ragionevole; questa disciplina anche se ha delle regole, non ha niente a che fare con il Anche il rispetto che questa pratica sembra avere verso la natura e l’ambiente, e verso i propri Infne, vorrei dire a chi ha appena iniziato: il primo anno può essere duro e noioso solo perché non si comprende ancora di che cosa si tratta e ci si sente distanti da chi pratica da più tempo.

Ma trascorso il primo anno tutto diventa meraviglioso, e potete volare, credetemi! L’unico mio pentimento è di non aver iniziato a praticare il Tai Chi trent’anni anni fa.

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Giulio Bellavere

ESTRATTO DELLA TESI DI ISTRUTTORE DI PRIMO LIVELLO

III e IV principio 3. Rilassare la vita (Sung Yao)

Per comprendere meglio questo principio, ci possiamo chiedere: quali sono le azioni da compiere per poter rilassare la vita? Innanzitutto, c’è da dire che la parte del corpo in questione, è la zona maggiormente soggetta a compressione, ed anche quella più “inchiodata” e diffcile da sbloccare. Pensiamo, ad esempio, a quanto tempo passiamo seduti, ai colpi che può ricevere questa zona quando siamo in macchina o in treno. Anche certi tipi di sport, come lo sci, la marcia, o esercizi in palestra svolti non correttamente possono portare ad affaticamenti ed infammazioni nell’area del bacino. Ma il Tai Chi ci dice che è questo il motore del corpo, ed ogni movimento origina e passa quest’area, perché è qui che ha sede il baricentro del nostro corpo: il Tan Tien inferiore, circa 4 dita sotto l’ombelico e un terzo della distanza tra pancia e schiena, non è solo il fulcro energetico, ma è anche quello fsico. Se per assurdo potessimo essere appesi per quel punto, saremmo in perfetto equilibrio, e potremmo assumere e restare in qualsiasi posizione nello spazio tridimensionale. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non siamo allineati, ma quando questo avviene, e il baricentro fsico coincide con quello energetico, allora non useremo una forza muscolare eccedente, ma solo quella necessaria a compiere il movimento, l’altro potrà essere presente o meno, ma il movimento sarà lo stesso. Magia? No, Tai Chi. 8

Per poter rilassare la vita partiamo dal basso, dai piedi, dalle radici. Portiamo il peso sui talloni e pensiamo di sprofondare nel pavimento. Immagini per aiutarci in questo ci vengono dette a lezione, al corso istruttori, le leggiamo sul Wu-Li, si tratta di scegliere quella per noi più evocativa, o pensarne una noi. A me piace quella della risacca delle onde, per cui mano a mano sprofondiamo sempre più nella sabbia, anche se ultimamente penso ad un albero in un bosco che affonda le sue radici nel terreno soffce e fresco. I piedi sono paralleli, l’apertura è quella delle anche o poco più. Le ginocchia sono leggermente piegate, con la punta che cade idealmente sul secondo dito del piede e non lo supera, in questo modo sono allineate e il peso è portato dall’intera struttura e non dall’articolazione. Se il tutto è corretto, a livello del bacino avremo una retroversione con una distensione della curva lombare, e l’anca sarà idealmente sopra la caviglia. E importante sottolineare che il movimento non deve essere indotto muscolarmente, altrimenti si potrebbe incorrere in una compressione della curva lombare e non nella sua distensione. Il movimento deve essere quanto più naturale e fuido possibile, come se sentissimo che è possibile per il bacino assumere questa posizione. Le prime volte si può avere una sensazione di bruciore o di tremolio alle gambe o entrambe, la cosa è normale. Infatti, liberando la schiena il peso viene portato dal quadricipite femorale, il quale “protesta” perché prima lo portava la schiena e magari le ginocchia erano anche in iperestensione quando si stava in piedi, posizione che grava ancora di più sulle articolazioni. Sono sensazioni normali, indice di una certa ipotonicità muscolare transitoria che la pratica si porta via, l’importante è non abbandonare la posizione, né contrarre i glutei per ridurre lo sforzo. Se pensiamo ancora di più a essere rilassati, scompare anche quel tremolio muscolare.

