CIRCOLARE Nr. 52 – Periodo di prova – Tutor docenti

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Transcript CIRCOLARE Nr. 52 – Periodo di prova – Tutor docenti

ISTITUTO COMPRENSIVO
“PADRE PIO da PIETRELCINA”
75015
-
PISTICCI
- (MT)
CIRCOLARE N° 52
Pisticci, 27.01.2016
TUTOR Docenti neoassunti
Loro Sedi
Oggetto: Periodo di prova e formazione del personale neoassunto
a.s. 2015/16 – 29 gennaio 2016 (Circ. n. 179 AOODRBA Reg. Uff. Usc. /Ent.)
Si comunica che il giorno 29 gennaio 2016 si svolgeranno gli incontri finalizzati a
diffondere il Piano delle attività programmate per il personale docente neoassunto;
Tali incontri, rivolti esclusivamente ai Dirigenti scolastici e ai docenti tutor individuati
presso le scuole di servizio dei docenti neoassunti, si svolgeranno C/o l’Aula Magna dell’IIS
Pentasuglia di Matera dalle ore 17.00 alle ore 18.30 (Istituzioni scolastiche afferenti l’area
metapontina).
Le SS.LL. sono invitate a favorire la personale partecipazione.
Cordiali saluti,
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Cristalla MEZZAPESA
Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi dell’art. 3, comma 2, del D.Lgs.39/93
PROGETTO PER INSEGNANTI
A SCUOLA DI RESILIENZA:
l’ampia intelligenza
Associazione
Zest
[email protected]
Responsabile del progetto:
Dott.ssa Rosanna Druda
Psicologa Psicoterapeuta Counsellor
e-mail: [email protected]
Pec : [email protected]
+39 349 5454938
INDICE - A SCUOLA DI RESILIENZA: L’AMPIA INTELLIGENZA
1.1 – L’IDEA- PROGETTO ............................................................................... ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO.
1.2 – MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE ................................................................................ 3
1.3 – CARATTERISTICHE DEL PROGETTO....................................................................................................................... 4
1.4 – OBIETTIVI ............................................................................................................................................................ 5
1.5 – FASI ED ATTIVITA’ IN DETTAGLIO ......................................................................................................................... 5
1.6 – METODOLOGIA ................................................................................................................................................... 6
1.7 – DURABILITA’ DEL PROGETTO E FOLLOW-UP......................................................................................................... 7
1.8 – FATTIBILITA’ DEL PROGETTO ................................................................................................................................ 7
1.1 – L’IDEA- PROGETTO
Il progetto “A scuola di resilienza: l'ampia intelligenza” vuole realizzare un
programma basato sulle più recenti scoperte scientifiche nell'ambito della psicologia
(evidenced-based medicine) al fine di rafforzare i rapporti tra studenti, genitori,
insegnanti per creare “una comunità di apprendimento e socializzazione” nel più
ampio senso possibile.
Il programma è rivolto agli insegnanti affinché essi si facciano testimoni di un modo
nuovo di insegnare e relazionarsi con i loro studenti, con se stessi, e i genitori,
promotori di empowement e resilienza.
1.2 – MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE
La scuola Italiana sta soffrendo di un lungo periodo di declino caratterizzata da continui
e ripetuti tagli alla spesa pubblica. Essa è in uno stato di degrado visibile anche solo
guardando gli edifici dall'esterno. Il degrado non è soltanto quello degli ambienti, ma
riguarda anche la didattica e la metodologia d'insegnamento, piuttosto datata, con
riforme che puntano all'innovazione, ma sembra che lascino da parte gli aspetti emotivi
dei partecipanti alla vita scolastica.
Gli insegnanti, spesso sottopagati, sono sottoposti alla tirannia della precarietà, alla
delusione delle loro aspettative e vivono una continua perdita del loro ruolo con una
conseguente confusione e difficoltà di mettere confini e stabilire compiti. Spesso sono
ridotti all'impotenza educativa determinata dalla continua ingerenza dei genitori, che
frequentemente si contrappongono ai docenti nel tentativo di coinvolgersi nel processo
educativo e spinti a proteggere i loro figli, spesso semplicemente giustificandoli.
