1 Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali

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Transcript 1 Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali

Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
Anno XLVII - N. 9 Dicembre 2014 - Diffusione gratuita senza impegno fisso di recapito mensile.
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ARTECULTURA
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La simmetria riveste un ruolo fondamentale nel processo di rappresentazione che gli elementi assumono,
la funzione geometrica prevale sulle
rispettive peculiarità accomunando i
diversi livelli iconografici composti
essenzialmente da triangoli e dai loro
derivati.
“Il dono del Fuoco, le porte del Cielo”, con questo titolo De Filippi ha
scelto di sviluppare per questa mostra l’immagine della fiamma rivolta verso l’alto, esperienza percettiva
mutevole e infinita, processo d'interpretazione soggettiva della visione del
mondo,metafora della conoscenza
che non si appaga delle forme descrittive ma cerca di svelare le zone
nascoste dell’esistenza.
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“L’ardere del fuoco - ha dichiarato
l’artista- esprime il desiderio intenso, la gioia di librarsi nell’aria proiettandosi verso nuove esperienze per
superare i propri limiti. Il desiderio
intenso è il fuoco interiore che libera
le energie latenti e permette il
raggiungimento dei propri sogni”.
Alla dimensione del sogno De Filippi
ha sempre dedicato particolare attenzione, almeno da quando – all’inizio
degli anni Ottanta e nei decenni successivi - ha raffigurato sulle tele
sagomate “i giardini dove il sogno
danza” fissando nelle “finestre della
memoria” visioni naturali trasfigurate in mitologie celestiali, vampate di
luce sospinte dal vento dei pensieri,
enigmi metafisici congiunti a magi-
che costellazioni disseminate nel cosmo.
L’attuale fase di ricerca non è dunque disgiunta da queste avventure
sospese tra luce e sogno, diverse
sono le atmosfere iconografiche ma
non muta il senso del viaggio tra terra e cielo, tra materia e spirito, continuo cambiamento di stato e di forma, perenne necessità di seguire la
trasformazione fisica e mentale delle cose,senza mai rinunciare ai flussi
emozionali della sensibilità.
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Claudio Cerritelli (dal depliant
della mostra Fernando De Filippi
- Biblioteca dell'Accademia di
Brera 2013)
Il repertorio fotografico
La copertina: FIRESTAR
tecnica mista, su forex, diam. cm. 200, 2013
Seguono dal basso di sinistra in senso orario:
Ferdinando De Filippi nel suo studio
GEOMETRIA DEL FUOCO
tecnica mista su cartone cm.100x490, 2014
VEDUTA DELLO STUDIO
IL FIORE DEL FUOCO
tecnica mista su cartoncino, diam. cm. 180, 2013
PROMETEO
tecnica mista su cartoncino cm. 100x70, 2012
IL MAESTRO DEL FUOCO
tecnica mista su cartoncino, cm. 100x70, 2012
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La Geometria del Fuoco
Il Fuoco tra i quattro elementi rappresenta per eccellenza il concetto
di trasformazione, il cambiamento di
stato, non solo dal punto di vista di
fenomeni fisici e fisiologici, ma anche dal punto di vista emotivo.
In sostanza, il Fuoco è l’Elemento
che, mediante la sua energia, il suo
perenne movimento, rende possibile ogni trasformazione, ogni cambiamento di stato e di forma.
La prerogativa principale del fuoco
consiste nella sua capacità di trasformare il ponderabile in imponderabile,
il materiale in immateriale.
Il Fuoco è quindi è l'elemento più
adatto a fungere da mediatore fra
spirito e materia, fra cielo e terra
Nelle pagine dell'"Epifania del fuoco" D'annunzio rappresenta simbolicamente i poli, fuoco e acqua, luce
e ombra, pieni e vuoti, come alternative metafore di vita e morte.
I quattro elementi che caratterizzano il mondo, sono separabili e
interdipendenti ma si completano a
vicenda. Le strutture della loro rappresentazione sono di natura grafica
più che letterale.
La simmetria riveste un ruolo fondamentale nel processo di rappresentazione che gli elementi assumono.
La funzione geometrica prevale sulle rispettive peculiarità accomunando i diversi livelli iconografici composti essenzialmente da triangoli e
dai loro derivati.“Il fuoco è rappresentato dal triangolo rivolto verso
l’alto, come la sua fiamma, mentre
l’aria, sempre a livello simbolico, è
resa passiva dall'aggiunta di un tratto orizzontale.
Spesso la funzione geometrica è più importante delle rispettive peculiarità e delle specifiche proprietà.“I "Quattro elementi" costituiscono i vertici di un quadrato che spesso si trasforma in una croce dalle braccia uguali.
Dal basso della pagina di sinistra in senso orario:
IL DONO DEL FUOCO
tecnica mista su cartoncino, cm. 100x2010, 2012
IL TEMPIO DEL MAESTRO DEL FUOCO
tecnica mista su cartoncino, cm. 100x70, 2012
EPIFANIA DEL FUOCO
tecnica mista su cartoncino, cm. 100x70, 2012
L’INTERNO FIORE DEL FUOCO
tecnica mista su cartoncino, diam. cm. 250, 2014
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I triangoli a loro volta costruiscono stelle costellazioni geometriche
che richiamano all'essenza stessa
dell'elemento "fuoco" e delle sue
peculiarità, la luce e l'energia.
La ricerca della conoscenza poggia,
quasi universalmente, su due percorsi differenti e apparentemente conflittuali: soggetto e oggetto, che a loro
volta possono rappresentare:“- la
soggettiva esperienza del mondo”le oggettive descrizioni del mondo
Ho scelto di sviluppare, in questa fase
di ricerca, l’immagine della fiamma
come esperienza percettiva mutevole e infinita, processo d’interpretazione soggettiva della visione del mondo, metafora della
conoscenza che non si appaga del-
le forme descrittive ma cerca di
svelare le zone nascoste dell’esistenza.
La fiamma esprime il desiderio intenso, la gioia di librarsi nell’aria proiettandosi verso nuove esperienze
per superare i propri limiti.“Il desiderio intenso è il fuoco interiore che
libera le energie latenti e permette il
raggiungimento dei propri sogni.
Il Fuoco rappresenta il cuore, la coscienza e la volontà.
L'ardere del fuoco esprime il desiderio
intenso, la gioia di librarsi nell'aria proiettandosi verso nuove esperienze per superare i propri limiti.
Il desiderio intenso è il fuoco interiore che libera le energie latenti e
permette il raggiungimento dei pro-
pri sogni.
La prerogativa principale del fuoco consiste nella sua capacità di trasformare il ponderabile in imponderabile, il materiale in immateriale.
Quindi è l'elemento più adatto a fungere da mediatore fra spirito e materia, fra cielo e terra.
Fuoco, dunque, come esercizio di
intenzione e volontà, e anche sforzo, inteso come forzatura degli schemi, procedura a volte necessaria per
scardinare e rompere quegli schemi
abituali che ci limitano nelle opportunità di scelta e di movimento.
Spirito e materia sono i due aspetti, le
due polarità di un'unica realtà ripristinata dal collegamento del fuoco.
Fernando De Filippi
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Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
Regione Lombardia il Consiglio
vota documento di sostegno al processo referendario in Catalogna
L’appoggio arriva dal Consiglio regionale che in
data 28 ottobre scorso approva a maggioranza una
mozione presentata dal Vicepresidente Fabrizio
Cecchetti (lega Nord) con la quale si evidenzia che
la consultazione referendaria che riguarda la regione catalana, anche se bocciata dalla Corte
Costituzionale spagnola e dunque non potrà essere organizzata direttamente dalla Generalitat, è
da “sostenere in ogni sede istituzionale”. La mozione è stata votata dalla maggioranza di
centrodestra, mentre PD, Patto Civico e Movimento 5 Stelle (con interventi di Fabio Pizzul, Umberto
Ambrosoli ed Eugenio Casalino) hanno sostenuto “che dibattere questioni di questo tipo è solo
una perdita di tempo e che il Consiglio regionale
non ha nessun titolo e diritto per intervenire su
materie che vengono portate solo con l’intento
di strumentalizzare. Impegniamo meglio il tempo
- hanno sostenuto le opposizioni - in un momento
come questo dovremo essere qui a discutere di
altre cose ben più urgenti”.
Info: 02-674882379 - www.lombardiaquotidiano.co
Il Settore armiero della Regione Lombardia in data
29 ottobre 1914 sostiene che la troppa burocrazia
nel settore penalizza fortemente capacità di impresa e sviluppo occupazionale. Questo allarme lanciato in occasione dell’audizione in IV Commissione da parte di Anpam (Associazione nazionale
produttori armi e munizioni) e Conarmi (Consorzio armaioli bresciani). Nel 2014 la produzione è
calata a 800mila unità, contro il milione del 2013. Il
tema al centro di una mozione presentata in
Consiglio regionale da Fabio Rolfi (Lega Nord) e
approvata dall’Aula lo scorso gennaio.
Info: tel. 02-67482455
PALAZZO MARINO. COMUNE E
ARMANI INSIEME PER UN NUOVO
SPAZIO ESPOSITIVO PER LA MODA,
IL DESIGN E L’ARTE A MILANO
Nascerà dalla riqualificazione di un edificio industriale dismesso in via Bergognone, a costo zero
per il Comune di Milano. Il progetto, che prevede
anche il recupero dello spazio pubblico su cui si
affaccia il futuro museo, vede impegnati insieme
pubblico e privato. L’Amministrazione comunale
e Giorgio Armani Spa, infatti, collaboreranno nel
campo delle attività culturali ed espositive per
valorizzare il patrimonio di abiti, disegni ed esperienze che Giorgio Armani ha deciso di raccogliere
e mettere a disposizione della città, a beneficio di
milanesi e turisti. Un esempio, questo, di fattiva
collaborazione tra Ente Pubblico e Privati.
A MILANO IL PARCO DELLE SCULTURE. PREVISTE FINO A 20 OPERE
“SITE-SPECIFIC” da tutto il MONDO.
Varate le linee guida del progetto a costo zero per
il Comune:saranno invitati a partecipare artisti di
fama internazionale. Milano, sarà un luogo capace
di “accrescere ulteriormente il patrimonio artistico
della città e il rango di Milano nello scenario
internazionale culturale dell’arte contemporanea”:
questo l’obiettivo della realizzazione del Parco
delle Sculture sull’area pubblica di CityLife, secondo le linee guida decise nell’ultima seduta di
Giunta. La delibera di Palazzo Marino, a firma
doppia del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e
dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, fissa i punti del progetto che, “sul modello delle
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migliori esperienze del mondo, coniugherà la creazione di un nuovo parco con un percorso di opere
site-specific di arte contemporanea”: il tutto a
costo zero per il Comune, in quanto finanziato
interamente da risorse private nell’ambito dell’intervento di riqualificazione del quartiere storico
della Fiera. Info: tel. 02-88450150
CULTURA. DAL 7 DICEMBRE “DOMENICA AL MUSEO” GRATIS ANCHE PER I CIVICI MUSEI MILANESI
Del Corno ha annunciato al Ministro
Franceschini l’adesione di tutti i Musei Civici
milanesi all’iniziativa “Domenica al Museo”,
che prevede l’apertura gratuita ogni prima domenica del mese. “’Domenica al Museo’ è un modello che vogliamo adottare per realizzare sinergie
fruttuose tra l’ampia rete di istituti museali che
contribuiscono ad arricchire quantitativamente e
qualitativamente l’offerta culturale di Milano - ha
dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del
Corno. Mi sto impegnando per rendere partecipi di
questa iniziativa anche i musei privati per coinvolgere così tutta la città”. Il Comune di Milano, già
a partire dal mese di luglio, ha adottato una nuova
politica tariffaria coerente con le linee d’indirizzo
del Ministero, adeguando il costo del biglietto di
tutti i musei civici a 5 euro. Inoltre, deve essere
sottolineato, è stata predisposta una card annuale,
la MuseoCard, che al costo di 35 euro permette
l’ingresso libero per un anno, calcolato a partire
dalla data di emissione, e il biglietto ridotto alle
mostre promosse e organizzate nelle sedi espositive
del Comune di Milano; Prevista anche l’introduzione di un biglietto turistico, che al costo di 12 euro
consente l’ingresso a tutti i musei civici per tre
giorni a partire da quello di emissione, dedicato
principalmente ai turisti che, soprattutto durante
il semestre di Expo, visiteranno la nostra città.
Info: tel. 02-88450150
CULTURA. L’ASSESSORE DEL
CORNO PER IL NUOVO PORTALE
“GRAFICHE IN COMUNE”
Lo scorso 28 ottobre presso la Sala Weil Weiss nel
Cortile della Rocchetta al Castello Sforzesco, l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno ha presentato il portale “Grafiche in Comune”, la biblioteca
virtuale della grafica e dell’illustrazione libraria del
Comune di Milano e il progetto “Dall’originale alla
copia digitale” per una significativa valorizzazione
dei manoscritti viscontei e sforzeschi della celebre
Biblioteca Trivulziana.
RRM-RESTAURATORI E RESTAURI IN MUSEO. UN MODO NUOVO
DI RACCONTARE LE OPERE DI 5
MUSEI CITTADINI DAL 23 DICEMBRE 2014 AL 10 MAGGIO 2015
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Giovanni Secco Suardo, coinvolge importanti musei cittadini come la Pinacoteca di Brera, il Museo Poldi
Pezzoli, il Museo Diocesano, il Museo del Novecento e le Raccolte di Arti Applicate del Castello
Sforzesco che presenteranno alcune delle opere
delle loro collezioni particolarmente significative
dal punto di vista delle vicende del restauro che le
hanno interessate nel corso della loro storia. Ciascun museo presenterà alcuni capolavori le cui
storie conservative saranno narrate attraverso
mezzi e linguaggio nuovi.
Il progetto RRM - Restauratori e Restauri in
Museo è stato introdotto dalle conferenze sui
restauri di tre capolavori di Leonardo da Vinci:la
Sant’Anna del Musée du Louvre di Parigi, la Vergine delle Rocce della National Gallery di Londra e
il Cenacolo di Milano.
Info: 0039.035.800530
LA COLLEZIONE PERUZZI A SOSTEGNO DELLE SCUOLE PRIMARIE DI MILANO
Con il nuovo anno scolastico, la Collezione Peruzzi
di grafica e multipli di arte italiana contemporanea,
consapevole di come mancanza di fondi e l’impossibilità di molte famiglie a sopperire con i propri
mezzi impedisce la realizzazione di iniziative didattiche e divulgative, ha deciso di sostenere le
attività dedicate all’arte contemporanea delle scuole primarie di Milano. Premettendo che il budget
a disposizione è limitato, i Direttori Didattici e gli
insegnanti possono fare richiesta illustrando il loro
progetto a [email protected]
Natale 2014 - Schiffini diventa
un laboratorio di creatività
Schiffini gioca d’anticipo sul Natale, trasformando il suo showroom di Milano in un laboratorio di
creatività a tutto tondo, dove apprendere e sperimentare suggerimenti, tecniche e trucchi infallibili
per la riuscita della festa più attesa, golosa e
scintillante dell’anno. Dal 24 novembre al 6 dicembre, infatti, lo spazio di via Visconti di Modrone
12, Milano è aperto al pubblico per una serie di
appuntamenti, ognuno dedicato a quei momenti
particolari che, come si sa, vedono la cucina scenario e protagonista insieme all’evento festoso.
