Newsletter 27 Gennaio 2016

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Transcript Newsletter 27 Gennaio 2016

La prima reazione alla le ura del documento di CGIL CISL UIL è stata quella di
togliersi di dosso le ragnatele in cui si
resta impiglia alla fine del percorso a
ritroso nel tempo che proviene dalle 17
pagine (numero emblema co???). Sostanzialmente ci si immerge in un tuffo
nel passato, quando le Confederazioni
decidevano le sor e le fortune dei governi e i ministri economici discutevano
con Lama, Carni e Benvenuto ogni
de aglio di ogni singolo provvedimento,
prima ancora del Parlamento.
Il tolo è indubbiamente acca vante e
pomposo, in quanto si parla di
“Moderno sistema di relazioni industriali”, così come la premessa che è lastricata di buone intenzioni, come la via
dell’Inferno: risuonano in maniera ricorrente parole come maggiore produ vità, crescita economica e sociale del Paese, ecc. Dopo una premessa del genere
il le ore si incammina all’interno del
documento con spirito costru vo e
pieno di buona volontà, ma fin dalle
prime parole di pagina 4 si resta quanto
meno delusi.
Viene infa confermato il sistema contra uale su due livelli, ma viene di nuovo consegnata al CCNL la funzione primaria come regolatore dei rappor di
lavoro, fonte primaria nel ruolo di governance delle relazioni industriali e di
is tutore delle linee guida per la contra azione di secondo livello; al le ore
quindi, fin dalle prime righe, viene meno l’aspe a va di cambiamento che
pure era evocata nei toli: Il sindacato
confederale, moderno Ga opardo,
chiede che tu o cambi, affinché tu o
rimanga com’era.
Ma tu o questo non è ancora sufficiente, in quanto poche righe dopo, viene
prevista la possibilità di contra azione
territoriale (definita alterna va, bontà
loro, a quella aziendale), da svilupparsi per
le piccole aziende. Ma il vero capolavoro lo
si rintraccia più avan , allorquando al
CCNL viene assegnato, con leggiadra prosa, “un rinnovato esercizio contra uale, il
processo redistribu vo della ricchezza
prodo a”, cioè per s molare la “crescita
della produ vità” il CCNL dovrà redistribuire quote di produ vità a retribuzione.
Ora è arcinoto che uno dei problemi più
grandi che ha ostacolato la crescita della
produ vità del nostro Paese è stata l’eccessiva rigidità prodo a dalla contra azione, che assorbe oltre il 90% della dinamica
retribu va e che, quindi, lascia poco spazio
al riconoscimento del merito, della professionalità ed, appunto, della produ vità a
livello aziendale. E’ del tu o evidente anche che questo non è l’unico problema di
rigidità del fa ore lavoro e della mancata
crescita della produ vità, in quanto a
frenare essa concorre l’elevata tassazione
sul fa ore lavoro, la burocrazia, la criminalità organizzata, l’evasione fiscale, ecc., ma
assegnare al CCNL anche il compito di redistribuire quote di produ vità oltre la difesa delle retribuzioni dall’inflazione, significa negare di fa o che si voglia veramente
dare spazio alla contra azione di secondo
livello e che la volontà reale delle Confederazioni tradizionali è solo quella di mantenere inta o il ruolo centrale del CCNL,
anzi, di rafforzarlo.
In questo numero
EDITORIALE
LE PAROLE DEL SEGRETARIO
APPUNTAMENTI SINDACALI
SPECIALE SICUREZZA
PARI OPPORTUNITA’
SPECIALE ECONOMIA
GIORNATA DELLA MEMORIA
LIBRI, FILM e RICETTA
C’è poi un’altra chicca, veramente inaudita. Si afferma che, “in a uazione di quanto
disposto dall’art. 39 della Cos tuzione si
chiede un intervento legisla vo di sostegno che definisca l’erga omnes dei CCNL
che sia alterna vo all’ipotesi di salario
minimo legale”.
Segue a pg.2
27 Gennaio 2016
(Da pg.1) Traduco per coloro che non
comprendono il linguaggio burocra co:
mentre in quasi tu i Paesi del mondo
(non solo in Europa e nel Nord America,
ma anche in Africa, Asia, ecc.) esiste una
legge che stabilisce il salario orario minimo al di so o del quale non si può andare e questo viene fissato tra i 7 e i 9 dollari l’ora, in Italia avremmo un salario
minimo fissato dai CCNL, oscillante intorno ai 17 dollari l’ora, cioè in Italia il salario minimo varrà il doppio di Germania o
Sta Uni . Credo che questo si commenda solo e rappresen uno dei capitoli
più assurdi che sono scri nel documento.