La scuola è il luogo fondamentale della possibile e necessaria ricostruzione del tessuto
sociale educativo. I genitori sono fondamentali nel processo educativo, non certo nella
contrapposizione, ma nell'armonizzazione e nel potenziamento di un lavoro che inizia a
scuola e procede a casa e poi nella vita. E' necessario restituire autorevolezza e “potere
d'insegnamento” agli insegnanti, processo maieutico di far fiorire e prosperare gli
aspetti più vitali e forti di cui ogni ragazzo è portatore in nuce. Il progetto si propone
quindi di lavorare in questo tessuto, in cui la regola fondamentale, se ce ne deve essere
una, è che ognuno faccia e dia il suo meglio. Aiutare i ragazzi ad essere consapevoli,
responsabili e fare scelte ponderate e sentite per il loro futuro è la missione più alta
della scuola, la sfida su cui si misura quest’istituzione così importante soprattutto oggi,
un luogo dove gli studenti devono potersi sentire al sicuro, inclusi, e al meglio delle
loro capacità per l’apprendimento, dove ci sono adulti che tengono a loro e al loro
futuro.
La scuola è quindi chiamata ad un compito complesso che coinvolge una rete di
relazioni fondamentali, ma spesso di difficile gestione. Studenti, insegnanti e genitori
sono sottoposti ad una serie di sollecitazioni relazionali e soggettive che sono fonte di
fatica, demotivazione, e che possono produrre ed alimentare stress e un forte senso di
inadeguatezza.
Le difficoltà emotive possono portare alla perdita o alla scarsa capacità di controllo
delle proprie reazioni, ad un inaridimento dei rapporti interpersonali, ad una caduta
dell’autostima, ad una riduzione del senso critico e della capacità di interagire
positivamente con gli altri. Tutti gli attori della comunità educativa entrano in relazione
tra loro con atteggiamenti e comportamenti che non coinvolgono soltanto le
componenti razionali, ma soprattutto le componenti affettive ed emotive. Nella realtà
scolastica attuale la dimensione cognitiva e la dimensione emotiva tendono ad essere
messe in contrapposizione fra loro, e non vengono fatte dialogare.
Gli insegnanti che si pongono l'obiettivo di sviluppare l’intelligenza emotiva dei loro
studenti devono essi stessi accettare di confrontarsi, di riflettere, per assumere in modo
efficace e realistico le proprie mansioni e per affinare le proprie competenze emotive.
Esistono periodi più favorevoli allo sviluppo di determinate funzioni, i cosiddetti
periodi critici, finestre di opportunità da intercettare e utilizzare nel miglior modo
possibile. Nel corso dell'infanzia e fino all'adolescenza si verifica una costante
“potatura neurale”, ovvero una selezione di circuiti neuronali con l'eliminazione di
quelli meno usati e il rafforzamento di quelli ripetutamente attivati. Questo processo
migliora le funzioni del cervello che si trasforma in un sistema più efficace e rapido, ma
cancella anche ciò che non viene usato. L'infanzia e l'inizio dell'adolescenza
rappresentano un'opportunità cruciale per modellare inclinazioni emotive destinate a
perdurare per tutta la vita. Le abitudini durante questa finestra temporale piuttosto larga
diventano parte dell'architettura neurale del ragazzo e più tardi saranno molto più
difficili da modificare. In questo periodo critico quindi è fondamentale esporre i
bambini e i ragazzi ad esperienze di apprendimento emotivo e di empowement.