Quest’ultimo è dato da un disallineamento delle fbre Z del muscolo per cui alcune fbre si contraggono, accorciandosi, e altre restano ferme, questo sfregamento produce il tremolio, un sintomo passeggero, come si diceva sopra. In questi primi tre principi, abbiamo idealmente percorso un allineamento del corpo dalla testa ai piedi, con particolare attenzione alla colonna e al Tan Tien.

Li vedo come il primo segmento di una spirale, che via via va chiudendosi verso il basso.

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.

Distinguere il vuoto e il pieno (Fen Hsu Shih)

Ad una prima analisi, questo principio sembrerebbe piuttosto semplice ed ovvio: tutti siamo in grado di distinguere il vuoto dal pieno. Ma siamo proprio sicuri? Applicando il

Tao

, possiamo dire che il pieno è

Yang

e il vuoto è

Yin

, ma il pieno è proprio pieno e il vuoto è proprio vuoto? Torna in mente il

Vasaio Folle

, incontrato nel primo principio, e se a questo aggiungiamo l’immagine del simbolo del tridimensionale. Pensiamo al

Lu

e allo

Tao

, allora questo principio potrebbe essere riscritto come “distinguere Yin da Yang”. E l’inizio del movimento di tutte le cose, quella circolarità infnita su un piano bidimensionale che diventa spiraliforme su un piano

Xuan Chuan

. Quante volte spostiamo il peso a destra per andare a sinistra e viceversa? Quante volte iniziamo la tecnica successiva quando ancora sta terminando quella precedente? In questi esempi vediamo l’applicazione del quarto principio. Ma ancora, quante “vasche” di passo vuoto ci siamo fatti avanti e indietro, prima di sentire qual era la calibrazione più o meno corretta di

Yin

concetto che verrà esplicitato nel sesto e nono principio. e

Yang

, di vuoto e pieno? E il primo passo per iniziare a lavorare con la struttura, ed ecco che il movimento diventa più fuido, 9

Per iniziare a muoverci secondo quest’ottica, dobbiamo acquisire consapevolezza che siamo fatti di liquidi. Per circa il 70% siamo acqua. Pensiamo allora di versare un po’ d’acqua in un catino e di iniziare a fare dei piccoli cerchi, inizieremo a sentire il movimento dell’acqua, e se lasciamo che sia la forza di questo movimento a guidarci, il suo naturale sviluppo ci porterà a costruire una spirale sempre più ampia; se piano piano diminuiamo la forza possiamo tornare allo stato di quiete da dove siamo partiti. Ma noi non abbiamo un catino dentro di noi... infatti abbiamo addirittura un bacino. E in quel bacino non c’è forse anche il nostro centro, il Tan Tien? Quindi se facciamo partire il movimento da lì si diffonderà a tutto il corpo. Al pieno succede il vuoto e viceversa così come il vuoto precede il pieno e viceversa. Pensiamo alla struttura di un’onda d’acqua: vi sono due depressioni, che sono vuoto,

Yin

, prima e dopo l’onda, che è piena, nel

Yang

. Prima di uno tsunami il mare si ritira. La ricerca di distinzione tra vuoto e pieno passa attraverso percorsi spiraliformi. Infatti, per poter togliere la forza muscolare eccessiva, il movimento va costruito su spirali. Ad esempio,

Tai Chi Chuan Ti I Lu

, dopo la forma iniziale (

Ch’i Shih

), abbiamo catturare la coda al passero a destra (

Lan Ch’iao Yu Shih

). Nel passaggio dall’una all’altra tecnica, dovrò ricercare quella spirale che mi consente di passare da una posizione in cui il peso è distribuito su entrambi i piedi ad una in cui il peso è solo su un piede, il sinistro in questo caso, senza sforzo e perfettamente centrato. Si eviteranno così strappi nell’esecuzione, e la postura risulterà corretta. Questa ricerca va applicata a tutte le tecniche, nel

Lu

così come nello

Xuan Chuan

, in un costante svenimento, come amava dire il Maestro Franco Mescola. 10

Stefano de Lazzari

Il Tai chi arriva dall'Oriente, può venire inteso come una via, una "forma" di ricerca non limitata all'esercizio del pensiero che, coinvolgendo il corpo e quindi le emozioni ed altre "energie", diventa più "completa" come può esserlo la danza o il teatro; ma in quanto proveniente dalla Cina è adatta a chi ha radici in Occidente?