Appena migliore il documento nella parte che riguarda la partecipazione dei
lavoratori, per la quale vengono individuate tre aree di applicazione: partecipazione alla governance, organizza va e
quella economico – finanziaria. Peccato
che ad un’analisi così puntuale non corrisponda neanche un minimo di idea su
come realizzare questa magnifica archite ura is tuzionale, “I
se non un generico richiamo di CGIL CISL
“un forte rilancio del dialogo
sociale”, cioè proprio di quello
,
strumento che dal governo
Mon in poi si ri ene ampiamente superato nei fa .
Visto che vengono evoca gli
ar . 39 e 46 della Cos tuzione, è del
tu o palesemente assordante il silenzio
sull’art. 40 della Carta, quell’ar colo che
parla dell’esercizio del diri o di sciopero.
Da più par in ques ul mi anni si è reclamata l’esigenza di un intervento legisla vo in materia che disciplini sul modello tedesco la possibilità per le Organizzazioni Sindacali di ricorrere allo sciopero (tramite l’approvazione preven va
da parte dei lavoratori coinvol nell’azione di lo a), oppure si sono prodo e per
via pa zia norme contra uali che sanciscono procedure e tempis che preven ve allo scopo di prevenire il confli o, fino
ad arrivare agli accordi FIAT che prevedono anche sanzioni nei confron di
quelle Organizzazioni Sindacali che contravvengono agli impegni assun in sede
negoziale.
Ma il tetragono documento in ogge o,
della regolamentazione del diri o di
sciopero in applicazione dell’art. 40 della
Cos tuzione non ne fa nessuna traccia.
Vis i comportamen assun da costoro
in più occasioni poco commendevoli per
la storia del Movimento Sindacale Italiano (vigili di Roma a Capodanno, macchinis in sciopero selvaggio con la metro
piena, allegri dipenden comunali di
Sanremo, dipenden in assemblea al
Colosseo o a Pompei, ecc.) si ha anche la
risposta al perché non c’è nessuna traccia di ciò nel documento; inoltre, per
capire tali comportamen , basta guardare la scomposta reazione che ha avuto la
segreteria della CGIL all’annuncio dato
dalla Ministro Madia della volontà del
governo Renzi di licenziare i dipenden
della P.Amm.ne infedeli ed assenteis in
48 ore. Stanno difendendo i privilegia e
vogliono mantenere i loro privilegi e rendite di posizione.
Sulla rappresentanza viene riproposto il
deludente e non applicabile accordo interconfederale del gennaio 2014 che
doveva rappresentare una svolta nella misurazione della rappresentanza e che, a due anni
UIL
- di distanza invece, è applicato
soltanto al 16% dei luoghi di
lavoro nell’industria manifa uriera e allo 0% nel resto del
.” lavoro dipendente privato.
Infa il documento parla di bilateralità esclusivamente per difendere gli
a uali en ed is tu dove i sindaca
confederali tradizionali hanno una sostanziale egemonia, sia che si tra di
Formazione professionale che di Welfare
integra vo non importa, l’essenziale è
che tu o sia controllato e termini nelle
casse confederali o, per meglio dire, in
apposite società non consolidate al fine
di rendere i bilanci delle loro a vità più
opachi. Si tra a, in sostanza, di un documento molto deludente, che sembra
elaborato esclusivamente allo scopo di
tenere lontano l’intento del governo di
intervenire sulla materia e di rendere
immuta i loro privilegi. Un documento
che non sarà in grado di aiutare i rinnovi
contra uali in corso, anzi, che ne complica ed allontana le conclusioni in considerazione anche della reazione unanime
che ha suscitato in Confindustria e in
Federmeccanica, a par re da quelle dei
loro Presiden .