Accanto alla vita familiare con le esperienze di dedizione e sensibilità dei genitori
verso le esigenze dei figli, la scuola diventa attore fondamentale nel proporre
opportunità, stimoli e guida allo studente per imparare a gestire le proprie
emozioni dilaganti, controllare gli impulsi, esercitare l'empatia. Ovvero stimolare
la sua intelligenza emotiva. Le emozioni sono essenzialmente degli “impulsi ad
agire”, ovvero dei piani d’azione di cui ci ha dotato l’evoluzione per gestire in tempo
reale le emergenze della vita. La facoltà emozionale guida infatti le nostre decisioni
momento per momento, in stretta collaborazione con la mente razionale.
Lo scarso sviluppo dell’intelligenza emotiva dei bambini contrasta le possibilità di
crescita sul piano sociale e culturale e impedisce loro di “apprendere dall’esperienza”.
L’alfabetizzazione emotiva dei bambini è una strategia efficace per elaborare conflitti
irrisolti all’interno del gruppo classe; per migliorare la relazione tra insegnanti e
studenti; per ridurre le tensioni e gli agiti aggressivi e provocatori; per aumentare la
collaborazione, un clima disteso, l’attenzione e per favorire rapporti di comunicazione
e di cooperazione tra i bambini; per affrontare temi difficili, ma importanti, come
quelli collegati alla sessualità, alla violenza, alla malattia, alla morte.
1.3 – CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
La caratteristica del progetto è quella di formare i formatori, ovvero gli insegnanti, a
guidare queste giovani menti in continua evoluzione.
A loro verrà proposto un corso, teorico e pratico sull'applicazione delle più recenti
scoperte psicologiche per potenziare l'apprendimento, affinché questo processo
stimoli novità, insights, incentivo, accolga il modo proprio di ogni ragazzo e lo segua
nel suo percorso di individuazione della propria personalità, delle proprie passioni e
della propria specificità. Il progetto intende stimolare il coinvolgimento degli insegnanti
che potranno così confrontarsi tra loro, con l’esperto, genitori, stringendo e rafforzando
legami e reti di sostegno, miglioramento e scambio proficuo. Il tutto ha il fine di
costruire rapporti e occasioni protettive per i ragazzi, in particolare quelli provenienti da
contesti sociali difficili, immigrati di 2° generazione o appartenenti a famiglie
svantaggiate o multi-problematiche. Tutti i ragazzi devono avere le stesse opportunità e
questo progetto si propone di stimolare e accrescere il meglio, tutte le potenzialità di cui
ogni ragazzo è portatore il prima possibile affinché egli trovi la sua direzioni e gli
obiettivi verso cui puntare investendo le proprie energie, tempo e le risorse comunitarie
nel miglior modo possibile.
Attraverso il contributo dei fondamentali referenti educativi si vogliono raggiungere gli
studenti, affinché siano stimolati ad una maggiore competenza emotiva e relazionale,
una migliore definizione e valorizzazione di sé, del sapere, delle energie e dei talenti
propri come risorsa per lo sviluppo della comunità. Gli insegnanti potranno, con
strumenti nuovi e affinando quelli di cui sono già naturalmente dotati, aiutare i ragazzi
ad essere consapevoli, responsabili e fare scelte ponderate e sentite per il loro futuro.
Questa è la missione più alta della scuola, la sfida su cui si misura quest’istituzione così
importante soprattutto oggi, un luogo dove gli studenti devono potersi sentire al sicuro,
inclusi, e al meglio delle loro capacità per l’apprendimento, dove ci sono adulti che
tengono a loro e al loro futuro.
Riassumendo si intende puntare sugli insegnanti per coinvolgerli in un processo di
integrazione di principi psicologici all’educazione e alla formazione, affinché essi
possano essere strumento per una didattica inclusiva, partecipata, che punta al
benessere e che vuole far crescere nel modo più armonico possibile ogni ragazzo e
renderlo forte e capace di affrontare le sfide della vita. Ogni essere umano è un
investimento, il capitale umano deve essere valutato e rivalutato come elemento di
massima importanza.