Per conoscere il calendario e partecipare ai
laboratori creativi offerti da Schiffini, ognuno
della durata di circa un’ora, è sufficiente registrarsi chiamando il numero 02.76003211
L’Università Cattolica del Sacro Cuore incrementa
le iniziative legate all’attività di avvicinamento tra
le culture italiane e cinese. Presso tre Istituti Superiori di Brescia, Busto Arsizio e Montichiari
verranno prossimamente inaugurate le Aule
Confucio affiliate all’Istituto Confucio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Per questo oltre
a fornire corsi di lingua cinese a tutti i livelli,
l’Istituto organizza numerosi eventi, dai seminari
sulla storia e letteratura a quelli sulla medicina o
l’architettura tradizionale cinese.
Info. cell. 3351223934
ADOTTA UN PROGETTO
Scegli tra: The Blank Residency, The Blank
Kitchen, The Blank Conversation, Open Factory,
Artdate. Dal 29 novembre al 1 dicembre 2014 si
terrà BAF, la Fiera dell’arte contemporanea di
Bergamo, giunta alla sua 11a edizione. La fiera
cresciuta e migliorata negli anni, nonostante la
crisi, occupa stabilmente, uno spazio di rilievo nel
panorama delle fiere d’arte italiane. A caratterizzare Bergamo Artefiera, un’esposizione delle più
interessanti gallerie provenienti da tutto il mondo
comprese quelle affermate che operano attualmente in Italia. Le più di 80 Gallerie presenti,
garantiscono un percorso di alta qualità dove
accanto alle opere di artisti “storicizzati” saranno
esposte nuove proposte attentamente selezionate. La mostra si presenta come un insieme armonico, 6.500 mq che forniranno diverse opportunità di
confronto sull’arte del Novecento e della produzione attuale. Contatti tel: 035.3230911
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
Pompei, ricuperata dopo 50 anni una
maschera in terracotta
Pentita la scrittrice italo-canadese che l’aveva
tenuta come souvenir del viaggio di nozze in
Italia. La notizia data alla XVII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico dal Capitano
Carmine Elefante, Comandante del T.P.C. di
Napoli: “Questa mattina è stata riconsegnata a
Pompei un’antefissa in terracotta di fine I Sec.
D.C., prelevata nel lontano 1964 da una donna
italo-canadese. Un gesto frutto della crescente
sensibilità nel mondo rispetto ad un Sito di cui si è
parlato molto negli ultimi tempi e che ormai non è
più percepito come patrimonio solo italiano, ma di
tutto il mondo”: a rivelarlo è stato il Capitano
Carmine Elefante, Comandante del Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Napoli
intervenuto alla XVII Borsa Mediterranea del
Turismo Archeologico a Paestum (Salerno). Nel
corso del convegno su “Il traffico illegale dei Beni
Culturali” a cura del MiBACT, il Capitano ha
raccontato in anteprima l’episodio. “La donna, una
scrittrice che vive tra Canada e Pechino, all’epoca
si trovava in Italia in viaggio di nozze nel corso della
sua visita agli Scavi di Pompei notò in terra, nei
pressi del Teatro, la mascherina ornamentale, la
raccolse e decise di tenerla per sé come ‘souvenir’.
Tornata a Montreal, per anni l’ha conservata gelosamente in casa fino a quando, un mese fa, pentita
del suo gesto ha deciso di restituirla tramite la
Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di
Pompei, Ercolano e Stabia, segnalando il possesso
del bene e l’intenzione di riportarlo in Italia”.
www.bmta.it
Info [email protected]
“CUSTODIRE IL CREATO
COLTIVARE L’UMANO”:
ILTEMADELFESTIVALBIBLICO2015
L’undicesima edizione si terrà in molte città del
Veneto dal 21 maggio al 2 giugno. Ben 5 percorsi,
un inedito focus su scienza e fede e molta attenzione ‘all’ecologia dell’altro’. La ricerca del giusto
equilibrio dell’uomo con il mondo indagata non
solo come tematica ecologica ma anche e soprattutto come paradigma in grado di schiudere inediti
orizzonti di carattere antropologico e di rintracciare l’autentico messaggio del testo biblico. E’ questa la sfida che il Festival Biblico, la più significativa manifestazione culturale italiana sulle Sacre
Scritture promossa dalla Diocesi di Vicenza e dalla
Società San Paolo, lancia per l’edizione del 2015
scegliendo il tema di “Custodire il Creato, coltivare l’Umano”. Un progetto che si potrebbe
espandere anche in altre città - la potenza umile
della Parola si offrirà come elemento di lettura della
realtà aprendo nuovi sentieri per la Chiesa e nuove
occasioni di conoscenza e partecipazione anche
in chi non ha una diretta conoscenza della Bibbia.
Le piazze, i chiostri, i palazzi, le chiese, i musei si
apriranno a incontri, spettacoli, mostre, presentazioni, laboratori, meditazioni e eventi speciali.
Info: Tel. 049663499
BULK PROJECT
Patrizio Travagli & Wokdesign
Angelo Basso -Leonardo Biagi - Marco Giachetti
Installazione presso la Torre del Chianti. Con il
patrocinio del Comune di San Casciano in Val di
Pesa e il contributo di L.C.Relco S.p.A. e la
partecipazione di Villa Mangiacane. Inaugurazione 15 novembre 2014. Frutto della simbiosi e della
collaborazione tra l’artista Patrizio Travagli e il
gruppo di architetti WOKdesign ( Angelo Basso,
Leonardo Biagi e Marco Giachetti), BULK Project
consiste in una serie di sculture luminose che
riflettono sulla materia, attraverso l’utilizzo di solidi regolari o platonici, presenti nel De Divina
Proportione di Luca Pacioli. Oltre che sulla matematica, l’artista si interroga sulla percezione visiva.
Parte da tre dimensioni per visualizzare, attraverso
la luce, quelle nascoste. Tutti i solidi (tetraedro,
esaedro, ottaedro, dodecaedro, icosaedro) rendono
evidente, in una serie di riflessioni, un infinito
numero di dimensioni. Lo spettatore percepisce
così l’impercettibile dentro ad un mondo ordinato
e razionale: l’infinito o il multi-dimensionale. Queste opere ad una prima osservazione richiamano
alla mente le figure dei solidi platonici, aprendo in
una seconda analisi la possibilità di intraprendere
un percorso percettivo che proietta il visitatore in
un’altra dimensione, in una sorta di viaggio stellare.
Info: M info@startwithart,it - W www.bulkproject.it
ACMA-DICAAR-AUSI / WORKSHOP
Antonio Angelillo, Nicola Di Battista, Jordi
Bellmunt, Sergi Carulla, Paolo Ceccon e Laura
Zampieri, Pierpaolo Manca, Giorgio Masacci, Joao
Nunes, Giorgio Peghin, Antonella Sanna PAESAGGI MINERARI. Progetti per il Parco Geominerario del Sulcis-Iglesiente. Iglesias, 2-6 dicembre 2014. Il laboratorio intende affrontare il
problema delle trasformazioni dei paesaggi minerari del Parco Geominerario della Sardegna indotte
dalle attuali condizioni ambientali e dal bisogno di
prefigurare un nuovo orizzonte culturale e di sviluppo. E’ una questione che richiede una visione
progettuale capace di mettere in stretta relazione
le infrastrutture, il paesaggio, il contesto locale e
i modelli socio-economici di riferimento. Un’occasione per esplorare con il progetto soluzioni
pluridisciplinari che facciano emergere nuovi scenari per interpretare le profonde trasformazioni del
nostro ambiente. Il laboratorio di 50 ore è riconosciuto all’interno del percorso formativo dell’Università di Cagliari e del Master in Architettura del
Paesaggio ACMA/UPC e prevede il rilascio di un
attestato di partecipazione.
Info: 0039-070 6755376
ALBERONI, DON MAZZI E SGARBI
PER IL PREMIO MARGHERITA
HACK IDEATO DAL MANAGER
SALVO NUGNES
E’ stato recentemente istituito il “Premio Margherita Hack”, ideato dal manager Salvo Nugnes, in
ricordo della straordinaria amica scienziata e
astrofisica, che ha lasciato un segno indelebile
nella storia italiana. Il prestigioso riconoscimento
è diviso in più categorie e verrà assegnato a chi si
è particolarmente distinto nel campo della scienza,
dei diritti civili, della cultura, del sociale, dell’impegno animalista e dell’arte. I vincitori saranno premiati da un comitato di esperti intellettuali italiani,
presieduto dal sociologo Prof. Francesco Alberoni,
durante una cerimonia di consegna d’eccezione.
In occasione del primo anniversario dalla scomparsa della stimata professoressa, Alberoni, Sgarbi , Don Mazzi e Nugnes hanno da poco tenuto un
incontro in sua memoria, nel rinomato Spazio
Culturale “Milano Art Gallery”, evento inserito
nel Festival Artistico Letterario “Cultura Milano”. Info: Tel. 02-76280638
TEFAF 2015 AGGIUNGE NIGHT
FISHING - UNA NUOVA SEZIONE
D’AUTORE.
TEFAF Maastricht si terrà al MECC, dal 13 al
22 marzo 2015. Un nuovo progetto all’interno
della sezione TEFAF Modern - Night Fishing. Farà
la sua comparsa a TEFAF 2015 Night Fishing, una
mostra che si comporrà di opere di artisti
postmoderni e contemporanei concepita per completare la sezione TEFAF Modern. Gli artisti
saranno scelti sulla base di un corpus di lavori che
fa riferimento storico ed artistico agli oggetti esposti in fiera che complessivamente, rappresentano
oltre 7.000 anni di storia dell’arte. TEFAF ha
invitato Sydney Picasso, scrittrice e collezionista
a curare la prima edizione di questa nuova area. Si
è scelto, per questo primo progetto, di focalizzarsi
sulla scultura. La scultura infatti è oggi al centro di
una ri-definizione e Sydney Picasso prevede di
utilizzare canoni post-moderni e contemporanei
per riesaminare la scultura tradizionale. La mostra
sarà intitolata “Night fishing” (la pesca notturna),
in riferimento all’antica tecnica dei pescatori che
usavano una lampada per attrarre i pesci in superficie durante la notte e al famoso dipinto di Picasso
del 1939, Pesca notturna ad Antibes che si trova
nella collezione del MOMA di New York. Il
concept della mostra sottolinea la ricchezza di
oggetti che si possono trovare nelle varie sezioni
della Fiera, dall’Archeologia all’Arte medievale e le
armi, e mira a stimolare la comprensione e visione
dei visitatori sulla produzione contemporanea e
viceversa. Info: www.axa-art.com
Obiettivo Russia 2015
Diritto, economia e scambi commerciali
sono i temi principali trattati nel
Professional Diploma per operatori
economici in Russia
La Russia rappresenta per L’Italia un partner
commerciale ormai consolidato, soprattutto per il
continuo interesse nei confronti del Made in Italy.
In risposta alla tendenza da parte delle imprese
italiane di approcciarsi al mercato della Federazione Russa, partirà Obiettivo Russia: business, leggi, politica e cultura, un corso di formazione organizzato dall’Associazione Italia Russia e dall’ISPI
- con il coordinamento scientifico da Luca B.
Fornaroli - rivolto a professionisti e a giovani che
si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro.
L’obiettivo del corso - per un totale di 80 ore - è
fornire una visione complessiva della Federazione
Russa e delle dinamiche economico-finanziarie,
politico-istituzionali e storico-culturali. Temi essenziali, dunque, per chi si appresta a conoscere
le logiche di mercato che governano gli scambi
commerciali. E’ possibile anche l’acquisto di
singoli moduli, per chi intende approfondire nel
dettaglio tematiche di sua competenza.
Il corso si terrà in formula week-end - il venerdì
pomeriggio e tutta la giornata del sabato - per
consentire ai professionisti e agli studenti di seguire un percorso formativo, gestendo al meglio i
propri impegni.
I singoli moduli sono tenuti da esperti professionisti provenienti dal ramo accademico, dalle aziende con un business orientato in Russia e, nondimeno, da studi legali. Le lezioni si svolgeranno a
Milano da venerdì 6 febbraio a sabato 21 marzo
2015, presso le aule dell’Associazione Italia Russia ( Via Cadore, 16) e dell’Ispi (via Clerici, 5).
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 24 gennaio 2015 . Informazioni: www.obiettivorussia.it
tel. 0039-02 80 56 122 0039- 02 86 33 13 277
ARTECULTURA
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C’ERA UNA VOLTA IN ITALIA
Il cinema di Sergio Leone
Torino, Museo del Cinema
Sino al 6 gennaio 2015
C'era una volta in Italia... Sergio Leone, cineasta visionario e innovativo,
adorato all'epoca dal pubblico e ancora oggi amatissimo in tutto il mondo.
La mostra intende rievocare la sua luminosa carriera d'inventore dell'epos
europeo del Far West, la sua avventurosa biografia di figlio d'arte e la sua
straordinaria eredità culturale. Immagini, documenti, costumi, pistole,
frammenti, testimonianze, rarità d'ar-
muto italiano, Roberto Roberti (nome
d'arte di Vincenzo Leone), un regista e
attore originario di Torella dei Lombardi
(in provincia di Avellino), e di Bice
Waleran (nome d'arte di Edvige Valcarenghi), un'attrice romana nata da una
famiglia milanese di remote origini
austriache. Leone iniziò a lavorare nell'ambiente cinematografico già a diciotto anni. Ebbe infatti una piccola
parte, come comparsa, in Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (è uno dei preti
tedeschi sorpresi dalla pioggia). Succes-
E’ stata inaugurata al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma
la mostra Apa, l’etrusco sbarca a
Roma contestualmente con la presentazione del film di animazione Ati,
alla scoperta di Veio. L’iniziativa nasce da un’idea congiunta e da un
gemellaggio tra il Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia di Roma e
Genus Bononiae - Musei nella Città
di Bologna, con un progetto scientifico e tecnologico. Contemporaneamente all’esposizione romana nel
Palazzo Pepoli-Museo della Storia di
Bologna si apre al pubblico la mostra Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà
virtuale. Il Museo Nazionale Etrusco
di Villa Giulia con questo multiforme progetto apre le porte alle nuove
tecnologie accogliendo all’interno
del suo percorso – primo Museo Nazionale d’Italia – anche il nuovo film
d’animazione 3D che, sceneggiato e
ARCHEOLOGIA
e CINEMA
L’Etrusco a Roma
chivio, selezionati da Sir Christopher
Frayling (curatore della mostra in collaborazione con Lorenzo Codelli e massimo biografo di Leone) e conservati e restaurati dalla Cineteca di Bologna.
