Il giapponismo

Download Report

Transcript Il giapponismo

IL
GIAPPONISMO
Numerose sono le citazioni giapponesi negli artisti
postimpressionisti e simbolisti, da Paul Gauguin a
Emil Bernard, affascinati dalle composizioni piatte e
semplificate e dall’accostamento inusuale dei colori,
a Odilon Redon che riprende i motivi visionari e surreali delle stampe di Hokusai.
La grafica giapponese influenza profondamente Henri Toulouse-Lautrec, che nel 1892 si fa fotografare vestito da samurai. Non solo il pittore si ispira alle geishe
e alle case del tè ritratte da Utamaro per descrivere il
mondo delle cortigiane e dei bordelli parigini, ma ne
ripropone il tratto veloce e sintetico, sperimentando
nei suoi manifesti la resa di silhouettes nere, che troviamo anche nell’arte nipponica.
In Van Gogh, che fu un appassionato collezionista di
stampe giapponesi – le vediamo talvolta raffigurate
sullo sfondo dei suoi dipinti, come nel celebre Ritratto
di Père Tanguy – e organizzò a Parigi un’esposizione di sete dipinte, la ripresa dell’arte orientale è molto
evidente, in quanto l’artista spesso propose sue versioni personalizzate di xilografie ukiyo-e. Van Gogh è
attratto dai colori accesi e luminosi, dai contorni marcati, dalle composizioni inusuali, da alcuni temi “giapponesi” su cui ritorna ossessivamente come i girasoli,
gli iris, i mandorli in fiore. Durante il periodo trascorso
ad Arles, il pittore vagheggiò la formazione di una comunità di artisti simile a quelle giapponesi, e a questa
fase risale il suo Autoritratto come bonzo.