1.4 – OBIETTIVI 5
Gli Obiettivi Programmati riguarderanno insegnanti e studenti, credendo che i
risultati che i primi otterranno andranno ad avere ricadute benefiche sui secondi,
creando un circolo virtuoso che si auto-alimenta.
•
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•
Miglioramento delle capacità di ascolto e controllo emotivo, riconoscimento dei
pattern di comportamento disfunzionale (alfabetizzazione emotiva - insegnantistudenti)
Aumento del senso di autoefficacia-autostima- auto-contenimento - auto-direzione,
rinforzo del pensiero positivo (studenti, insegnanti)
Aumento della resilienza (insegnanti-studenti)
Aumento delle capacità emozionali e sociali ( studenti )
Accettazione della responsabilità delle proprie emozioni, azioni e pensieri e la
conseguente capacità di scegliere e cambiare ciò che si sente, pensa o fa con
consapevole libertà (studenti)
Maggiore soddisfazione personale, professionale e benessere (studenti - insegnanti)
Obiettivi collaterali saranno:
•
•
diminuzione del drop-out dispersione scolastica ( studenti )
individuazione delle risorse, talenti e passioni ( studenti )
Tali obiettivi verranno misurati con la somministrazione di test in fase iniziale,
intermedia e finale al fine di verificare l'efficacia dell'intervento e determinare i risultati
quantitativi e qualitativi.
1.5 – FASI ED ATTIVITA’ IN DETTAGLIO
Il programma si articolerà in 8 incontri, con la possibilità di incontri supplementari su
richiesta.
Le fasi operative del progetto sono:
“ex ante”: 1° FASE - analisi e valutazione del contesto e dei bisogni (3 o più incontri)
Somministrazione tests (insegnanti e studenti);
Modulo teorico-esperienziale di formazione di psicologia
positiva applicata all'educazione (insegnanti);
(su richiesta) percorso di affiancamento-assistenza pratica per
l'intervento di miglioramento della metodologia di
insegnamento (insegnanti).
“monitoraggio sullo stato di avanzamento del progetto”: 2° FASE - grado di
conseguimento degli obiettivi/raggiungimento del target/utilizzo delle risorse
(2 o più incontri)
Miglioramenti, rivisitazioni, aggiustamenti
Intervento della psicologa in una classe campione
Osservazione in classe (facoltativa).
“ex post”: 3° FASE - valutazione e verifica dei risultati attesi dall’intervento (3 o più
incontri)
Somministrazione tests ad insegnanti e studenti;
Valutazione e verifica dell’impatto sulla popolazione target;
Feedback e restituzione finale
1.6 – METODOLOGIA
Il corso rivolto agli insegnanti si articolerà in:
• lezioni teoriche;
• pratiche;
• role-playing;
• simulate.
L'implementazione di un sito di diffusione delle lezioni e del materiale proposto dal
corso a cui gli insegnanti possano sempre fare riferimento. Si prevede anche l'apertura
di un blog affinché essi possano scambiarsi idee, opinioni, esperienze e “fare rete”.
Lungo il dispiegarsi degli incontri verranno presentati diversi strumenti processuali. Si
stimolerà l’insegnante ad integrare il proprio metodo di insegnamento con le nuove
nozioni apprese e vissute come supporto pratico alla programmazione delle lezioni e
allo svolgimento della lezione stessa. Le imperfezioni, gli errori, le difficoltà saranno
una grande opportunità per gli insegnanti che sapranno potentemente comunicare ai
loro studenti per averlo vissuto direttamente che “sbagliando si impara”, e si impara
meglio (la pedagogia dell’errore). Anziché criticare i ragazzi o permettere che vengano
giudicati, essi stimoleranno la discussione, l’aggiustamento di gruppo e attraverso il
gruppo. Anche quando lo studente rompe le regole c’è un’opportunità di
apprendimento, le conseguenze possono essere parte dell’apprendimento, ma
l’obiettivo è stimolare insight nel ragazzo affinché “arrivi da solo” a capire provando
possibilità diverse, costi benefici e conseguenze, senza una soluzione precostituita e/o
punitiva. L’insegnante più che parlare chiederà, incoraggiando la curiosità,
l’esplorazione, le soluzioni multiple anziché una e sola risposta corretta. Questo non
vuol dire che non mette limiti o regole, ma pensa al suo ruolo principalmente come
quello di facilitatore in un processo maieutico in cui stimola e dirige ciò che c’è dentro
a svilupparsi ed esprimersi al meglio. Il metodo di insegnamento, il “come”, è esso
stesso una dimostrazione. L’insegnante, come già detto, sarà il primo a provare sulla
sua pelle i nuovi suggerimenti della psicologia e della loro applicazione.