Sergio Leone è stato uno dei più importanti registi della storia del cinema italiano e internazionale, particolarmente noto
per i suoi film del genere spaghetti-western. Nonostante abbia diretto pochi film,
la sua regia ha fatto scuola e ha contribuito alla rinascita del western negli anni
sessanta, grazie a titoli come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in
più, Il buono, il brutto, il cattivo (che
formano la cosiddetta "trilogia del dollaro"), C'era una volta il West e Giù la
testa, mentre con C'era una volta in
America ha profondamente rinnovato il
lessico dei gangster movie (queste ultime
tre pellicole compongono invece la "trilogia
del tempo"). Nel 1972 con Giù la testa è
stato vincitore del David di Donatello per
il miglior regista mentre nel 1985 con
C'era una volta in America è stato vincitore del Nastro d'argento al regista del
miglior film.
Leone nacque a Roma il 3 gennaio del
1929, figlio di uno dei pionieri del cinema
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ARTECULTURA
sivamente Leone inizierà ad interessarsi
del genere peplum basato su azioni eroiche ed epiche di soldati e imperatori sia
greci che romani.Nei primi anni sessanta, la richiesta di peplum si esaurì, e Leone fu fortunato a essere tra i primi pionieri del genere che prese il loro posto
nelle preferenze del largo pubblico: il western, dando anzi vita a un proprio importante sottogenere di matrice italiana, noto
con il nome di spaghetti-western, il cui
modello di stile divenne il primo film del
genere del regista: Per un pugno di dollari del 1964, uno dei più famosi della storia del genere. Il film ricalca in gran parte la trama de La sfida del samurai (in
giapponese Yojimbo), film di Akira
Kurosawa del 1961. I due film seguenti,
Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966), completano, come si è detto, quella che è conosciuta come la "trilogia del dollaro". Ciascuno di questi film ha potuto beneficiare
di un budget sempre maggiore e di migliori mezzi tecnici del precedente, e le
capacità del regista sono riuscite anche
a produrre risultati via via superiori.
Marpanoza
Info 011 813 8560
diretto da Giosuè Boetto Cohen, si
avvale della generosa partecipazione di Sabrina Ferilli. Nel cartoon, la
protagonista Ati ci guiderà, con la
voce dell’attrice romana, nelle sale
dedicate ai capolavori della scultura etrusca con il famosissimo Apollo
di Veio, e ci condurrà nel cuore del
santuario di Portonaccio alle porte
di Roma, fin sul tetto del tempio, abilmente ricostruito grazie al lavoro
congiunto di archeologi, tecnici,
modellatori e informatici di CINECA.
La mostra romana è un viaggio ideale verso la città di Bologna, l’etrusca Felsina, richiamata nell’esposizione da oggetti simbolo della sua
cultura. Oltre la stele funeraria con
le immagini a bassorilievo del “cammino” del defunto verso l’oltretomba, verrà mostrata la Situla della
Certosa, un vaso cinerario in bronzo
dalle complesse ed emblematiche scene figurate, che dal Museo Civico di
Bologna raggiungerà il Museo di Villa Giulia nella sua versione virtuale. Dalla Situla è nato anche il personaggio di Apa l’etrusco al quale ha
dato voce Lucio Dalla Sino al 22
febbraio 2015. Info 06 322 6571
Giorgio De Chirico, Cavallo e cavaliere, 1939, olio, cm. 50x40.
Lucio Fontana, Concetto spaziale,1966, idropittura su tela color rosso, cm. 61x50
ITALIA ‘900 da BALLA a MANZONI
La Bella Italia, la suggestiva rassegna in programma alla Galleria Agnellini
Arte Moderna di Brescia, sino al 21 febbraio 2015, a cura di Dominique Stella e
Floriano De Santi presenta una selezionata esposizione di opere di importanti
maestri dell’arte contemporanea italiana
che partendo dall’inizio del secolo scorso giungono sino al 1970. Le più significative esperienze del periodo, dal
Futurismo di Balla allo Spazialismo di
Fontana, dalla Metafisica di De Chirico
all’Informale di Vedova, alla scultura di
Umberto Mastroianni, delineano il ricco percorso culturale ed espressivo dell’arte italiana del Novecento, difficile del
resto da inquadrare all’interno di schemi
sicuri e consolidati. Ma questo accentua
il fascino di una tensione visiva che mantiene inalterata la sua capacità di stimolare nuovi accostamenti e riflessioni
sul tema. Notevole la sensibilità degli
artisti nel porsi in un vivo confronto con
quanto contestualmente avveniva sul piano artistico a livello europeo e oltreoceano. Tra le opere presenti nell’esposizione da rilevare alcune di Balla
realizzate negli anni 1917-1920 e di Sironi
che denotano già elementi che in un
certo qual modo possono prefigurare la
futura esperienza metafisica. Tendenza
che diventa centrale nell’opera di De
Chirico, di Savinio e in un primo tempo
anche di Morandi.
Nel secondo dopoguerra l’arte italiana riprende con slancio la sua ricerca
accentuando l’attenzione verso tecniche
e concezioni più apertamente sperimentali come si avverte nelle opere di artisti
quali Fontana, Burri, Manzoni, Tancredi, tutti parte della rassegna. E’ l’epoca d’oro dell’arte italiana, quella chi si
realizzata tra la seconda metà degli Cinquanta e il decennio successivo che coin-
cide con gli anni del boom economico.
Altri due artisti concludono questo percorso ricco di eterogeneità, Sanfilippo riconoscibile per il suo segno astratto quasi puntinista (Estensione arancio, 1962) e
infine il sempre sorprendente Umberto
Mastroianni che rappresenta una via
indipendente. Le sue sculture, inizialmente
di ispirazione post-cubista evolvono verso un vocabolario di forme dalle allusioni
figurative (Maternità,1949), per poi
riaccostarsi a un'astrazione costruttivista di
cui testimonia l'opera Enigma 1971-72.
Un’esposizione, quella bresciana, che
offre una stimolante panoramica sull’arte italiana, in uno dei suoi periodi di
maggior conflittualità e contrasto da cui
però scaturiranno nel contempo ampie
trasformazioni, delle quali, la rassegna
alla Galleria Agnellini offre documentata
e coinvolgente visione. Aoristias
Info 030.2944181
ARTECULTURA
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- RISORGIMENTO POETICO E’ tempo di autogoverno
per dignità di vita e uguaglianza di lavoro, come?
Nel difficile mestiere di vivere in cui decide la malvagia sociale del potere di sempre, che struttura la convivenza sul sadismo degli interessi, è impossibile intendersi serenamente come si vorrebbe,
previo una diversa formazione culturale
della persona. L’uguaglianza è nella proporzionale pura e mai più nel voto
maggioritario della sella del potere che
rivendica la sua autoritaria governabilità.
Questo per chiarire che il corpo della
persona non ha solo lo stomaco di un ruminante dove basta buttarci qualcosa e
tutto si aggiusta, ma anche il cervello delle
emozioni e dei sentimenti che nessun decreto governativo può azzerare con la
disoccupazione, la discriminazione di classe, la fame, la prigione, la guerra, perché
i sentimenti che originano dalla radice poetica dell’uomo, hanno davvero vita eterna e dureranno fintanto che esisterà il
mondo. Quindi la burocrazia dei vari
mestieranti, l’indifferente parassitismo
che non ha mai conosciuto lo sforzo fisico del lavoro, è meglio che si dia una
calmata in quanto a conti fatti la discriminazione ed il razzismo non originano
solo per fenomeno di sottosviluppo, ma
essenzialmente da chi programma per
calcolo di potere il linguaggio della povertà.
La governabilità non è il vero problema ma lo diventa per chi struttura l’ingovernabilità con il voto
maggioritario che pone gli italiani gli
uni contro gli altri.
Si faccia crescere, opportunamente,
l’evoluzione culturale del costume, eliminando soprattutto con l’uguaglianza innata dello stimolo poetico tutti gli intoppi dei
pregiudizi e delle discriminazioni che sono
nel decrepito impositivo del vigente costume. Conseguenze dirette delle quali per
scontata rassegnazione, nemmeno ci rendiamo conto e poi si osserverà che la
governabilità si risolve per lo più con l’incidenza diretta dell’autogoverno, col
motu proprio delle persone in cui la
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ARTECULTURA
mercificazione barbarica dell’attuale tessuto sociale della piramide oppressiva
ostinatamente persiste a mortificare con
prepotenza la condizione popolare. Ad
imporre con regole abusate il repressivo
astioso che divide la società tra il godimento dei pochi che devono comandare,
senza conoscere la specifica armonia del
lavoro, e la moltitudine condizionata dall’inettitudine di tanta burocrazia. In modo
da poter sostenere che chi non conosce
il lavoro, com’è congeniale dall’ingegnere al manovale, dallo scienziato al minatore, dal geometra al muratore, dall’artigiano al contadino, al bracciante, non dovrebbe governare per oggettiva s- conoscenza. Ed il nuovo positivismo operativo può avverarsi, essere una realtà di vita
sociale indiscriminata, sensibilizzando nella formazione sociale delle persone quell’equilibrato buon senso di autogoverno
alimentato dallo stimolo poetico innato delle persone. Nella burocrazia di carriera,
figure come il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ovvero
l’attuale Presidente del Consiglio Matteo
Renzi, non nascono di fibra autoritaria,
ma lo diventano di potere impositivo quando per principio di carriera politica vogliono farsi credere quei redentori che non
sono e la s-conoscenza positiva della fatica in ogni sua realtà di manifestazione
induce ad essere quello che in effetti non
si è. A comportarsi non con finalità di
autogoverno, ma con rappresentanza
politica mentale di ostinata pretesa. Per
cui, l’autogoverno, a specificare, non significa, per noi, incendiare i municipi, o
azzerare il Parlamento costituzionalmente eletto e tant’altre attività impiegatizie,
ma solo liberare la persona da quelle persecuzioni burocratiche, fiscali, che per
insolvenza inducono anche al suicidio.
Le tasse debbono consistere nella possibilità del contributo democratico della persona o azienda e non nell’imposizione
dello stato fiscalista.
L’autogoverno, a cui si fa allusione, non
è l’azzeramento della responsabilità sociale della persona, ma il suo contrario.
Esso si rivela nella consapevolezza ragionata, serena, che non si lascia coinvolgere nella dannazione burocratica di
un patologico narcisismo di verticistico
piazzamento.
Con l’autogoverno, lo ripetiamo ancora
una volta, si potrebbe risparmiare
sensibilizzando un efficiente servizio sociale, per lo meno il 70% delle spese sanitarie e, a dir poco, non meno dell’80%
dei detenuti, quando si viene a conoscere
che la carcerazione di un detenuto non
avviene per effetti diretti di cause, ma per
lo più di conseguenze. Invece le nostre
istituzioni per l’aumento dei reati si preoccupano di come costruire nuove carceri o come decidere nuove amnistie e
condoni.
Lo stimolo poetico dell’autogoverno, se
sensibilizzato nella spontaneità della sua
naturale originalità, se conosciuto nella sua
spinta istintiva che volge sempre all’equilibrio della vita e mai al disordine dell’arbitrio, risulterà il toccasana di molti nostri
pesanti problemi. Perché si prende coscienza che nella normale attività psicoorganica, che si conosce e si forma nella
diretta partecipazione della cultura del lavoro, attivizzata dalla normalità di un Costume poetico, vecchie lagnanze e dissapori non trovano più radice. Ma nella
carenza di un appropriato Costume poetico, che dissocia la vita dall’incidenza della famiglia e della scuola non al servizio
di politiche o di religioni di vecchio stampo, non è possibile vivere. Tuttavia in una
convivenza priva di coerenti sentimenti,
non mirati alla mercificazione assoluta della società, non è consentito restare in
equilibrio di se stessi, poiché il Costume
poetico rimane seppellito sotto il potere
dominante delle armi.
Quel Costume poetico, a cui si allude, non
ha maestri, ma solo lo schietto buon senso che orienta ed alimenta la coscienza
determinata al Disarmo. Artecultura
In questo numero DICEMBRE 2014IN
6 CORRISPONDENZA CULTURALE
8 S. LEONE - L’ETRUSCO A ROMA
9 ITALIA ‘900
10 RISORGIMENTO POETICO
11 SOMMARIO - CARTA CANTA
12 INTERLUDI
16 VICINO MA NON QUI Coser
17 ARTE - NATURA - STORIA
18 SHANNON BOOL
19 POP STATES OF AMERICA
20 ARTE EROS RIVOLUZIONE
21 PAPIRO ARTEMIDORO-AZIMUT/H
22 IMMAGINI DELLA FANTASIA
23 IMMAGINI E LUOGHI
24 PACE E DISARMO A CANTALUPO
29 PAURA E POESIA
30 KING ARTHUR UNA BELLA REGIA
31 UMANITA’ POETICA
32 FELINI E SCEICCHI - LIBRI
33 CONCORSI
34 PROPOSTE ARTECULTURA
35 ASTE
La copertina, Fernando De Filippi:
FIRESTAR tecnica mista, su forex
Inserto redazionale:
-MOSTREA MILANO
-POSTACATALOGO
ARTECULTURA
Le idee che la impegnano
- CORRISPONDENZA
CULTURALE
- COSTUME POETICO
- 24 OTTOBRE GIORNATA
MONDIALE DISARMO
- INFORMAZIONE
ARTISTICO CULTURALE
- POESIA DELLA NATURA
- POESIA PACE
- PSICOPOESIA
FERNANDO DE FILIPPI di Claudio Cerritelli
- LETIZIA BELLAVITA - CESARE SCARNO’ di
Teodosio Martucci; LEONILDE PERSEU MICHELE GIANNATTASIO - SILVANA TESTA
- MARCO PESSA - GIAMPIETRO MAGGI di
Marpanoza.
INSERZIONI: GALLERIA CORTINA GALLERIA PONTE ROSSO - GIANFRANCO
RONTANI.
GALLERIA
PONTE ROSSO
dal 1973
13 novembre 2014
11 gennaio 2015
ARTECULTURA
Carta canta
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
opere su carta di
Trento Longaretti
Anno XLVI I N. 09 Dicembre 2014
Registrazione Tribunale di Milano
n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della
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Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni
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artistici. ARTECULTURA edita dall’ottobre 1967.