Jung nell'introduzione a "Il segreto del fore d'oro":

" L'imitazione occidentale si riduce a una tragica incomprensione della psicologia orientale ed è inoltre sempre così sterile come le moderne fughe nel Nuovo Messico e nelle beate isole dei mari del Sud, o nell'Africa dove si gioca con la massima serietà a fare i "primitivi" fughe che servono all'uomo civilizzato occidentale per sottrarsi a compiti che gli spettano, al suo RHODUS SHIC SALTA..."

La domanda è come trovare un atteggiamento tale da consentire di fare del Tai Chi una via e non una sterile imitazione? Lo stesso Jung, ancora in quell'introduzione:

" L'Oriente ci apre una via diversa di comprensione, più ampia, più profonda ed elevata: la comprensione attraverso la vita."

Egli stesso ha faticato per trovare conferme all'idea dell'esistenza di un inconscio collettivo e degli "archetipi" comuni a tutta l'umanità.

Il sapere, le tradizioni sono un' oceano immenso e quindi stando alla metafora anche se si presenta in luoghi e tempi diversi forse "il SAPERE è UNO". Ognuno per propria indole, curiosità, capacità, può cogliere o "esser colto" da una parte o più di questo tutto, a me sono 11

toccati in sorte i tarocchi, ma anche il Tai Chi Chi Kung come timido e incostante praticante/principiante.

Tarocchi / Occidente - Tai Chi Chi Kung / Oriente e in questo accostamento a me pare di aver "trovato" un ponte, una congiunzione: il piacere di pensare e praticare.

Osservando ad esempio la lama XI - LA FORZA, nella versione di Marsiglia VIII di Rider Waite, si nota come una donna in elegante postura trattenga, con tecnica degna delle arti marziali, una belva. Un atteggiamento quasi non curante della pericolosità dell'animale; addirittura nella versione di Waite si trova un 8 sopra la testa della signora e nella versione marsigliese l'8 diventa un cappello che richiama uno dei simboli dell'infnito cioè il nastro di Moebius.

Nella pratica del passo vuoto possono "arrivare" delle emozioni, dei pensieri, delle "energie" (la belva) a disturbare il movimento. Cosa suggerisce il sapere dell'arte interna? A non trattenere, accogliere e lasciar andare, rimanendo fuidi. Guarda caso, pare che una donna sia più portata a fare piuttosto che un uomo e, come ci si potrebbe aspettare, non è un uomo nei tarocchi a rappresentare la Forza, forse il leone è la parte attiva-maschile, ma in luce sta la femminilità ricettiva.

"E' meglio la Sapienza della Forza" dice l'ecclesiaste, Oriente ed Occiedente si avvicinano. Con quale nome potremmo chiamare la donna rappresentata nell'arcano XI o VIII?

Con uno dei più alti e belli Sophia, Suofeiya in cinese.

Nella mia piccola esperienza, per quanto riesco a capire e a fare, uno tra i tarocchi mi "parla" di più e in modo evidente, specie nella versione di Waite, e mi convince sia possibile mantenere unità nella ricerca; mente e corpo, pensiero e emozioni, il numero I - LE BATELEUR.

Un uomo questa volta indica l'alto e il basso, sopra la testa il nostro 8, e in una delle meditazioni Chi Kung viene proposto di "immaginare" un 8 in alto nella testa e uno in basso nel Tan Tien (ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso, e come ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto per fare il miracolo della cosa Una, Ermete Trismegisto) al fne di unire l'alto e il basso.

Un altro aspetto interessante per continuare a sostenere la metafora dell'oceano Uno è quanto si trova sopra il tavolo di "le Bateleur" cioè: la spada - simbolo dell'aria, denari - terra, coppe - acqua e bastoni - fuoco. Ma il bastone è di legno e la spada di ferro quindi rieccoci in Cina e i cinque elementi della sua medicina: acqua, fuoco, terra, legno e metallo.

