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SETTIMANA 10 – 17 GENNAIO 2016
SAPPADE
SABATO 9
s.Stefano
CAVIOLA
17.00
++ nonni di Romanel Martina e
Anita
18.00
50° ANNIV. DI MATRIMONIO DI
Valt Giovanni e Minotto Dina;
Secchi Eugenio e Follador Savina;
De Biasio Bruno e Fenti
Marcella//
8.00
CAVIOLA
10 GENNAIO
SAPPADE
LUNEDI’ 11
s.Igino
MARTEDI’ 12
s. Modesto
MERCOLEDI’ 13
s.Ilario
GIOVEDI’ 14
s.Felice di Nola
VENERDI’ 15
s. Mauro
SABATO 16
s.Marcellino
10.00
messa
++ De Mio Marino e Giovanna
CAVIOLA
BATTESIMO DI
GESU’
Sabato 9 sera ore 17.00
Canto al Vangelo
+ Chiara Tissi/ a. di Busin
Riccardo e mamma Giulia
Alleluia!
CAVIOLA
18.00
CRIPTA
7.30
Ad int. di Ettore Serafini
Alleluia!
CRIPTA
7.30
++ fam. di Da Rif Adele
Viene Colui che è
CRIPTA
18.00
FREGONA
17.00
CRIPTA
7.30
FEDER
16.30
SAPPADE
La messa
CAVIOLA
18.00
8.00
50° di matr, di Giovanni Valt e
Dina Minotto
Anniv. di Tavernaro Guglielmo e
Rita
++ Matilde ed Emilio De Prà
ad intenzione
Domenica 17 ore 11.15
a.di Riccardo Busin e mamma
Giulia
a. di Dell’Eva Maddalena
11.15
Comunità// ++ Antonio,,Maria e
Stefano
Per la frazione in onore di s.
Antonio
18.00
a.di Valt Carlo e Maria
10.00
SAPPADE
10 GENNAIO
Comunità.// a. di Zaccaria
Olimpia e Busin Stella/ a. di Busin
Alfredo
17 GENNAIO : DOMENICA II^ DEL TEMPO ORDINARIO
s. Antonio abate
CAVIOLA
PARROCCHIA BEATA VERGINE DELLA SALUTE - CAVIOLA
più forte di me,
disse Giovanni,
egli vi battezzerà
in Spirito Santo e
fuoco.
Alleluia!
Alleluia!
Buona Domenica
E
Felice Settimana
Quella voce: Tu sei il figlio, l’amato, il mio compiacimento
Viene dopo di me colui che è più forte di me e vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco, vi immergerà nel vento e nel fuoco di Dio.
Bella definizione del cristiano:
Tu sei “uno immerso” nel vento e nel fuoco, ricco di vento e di
fuoco, di libertà e calore, di energia e luce, ricco di Dio.
Il fuoco è il simbolo che riassume tutti gli altri simboli di Dio.
Nel Vangelo di Tommaso Gesù afferma: stare vicino a me è stare
vicino al fuoco. Il fuoco è energia che trasforma le cose, è la
risurrezione del legno secco del nostro cuore e la sua
trasfigurazione in luce e calore.
Il vento: alito di Dio soffiato sull’argilla di Adamo, vento leggero
in cui passa Dio sull’Oreb, vento possente di Pentecoste che scuote
la casa. La Bibbia è un libro pieno di un vento che viene da Dio,
che ama gli spazi aperti, riempie le forme e passa oltre, che non sai
da dove viene e dove va, fonte di libere vite.
Battesimo significa immersione. Uno dei più antichi simboli
cristiani, quello del pesce, ricorda anche questa esperienza: come il
piccolo pesce nell’acqua, così il piccolo credente è immerso in Dio,
come nel suo ambiente vitale, che lo avvolge, lo sostiene, lo nutre.
Gesù stava in preghiera ed ecco, venne una voce dal cielo: «Tu
sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Quella voce dal cielo annuncia tre cose, proclamate a Gesù sul
Giordano e ripetute ad ogni nostro battesimo.
Figlio è la prima parola: Dio è forza di generazione, che come ogni
seme genera secondo la propria specie. Siamo tutti figli nel Figlio,
frammenti di Dio nel mondo, specie della sua specie, abbiamo Dio
nel sangue.