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ARTECULTURA
Mendicante con merlo Vasetto con fiori e presepe
Oltre quaranta opere del Maestro Trento
Longaretti documentano uno degli aspetti
più suggestivi della ricerca dell’artista: il suo
costante confronto con l’esperienza grafica.
Musicanti, viandanti, famiglie, maternità sono
i soggetti che maggiormente ispirano la vena
lirica e realista della sua opera. Sorge così,
con raffinato incanto, un mondo genuinamente
popolare, ricco di umori, sensibilità, sogni.
Particolarmente pertinenti le parole del critico
Carlo Adelio Galimberti che a riguardo
dell’importante esposizione scrive: “Una
rassegna di opere grafiche scelte del
Maestro Trento Longaretti che ci conduce
nel segreto della sua creazione, quasi un
dissetarsi alla fonte della sua poesia e, per
dirla con Vasari, «per tentar l’animo di
quel che gli sovviene». Una maniera che il
maestro conduce con quella levità che la
grafite e l’acquerello chiedono, con un
tocco così sicuro ed avvertito da far
risuonare il segno e cantar la carta”.
Longaretti seppe trasfigurare in immagini
sobrie e coinvolgenti al tempo stesso la realtà
quotidiana, infondendole un battito di viva
spiritualità. Dopo i primi studi si trasferisce a
Milano, dove frequenta il Liceo e poi
l'Accademia di Brera, dal 1931 al 1939. Suo
maestro è Aldo Carpi, mentre ha come
compagni di studi Cassinari, Morlotti e Ibrahim
Kodra. Importante si rivelerà il dialogo con il
mondo di Corrente, ponendo le premesse per
i suoi successivi approfondimenti espressivi,
ricondotti sempre ad un percorso di concreto
ed interiore realismo. (Marpanoza)
Info 02 864 61 053
ARTECULTURA 11
INTERLUDI D'ARTE
THE MISUNDERSTOOD, 1938,
Collection of the Man Ray Estate
MUSICISTA SPAGNOLO AL CAMPO
CONCENTRAMENTO RIFUGIATI Francia 1939
Il Dio Mitra trafigge il toro
Museo Louvre, bassorilievo
LA SCONFITTA
DELLA TAUROMACHIA
LA NASCITA DI MAGNUM.
MAN RAY
Passariano, Codroipo -Ud.
13 settembre 2014-11 gennaio 2015
A cura di Guido Comis e Antonio
Giusa in collaborazione Fondazione
Marconi, Milano
Con oltre 300 opere, fra fotografie, oggetti,
dipinti, disegni e film sperimentali, l’esposizione ripercorre la vita e l’opera di uno degli
artisti più significativi del Novecento, autore
di vere e proprie icone del secolo scorso,
come Le Violon d’ingres, figura femminile
con due intagli di violino sulla schiena e
Cadeau, ferro da stiro con la piastra percorsa da una fila di chiodi. La straordinaria
inventiva di un artista, allo stesso tempo
fotografo, pittore, ideatore di oggetti e autore
di cortometraggi cinematografici, viene raccontata attraverso un ricco percorso
espositivo che permette così di scoprire, oltre
all’artista, anche Man Ray, le curiosità e le
ossessioni che lo punteggiano.
La mostra attraversa tutta la vita dell’artista
dagli anni d’esordio fra New York e Ridgefield
- New Jersey, sede di una vivace colonia di
artisti - alle prime opere dadaiste; dall’arrivo
a Parigi nel 1921, alla fuga dalla Francia
occupata dopo il ventennio di attività intensissima; dagli anni di Hollywood, dove Man Ray
si stabilisce al ritorno in America, agli ultimi
due decenni di vita trascorsi a Parigi. Non si
tratta tuttavia di un iter semplicemente cronologico, ma di un percorso articolato in una
successione di approfondimenti che hanno
per tema la scoperta della vocazione dell’arte, il rapporto con gli amici artisti e il contributo alla definizione dell’estetica dadaista e
surrealista, l’elaborazione di tecniche fotografiche come il rayograph e la solarizzazione,
l’immagine della donna e altri ancora.
Info:0432821211
12 ARTECULTURA
Robert Capa Henri Cartier-Bresson
George Rodger David Seymour
Cremona, Museo del Violino
31 ottobre 2014 - 8 febbraio 2015
a cura di Marco Minuz
Un percorso ospitato all’interno di questa
nuova struttura museale che rimarca il legame antico e indissolubile fra Cremona e la
liuteria. Il 22 maggio del 1947, dopo alcune
riunioni presso il ristorante del Museum of
Modern Art di New York, viene iscritta al
registro delle attività americane la “Magnum
Photos Inc.”, nome che prendeva spunto
dalla celebre bottiglia di champagne. A firmare erano Robert Capa, Henri CartierBresson, George Rodger, David Seymour e
William Vandivert. Nasceva così una realtà
che era concretizzazione di una lunga riflessione avviata da Robert Capa durante la
guerra civile spagnola e che, negli anni, era
stata estesa anche ai fotografi che frequentava. Un progetto che si fondava sulla tutela
del lavoro del fotografo e sul rispetto degli
associati diritti fotografici. Attraverso la formula della cooperativa, i fotografi diventavano proprietari del loro lavoro, prendevano
decisioni collettivamente, proponevano autonomamente alle testate i propri lavori per non
rimanere assoggettati alle esigenze editoriali
delle riviste, e rimanevano proprietari dei
negativi, garantendo così un pieno controllo
sulla diffusione delle immagini. Un controllo
che si estendeva anche sulla diffusione delle
immagini. Un controllo che si esercitava
anche sui testi delle didascalie associate
alle foto col perentorio divieto di manipolare le immagini. Con questi presupposti,
Magnum un diventa ben presto un riferimento nel mondo del fotogiornalismo, conseguenza del grande sviluppo della stampa
illustrata e delle agenzie fotogiornalistiche.
[email protected]
Opere di José Molina, Goya e Picasso
Istituto Cervantes, Milano
fino al 19 dicembre 2014
Goya e Picasso ieri e José Molina oggi, si
nutrono della cultura popolare che è una
presenza costante nell’arte contemporanea
con le loro opere dedicate al territorio spagnolo quali la Tauromachia.
Possiamo leggere l’oscura intensità di Francesco Goya convinto che “nella pittura si
rischia come nella corrida” e la corrida danzante e istintiva pregna di eleganza di Pablo
Picasso. José Molina, pur nutrendo il massimo rispetto e la massima considerazione nei
confronti di questi venerati maestri, la pensa
in tutt’altra maniera. E lo dimostra nei suoi
disegni: l’universo dei matadores, dei
picadores e dei banderilleros ai suoi occhi
è un universo macchiettistico e caricaturale.
E non è che il toro, di contro, presenti chissà
quali tratti epici: è semplicemente una povera
bestia, vittima inconsapevole delle circostanze. Molina evita toni violenti privilegiando un
linguaggio sobrio. A suo modo, una significativa lezione di civiltà.
Nella civiltà minoica-micenea il toro è una
presenza significativa, come testimoniano
affreschi, bassorilievi e sigilli che offrono
rappresentazioni della cerimonia chiamata
taurocatapsia: in essa il sacerdote-acrobata
si lanciava verso l’animale in corsa, afferrandolo frontalmente per le corna ed eseguendo
una capriola sul dorso del toro sfruttando il
contraccolpo delle corna. E’ possibile che
successivamente l’animale venisse sacrificato. Questi esercizi erano sostanzialmente
identici all’attuale corrida de recortes, una
forma incruenta di tauromachia spagnola.
La prima scuola di tauromachia fu fondata a
Siviglia nel 1670 anche se ufficializzata solo
nel 1830 con regio decreto da Ferdinando
VII. I Borbone di Francia però disprezzavano
questo spettacolo cruento così lontano dall’eleganza e dalle grazie della corte di
Versailles. Info: 02-72023450
INTERLUDI D'ARTE
Hans Memling,
TRITTICO DEL GIUDIZIO UNIVERSALE 1467
Vincenzo Gemito, IL PESCATORELLO,
Napoli, Museo Civico di Castel Nuovo
ADRIATICO
SENZA CONFINI
HANS MEMLING
a cura di Till-Holger Borchert
Roma, Scuderie del Quirinale
10 ottobre 2014 - 18 gennaio 2015
Al centro della grandiosa composizione
San Michele intento a pesare le anime alla
presenza della corte celeste. A sinistra i
beati accolti da San Pietro si apprestano a
varcare le porte del Paradiso. A destra, i
dannati che precipitano nel fuoco dell’inferno.
Questo è ciò che viene rappresentato nel
trittico del Giudizio Universale di Hans
Memling, conservato al Museo di Danzica,
destinato dal pittore fiammingo all’Italia, più
precisamente alla cappella dedicata a San
Michele nella Badia Fiesolana a Firenze, ma
che in Italia non arrivò mai. Commissionata
dal banchiere fiorentino Angelo Tani e da sua
moglie Caterina di Francesco Tanagli - entrambi raffigurati inginocchiati del retro degli
sportelli del trittico - venne caricata sulla
galea San Tommaso assalita dai pirati che
trasportarono il carico nella città di Danzica,
che si era dimostrata il migliore offerente per
il prezioso bottino. Il trittico del Giudizio
Universale venne ammirato a tal punto dagli
abitanti della città che questi decisero di
collocarlo nel Duomo della città. Inutile fu la
causa intentata per riaverlo. Il Tani era
particolarmente legato a quell’opera in quanto per lui rappresentava un riscatto morale e
al contempo un chiaro messaggio per un suo
ex amico, il quale gli aveva slealmente
sottratto un incarico prestigioso in una banca
di Bruges. Angelo Tani, scegliendo Memling
per realizzare l’opera, si era rivolto al più
famoso e caro artista del luogo, perché dipingesse il giudizio universale, come a dire che
se la giustizia umana nulla aveva potuto nel
suo caso, sarebbe stata la mano divina a
punire un giorno i torti da lui subiti.
Il Trittico non rimase sempre a Danzica ma
sempre vi fece ritorno, sia quando venne
depredato dalle truppe napoleoniche per essere portato a Louvre, sia quando i russi,
come risarcimento delle perdite della seconda guerra mondiale, lo collocarono all’Ermitage. Ma il Trittico, grazie alla capacità diplomatica della Polonia, tornò sempre a Danzica.
Info: 06-39967500
REPERTORIO CERAMICO DA GUDNJA
Via di comunicazione e crocevia di
popoli nel 6000 a.C.
Udine, sino al 22 febbraio 2015
Un viaggio tra reale e digitale
Napoli, Complesso Monumentale di
San Domenico Maggiore.
30 ottobre 2014 -31 gennaio 2015
La rassegna approfondisce con un taglio
fortemente innovativo un periodo dell’arte
napoletana ancora poco studiato e tuttavia
fondamentale , offrendo un contributo visivo
e documentario sulla situazione della scultura
partenopea tra il XIX e il XX secolo di
straordinario valore e di grande rilevanza
scientifica e culturale.
“Il Bello o il Vero nasce dall’esigenza
critica di riportare alla luce quel paesaggio
artistico che andò formandosi tra secondo
Ottocento e primo Novecento - spiega
Isabella Valente - le cui tracce sono rimaste
sepolte troppo a lungo, a margine della
storiografia e tralasciate dalle occasioni
espositive. Vogliamo riportare all’attenzione della critica specializzata e del pubblico
una storia ancora da scoprire, mettendo in
primo piano la qualità della ricerca, coniugando progresso scientifico, divulgazione
della conoscenza e godimento estetico”.
Con l’ausilio di supporti tecnici specifici,
sviluppati da Databenc e pensati per stimolare la curiosità e la conoscenza critica, il
visitatore può muoversi attraverso un itinerario fruitivo dinamico, viaggiare nel
tempo e nello spazio, tra i capolavori dei più
importanti artisti fin de siècle (da Vincenzo
Gemito ad Achille d’Orsi, da Giovan Battista Amendola a Raffaele Belliazzi, da Francesco e Vincenzo Jerace a Costantino
Barbella, da Filippo Cifariello a Giuseppe
Renda) e ricostruzioni in 3D. A ogni opera in
esposizione è dedicata una “carta d’identità”
multi-lingua, in grado di raccogliere descrizioni, dati e fili multimediali, archiviati all’interno
di una database strutturato.
Info: 081 5629085
Il percorso espositivo intende far conoscere le più importanti acquisizioni di decenni
di indagini archeologiche nell’Adriatico
orientale, compiute da parte degli archeologi di Italia, Slovenia e Croazia. La mostra è
organizzata dal Museo Archeologico dei
Civici Musei di Udine in collaborazione con
il Museo Friulano di Storia Naturale e si
apre sotto l’Alto Patronato del Presidente
della Repubblica. Il periodo che s’intende
trattare nella mostra è marcato da cambiamenti economici cruciali, quali l’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento,
che condussero alla creazione di un nuovo
legame tra l’uomo e l’ambiente. L’uomo
diviene un fattore ecologico determinante,
capace di lasciare ovunque traccia del suo
passaggio: i paesaggi naturali divengono
lentamente spazi abitati e coltivati, le comunità umane si radicano nel territorio ed
esprimono la loro identità culturale essenzialmente attraverso i materiali, in particolare nell’espressione decorativa dei manufatti ceramici. Ed è in base ai tratti decorativi di questi reperti che è possibile riconoscere ora i contatti tra le comunità e le loro
differenze.
Il progresso delle ricerche, il rinnovato
contatto e scambio tra gli studiosi ed una
distensione dei rapporti politici tra i Paesi,
permette ora di disegnare un quadro più
accurato, seppur non definitivo, del Neolitico dell’Adriatico orientale. Questo può
contare su ricostruzioni paleombientali,
paleoeconomiche, cronologiche e naturalmente su una migliore comprensione degli
aspetti culturali frutto di recenti scavi. Con
successive e sempre più approfondite revisioni si è giunti ad un panorama articolato
del neolitico di questa macro area, che
mostra aspetti culturali comuni e tematiche
interessanti ancora da sviluppare.
La mostra ha come denominatore comune
il proposito di rileggere la storia collettiva
delle comunità neolitiche affacciate sulla
costa orientale dell’Adriatico.
Info: 0432271591
ARTECULTURA 13
Michele
Giannattasio
Cesare
Scarnò
lIl sogno sognato
Bagliori di cielo
Nella perseveranza tonale che dipinge la
natura pittorica di Leonilde Perseu si
origina un’atmosfera che nella diversità
dei toni che realizzano il dipinto si diffonde una visione di silenzio che oltre a corrispondere allo stato d’animo della pittrice, rileva nel contempo anche una
metaforica natura in cui l’eco del silenzio
abbraccia anche l’irregolare corpo della
materia, la sua realtà osservata con acuto fascino attrattivo. Nei vari passaggi
tonali che dispongono il dipinto si nota una
finezza di spontaneità in cui il prodigio della tecnica diffonde una vena poetica che
sa di espansione universale.