Per ultimo l'arcano porta una cintura, meglio è cinto da un serpente (Ouroboros), simbolo della ciclicità e dei processi in natura, l'eterno ritorno dell'identico.

Da dove viene derivata l'idea della ciclicità? Dall'osservazione.

L'uomo osservando la natura ha trovato se stesso e ne ha fatto cultura; nel movimento tra natura e cultura, interno ed esterno, corpo – mente, si scopre forse che Oriente e Occidente non sono poi così lontani e diversi nel tempo e nello spazio, e ogni giorno in questo oceano sorge il sole, durante l'alba sempre uguale, mai la stessa.

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QUIETE Nel bosco rito antico di corpi che ruotano gesti lenti che chiamano il vento.

Sale la brezza cresce soffa le foglie urla tra i rami.

Si fa turbine instabile boato e pioggia tempesta di ghiaccio cielo impetuoso possente ferro e piombo natura ruggente guerra uragano!

Danza selvaggia orgasmo gioia energia libera onda d’urto sospesa nell’aria.

Quiete.

Natalia Radice

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LE MANI CHE UNISCONO Accettare Sostenere il peso Percepire il corpo nell’appoggio di un punto Da qui la mia intenzione rifuisce al perineo nel celeste ripetersi dell’infnito nastro Abbandonati e presenti come dopo una dura lotta come dopo gli spasmi d’amore Con gli occhi chiusi lo sguardo vaga nel mio profondo e riesco a sentire il tuo intimo - le tue tensioni le tue debolezze - la tua forza Così Hui Yin si lega a Ba Hui, liberati i Qua scorre il Chi e pervade le fasce tese su per la schiena, le spalle, i gomiti, le mani La presenza torna al punto al suo mutar d’appoggio al nostro adeguar l’asse - la vita - le anche ancorati al ferreo tallone Percepire quel fremito sottile che lega i corpi Sostenere il i nostri sguardi Accettare

Matteo Scotti

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Giuseppe Cavallari

Ho il piacere di comunicare a tutti i soci, allievi e istruttori, che il 20 dicembre 2015, in occasione della lezione del Corso Istruttori tenutasi a Mestre, in qualità di Presidente del Centro Ricerche Tai Chi con i Maestri Giancarlo Ronchi, Arcadio Rizzardi e Valter Doldi, abbiamo proceduto alla consegna dei diplomi di Istruttore di quarto livello a Giancarlo Catullo e Dino Pavan, di Istruttore di terzo livello a Francesca Napolitano ed, espletando la volontà espressa dal nostro Maestro Franco Mescola, abbiamo nominato: Marzia Bianchi, Aiko Mescola, Pierluigi Reveanne e Antonio Schiavone, Maestri del Centro Ricerche Tai Chi.

Auguriamo a tutti, ai nuovi Maestri e agli Istruttori diplomati di procedere nella ricerca e nella Via indicata dal nostro Maestro affnchè la nostra scuola continui ad essere una fucina di apprendimento e di crescita personale e collettiva.

Un caro saluto a tutti Il Presidente 15

Verena Battilana

Da qualche anno a questa parte si è sviluppato molto il mondo della comunicazione che fondamentalmente ha come riferimento il dilagare dei social network. Per questo abbiamo pensato di organizzarci per poter gestire al meglio la nostra immagine ed è stato quindi istituito un "uffcio virtuale" al quale rivolgersi per tutto ciò che ha a che fare con l'immagine e la comunicazione del CRT: E-mail: [email protected]

Cell: 340 22 76 891 16

E' già stata creata, come molti di voi avranno visto, una pagina uffciale su facebook "Centro Ricerche Tai Chi A.S.D" che si occuperà di pubblicizzare tutti gli eventi legati al CRT. Per quanto riguarda FB sarà cura di questo nostro uffcio di comunicazione accogliere le vostre richieste di collaborazione di varia natura e veicolarle attraverso la nostra pagina uffciale. Questo uffcio si occuperà anche dell’autorizzazione e l’utilizzo del marchio CRT (i due pesci), del logo, delle foto, dei video in cui compaiono maestri e associati del CRT, della creazione di volantini, di eventi sponsorizzati CRT e l’uso in generale del marchio CRT e dei suoi contenuti. Vorremmo in questo modo trasmettere all’esterno l’idea di

un unico cuore pulsante nella pratica

. Così ha scritto di noi il maestro Wang Ning, che ci ha fatto dono di una bellissima calligrafa, divenuta copertina del nostro calendario 2016. Questa calligrafa, tema dell’intervento del maestro Wang durante lo scorso Aquavenice, recita:

Dal nulla arrivo su questa terra con passo fermo e sicuro La luna e le stelle mi accompagnano passo dopo passo verso l’ignoto La via è lunga e le acque sono profonde Il vento mi trasporta con tutta la sua forza verso il compimento

L’uffcio si sta inoltre occupando, con la collaborazione di un grafco professionista Tomaso Baj, ideatore di Grafci Senza Frontiere, di creare i vari format per veicolare gli eventi della nostra scuola e di creare un

brand manual

. Si occuperà inoltre attraverso i canali giornalistici di dare il giusto rilievo ai nostri eventi e alla nostra scuola che, in questi ultimi anni, grazie al duro lavoro del nostro maestro Franco Mescola e alla perseveranza di tutti, è riuscita a divulgare il Tai Chi in vari ambiti, dando a tutti noi la possibilità di crescere, di trasformarci e di trasmettere la nostra passione. Da ultimo, ma non meno importante, l’uffcio si sta occupando dell’edizione di Aquavenice 2016 che quest’anno cambierà il suo format, il periodo ed il luogo. Il seminario si svolgerà dal 25 al 30 giugno sull’isola di Pellestrina, un’oasi incontaminata, un connubio di mare e natura che ci riporterà allo spirito e all’origine con cui è nata Aquavenice più di 30 anni fa. L’alternanza dello yin e dello yang nella pratica giornaliera ci accompagnerà in tutto il percorso, il tutto ovviamente condito da momenti di festa, di esplorazione dell’isola e di condivisione. Il programma sarà pronto e distribuito in occasione del Memorial il 14 febbraio p.v. a Venezia.

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TAO NIEH HOU TSO SHIH - TAO NIEH HOU YU SHIH

RESPINGERE LA SCIMMIA, FORMA A SX E A DX RIPETERE 5 VOLTE 18

TAI CHI CHUAN TI ER LU

II PARTE M° PIERLUIGI REVEANNE

HAI TI CHEN

L'AGO D'ORO IN FONDO AL MARE

HSIEH FEI SHIH

VOLO DIAGONALE 19

YUN SHOU TSO SHIH YUN SHOU YU SHIH

MANI COME NUVOLE A SX E DX RIPETERE 3 VOLTE

TSO FANG

PARATA SINISTRA

CH'I N NA

TECNICA DI PRESA

HSIEH TAN PIEN

COLPO DI FRUSTA IN DIAGONALE

TAN PIEN HSIA SHIH

COLPO DI FRUSTA IN POSIZIONE BASSA

CHIN CHI TU LI YU SHIH CHIN CHI TU LI TSO SHI

IL GALLO D'ORO SU UNA GAMBA - FORMA A DX E SX 20

YU CH'UAN CHANG CHUAN SHEN FANG

PENETRARE COL PALMO DESTRO PARARE GIRANDO IL CORPO

YU TENG T'UI

CALCIO DESTRO

TSO CH'UAN CHANG

PENETRARE COL PALMO SINISTRO

C HUAN SHEN HOU FANG

GIRANDO IL CORPO PARARE DIETRO 21

TSO TENG T'UI

CALCIO SINISTRO

CHUAN SHEN TENG T'UI

GIRARE E CALCIO

LOU HSI YAO PU

SPAZZOLARE IL GINOCCHIO E SPINGERE

HE T'HAI CHI

CHIUSURA TAI CHI

CHING LI

SALUTO 22

FEBBRAIO

06/02 07/02 14/02 20/02 20/02 21/02 SPINEA MESTRE VENEZIA MESTRE S. DONA' MELZO 27/02 28/02

MARZO

05/03 06/03 13/03 VENEZIA MESTRE MILANO MILANO MESTRE

Allenamento Maestri/Insegnanti Corso istruttori III lezione Memorial Lezione speciale armi

(principianti)