Roberto Di Maulo, Segretario Generale
dell’Organizzazione FISMIC CONFSAL,
ha così s gma zzato il documento: “Il
documento di CGIL CISL e UIL ha un tolo al sonante, ma dei contenu deluden e ga opardeschi. Si tra a di un
documento deludente e vecchio sin dalla
sua nascita. Invece la FISMIC ri ene i
documen presenta da FEDERMECCANICA nel corso delle discussioni per il
rinnovamento contra uale, una o ma
base di partenza per cambiare un sistema contra uale vetusto con un sistema
innova vo, sopra u o per la parte che
concerne il welfare integra vo e la formazione professionale dei lavoratori. In
conclusione si tra a di un’occasione
mancata, altro che un accordo storico;
qua di storico c’è solo la volontà dei sindaca confederali tradizionali di perpetuare la propria egemonia sul mondo del
lavoro che dura da circa 70 anni, rendendola eterna.
Ma è un tenta vo goffo ed inu le in
quanto la complessità del mondo del
lavoro che sta uscendo fuori dalla crisi
renderà sempre più superfluo il ruolo
delle Confederazioni nel futuro. Di fronte a questa evidente crisi della confederalità, acclarata anche dal silenzio assoluto con cui la no zia dell’approvazione
del documento è stata accolta dai mass
– media, occorre che il Sindacato compia
quei passi decisi verso il cambiamento di
pelle che si rende ormai indispensabile.
Da questo punto di vista vanno rivaluta
i sindaca di mes ere, le categorie e,
sopra u o, le rappresentanze sindacali
dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Il futuro risiede quindi nel decentramento dei
poteri di negoziazione e di ges one della
bilateralità, oggi troppo centralizzata su
Roma e sulle confederazioni. Solo avvicinandosi ai lavoratori ed ai loro interessi
dire il Sindacato potrà avere un futuro,
altrimen rischia l’es nzione.”
Ufficio Stampa Fismic
25 GENNAIO 2016
26 GENNAIO 2016
27 GENNAIO 2016
I giorni 25/26/27 Gennaio presso l’Unione degli
industriali di Roma si terranno gli incontri per il
negoziato per l’Accordo di Secondo Livello con la
One Company Finmeccanica. Parteciperà alla riunione
la delegazione Fismic guidata dal Segretario Nazionale
Marco Roselli.
01 FEBBRAIO 2016
Il Primo incontro che comprende i territori:
Piemonte, Lombardia; Veneto, Emilia Romagna,
Friuli e Treviso. Il corso si terrà a Torino alla CASCINA MARCHESA in Corso Regina 371
03 FEBBRAIO 2016
Il Secondo incontro comprenderà la zona centrale dell’Italia: Lazio, Umbria, Abruzzo e Sardegna. Il corso verrà effettuato al Hotel Cristallo in Via Maremmana inferiore località Villa Adriana Tivoli, Roma.
L’incontro di verifica dell’accordo
sottoscritto in data 03 Luglio 2015
conferma che si sta proseguendo
con l’attuazione di un piano industriale, volto a garantire la difficile
situazione occupazionale che in
questi anni ha colpito i lavoratori
della PCMA di Napoli, gruppo Magneti Marelli.
L’azienda ha confermato che stanno
proseguendo celermente i lavori di
realizzazione del nuovo stabilimento
di Gricignano D’Aversa, dove saranno realizzati i componenti in plastica
per i nuovi progetti Alfa Romeo di
FCA; e che per il sito di Napoli entro
Febbraio si concretizzerà l’integrazione di nuove attività lavorative
provenienti da altri siti che alleggeriranno il peso della cassa integrazione e che saranno utili nel prossimo
futuro anche per l’utilizzo dei contratti di solidarietà.
Il Segretario Nazionale Marco Roselli ed il Segretario Provinciale Giuseppe Raso, presenti all’incontro,
ritengono queste conferme importanti, perché rafforzano il fatto che il
sostegno al rilancio di FCA passi
attraverso investimenti sull’indotto e
che si garantisca così anche l’occupazione.
05 FEBBRAIO 2016
Il Terzo incontro che comprende i territori del Sud: Basilicata,
Molise, Campania, Puglia Calabria e Sicilia. L’incontro si terrà
a Foggia presso: Sala convegni dell’ Incubatore di impresa di
Candella in Strada Provinciale 90 Candela, Foggia
28 GENNAIO 2016
E’ una vera strage che a fine anno prende forme e
contenuti di un massacro. Una tragedia che racconta
di 1172 vittime registrate sul lavoro da gennaio a
dicembre 2015 e che fa registrare un’inquietante media di 98 infortuni mortali al mese (24 alla settimana e più di tre al giorno). Uno scenario che diventa ancor più drammatico nel confronto con il 2014.