Amato. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia
o no, ad ogni risveglio, il tuo nome per Dio è “amato”. «Tu ci hai
amati per primo, o Dio, e noi parliamo di te come se ci avessi amato
per primo una volta sola. Invece continuamente, di giorno in
giorno, per la vita intera Tu ci ami per primo» (Kierkegaard).
Mio compiacimento è la terza parola, che contiene l’idea di gioia,
come se dicesse: tu, figlio mio, mi piaci, ti guardo e sono felice.
Si realizza quello che Isaia aveva intuito, l’esultanza di Dio per me,
per te: «Come gode lo sposo l’amata così di te avrà gioia il tuo
Dio» (ls 62,5). Se ogni mattina potessi ripensare questa scena,
vedere il cielo azzurro che si apre sopra di me come un abbraccio;
sentire il Padre che mi dice con tenerezza e forza: figlio mio, amato
mio, mio compiacimento; sentirmi come un bambino che anche se è
sollevato da terra, anche se si trova in una posizione instabile, si
abbandona felice e senza timore fra le braccia dei genitori, questa
sarebbe la mia più bella, quotidiana esperienza di fede.
Tel./fax 0437 590164
e-mail: [email protected]
Cell. 328 1747 318
SETTIMA 10 – 17
GENNAIO 2016
PAPA FRANCEESCO
Commentando le parole del profeta Isaia – rivolte alla città santa Gerusalemme – che
«chiamano ad uscire, uscire dalle nostre chiusure, uscire da noi stessi, e a riconoscere lo
splendore della luce che illumina la nostra esistenza», Francesco ha osservato: «La Chiesa
non può illudersi di brillare di luce propria. Non può. Lo ricorda con una bella
espressione sant’Ambrogio, utilizzando la luna come metafora della Chiesa: ‘Veramente
come la luna è la Chiesa: […] rifulge non della propria luce, ma di quella di Cristo. Trae il
proprio splendore dal Sole di giustizia, così che può dire: ‘Non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me’». «Cristo – la precisazione del Papa – è la vera luce che rischiara; e nella
misura in cui la Chiesa rimane ancorata a Lui, nella misura in cui si lascia illuminare da
Lui, riesce a illuminare la vita delle persone e dei popoli. Per questo i santi Padri
riconoscevano nella Chiesa il ‘mysterium lunae’». «Abbiamo bisogno di questa luce che
viene dall’alto – il monito di Francesco – per corrispondere in maniera coerente alla
vocazione che abbiamo ricevuto». «Annunciare il Vangelo di Cristo non è una scelta tra le
tante che possiamo fare, e non è neppure una professione», ha spiegato Papa Francesco.
Per la Chiesa, «essere missionaria non significa fare proselitismo; per la Chiesa, essere
missionaria equivale ad esprimere la sua stessa natura: cioè essere illuminata da Dio e
riflettere la sua luce». «Questo – ha aggiunto a braccio – è il suo servizio. Non c’è un’altra
strada». «La missione è la sua vocazione» e, ancora a braccio, «la luce di Cristo è il suo
servizio». «Quante persone attendono da noi questo impegno missionario, perché hanno
bisogno di Cristo, hanno bisogno di conoscere il volto del Padre».«I Magi, di cui ci parla il
Vangelo di Matteo, sono testimonianza vivente del fatto che i semi di verità sono presenti
ovunque, perché sono dono del Creatore che chiama tutti a riconoscerlo come Padre buono
e fedele», ha detto ancora Papa Francesco nella Messa per l’Epifania. I Magi
«rappresentano gli uomini di ogni parte della terra che vengono accolti nella casa di Dio.
Davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza, di lingua e di cultura: in quel
Bambino, tutta l’umanità trova la sua unità. E la Chiesa ha il compito di riconoscere e far
emergere in modo più chiaro il desiderio di Dio che ognuno porta in sé». «Questo – ha
aggiunto a braccio – è il servizio della Chiesa con la luce che riflette, il desiderio di Dio che
ognuno porta in sé». «Come i Magi tante persone, anche ai nostri giorni, vivono con il
‘cuore inquieto’ che continua a domandare senza trovare risposte certe», «l’inquietudine
dello spirito santo che si muove nei cuori», ha osservato ancora fuori teso. Sono «anche
loro alla ricerca della stella che indica la strada verso Betlemme. Quante stelle ci sono nel
cielo! Eppure, i Magi ne hanno seguita una diversa, nuova, che per loro brillava molto di
più», avevano «il cuore inquieto e finalmente la luce era apparsa. Quella stella li cambiò.