Visione nella quale diventa difficile o
- dicendo meglio - si rende impossibile avvertire dove inizia un azzurro terso che si collega ad un più denso
verdino ovvero al forestale che si congiunge con un l’azzurro del mare in una
continuità misteriosa dove la vicinanza dei colori si armonizza non per contendersi lo spazio, bensì per unirlo in quella
creatività poetica che non lascia spazio
alla pura razionalità dimensionale. Le
campiture non si differenziano nei relativi stacchi visivi ma presentano un complesso di omogeneità alla cui radice vi è
l’intervento operativo della pittrice che risulta mosso da un raffinato senso di convivenza che nel suo sottofondo raggiunge anche un diffusa musicalità.
Marpanoza
Il paesaggio urbano nelle arti visive e
nelle sue più diversificate realizzazioni si potrebbe anche metaforizzare
come il vestito della civiltà. Un campo nel quale, per poco o per tanto, per
una ragione ovvero uno scopo, tutti i
pittori specie nella fase iniziale si cimentano. E il fatto non sorprende quando nei
suoi motivi di spinta di fondo innata è più
che risaputo che il paesaggio, soprattutto
urbano, esprime una necessaria difesa
dell’uomo dalle varie tensioni dell’ambiente come il ripararsi l’inverno dal freddo.
Così per voce di chiarezza il paesaggio
del pittore Michele Giannattasio si colloca integralmente in quella vocazione di
necessità che il pittore dipinge con un linguaggio di tavolozza dettato per lo più da
uno stimolo poetico di avanzato sogno
espressionista che personalizza la carica espressiva di una non comune tensione. Giannattasio, di paesaggi, ne ha dipinti molti che, nel loro insieme, esteticamente, si differenziano sia per il riferimento diretto del luogo, sia per quella foga
di getto espressivo in cui l’artista fa conoscere la sua unicità pittorica. Quel peculiare nel quale il paesaggio diventa per
davvero il vestito della civiltà in cui la
spontaneità si collega al ricordo storico
con invisibile carica di affettività che nell’insieme riguarda il desiderio dell’uomo.
Così!
Marpanoza
Per Cesare Scarnò il confronto con la
natura presenta un suo innegabile fascino. Il paesaggio è una dimensione
della pittura nella quale l’artista concretamente sperimenta la sua sensibilità. Anche questo bel dipinto TRAMONTA ne è un’eloquente conferma.
Ispirato da una libera vena postimpressionista, anche con suggestioni
fauve, esso è generato dalla forza primaria dell’istinto che riscontra nella viva
accensione del colore la sua naturale
tensione espressiva. Scarnò si affida alla
forza dell’emozione più che alla realtà di
un naturalismo descrittivo. La sua è una
pittura evocativa, che coinvolge lo spettatore che si pone attentamente di fronte
alle sue opere. Non tanto un’articolazione plastica, quanto una vigorosa vis
cromatica alimenta dall’interno la genesi
e lo sviluppo della composizione. Infatti,
l’artista ha compreso benissimo come il
colore sia una sorta di stato d’animo che
si proietta con l’immaginazione in una
visione di natura che poeticamente trasfigura il dato di realtà. Pittura, quindi,
come ricerca interiore dentro lo spazio
della personale memoria, scavando nei
ricordi che poi la luce, i riflessi cromatici,
rendono concreta realtà di vita e di pensiero. Lo spirito, culturale ed estetico, che
da tempo anima la sensibile e significativa ricerca dell’artista.
Aoristias
Leonilde Perseu
“SILENZIO COLORATO”
Olio su tela.
Michele Giannattasio
“SOGNO IRREALE”
Olio su tela.
Cesare Scarnò
“TRAMONTANA”
Olio e acrilico su tela, cm. 50x70
Leonilde
Perseu
Quale lirica della natura
14
ARTECULTURA
I
,
Gianfranco
Rontani
Cavaliere della Repubblica per meriti
artistici e donatore istituzionale
d’importanti opere storiche tanto da
collocarsi a buon diritto tra i
personaggi che hanno segnato l’arte
del XX Secolo.
***
Sul filo diretto della produzione
artistica, a parte le grandi opere in
cui l’uomo e la natura ne sono il
richiamo, Gianfranco Rontani ha
dedicato non poco spazio ed interesse artistico alla femminilità
tanto che in appellativo d’orientamento pittorico viene anche considerato come il pittore delle donne.
Ma è sempre la natura, quella umana
e quella vegetale, che fanno principio
nella tavolozza del Maestro Rontani.
Le tonalità seducenti che dipingono
il nucleo atmosferico attivano nella
memoria simili effetti di festosa
fantasia che si manifesta tra lo
spontaneo della gioia e lo scontato
della spontaneità. Il brio del colore
esprime una virtualità che alimenta
allegria dal fondo di se stesso. Tanto
da farci ritenere la pittura di Rontani
un continuo germoglio di primavera,
poiché in effetti la sua ricerca non
dipinge mai amarezze sia che raffiguri
un Inferno di Dante, sia la bella
singolarità di un fiore. Nella stabilità
creativa dell’opera persiste a meraviglia un distensivo equilibrio di
principio.
Marpanoza
Segromigo di Piano (Lu)
Cell. 3349020404
Artecultura tel. 02-864.64.093
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DINO BUZZATI GIANCARLO CAZZANIGA GIANCARLO CERRI GIOVANNI CERRI ROBERTO CRIPPA DADAMAINO FORTUNATO DEPERO LUCIANO MINGUZZI
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Inaugurazione della mostra ore 18,30
2 - 23 dicembre 2014
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Saranno presentate opere uniche su tela, su tavola,
su carta, opere seriali, sculture in bronzo, in legno,
in ceramica, in materiali sintetici quali il perpex e
giovani autori di allettanti quotazioni.
Alle pareti riccamente allestite si potranno trovare
opere di: Dadamaino, Dino Buzzati, Maurice Henry,
Lucio Fontana, Marina Apollonio, Giancarlo
Cazzaniga, Roberto Crippa, Fortunato Depero, Tino
Vaglieri, Giuseppe Banchieri, Lanfranco, Guy
Harloff, Bruno Cassinari, Luciano Minguzzi,
Augusto Murer, Marcello Morandini, Jorrit
Tornquist, Remo Brindisi, Maria Papa, Giuseppe
Migneco, Eugenio Carmi, Max Ernst, Giulio Turcato,
Giovanni Cerri, Aldo Carpi, Giuseppe Mignozzi,
Bice Lazzari, Bepi Romagnoni, Sebastian Matta,
Maria Mulas, Contenotte, Elvio Becheroni, Giuseppe
Chiari, Carlo Guarienti, Umberto Mastroianni,
Ernesto Treccani, Jesus Rafael Soto.
Dal 13 novembre 2014
all’11 gennaio 2015
Carta canta
opere su carta di
TRENTO
LONGARETTI
Gianfranco Rontani
“SENSIBILITA’ DICEMBRINA”
olio su tela, cm. 30x40
Vecchio musicante con violone, 2007
Jorrit Tornquist, Composition 1970
presentazione di
CARLO ADELIO
GALIMBERTI
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Natale regala Arte
piccoli quadri e sculture, acquerelli,
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ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA
Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7)
20155 MILANO - ITALIA
Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156
Orario di apertura:10-12,30 / 15,30 -19
Chiusura: domenica e lunedì
nel mese di dicembre aperto anche
domenica dalle 15,30 alle 19
ARTECULTURA
15
Sopra, VANITAS I, 2014, acrilico su alluminio, 90 x 100
Sotto, VANITAS II, 2014, acrilico su alluminio, 90 x 100
A destra, UNA ROSA, 2014, t.m. su alluminio 190 x 190
VICINO MA NON QUI
Il magico mondo percettivo di Luca Coser
Il titolo della mostra, in programma
alla Galleria Effearte di Milano, dal 20
novembre 2014 al 16 gennaio 2015, è
tratto da una conversazione tra l’artista
e il critico Federico Mazzonelli che descrive così il suo lavoro: “La ricerca di
Luca Coser si realizza attraverso dipinti, disegni, collages, sculture e installazioni caratterizzati da una tensione verso
quella che potremmo definire come una
dimensione di lateralità, che diviene la
cifra costante del suo lavoro, determinandone insieme la condizione psicologica e
la scelta linguistica, la dichiarazione poetica e la riflessione formale. Lo sguardo
di Coser si posiziona in tal senso a lato
dell’immagine, opera per dissolvenza,
muovendosi tra simulazione e finzione nel
tentativo di aprire tra opera e spettatore
uno spazio tanto reale quanto indefinito,
come fosse un luogo che porta in sé altri
luoghi, come qualcosa che ci passa accanto ma è sempre da un’altra parte,
qualcosa che, per citare l'artista, è vicino
ma non qui. Alla stratificazione delle im-
16
ARTECULTURA
magini e degli elementi del reale, attraverso scarti prospettici, dettagli inattesi,
leggeri “strappi” visivi, Coser affida un
processo di riscoperta poetica, tra cancellazione, parziale occultamento e
riemersione di un visibile inatteso e inattuale, di ciò che si muove dietro il teatro
della realtà, di ciò che lentamente si muove, citando Ernst Bloch, “sul dorso delle
cose”.
Un’esposizione, quella di Coser, che
pone in suggestiva evidenza la raffinatezza della sua pittura, dai tratti espressivi particolari, in cui il dato naturale, a
volte, sembra quietamente affogare in
una silenziosa indeterminatezza. Le cose,
in quanto tali, pare suggerire l’artista,
sembrano perdere la loro oggettiva consistenza, anche se visibilmente ciò non è
constatabile. Ed allora se la realtà stessa, i suoi fantasmi (nel senso di apparizioni) non possono essere presi di petto,
una via possibile è quella di porsi percettibilmente con un altro sguardo che colga
la realtà non dall’esterno, ma dall’inter-
no, dalla percezione vista non come puro
problema ottico, ma di contatto e verifica
esistenziale. L’impressionismo, non a
caso sorto quasi contestualmente all’invenzione del cinema e della fotografia,
credette di risolvere il problema di cosa
e come percepire dissolvendo la natura
nei suoi permenenti flussi atmosferici,
cromatici e temporali. Oggi che ogni forma di natura sembra aver perso il suo
ubi consistam anche questo non è più possibile. La pittura intelligentemente
evocativa di Coser diventa anche nello
stesso momento generativa di essa, di
un altra eloquenza di natura, con tutto il
suo carico di allusioni, stimoli, evidenze
che inevitabilmente porta con sè. Alla
pittura il compito di assistere questo processo, di farlo proprio nella lungimiranza
delle sue espressioni, di cui la pittura di
Coser offre ampio e non tedioso saggio.
Aoristias
Info 02 8909 6534
ARTE-NATURA-STORIA
Lo stimolo intuitivo nell’esperienza cosciente
L’arte costituisce o dovrebbe costituire un elemento primario della formazione umana. L’arte nelle sue infinite
espressioni rappresenta uno straordinario coinvolgimento psicologico della persona, e anche se questo confronto, rimane all’interno di una pratica non professionale o puramente amatoriale, le ricadute sono tuttavia estremamente positive nello specifico campo professionale in
cui ci si impegna direttamente. L’arte
stessa, inoltre, crea un mondo parallelo,
fatto di immagini, evocazioni, idee, concetti che lungi dal risolversi in una mera
evasione di circostanza, alimentano, invece, al meno nelle persone più sensibili,
una vivace dialettica tra realtà e fantasia. E’ infatti un grave errore educativo,
con tutte le sue ampie ripercussioni che
questo comporta a livello sociale, separare artificiosamente in rigidi schemi realtà e fantasia. Esse sono davvero come
due vasi intercomunicanti, uno alimenta
l’altro e contribuiscono alla formazione
equilibrata della persona, aperta, disponibile, tendenzialmente meno suscettibile
di esser preda di stereotipi, luoghi comuni.
L’arte, quindi, è ben lontana da essere un aspetto puramente decorativo,
di intrattenimento o di sterile conoscenza. Essa al contrario è il miglior metodo
inventato dall’uomo per adattarsi all’ambiente, in qualsiasi modo esso lo si voglia
intendere. Senza l’arte l’umanità non
sarebbe progredita. Infatti ancor prima
della politica, della scrittura, dell’agricoltura ha costituito il centro psicologico
dell’uomo, la sua reale essenza spirituale. Ed è su questa base che poi si sono
sviluppati gli altri avanzamenti della società, pur tra inevitabili contrasti e problemi. Tuttavia qui si apre una fondamentale contraddizione: più in un certo
senso la civiltà si sviluppa, perfeziona i
suoi meccanismi sociali, politici, economici, istituzionali e maggiormente si allontana, divarica il suo percorso da quell’inizio in cui l’arte era il referente fondamentale dell’esistenza. Da allora, sia
pure lentamente, ma costantemente l’ar-
te si è andata progressivamente estraniandosi dall’insieme della civiltà, intesa sia come polis, che come realtà urbana nel suo complesso. Questo e non
altro è il grave problema dell’arte contemporanea: la sua progressiva separazione dalla realtà concreta, dal lavoro, dall’insieme della vita, intesa nella totalità
delle sue manifestazioni. Ora, forse, questa stessa divaricazione sembra essere
giunta all’indice massimo delle sue possibilità e pertanto divenire socialmente
insostenibile. E’ da ricordare innanzi tutto che l’arte contemporanea sempre più
tende a realizzare configurazioni, metodi
operativi di intervento, lontani dagli schemi classici della decorazione o del realismo più illustrativo. Anche le più recenti
installazioni, mirano a limitare questo fossato sempre più vasto che si era creato
tra arte e società. Lo stesso sviluppo di
nuovi linguaggi visivi come la televisione, il cinema, i computer, you tube, ed altri, se opportunamente predisposti, sollecitando la loro tendenza all’interattività
sono un altro, importante passo verso una
maggiore integrazione tra arte e società.