L’insegnamento è un sempre più consapevole ed eccitante viaggio anche verso se
stessi, anche per gli insegnanti. Estendendo l’immagine di sé e riconoscendosi come
modello con onestà emotiva, interesse per le emozioni degli studenti, la scelta delle
parole nell’insegnamento sono elementi importanti e che influiscono nella qualità
dell’insegnamento. I bambini imparano dallo stile dell’insegnante. Chi sei e che
personalità dimostri è gran parte di quello che si insegna. I bambini sono molto
percettivi e intuitivi, loro osservano consciamente e inconsciamente.
Gli insegnanti hanno da contribuire a costruire un ambiente sicuro, stimolare
continuamente i ragazzi ad entrare in ciò che si insegna, dare feed-back e
rassicurazioni, costruendo partecipazioni. Sono essenzialmente dei facilitatori che
collaborano con gli studenti. Gli stessi studenti possono essere coinvolti invitandoli a
fare da collaboratori a rotazione.
1.7 – DURABILITA’ DEL PROGETTO E FOLLOW-UP
La forza del progetto è anche insita nel fatto che sia rivolta agli insegnanti, coloro che
proseguiranno il loro lavoro con quel ciclo scolastico e con i successivi determina una
diffusione e una moltiplicazione degli effetti attesi. Non solo i ragazzi di quella
specifica classe potranno beneficiare dell'importanza della ripetizione nel tempo di un
modo nuovo di intendere l'insegnamento rafforzando così i risultati attesi, facendolo
loro e portandolo come patrimonio personale nei successivi cicli che sceglieranno, Ma
gli stessi insegnanti saranno portatori dell'innovazione con altre e nuove classi che a
loro volta diffonderanno nei successivi cicli formativi e nella loro vita lavorativa,
rendendo il progetto produttivo a potenza.
1.8 – FATTIBILITA’ DEL PROGETTO
Il progetto si basa sull'interesse personale degli insegnanti che sceglieranno
volontariamente di partecipare al programma. La partecipazione volontaria è essa
stessa base per il successo dell'intervento proprio perché ci sarà una sorta di selezione
naturale, ovvero gli insegnanti già “dotati” di un'inclinazione rivolta all'intelligenza
emotiva saranno naturalmente predisposti a frequentare il corso, e per le stesse ragioni
otterranno risultati migliori sulla base della loro naturale ed istintiva predisposizione.
La metodologia utilizzata è così riassumibile:
- Coinvolgimento - Motivazione
- Apprendimento Teorico-Esperienziale (potente fonte di riflessione e dialogo)
- Pratica per apprendere ad essere flessibili, pronti a modificare la lezione
programmata per adattarla alle esigenze emergenti della classe
- Applicazione-Globalità
- Condivisione
Ovviamente ciò non esula dal coinvolgimento attivo degli insegnanti che in prima
persona avranno da mettersi in gioco durante il training. Maggiore sarà la loro capacità
e desiderio di essere consapevoli di loro stessi e delle loro esperienze interne, maggiore
sarà la potenziale conoscenza di sé e conseguentemente la capacità di rispondere
positivamente a sé e agli altri, fare scelte migliori, nella vita professione,e avere
ricadute positive sui propri studenti e il loro successo formativo.