Perché l’incremento della mortalità registrato è del 16
per cento (163 morti in più); ed arriva al 18 per cento
l’aumento dei decessi nella rilevazione degli incidenti
mortali avvenuti in occasione di lavoro (erano 746 nel
2014 e 878 nel 2015). Mentre quelli in itinere sono
passati da 263 a 294 (+12 per cento).
Ad elaborare la più recente e dettagliata mappatura
delle morti bianche in Italia è l’Osservatorio Sicurezza
sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di
dati INAIL. “ Una sconfortante analisi degli infortuni
mortali da Nord a Sud del Paese che nel 2014 ha
coinvolto 1072 uomini e ben 100 donne. – commenta Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio
Vega Engineering – Madri, mogli, figlie che non ci sono più. E che, magari, con una politica più sensibile ed
attenta alla sicurezza sul lavoro avrebbero potuto continuare la loro vita accanto ai propri figli, mariti o genitori. Per non parlare di quei 1.072 uomini che hanno
perso la vita al lavoro e le cui famiglie, forse, vivevano
grazie a quell’unico reddito del proprio caro deceduto.
E’ una situazione inquietante a cui il Governo deve
assolutamente ed urgentemente mettere la parola
“fine”.
Intanto, anche a conclusione del 2015, è
la Lombardia ad indossare la maglia nera con il più
elevato numero di vittime in occasione di lavoro (124
decessi); seguono: la Campania (87), laToscana (79),
il Lazio (76), il Veneto (71); l’Emilia Romagna(69),
il Piemonte (66), la Sicilia (62), la Puglia (57). E poi
ancora: le Marche (29), l’Abruzzo (28), l’Umbria (22),
la Calabria (21), il Trentino Alto Adige e la Liguria (19),
il Friuli Venezia Giulia (15), la Sardegna (12), il Molise
e la Basilicata (11).
Mentre l’indice di rischio più elevato rispetto alla popolazione lavorativa viene registrato in Molise (110,6)
contro una media nazionale di 39,2. Seguono Umbria
(61,4) e Basilicata (61,1).
Il settore più colpito dalle morti sul lavoro è quello delle costruzioni con 132 vittime pari al 15 per cento del
totale degli infortuni mortali sul lavoro. Seguito dalle attività
manifatturiere (109 decessi) e
dal trasporto e magazzinaggio(91). Più della metà
delle vittime rilevate in occasione di lavoro aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (485 morti).
La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali è Roma (47) seguita da Milano (35), Napoli (34), Bari (26), Torino (23), Brescia (21), Palermo
e Salerno (19), Cuneo e Perugia (17), Verona e Bologna
(15).
Più della metà delle vittime rilevate in occasione di
lavoro aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (542
morti).
Le donne che hanno perso la vita nel 2015 in occasione di lavoro sono state 48. Gli stranieri deceduti sul
lavoro sono 138 pari al 15,7 per cento del totale.
“Appellarsi al buon senso dei datori di lavoro e dei dipendenti, a volte, non è sufficiente per esorcizzare i
pericoli in azienda – conclude Rossato – e allora diventa sempre più indispensabile invocare controlli più
diffusi e severi e, senza alcun dubbio, pene certe e
processi più veloci per gli evasori della sicurezza sul
lavoro”.
La rivoluzione scientifica, di marca propriamente occidentale, e la globalizzazione
mondiale economica ma soprattutto tecnologia, hanno apportato notevoli vantaggi per
la vita di ognuno, oggi è infatti sufficiente
una postazione internet e un semplice click
per mettersi in contatto con l’altro capo del
mondo, scambiarsi informazioni di ogni genere, effettuare ogni sorta di transazioni
“OPZIONE DONNA”
finanziarie, in altre parole il mondo è divenuto un “villaggio globale”.
Le nuove tecnologie hanno “liquefatto” i
confini annullando il tempo e le distanze che
Quando si parla di multimedialità però non
solo pochi decenni fa si pensavano
insormontabili, tuttavia tutto questo non è
facciamo riferimento soltanto al cinema, alla
televisione, ai videogiochi ma a tutti quei mez-
stato possibile senza uno scotto da pagare.