Oggi questa integrazione diventa sempre più necessaria ed ineludibile. Di fronte
al decadimento delle religioni, delle varie ideologie e della stessa politica, il
mondo tende ad una sua governabilità
sempre più difficile, gravida di latente violenza. Persino lo stesso sport stimola ad
innescare fenomeni di incontrollata violenza. L’arte, pertanto, si pone come
naturale elemento di armonica convivenza, di integrazione tra persone, popoli e
culture, una volta che quel fossato che
la separa dalla sfera più concretamente
sociale inizia a colmarsi. Da questo punto di vista, l’ambiente-paesaggio, può
divenire il fondamentale anello che
ricollega l’arte alla società, integrando
positivamente l’uomo nella sua casa, nel
suo paesaggio. Per millenni l’uomo ha
convissuto, sia pure tra attriti e trasformazioni, con il paesaggio, lo ha mutato
nel segno della sua esperienza estetica,
della sua cultura. Dal passato ci vengono
straordinari esempi di integrazione tra
arte-natura e società. Si pensi al paesaggio toscano, a favolosi centri urbani come
Alessandria, Bisanzio, Aquisgrana, con il
loro positivo incontro di città e campagna. Ora questo equilibrio si è spezzato e
tocca all’arte ricostruirlo. La scienza può
solo garantire le razionalità delle possibilità tecniche, ma il come configurarlo
spetta al linguaggio dell’arte, alla sfera
della sua inventiva. Uno straordinario
pensatore, in questo senso fu Leonardo
da Vinci per il quale arte, architettura,
paesaggio urbano, natura costituivano un
insieme organico e coerente. Ponendoci
all’interno di questa particolare dialettica
anche i problemi dell’arte acquistano un
altra luce, meno inclini a banali questioni
di gusto, di mercato, di ascesa personale, e più in sintonia con il senso profondo
dell’esistenza.
Tutto questo è possibile non tanto
per un’astratta volontà personale, ma
perché l’arte costituisce la vera identità di ognuno, che questi ne sia consapevole o meno. Quando in una qualsiasi
opera si riversano i sentimenti, le emozioni, le passioni, i sogni, le paure di un
individuo esse entrano nel corpo vivo dell’opera e ne imprimono la loro fisionomia, che neanche le più raffinate tecniche operative possono occultare. Questo, naturalmente, per quando riguarda
l’autenticità dell’opera, concepita appunto
come il deposito di quelle misconosciute
interiorità che naturalmente sono presenti
in ogni uomo, anche nel più convinto razionalista. Si possono inventare le teorie,
le discussioni, i sistemi filosofici o politici,
le formule scientifiche, ma non si possono inventare i sentimenti, le emozioni,
gli stati d’animo: ecco la forza essenziale
dell’arte, la sua “coerenza” del tutto particolare. Che poi questi sentimenti hanno naturalmente bisogno per essere
espressi di una loro razionalizzazione è
un altro discorso. Ma essi o ci sono o
non ci sono e con loro l’autenticità, appunto, dell’opera. Su queste premesse il
discorso contemporaneo sull’arte più
modularsi su percorsi di più ampio respiro, di largo coinvolgimento. (Aoristias)
ARTECULTURA
17
SHANNON BOOL
Don't know what you’ve got till it's gone
Si è conclusa lo scorso 11 novembre
al Lucca Pavillon Social Kunstverein
la personale dell’artista canadese
Shannon Bool. L’esposizione si compone di tre gruppi di opere. Il primo è
costituito dai Photograms denominati
Iman’s (2014), dal titolo di una di esse,
collage fotografici raccolti su plastica trasparente e poi riesposti direttamente su carta fotografica. La serie dei
fotogrammi è nata da documentazioni
di foto di case di moda anni Venti. I manichini disposti in pose sedute hanno
richiamato all’artista la dicotomia attivo-passivo (proiezione-introiezione)
propria del ruolo dello psicanalista. Il
secondo dei gruppi principali di opere
è Carpet, il cui titolo, MEC III (2014),
sta per Madonna Extraction Carpet.
18
ARTECULTURA
Si tratta di un tappeto ripreso direttamente da quello rappresentato in un
dipinto di Hans Memling, il Trittico di
San Giovanni del 1474-79. Terzo e
ultimo tra i principali gruppi di lavori
in mostra è Perspective con Grey rock
(2014), un’opera di marmo che è la
naturale continuazione della prospettiva imprecisa fiamminga, cioè la stessa spazialità sghemba del tappeto.
Mediante queste opere, complesse ed
al tempo stesso articolate, l’artista
predispone la sua coerente riflessione
concettuale. Perno della sua proposta
è il senso dello spazio, così come esso
si è andato evolvendo a partire dal Rinascimento e basato sulla identità
prospettica ed illusoria. Appunto, tale
concezione logica e dimostrativa al
tempo stesso dello spazio, tuttavia concerne lo spazio come realtà percettiva
di superficie, quella che si staglia al di
sopra di un ipotetico punto di fuga. Alla
coscienza artistica occidentale sinora
è mancata quell’indagine sullo spazio
visto come realtà del profondo, esplorazione dei recessi della mente. Un
universo che si è spalancato tra la fine
del XIX e XX secolo nella straordinaria tensione culturale della Vienna fien
de siecle con il profilarsi della psicoanalisi di Sigmund Freud. Uno stimolante campo di possibilità e di indagine si apriva allora per l’esperienza
estetica, forse non adeguatamente
percepita dalla stessa coscienza artistica, ancora, inconsciamente plasmata, da quella astratta razionalità, eredità della cultura rinascimentale. Di sicuro la risposta non è avvenuta dal
Surrealismo storico che pure di quella fondamentale esperienza della cultura europea si considerava in un certo
qual modo erede. Lo spazio, quindi,
proposto da Bool, è una realtà pura dell’immaginario, fatta di allusioni,
assonanze, sintonie più che di prospettive o di marcati orientamenti. In questo contesto si inserisce la valorizzazione dell’aspetto decorativo, che
lungi dall’essere banalmente valutato
come sinonimo di superficialità, é, spesso, in verità, il cifrario misterioso della coscienza. Un’interpretazione che in un
certo senso alligna ancora in diversi
aspetti dell’arte orientale, una volta che
la sua lettura, come si evince dai raffinati contesti creati da Bool, si libera dalle
deformazioni di un facile fraintendimento di gusto esotico. Lo spazio, allora, diventa una dimensione psicologica ed
introspettiva che continuamente risuona
all’interno del pensiero umano, collegando inconscio e razionalità, istinto e progetto.
Shannon Bool, nata a Comox, in Canada,
studia all’Emily Carr Institute of Art and
Design di Vancouver, al Cooper Union di
New York e infine alla Städelschule di
Francoforte sul Meno. Nel 2013 è tra i
vincitori del Premio Villa Romana a Firenze. Il suo lavoro è stato esposto in
musei e istituzioni internazionali. Esso è
diventato parte delle collezioni del
Museum fur Moderne Kunst di Francoforte sul Meno, del Lenbachhaus, di Monaco, ma anche di numerose collezioni
private.
Marpanoza
[email protected]
Steve
Kaufman
POP STATES
OF AMERICA
Sono passati esattamente 50anni da
quando la Biennale di Venezia nel lontano 1964 celebrò la Pop Art come la
nuova cultura artistica della seconda
metà del XX secolo. Da quel momento le opere di Warhol, Lichtenstein,
Dine, Rosenquist ed altri avranno un influsso fondamentale sull’arte degli
anni sessanta ed anche oltre. Una storia estetica e culturale che non si è
estinta, come spesso succede per altre esperienze artistiche di più corto
respiro, ma che prosegue con i suoi
approfondimenti ed interpretazioni,
come è il caso di Steve Kaufman
(1960-2010), della quale la Barbara
Frigerio Contemporary Art di Milano
presenta una significativa retrospettiva dal 15 gennaio al 15 marzo 2015.
L’artista, è stato allievo ed assistente di Andy Warhol, ed ha approfondito
con un linguaggio personale quella che
è stata l’ispirazione di fondo della celebre tendenza, che seppe collegare in
maniera profonda ed audace la società americana ad una particolare espressione artistica. I soggetti presentati in questa mostra raccontano il suo
paese natale, gli Stati Uniti, attraverso
simboli (dalla bandiera alla statua della libertà) e personaggi (da Marylin a
Elvis), descritti, in un’esplosione di
colori, con lo sguardo di chi ha sempre guardato il mondo esterno con pasSopra: MICKEY ICON 2, cm. 46 x 46
a destra:MARLYN 7 YEAR
sione e curiosità, alla stregua di un
“giornalista artistico”, come lui stesso amava definirsi. Da questo punto di
vista, per leggere con accortezza il
linguaggio visivo, plastico, di Kaufman
occorre liberarsi da una concezione
astratta dell’originalità formale o
stilistica, retaggio di epoche passate,
quanto soffermarsi invece sullo spirito psicologico, culturale, che queste
vo dell’artista è improntato ad una spiccata tensione comunicativa, priva di
affettazioni, ma spontanea e stimolante. Rispetto ai canoni tradizionali più
tipici della Pop Art d’oltreoceano,
Kaufman accentua la dimensione
ludica, gioiosa, prendendo le distanze
da certi moduli espressivi più distaccati e freddi.
Steve Kaufman nacque a New York,
opere posseggono e di come esse si
collochino con efficacia nella sensibilità odierna, mantenendo inalterata la
loro pregnanza comunicativa e simbolica, la lucidità degli schemi e delle
configurazioni e, cosa che non guasta,
una dose di limpido ottimismo. Infatti
a Kaufman si potrebbe benissimo applicare la bella definizione che
Laymarie diede sull’arte di Henri
Matisse: “Una simile vocazione alla
felicità in un’epoca in cui tutto porta
all’angoscia, è un esempio eroico di
coraggio e di fede” . Ed in effetti
osservando le sue opere si percepisce
benissimo come da esse non promani
alcun senso di angoscia o di turbamento, ed anche in lavori più suggestivamente introspettivi, come il significativo ritratto di James Dean, si avverte
un senso di interiore tranquillità, di
calma attesa. Ma lo spirito espressi-
quartiere del Bronx, nel 1960. All’età di
8 anni, sponsorizzato da una sinagoga,
fece la sua prima mostra personale con
opere che poi entreranno a far parte del
Jewish Holocaust Memorial in Brooklyn.
All’inizio degli anni ‘80 frequenta la
School of Visual Arts dove ebbe l’opportunità di conoscere Jean-Michel
Basquiat. Nel 1981 l’incontro fondamentale con Andy Warhol e l’impegno creativo all’interno della Factory. A partire dal
1993 l’artista si stabilì a Los Angeles dove
iniziò a elaborare uno stile che definì
“comic Book pop art”, servendosi di immagini di celebri eroi dei cartoons:
Superman, Batman, Spider-Man ed altri.
Instancabile fu la sua azione solidale nei
confronti di molte associazioni di volontariato.
Marpanoza
Info: 02.36593924
ARTECULTURA
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ARTE, EROS, RIVOLUZIONE
Il mondo infinito di Frida Kahlo e Diego Rivera
Ge nova, Palazzo Ducale
Sino all’8 febbraio 2015
Tormentata, passionale, infedele. Una
storia d'amore che ha assunto ben presto i contorni della leggenda.Frida
Kahlo e Diego Rivera si videro per
la prima volta nel 1922 sotto i ponteggi
della Scuola Nazionale Preparatoria.
Lui era il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murale nell'anfiteatro dell'istituto. Lei una ragazzina irriverente. Sette
anni dopo, Frida Kahlo e Diego Rivera
erano moglie e marito. Fu l'inizio di
un amore lungo e tormentato, costellato di tradimenti e colpi di scena (anche di pistola). Le gelosie e i tradimenti reciproci, il divorzio e i due matrimoni, il destino opposto delle loro
parabole: ogni evento della loro vita,
ha reso la loro unione qualcosa di più
di un semplice legame sentimentale.
"Ho avuto due gravi incidenti nella mia
vita. Il primo fu quando un tram mi
mise al tappeto, l'altro fu Diego". Frida
incarna il senso stesso della lotta, simbolo universale del riscatto femminile. Frida risponde all'infedeltà di Die-
20
ARTECULTURA
go coltivando le sue relazioni extra-coniugali con estrema libertà, con uomini come con donne, personaggi perlopiù famosi, artisti, fotografi, politici, da Tina Modotti, a Giorgia O’Keeffe, da Nickolas Muray a Lev
Trotsky. Il suo spirito di ribellione, la
sua sessualità libera e ostentata, ne fanno ben presto il simbolo dell'emancipazione femminile e ogni aspetto concorre ad alimentare il suo personaggio:
il lungo sopracciglio, i baffi pronunciati, gli abiti pre-colombiani, la Casa
Azul.I murales di Diego sugli edifici
pubblici del Messico narravano la storia del suo paese, di un popolo unito
nella lotta per un futuro comune.
I dipinti di Frida, invece, rappresentavano “soltanto” la sua battaglia personale
contro la malattia e un costante senso di
solitudine. La sua rivoluzione consisteva
nel rendere pubblico il privato.Diego
Rivera era celebre nel suo paese e nel
suo tempo perché vi appartenne totalmente, dando un volto a urgenze sociali, scioperi, manifestazioni, rivoluzioni tecnologiche. I suoi murales sono la vera e propria storiografia di un’epoca. Ma oggi la
celebrità è Frida, perché solitudine e vulnerabilità sono temi universali e in lei trovano un’espressione così sincera da toccare qualsiasi essere umano. Frida rappresenta l’inconciliabile riuscendo perfino a trovare una conciliazione. La pittura, che fu la sua terapia, salva almeno
una speranza: la fantasia riuscirà comunque a trionfare. E, ovviamente, la sua Arte,
anche questa agli antipodi di quella di
Diego, intima e introspettiva, carica di
emozione, in cui si mescolano fragilità e
durezza.In Messico, durante il periodo
post-rivoluzionario, le donne della generazione di Frida Kahlo arrivavano all’emancipazione principalmente per il tramite della politica; probabilmente anche
per la stessa ragione la pittrice si iscrisse
al Partito Comunista Messicano. Inoltre,
come Sarah M. Lowe afferma, “il partito presentava anche un’altra attrattiva:
la presenza e la militanza di numerose
donne dinamiche la cui indipendenza e
autodeterminazione possono aver incoraggiato la pittrice a unirsi a loro”.
Info www.fridakahlogenova.it
a destra OMAGGIO A FRIDA KAHLO
segue una COMPOZIONE RIVOLUZIONARIA di Rivera
AZIMUT/H. Continuità e nuovo
Il Papiro di Artemidoro
IL PAPIRO DI
ARTEMIDORO
Dall’8 ottobre e sino al 31 dicembre 2014 il
percorso di visita del Museo Archeologico
del Polo Reale di Torino propone un nuovo allestimento dedicato al Papiro di
Artemidoro, uno straordinario reperto costituito da frammenti di varie dimensioni per una
lunghezza di circa 2,5 metri.