Lezione speciale armi

(avanzati)

Lezione speciale Ventaglio

(mattino)

Lezione speciale Tui Shou

(pomeriggio)

Allenamento Tui Shou al parco Allenamento corso istruttori e all. avanzati

19/03 19/03 20/03 20/03 20/03 S. DONA' ROMA ROMA MELZO SPINEA

Allenamento Maestri/Insegnanti Corso istruttori III lezione Lezione speciale armi

(mattino)

Lezione speciale Tui Shou

(pomeriggio)

Lezione speciale armi Lezione speciale Xuan Chuan Corso istruttori III lezione Lezione speciale Ventaglio

(mattino)

Lezione speciale Tui Shou

(pomeriggio)

Lezione speciale Chi Kung

APRILE

02/04 02/04 03/04 09/04 09/04 10/04 16-17/04 29-30/04 MESTRE SPINEA MESTRE MESTRE S. DONA' MILANO PORDENONE PESCANTINA BELGIOIOSO

Lezione speciale Tui Shou Allenamento Maestri/Insegnanti Corso istruttori IV lezione Lezione speciale armi

(principianti)

Lezione speciale armi

(avanzati)

Lez. Speciale e presentazione formazione Insegnanti Chi Kung-Metodo Biospirali Seminario CRT Friuli Seminario “Essere Istruttori” Tai chi Festival

Gli eventi possono subire variazioni. Consultare il sito riguardo i singoli incontro_

valido fno ad aprile 2016

www.taichi.it

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Ho visto qualche giorno fa "La corrispondenza", l'ultimo flm di Tornatore, che mi ha stimolato molte rifessioni, ma soprattutto il pensiero di quello che lasciamo ai nostri cari quando moriamo: da un lato l'idea che noi siamo indispensabili e che quindi non accettiamo di non esserci più, dall'altro il fatto che pensando così non lasciamo libero il nostro caro e così rinnoviamo la sua sofferenza.

Ho trovato nella storia raccontata nel flm molte cose vicine al mio vissuto, anche se fortunatamente non mi sono trovato nella situazione della protagonista, situazione nella quale il suo amato la costringeva con l'idea di non farle sentire la sua mancanza, situazione assolutamente insostenibile per chi rimane e sa che non potrà più vedere l'amato; però nel flm succede anche che, dopo un momentaneo rifuto di questa corrispondenza, la protagonista vive la nostalgia di questo rapporto, anche se virtuale.

Ecco, queste rifessioni mi hanno portato verso il pensiero della mancanza del maestro Franco, non so esattamente perchè...

Forse è indubbiamente la morte che ha lasciato maggior vuoto nella mia vita in tempi recenti, ebbene lui si è guardato bene dal compiere lo stesso errore del protagonista del flm, lui è morto e ci ha lasciato una grande eredità, ma nello stesso tempo ci ha lasciati liberi e non ha avuto la presunzione di essere indispensabile; penso che questo atteggiamento sia un grande gesto d'amore, mentre quello narrato nel flm l'ho trovato molto egoista ed egocentrico.

Grazie Maestro Franco." Luigi Simonetti

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è una rivista auto prodotta e un bollettino dell’associazione

REDAZIONE

Luigi Simonetti Francesca Napolitano Aiko Mescola Marzia Bianchi

hanno collaborato:

Taguchi Yayoi Matteo Scotti Pierluigi Reveanne Natalia Radice Stefano De Lazzari Giuseppe Cavallari Giulio Bellavere Verena Battilana si ringrazia

per le fotografe

Patrizia Rota e Tatiana Cazacisin

25 “CENTRO RICERCHE TAI CHI è un'associazione sportiva dilettantistica”. La denominazione ridotta dell’Associazione è “C.R.T.” L’Associazione, escluso ogni fne politico e di lucro, sorge con lo scopo di favorire: sul piano personale, il raggiungimento di una sempre maggiore consapevolezza delle potenzialità dell’essere umano, fornendo nel contempo agli Associati mezzi idonei, metodi e tecniche per il conseguimento di una maggior capacità di autodeterminazione e di introspezione; sul piano generale, il conseguimento di un armonioso equilibrio psicofsico tra individuo e ambiente.

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