Come ogni mezzo nelle mani dell’uomo
anche la tecnologia può essere, e di fatto lo
è, utilizzata subdolamente se a “tirarne le
zi di comunicazione che attraverso la
“rete” (internet) e i suoi famosi “video virali”
suggestionano
negativamente la nostra
società. Questo “potere” di condizionare il
fila” sono coloro che più che da interessi di
carattere antropologico-sociale sono spinti
subconscio dei singoli individui orientando
le scelte, i desideri e le opinioni di ognuno è
da interessi economici. Vediamo come.
abbondantemente esercitato, in ambito televisivo, cinematografico e cibernetico dalla pubblicità.
La pubblicità, più di ogni altro “strumento”,
lancia agli ignari consumatori messaggi subliminali che – in quanto tali – non sono facilmente riconoscibili e pertanto pericolosi. Se
Gli psicologi sostengono che il subconscio è
infatti negli anni ‘46/’48 (anni in cui si muovevano i primi passi per il raggiungimento della
più potente dello stato conscio questo spiega perché le persone vengono influenzate
eguaglianza sessuale) i giornali e le televisioni
diffondevano immagini femminili in sostegno
più dai loro desideri inconsci innati che da
decisioni prese razionalmente. Tale facoltà
dell’emancipazione, in epoca contemporanea
gli stessi strumenti abusano dei corpi femminili
o aspetto della psiche umana viene fortemente e ampiamente strumentalizzata/o
– e della donna in genere – tanto che l’uso
indiscriminato ha portato ad una tale assuefa-
dall’economia consumistica contemporanea,
frutto e colonna dorsale della secolarizza-
zione che un corpo nudo (femminile) non desta più scalpore.
zione, attraverso i mezzi di comunicazione
di massa che in seguito allo sviluppo tecno-
È giunto quindi inderogabile il momento in cui
logico hanno invaso la nostra quotidianità.
le donne, dopo aver raggiunto l’uguaglianza
sessuale e aver combattuto importanti batta-
Questo meccanismo è maggiormente riscontrabile nella società occidentale all’in-
glie come quelle per il divorzio e l’aborto, ricomincino a lottare e questa volta per la propria
terno della quale il subconscio dell’individuo
è sottoposto ad una serie di “manipolazioni”
dignità fortemente sminuita. Perché, come
cantava L. Battisti nella “Canzone del sole”:
che, creando un effetto profondo sul subconscio, hanno la facoltà di influenzare le
“Cosa vuol dir sono una donna ormai?”.
piccole scelte quotidiane e/o peggio - in
molti casi – di determinare le scelte fondamentali dell’intera esistenza.
di CINZIA PANARO
Si tratta della possibilità per lavoratrici con 57/58 anni di età
(dipendenti/autonome) e 35 anni di contributi, di chiedere la
pensione anticipata in cambio
di un ricalcolo dell’assegno con
il sistema contributivo, quindi
meno conveniente.
Requisiti
A poter accedere a tale regime
speciale sarebbero tutte le lavoratrici in possesso di 57 anni e
3 mesi di età le dipendenti del
settore privato e pubblico
e 58 anni e 3 mesi le autonome, (si tratta delle donne nate
nell’ultimo trimestre del 1958, o
1957 in caso di lavoratrici
autonome)
e 35
anni
di
contributi.
L’opzione donna comporta un
taglio consistente dell’assegno,
perché lo stesso viene calcolato
applicando il sistema contributivo invece di quello misto, a cui
avrebbero diritto le lavoratrici
che hanno iniziato a versare i
contributi prima del 1996.
La riduzione si aggira sul 30%
circa
“INTERNAZIONALIZZAZIONE
DELLE IMPRESE ITALIANE”.
Porre a enzione sull’internazionalizzazione: questo termine vuol dire ricerca all’estero di nuove opportunità
per ampliare il proprio mercato.
Le imprese devono avere una visione
che va al di là del territorio in cui operano, uscendo dai merca locali per
avere uno sguardo ai merca vicini,
l’Italia è tra i paesi più tassa d’Europa.
Il Mise (Ministero per lo sviluppo economico) ha stanziato 3 milioni di euro
a fondo perduto per sostenere la Piccola e Media Industria. È una inizia va che ha per protagonis i Consorzi
per l’internazionalizzazione, cui andranno le risorse stanziate. L’obie vo
è fornire un sostegno alle PMI interessate allo sviluppo nei merca esteri,
così da favorire la diffusione dei rela vi prodo e servizi in un panorama
internazionale.
casi, fornire anche una organizzazione
B
- mono-regionale (una stru ura che ha
per protagonista esclusivamente le
2016: 3
aziende che hanno sede legale nella
Il pia o forte, tu avia, consiste nella regione di riferimento)
possibilità di acquisire commesse per
partecipare alla costruzione di grandi
opere infrastru urali all'estero.