Secondo le analisi di datazione eseguite con
la tecnica del Carbonio 14, il supporto di papiro è stato prodotto tra il I secolo a.C. e il II
secolo d.C., mentre resta controversa la
datazione dei contenuti, oggetto di due teorie
contrapposte: l'una considera testi e disegni
coevi al papiro e realizzati nel I secolo d.C.,
l'altra ritiene tali elementi intervento di uno o
più falsari del XIX e XX secolo. Sul recto si
trovano i resti di cinque colonne di testo in
greco e di una carta geografica; l'iscrizione
comprende infatti il proemio di un autore ignoto e un testo geografico dedicato alla descrizione di una parte della penisola iberica, identificato con una porzione dell'opera di
Artemidoro di Efeso, vissuto tra il II e il I
secolo a.C., Ta Geographoumena o Geographia, un trattato in undici libri, particolarmente noto nel mondo antico. Sul verso si
osservano invece oltre 40 disegni di animali,
reali o immaginari, eseguiti nel corso del I
secolo d.C., quando il rotolo fu 'riciclato' in
una bottega di artisti quale repertorio di modelli per affreschi o mosaici. Sul recto sono
anche presenti disegni di teste che ricordano
sculture, insieme a disegni di piedi e mani in
posizioni diverse, probabilmente esercizi degli apprendisti di bottega.
Pur nell'alone di enigmi scaturito negli anni
dal dibattito scientifico, il Papiro di Artemidoro
resta un reperto singolare e inconsueto, appartenente alla Compagnia di San Paolo di
Torino. Dopo la mostra che si svolse del 2006
a Palazzo Bricherasio, questa affascinante
testimonianza del mondo antico è ora offerta
al pubblico grazie alla collaborazione tra la
Compagnia di San Paolo e il Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
attraverso l'attività dei suoi organismi presenti
sul territorio. Info 011 52 122 51
Venezia, Coll. Peggy Guggenheim
Sino al 19 gennaio 2015
Con la mostra AZIMUT/H. Continuità e
nuovo il museo dedica un prezioso tributo all’attualissimo contesto delle neoavanguardie, celebrando Azimut/h, la galleria e rivista fondate nel 1959 a Milano
da Piero Manzoni (1933 – 1963) ed Enrico Castellani (1930). L’esposizione intende restituire al pubblico il ruolo fondante che Azimut/h ebbe nel panorama artistico italiano e internazionale di quegli
anni: come una sorta di terremoto creativo, fu uno dei grandi catalizzatori della
cultura visiva e concettuale italiana ed europea dell’epoca, e ponte ideale tra una
nuova generazione rivoluzionaria, ironica e cruciale, e la più stretta e ribelle
contemporaneità. Esperienza straordinaria, di fulminea durata e intensissima at-
to Tomorrow, 1950s-60s, al Solomon R.
Guggenheim Museum di New York, a cura
di Valerie Hillings, Curator and Manager,
Curatorial Affairs Abu Dhabi Project.Ad
accompagnare la mostra un’esaustiva
pubblicazione edita da Marsilio Editori,
in doppia edizione italiana e inglese. Con
una serie di studi scientifici, riproduzione
di materiali inediti, contenuti di riviste, il
volume presenta la ricerca sviluppata per
la mostra, e una serie di letture trasversali con saggi di Barbero, Francesca Pola,
Flaminio Gualdoni, Federico Sardella e
Antoon Melissen.
Azimuth/h uscì in soli due numeri (il n. 1
nel 1959 ed il n. 2 nel gennaio 1960). La
rivista, la cui copertina e la linea grafica
sono di Cecco Re, aveva un forte connotato teorico sull'arte e pubblicò testi di intellettuali e critici come Gillo Dorfles,
A sinistra Piero Manzoni, Fiato d’Artista, segue Enrico Castellani, Superfie Argento
tività, racchiusa tra il settembre del 1959
e il luglio del 1960, Azimut/h è oggi riconosciuto nella coscienza critica collettiva
come fenomeno sempre più decisivo, importante, contraddistinto da un’acuta
sperimentazione radicale, rafforzata dai
suoi legami con alcuni dei più grandi protagonisti della scena artistica di quegli
anni, e da un vivace e dinamico dialogo
internazionale. Diversificate nel lettering,
Azimut (la galleria) e Azimut/h (la rivista) hanno dato vita e formalizzato un’autentica “nuova concezione artistica” che
vive nella dialettica di “continuità e nuovo”. In mostra, oltre ai lavori dei maestri
Manzoni e Castellani, trovano spazio le
opere degli artisti che ruotarono intorno
alla galassia di Azimut/h, da Lucio Fontana ad Alberto Burri, Jasper Johns,
Robert Rauschenberg, Yves Klein, Jean
Tinguely, Heinz Mack, Otto Piene e
Günther Uecker, e altri. Con AZIMUT/H.
Continuità e nuovo Barbero prosegue la sua
indagine approfondita sulla scena artistica del secondo dopoguerra, avviando le
celebrazioni della neo-avanguardia europea che proseguiranno, dal 10 ottobre
2014, con la mostra ZERO: Countdown
Guido Ballo, Vincenzo Agnetti e Bruno
Alfieri; opere di artisti come Jasper Johns,
Robert Rauschenberg, Yves Klein, Jean
Tinguely, Lucio Fontana, e poesie di
Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini,
Elio Pagliarani, Leo Paolazzi ed altri protagonisti degli anni Cinquanta e Sessanta.
Sempre nello stesso anno esce il numero 2
della rivista con pubblicati i testi "Continuità e nuovo" di Enrico Castellani, "Libera dimensione di Piero Manzoni, "Una
nuova concezione di pittura" di Udo
Kultermann e "L'oscurità e la luce" di Otto
Piene, proposti in lingua italiana, inglese
e francese. Nel dicembre del 1959,
Manzoni e Castellani, in riferimento alla
rivista ma differenziando il nome per la
mancanza dell'H finale, aprirono a Milano la galleria “Azimut”, dove furono allestite importanti esposizioni.
Info 041 2405411
ARTECULTURA
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Roberto Floreani
LA CITTA’ IDEALE
Cho Won hee, Corea: I giganti e le formiche, Cho Won hee, Orecchio Acerbo, 2014 (Sang Publishing)
IMMAGINI DELLAFANTASIA
32^ Rassegna Int.le illustrazioni per l’infanzia
E’ stata inaugurata il 25 ottobre 2014
presso “La casa della Fantasia” la
32° edizione Le immagini della fantasia, Mostra Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia di Sàrmede
(Tv). La Mostra offre da sempre un
ampio sguardo sul mondo dell’illustrazione per l’infanzia, proponendo
espressioni artistiche di spicco, per
innovazione estetica e ricchezza
narrativa.In mostra quest’anno oltre
trenta libri dal mondo del panorama
editoriale, le fiabe dalla Scozia e il
loro immaginario e l’incontro con
l’artista fiorentino Giovanni Manna,
Ospite d’onore, che ha pubblicato
diversi libri sulle fiabe della Scozia.
Panorama 2014 è il corpus centrale
della mostra che guarda all’editoria
internazionale e vede la partecipazione di 30 illustratori a livello mondiale e i loro libri: Jorge Gonzalez,
Mariana Ruiz Johnson (Argentina),
Anton Van Hertbruggen (Belgio),
Yara Kono, Renato Moriconi (Brasile), Cho Won hee (Corea), Isabelle
Arsenault, Delphine Chedru, Gaetan
Doremus, Vanessa Hie, Magali Le
Huche, Frederick Mansot (Francia),
Satoe Tone (Giappone), Bhajju Shyam (India), Nooshin Safakhoo (Iran),
Gianni De Conno, Marina Marcolin,
Eva Montanari, Giulia Orecchia,
Arianna Papini, Maurizio Quarello,
22
ARTECULTURA
Giovanna Ranaldi, Giulia Sagramola
(Italia), Andre Letria (Portogallo),
Jesse Hodgson (Regno Unito), Emilio Urberuaga (Spagna), Erin E.
Stead, JooHee Yoon (Stati Uniti), Piet
Grobler (Sud Africa), Adrienne Barman (Svizzera). Per tutta la durata
della mostra un ricco programma di
incontri con illustratori e autori che
presentano libri e parlano di come si
racconta con le illustrazioni e con le
parole; inoltre travolgenti letture
animate per abbandonarsi all’ascolto di storie sempre nuove, e poi laboratori, musica, tour tra gli affreschi, corsi d’illustrazione specializzati e laboratori per adulti, nella
Casa della fantasia con Antonella
Abbatiello e Carla Rezza Gianini, Ass.
Maga Camaja, Luigi Dal Cin, Eleonora Cumer, Marta Farina, Dino
Maraga e Mary Dal Cin, Marco
Paschetta, Giulia Sagramola, Marco
Soma, Giovanna Ranaldi, Ilaria
Tontardini, Marina Marcolin e Silvia
Vecchini. Nella Casa della fantasia
ogni venerdì vi sarà appuntamento
radiofonico con Radio Magica, la prima radio-biblioteca online, con le letture dal libro Il Canto delle Scogliere,
fiabe dalla Scozia.
Sino al 18 gennaio 2015 (Aoristias)
Info www.sarmedemostra.it
Roberto Floreani (Venezia, 1956)
presenta al piano nobile del Palazzo
della Gran Guardia di Verona il suo
nuovo progetto titolato La Città ideale
(dal 20 novembre 2014 al 31 gennaio 2015). L’invito che il Comune di Verona ha voluto rivolgergli costituisce
un importante riconoscimento alla carriera ultratrentennale di un artista, a ragione considerato uno dei più maturi e
convincenti della sua generazione.
L’imponente spazio espositivo ospita
un progetto di pittura appositamente
realizzato da Floreani site specific, caratterizzato da una grande installazione composta da oltre sessanta opere su
tela e integrato dalla novità della presenza di una decina di sculture, che
sono posizionate e semicerchio nel salone centrale. Completano la personale altre trenta opere, anche di grande
formato. Le tematiche della mostra indagano l’evoluzione della presenza
tematica del Concentrico, autentica
“sigla” espressiva dell’artista, abbinato ad una nuova ricerca sul modulo geometrico e sulle tonalità cromatiche che
evocano anche suggestioni legate all’Oriente delle arti marziali, praticate dall’artista da quasi cinquant’anni. Il suggestivo progetto di Floreani, La Città ideale, prende lo spunto dalla celeberrima opera rinascimentale conservata nel museo
di Urbino e considerata l’immagine dell’utopia e della perfezione della cultura
umanistica (Marpanoza)
Info Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 20
Chiuso 25 e 26 dicembre 2014 e 1 e 6
gennaio 2015
Roberto Floreani, La città ideale,
Nei luoghi
dell’immagine
a cura di Aoristias
INTIMO SINISGALLI
Per la prima volta, infatti, vengono presentati e mostrati al pubblico manoscritti
(prose, poesie e lettere), disegni, acquerelli e fotografie del poeta Leonardo
Sinisgalli (1908-1981). Si tratta di documenti inediti che svelano un Sinisgalli intimo, più ludico e spensierato. Il ricco materiale della mostra, acquisito dalla Fondazione nel febbraio 2014, da Agnese De
Donato, documenta una stagione creativa
e sconosciuta del poeta-ingegnere, caratterizzata da una forte attenzione per la celebre libraia di Via Ripetta, e lumeggia uno
dei periodi, gli anni Sessanta, più entusiasmanti della storia culturale della capitale.
Montemurro/Potenza Casa delle Muse
Leonardo Sinisgalli. Sino al 15 dicembre
2014 - Info 0971 753660
SECESSIONE e AVANGUARDIA 1905-’18
La mostra prende l’avvio dal 1905, anno
in cui Severini e Boccioni organizzarono
nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma
una Mostra dei Rifiutati che costituì un
primo germe di opposizione. Le esigenze
di rinnovamento e di apertura internazionale si polarizzano fra il 1908 e il 1914 a
Venezia e a Roma, nelle manifestazioni di
Ca’ Pesaro e della Secessione Romana,
mentre la dirompente novità dei Futuristi,
trova una nuova sede espositiva, sempre a
Roma, nella Galleria Sprovieri. Ca’ Pesaro
e Secessione Romana rappresentano quindi
i poli di un’avanguardia ‘moderata’, contrapposta, non senza contraddizioni, all’avanguardia radicale del Futurismo, che
intende incidere in maniera rivoluzionaria
sul linguaggio artistico e sulla realtà sociale e politica. La mostra si chiude quindi
sulla tabula rasa che il conflitto mondiale
attua nei confronti di ogni aspirazione avanguardista. Roma, GNAM, Sino al 15 febbraio 2015- Info 06 32298 221
BONALUMI, sculture
Le sale della Galleria Mazzoleni Arte di
Torino, ospiteranno, sino al 31 gennaio
2015, le sculture di Bonalumi in dialogo
con una selezione di opere a parete: dai
primi esempi plastici in tela, si passerà alle
grandi sculture in vetroresina tra cui due
suoi capolavori, Nero (1969) e Rosso
(2005), continuando attraverso le esperienze più singolari dell’artista, come le sculture realizzate con la fibra di vetro e il cristallo negli esempi di Rapporti (1968) o
Giallo (1994), per concludere con le
sperimentazioni in bronzo e ceramica nella
sua riflessione sull'esplorazione plastica.
Bonalumi espose in una sala personale alla
Biennale di Venezia del 1970. Partecipò alla
Biennale anche negli anni 1966 e 1986.
[email protected]
LA CITTA’ E LA MEMORIA
In esposizione alla Galleria d’Arte Moderna Virgilio Guidi di san Donato Milanese
tredici opere della collezione della città di
San Donato, tra cui anche il dipinto di Virgilio Guidi Il Bacino di San Marco (il primo della collezione come testimonia la scritta autografa sul retro del quadro), che sino
al prossimo 22 febbraio 2015 dialogheranno
con uno dei capolavori della collezione Eni,
tavola & città di Valerio Adami, acrilico su
tela del 1991.
In tutto 14 opere per 13 artisti a confronto, visto che di Marcello Nizzoli saranno
presentati due quadri: un dialogo intenso
che svela tredici visioni differenti, tredici
sguardi, tredici modi di sentire e interpretare la città, tredici concezioni - tutte vere
- che permettono di analizzare il rapporto
con il territorio, il tessuto cittadino come
spazio animato da persone e avvenimenti.
«È stato Enrico Mattei – spiega Eni – a
trasmettere fin dalle origini la passione per
l’arte e per la cultura. Al fondatore risalgono infatti le prime acquisizioni della collezione d’arte aziendale, arrivata oggi a contare 373 dipinti, 213 litografie, 30 sculture
e 50 tra mobili, tappeti e oggetti d’arte.
Alcune delle opere firmate da grandi artisti
del Novecento vennero da subito destinate,
fin dai primi anni Cinquanta, a impreziosire
locali, uffici e sale di rappresentanza.
Info 02-52772409
E. Tadini, FIABA, 2000, acrilico su tela, cm. 60x77
“La Renaissance italienne revisitée”
“La Renaissance italienne revisitée” è una
mostra che ancora una volta conferma il
sodalizio tra la Galleria Cortina Arte di Milano con Orenda Art International di Parigi. L’esposizione, che si terrà alla Galerie
Orenda Art di Parigi, dal 20 novembre
2014 al 15 gennaio 2015, propone una
rivisitazione di un periodo artistico tra i più
importanti della storia dell’arte italiana
moderna, il Rinascimento, filo conduttore
che unisce i protagonisti di questa mostra:
Karel Zlin (Zlin, Repubblica Ceca, 1937),
Antonio Mignozzi (Trebisacce, Cosenza,
1942), Giovanni Cerri (Milano, 1969).