Fece loro dimenticare gli interessi quotidiani, e si misero subito in cammino. Diedero
ascolto ad una voce che nell’intimo li spingeva a seguire quella luce», « la voce dello
spirito santo – la precisazione a braccio del Papa – che lavora in tutte le persone», ed essa
«li guidò finché trovarono il re dei Giudei in una povera casa di Betlemme».La ricerca dei
Magi – ha detto Papa Francesco nei passaggi conclusivi dell’omelia - «è un insegnamento
per noi». «Oggi – l’invito del Pontefice – ci farà bene ripetere la domanda dei Magi: ‘Dov’è
colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti per
adorarlo’. Siamo sollecitati, soprattutto in un periodo come il nostro, a porci in ricerca dei
segni che Dio offre, sapendo che richiedono il nostro impegno per decifrarli e comprendere
così la sua volontà. Siamo interpellati ad andare a Betlemme per trovare il Bambino e sua
Madre.
-DOMENICA 10: Battesimo di Gesù. Ricordando il nostro battesimo (sappiamo
la data?), alle messe rinnoveremo le nostre promesse battesimali. Ore 17.15: rosario
e a seguire i Vesperi.
-MARTEDI 12’ : catechismo: ore 14.45.
-VENERDI’15 : messa a Caviola e a Feder (16.30). 20.30: Gruppo Vangelo
-SABATO 16 : messa ore 18.00 (Caviola). La messa a Sappade è domenica 17.
-DOMENICA 17: III^ Domenica fra l’Anno. S. Antonio Abate.
Lo festeggeremo alla messa delle 11.15 a Sappade. (avremo la
presenza di uno dei 2 cori?)
Tempo fra l’Anno
Con domenica 10 gennaio, Festa del Battesimo di Gesù si conclude il tempo liturgico
del Natale e inizia il tempo fra l’Anno, che quest’anno sarà assai breve, perché la
Quaresima inizierà già Mercoledì 10 febbraio.
Il Tempo del s. Natale l’abbiamo celebrato nella nostra parrocchia con liturgie molto
“ belle” e “significative”: canto, suono dell’organo, servizio all’altare…offerte
generose…
-Messa della notte di Natale con la partecipazione di molti fedeli e in particolare di
coloro che erano partiti dalle frazioni per recarsi alla chiesa a piedi. Ad animale la messa
è stato il nostro coro giovani, che con i loro canti natalizi, è sempre in grado di
commuoverci.
-Messe del giorno: (Caviola e Sappade): molto partecipate e animate dai cori
parrocchiale e giovani. Nel nostro piccolo: “celebrazioni da cattedrale”.
- Anche le altre messe di domenica dopo Natale, del primo dell’Anno (con la presenza
dei coscritti giovani e meno giovani), della domenica 3 gennaio e dell’Epifania ( bella la
messa delle 10 con la benedizione dell’incenso…) le abbiamo celebrate bene e sempre
con buona partecipazione di fedeli (in particolare ospiti che ci hanno davvero edificato..:
famiglie con bambini, giovani…venuti da tutta la valle…)
-La messa più bella, più significativa, più commovente è stata certamente quella del
mattino del giorno di Natale con l’amministrazione dei sacramenti della iniziazione
Cristiana (battesimo, cresima, comunione) al nostro fratello Makoto, convertitosi
dal Buddismo alla nostra fede cristiana! Quale grazia per lui, per la sua nuova
famiglia e per tutti noi!
Tutto perfetto? La perfezione non è di quaggiù. Mentre ringrazio i fedeli della
parrocchia, in particolare i vari collaboratori.., e quei genitori che sono venuti alle messe
con i propri figli, ho notato con amarezza delle assenze ..! Certo è impensabile celebrare
la festa della prima confessione, della comunione e della cresima senza un impegno
serio da parte delle famiglie (non dico dei fanciulli-ragazzi, ma delle famiglie, entrambi i
genitori, nel limite del possibile) : avremo modio di parlarci durante la prossima
quaresima).