L’inizia va finanziata dovrà verificarsi
entro il 31 dicembre 2016 e dovrà
coinvolgere, in ogni sua fase, almeno
cinque Pmi consorziate provenien da
almeno tre diverse Regioni. Le aziende
devono far parte del medesimo se ore o della stessa filiera.
A questa norma generale vi sono delle
eccezioni. Ci s amo riferendo ai proge provenien dai Consorzi di Sicilia
e Valle d’Aosta. È possibile, in ques
La richiesta di contributo deve verificarsi entro il 15 febbraio 2016. L’invio deve
realizzarsi via posta ele ronica
cer ficata sfru ando l’indirizzo
[email protected].
Se avete bisogno di maggiori informazioni
vi invi amo a visitare il
bando completo riportato sul portale ufficiale del
Ministero dello Sviluppo economico.
PREOCCUPAZIONE
G
,I
Un primato, tu o italico, che nessuno è
ancora riuscito a insidiare. An ca tradizione, sapere ar gianale, formazione e alta
specializzazione dell’industria dei semilavora , dei macchinari e delle a rezzature
fanno della filiera del gelato ar gianale
made in Italy una potenza (s me Sigep)
che genera una ricchezza interna di oltre 3
miliardi e che oggi può contare su circa
25mila gelaterie, delle quali oltre 7mila
all’estero, e che acquisisce sempre
più allure negli Usa, nel Medio ed Estremo
Oriente.
PER L’ECONOMIA 2016
L’Unione Europea si aspe a che il
Pil dell’Italia cresca dell’1,5%, ma i valori
trimestrali dell’anno precedente hanno
mostrato che la crescita stava rallentando
(dallo 0,3% nei primi due trimestri allo
0,2% nel terzo). “Una ripresa c’è” ha de o
il Ministro della Finanza italiana, Pier Carlo
Padoan, alle imprese a Dicembre. “Ma è
debole”. I collaboratori del primo ministro, Ma eo Renzi, temono che l’economia mondiale possa entrare in un nuovo
ciclo di recessione, prima che l’Italia abbia
recuperato il terreno perso durante la crisi
economico-finanziaria.
Non è un caso che il termine Shoah stia ad indicare una
“catastrofe” e sia utilizzato per
riferirsi allo sterminio nazista. Shoah, una parola ebraica
che richiama un sacrificio biblico: con esso si voleva dare un
senso alla morte, un senso ad
un'incontenibile tragedia.
Il Giorno della Memoria è una
ricorrenza istituita per ricordare
gli atroci fatti avvenuti durante il
periodo nazista e le persone a cui
è stata negata vita e dignità durante
la
Shoah.
Il 27 gennaio è una data, una
commemorazione, durante la
quale non si possono e non si
devono dimenticare le tragedie
dell’olocausto, anzi è importante
condividere e “far sapere” per
sensibilizzare le persone a quella
che è stata una delle più terribili e
imperdonabili azioni della storia
umana.
Una giornata simbolica, quella
del Giorno della Memoria: era
il 27 gennaio del 1945 quando
le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nella città
polacca Oświęcim, oggi conosciuta con il nome tedesco
di Auschwitz. Varcati i cancelli del
lager, i militari si ritrovarono di
fronte l'orrore, la morte, lo sterminio. Liberati i pochi superstiti, le
testimonianze dei sopravvissuti
rivelarono al mondo la brutalità di
un vero e proprio genocidio.
Inoltre, con il termine ebraico è
nato
anche
quello
di “genocidio”, una forma di eliminazione di massa che, purtroppo, ha sempre fatto parte
della storia ma mai è stata come quella avvenuta nei campi
di concentramento nazisti.
La legge italiana definisce così
le finalità del Giorno della Memoria: “Data dell'abbattimento
dei cancelli di Auschwitz… al
fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico),
le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli
italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in
campi e schieramenti diversi, si
sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria
vita hanno salvato altre vite e
protetto i perseguitati”.
Quello che oggi dobbiamo imparare è molto semplice: non dimenticare. Questo è lo scopo, il
fulcro di quello che la Giornata
della Memoria vuole tramandare.
Le testimonianze dei sopravvissuti, i racconti, i documenti e la
storia devono essere le fonti utili
non solo per il presente, ma anche per le generazioni future che,
a loro volta avranno il compito di
“tramandare” un orrore storico che non si deve ripetere.
PER NON
DIMENTICARE…..
Film del 1999 diretto da Peter Kassovitz, con Robin Williams.
Durante la seconda guerra mondiale, in un piccolo ghetto
ebraico della Polonia occupata, Jakob Heim, proprietario di un
caffè chiuso da tempo, ascolta per caso un bollettino radio proibito
che annuncia alcuni successi dell'esercito sovietico sui nazisti. Il giorno dopo
comunica queste notizie a due amici ormai in preda allo sconforto. Le voci
si allargano anche agli altri e ben presto circola la notizia che Jacob possieda un
radio, crimine grave punibile anche con la morte. Tuttavia la voglia di speranza
prevale sulla paura, e ogni mattina gli abitanti del ghetto chiedono di conoscere le
novità. Jakob, incapace di deluderli, fa trapelare finti bollettini di guerra, inventa
avvenimenti e situazioni incoraggianti. Anche i tedeschi infine vengono a sapere dell'esistenza di questa
radio. Non trovando però niente, il generale fa radunare tutti in piazza e minaccia di uccidere dieci persone,
se il possessore della radio non si costituisce.
« Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no. »
Il racconto di Primo Levi, che segue tendenzialmente l’ordine cronologico nonostante la
presenza di alcune digressioni, ha inizio il 13 dicembre del 1943 quando l’autore viene
catturato e, in quanto partigiano ebreo, portato in un campo di concentramento italiano, in
attesa del trasferimento in Germania. L’uomo, infatti, dopo un viaggio estenuante
giunge nel lager di Monowitz dove i prigionieri continuano a esistere ma non a vivere
poiché ogni diritto umano è loro negato. Le sofferenze inflitte dalle guardie, le violenze, le
condizioni di lavoro estremamente dure, il rapporto tra i prigionieri e la morte di alcuni di
loro, ridotti a sagome deboli e malate, sono descritte con molta cura. Il tempo passa e
nulla cambia: il corpo e la mente sono provati, la paura delle selezioni delle SS che con
uno sguardo selezionano i detenuti inutili è un’ansia costante. Levi riesce a sopravvivere
perché le sue competenze fanno sì che possa trovare un impiego come chimico. La
situazione è tale che anche la notizia delle difficoltà in cui versano le armate tedesche,
prima, e della loro sconfitta, poi, non è motivo di speranza per i prigionieri. Trascorre così
all’incirca un anno. Infine l’avvicinarsi dell’Armata Rossa costringe i tedeschi alla ritirata. I
soldati portano con sé i prigionieri sani e Levi, malato di scarlattina, rimane nel lager. Questo
determinerà definitivamente la sua salvezza dato che tutti coloro che abbandonano il campo troveranno la morte
lungo il cammino. Il 27 gennaio 1945 l’arrivo dei sovietici restituisce ai pochi sopravvissuti la libertà.
Ingredienti
1 cucchiaio liquore all’anice
1/2 Limone scorza grattugiata
1 pizzico di Sale
200 g di Farina
40 g di Burro
8 g Lievito
50 g di Zucchero
2 Uova
Olio per Friggere Q.B.
Preparazione
Mettete in una ciotola la farina, le uova, lo zucchero, il burro, i semi di una bacca di vaniglia (opzionale), il sale, la scorza grattugiata del limone, il liquore e il
lievito; lavorate gli ingredienti fino ad amalgamarli, poi trasferite l'impasto su di una spianatoia leggermente infarinata e impastate fino ad ottenere un
composto morbido (ma non molle) liscio e compatto. Lasciate riposare l'impasto per qualche minuto e poi formate dei cordoncini di pasta dello spessore di
un paio di centimetri circa e tagliateli a pezzetti grandi come delle grosse nocciole. Formate con i palmi delle mani delle palline, (se volete, incidete la
superficie con un taglio a croce), e friggetele un po’ alla volta in abbondante olio e a fiamma bassa, rigirandole nella padella finché risulteranno ben gonfie e
dorate e cominceranno a galleggiare. Una volta pronte, fate asciugare le vostre castagnole su un foglio di carta assorbente, spolverizzatele con dello
zucchero a velo o semolato e... Buon appetito!