Tre figli d’arte, tre pittori figurativi, tre generazioni che esibiscono le loro opere profondamente legate al tema rinascimentale
con rivisitazioni e ispirazioni personalissime. Una mostra di raffinata tensione visiva. Info 0233607236
ARTISTI DI SICILIA
Da Pirandello a Iudice, a cura di Vittorio
Sgarbi, con la direzione artistica di Giovanni Lettini, riunisce la più importante
produzione artistica siciliana mai vista prima d'ora in un unico luogo. «Un progetto
titanico, di Gianni Filippini, ideatore e produttore della mostra, che ha già catturato
l'attenzione dei più rinomati musei nazionali e internazionali i quali desiderano ospitare la prestigiosa collezione siciliana. Sono
alte le aspettative riguardo ad una mostra
che è arrivata oggi ad avere la dimensione
di un museo: il Museo dell'Arte Siciliana».
Palermo, Palazzo Sant’Elia. Sino al 26 dicembre. Info 091 662 8289
BENEDETTO
Si è conclusa lo corso 30 novembre allo
Spazio Calabria la notevole personale di
Mario Benedetto, UN’IDEA DI RITRATTO, con approfondita presentazione in catalogo di Luca Pietro Nicoletti. Fulcro dell’esposizione la Accepting Art elaborata
dall’artista stesso che gli consente di
reinterpretare in maniera originale l’antica
tradizione del ritratto, della figura realizzandoli in una dinamica ed evocativa sintesi di collage, pittura e fotografia.
Info [email protected]
Mario Benedetto, IN FORMA, 2013, 100 x 120
KENGIRO AZUMA PER PAOLO VI
La Collezione Paolo VI di Concesio/BS
conserva varie opere di Azuma, alcune
esposte al pubblico stabilmente, altre invece in deposito. Questa mostra consente di
approfondirne la conoscenza e di valorizzare quelle visibili in permanenza (fra cui i
tre bozzetti della Santa Croce realizzati per
il convento di Sion), e di presentare quelle
abitualmente “nascoste”, perché conservate in deposito. Sino all’11 gennaio 2015
- Info 030 218 0817
ARTECULTURA
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Cantalupo Ligure, 8 novembre 2014
Pace
Disarmo
memoria
storica
fondamento
della
Costituzione
Presenziano: Gian Piero Daglio, Sindaco di Cantalupo Ligure, Carlo
Buscaglia, Consigliere Provincia di
Alessandria,Giuseppe-Teodosio
Martucci, Artecultura Milano, Fabio
Scaltritti, Comunità San Benedetto al
Porto, Norma Bertullacelli, Pacifista
“ora in silenzio per la Pace Genova”,
Roberto Botta, Coordinatore Provincia di Alessandria.
L’importante incontro ha inizio con l’introduzione del Sindaco Daglio che in sintetiche quanto significative parole motiva
il perché dell’iniziativa, su un argomento
tanto impegnativo come “Pace e Disarmo” attentamente seguito e condiviso dai
partecipanti.
Interviene poi con i suoi vari riferimenti
culturali della personale esperienza Carlo
Buscaglia, Consigliere della Provincia di
Alessandra che al convegno porta l’adesione all’iniziativa dei 190 Comuni del
territorio alessandrino che condividono la
finalità dell’argomento Pace e Disarmo.
E si sofferma sul ruolo della scuola, dell’istruzione, quali fattori decisivi per la
formazione non-violenta della persona e
sul riferimento all’educazione civica, opportuna per un cittadino ampiamente consapevole del suo impegno culturale nell’odierna società. Intervento nel quale
non è mancato il pertinente collegamento
in riferimento all’economia, altro importante problema del nostro tempo. Quindi
la stimolante riflessione di Roberto Botta
che, soprattutto in considerazione al tema
proposto, Pace e Disarmo, sottolineava
24
ARTECULTURA
l’utilità del rapporto Resistenza-Memoria, come elemento fondante della nostra
identità culturale e democratica. Quella
dimensione storica divenuta oggi una semplice menzione storiografica solo in certe
particolari ricorrenze e non quel costume
permanente, rigenerante la finalità democratica e sociale propria della Resistenza.
L’intervento di Botta, poi, faceva voce
anche ad alcune questioni irrisolte della
politica internazionale, oggi purtroppo sempre più incline all’uso degenerante delle
armi. Prende la parola il critico d’arte
Teodosio Martucci che tracciava alcuni
parallelismi sulla contraddizione esistente
tra natura e cultura con riferimenti anche
a Leopardi e Rousseau. Segnalava pertanto la possibilità di un orientamento
culturale vòlto a superare tale contraddi-
zione tuttora esistente che danneggia in
profondità una sincera ricerca della pace.
A cui facevano eco di condiviso principio
le parole caratterizzanti l’intervento di
Norma Bertullacelli, Pacifista “ora in
silenzio per la Pace Genova”. La docente prendeva in considerazione il mondo della scuola nella sua specificità di
esperienza, rilevando come l’attuale didattica accentui sempre più il carattere
competitivo dell’istituzione scolastica cancellando quelle esperienze culturali di integrazione che erano andate emergendo
a partire dagli anni ’70. Qui, per la docente, si pone un problema che richiede
adeguate proposte di partecipazione e di
una nuova motivazione che rigeneri in
maniera ottimale l’equilibrato rapporto
scuola-società. Nella sua ampiezza ar-
In alto due momenti dell’incontro sul tema
Pace e Disarmo una riflessione.
Seguono da sinistra un gruppo dei partecipanti che
visita nel Palazzetto dello Sport di Cantalupo
Ligure l’esposizione dei dipinti Collezione Museo del Disarmo e Giuseppe Martucci, direttore
ARTECULTURA in un argomentato intervento.
Repertorio fotografico di Giovanni Torchia
gomentativa si delineava l’intervento del
direttore di Artecultura, Giuseppe
Martucci, che nella sua lunga esperienza
di vita culturale sottolineava l’inscindibile
connubio innato, e tuttora ignorato, di
poesia-disarmo. L’idoneo percorso per
un vero autogoverno di se stessi in cui si
delinea di costume il comportamento
fiducioso nei rapporti della vita quotidiana. E a questo riguardo documentava la
realizzazione di oltre 60 antologie collettive di poesia senza classifiche, dove il
valore creativo non ha dimensioni di frammentarietà in quanto orienta all’universalità disinteressata. Così, se ci si vuole
liberare dalle millenarie oppressioni della
struttura antidemocratica piramidale che
tuttora si spartisce il pianeta Terra in
proprietà private difese dalla violenza del-
le armi. Un punto di vista sul quale necessitano ulteriori approfondimenti soprattutto da parte di specialisti e istituzioni
ancora interessate a tutt’altre direzioni. E
ricordava come Artecultura consideri il
24 ottobre di ogni anno: Giornata Mondiale Disarmo che fa principio nonviolento all’originario spirito delle Nazioni
Unite, nate nel 1945, ed oggi tradito soprattutto dalle prevaricazioni dei medesimi stati promotori. In proposito segnalava
la fondamentale importanza di realizzare
a costo zero 8.000 rassegne sul disarmo
nei Comuni italiani, proprio come elemento catalizzatore di una propositiva “Cultura per la pace” e il disarmo nella realtà
della vita. Dalla stimolante proposta di
Martucci, il Sindaco Daglio e il Consigliere della Provincia di Alessandria, Carlo
Buscaglia, prendevano lo spunto per sottolineare il carattere itinerante delle opere
del Museo del Disarmo, formativo in primo luogo nelle visite delle scuole del
territorio limitrofo. Che da un punto di
vista culturale-educativo può significare
l’avvio concreto di un’alternativa di nuova sicurezza all’attuale turbolenza
prevaricatrice dei nostri inquieti giorni.
Dall’incontro emergeva anche l’idea che
la pace non si costruisce con un uso
ossessivo e prevaricatore dei vari mezzi
televisivi, incensatori gratuiti di personalità a cui Pace e Disarmo nemmeno passa
per la mente! Mentre si ricorda come in
passato il programma “Giochi senza
Frontiere” già intuitivamente orientava
verso una concreta integrazione tra popoli e culture. Un aspetto da approfondire
molto e non da dimenticare, soprattutto
se veramente si vuole un’Europa della
pace e non della guerra. A questo punto
i vari interventi sottolineavano la scaltrezza violenta del linguaggio odierno quando
con i termini “missione di pace” in realtà
vuole occultare la loro vera finalità bellicosa. Rilevante a questo punto è di approfondire la rivisitazione dei “Luoghi della
Memoria” della Resistenza, essenzialmente per le giovani generazioni spesso
lasciate di nuovo in una implicita ignoranza del loro autentico passato. Questo
affinché non si ripetano più le tragedie già
drammaticamente provate.
Diverse quanto interessanti esperienze,
fatte proprie da bibliotecari, giovani, dirigenti scolastici e sindaci del limitrofo territorio, allargando l’orizzonte del dibattito,
contribuivano a nuove e stimolanti riflessioni sul tema proposto Pace e Disarmo.
Per cui a quanti hanno la possibilità di
leggere Artecultura, l’invito a visitare il
Museo del Disarmo che si ritiene un
punto di partenza per l’ulteriore crescita
culturale contro lo smarrimento eccessivamente burocratico del nostro sistema
sociale, fatto di diffidenza, scontrini, abusate multe anche come rimedio economico alle varie casse comunali ed altri riferimenti. Quel mondo nel quale tasse e
violenza non vengono a mancare perché
entrambe caratterizzate da finalità trasgressive strettamente collegate. Per cui
sul piano generale la nostra penosa economia non si alimenta della necessaria
produzione perché schiacciata da un mastodontico parassitismo burocratico di premi di maggioranza e sbarramenti elettorali che incrementano la grande disuguaglianza dei cittadini in aperto contrasto
con i principi costituzionali nati dalla Resistenza. Per cui il più vivo ringraziamento di Artecultura alla Provincia di Alessandria e al Comune di Cantalupo Ligure.
Marpanoza
info: 0143 90946
ARTECULTURA
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Letizia Bellavita: energia dell’acqua
La sensibilità espressiva di Letizia Bellavita rivela la sua oggettiva suggestione nel continuo confronto con la tecnica dell’acquerello che le consente di indagare i fenomeni della
natura, il paesaggio, la vita metropolitana con freschezza e vivacità di accenti raramente
riscontrabili oggi. Un risultato che la pittrice raggiunge non attraverso una superficiale o
virtuosistica esplosione di colori, ma nel puro dominio della luce che deve divenire, e lo
diventa, il vero centro percettivo e psicologico delle sue opere. Ne consegue che la realtà
subisce una delicata, eppure incisiva trasfigurazione, liberando la composizione da inutili
forzature plastiche, da appesantimenti cromatici, per farla lievitare invece nello spirito
avvolgente di una armoniosa atmosfera. Nulla è più distante dalla mentalità osservatrice
dell’artista il perseguire vaghi aneliti romantici o puramente emotivi. Per lei, per
l’impostazione del suo lavoro, l’acquerello e tutto quanto esso comporta, è strumento di
indagine della realtà in quanto dei luoghi o dei momenti osservati cerca di percepirne la vera
sostanza, quella che si rivela nella trasparenza del colore, nel cangiante ritmo dei toni. La
natura, in definitiva, è un insieme di forze luminose, cromatiche, pulsanti, le quali possono
trovare nell’acquerello il giusto, calzante, metodo di rappresentazione, previo ovviamente la sensibilità interiore e culturale dell’artista. E da questo punto di vista Letizia Bellavita
possiede tutte le predisponenti qualità per imprimere all’acquerello il senso di una notevole poetica visiva, nella quale spontaneità e mestiere si fondono con esemplare incontro.
Nella sua tensione cromatica il colore infonde alle forme la sua vibrante vitalità, un dinamismo che non è suggestione fisica, ma energia implicita della composizione. Ed è in virtù
di questa energia che la pittura realizzata da Bellavita si emancipa dall’aneddoto, dalla
semplice sfera del racconto, per configurarsi piuttosto come una visione, un lucido incanto dell’immagine e della memoria. Nasce così un’organica fusione di luce e colore, di
spazio e di atmosfera, che è il tratto dominante della ricerca di Bellavita, tanto più coinvolgente in quanto non raggiunta tramite schemi o particolari configurazioni, ma attraverso
quella affascinante sensitività dell’espressione che si manifesta particolarmente ricettiva
agli stimoli dell’emozione. Stimoli che divengono immagini, forme, realtà del pensiero e
dell’ispirazione. Bellavita avverte nell’acquerello l’impulso sorgivo della sua creatività del
suo bisogno di essere attiva partecipe della natura e delle sue sensazioni, ma senza lasciarsene avvincere, ma distillandole con il filtro infinito di sorprendenti ed acute evocazioni.
Aoristias
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ARTECULTURA
ARTECULTURA
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Giampietro Maggi in allegria milanese
Giampietro Maggi, Fiera degli “Oh bei oh bei!”, cm. 60x70
La spensierata festa popolare degli “Oh bei oh bei !”, che si svolge annualmente a Milano all’inizio di dicembre, viene
colta dal Maestro Maggi con un vivace linguaggio post-impressionista, ricco di luci e di colori. L’atmosfera è ritmata
dal rapido movimento della folla, che quasi pare disporsi in un coinvolgente semicerchio. Tutto viene configurato con
brio, senza pesantezze, modulando i toni e i riflessi cromatici nell’immediatezza del battito compositivo. Un battito
che nella pittura di Maggi pulsa da sempre con intensa energia, fatta di dolce umanità e limpida poesia. Aoristias
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ARTECULTURA
ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’
P Paura e Poesia ed i suoi perché
L’aneddoto. L’importanza dell’argomento vuol ricordare che in allusione di
costume un’antica filosofia araba sosteneva che una persona che si spostava di
notte indotta dalle personali necessità doveva camminare da sola per non essere
aggredita da nessuno. E questo perché
se, invece, si faceva accompagnare da
un altro, significava che in precedenza
aveva fatto del male a qualcuno per cui
temeva, aveva paura di essere aggredita
e di pagare lo scotto del male fatto in precedenza. Ma a riguardo anche nelle nostre passate usanze proverbiali si sosteneva la tesi ”male non fare e paura non
avere”. Due diverse difese di costume a
riguardo la paura che convergono nella
finalità universale in cui l’equilibrio poetico innato, l’energia potenziale che ogni
singola persona possiede in differenziati
rapporti, accende la carica della responsabilità come motivo di prevenzione sulla
paura. La quale, paura, essendo fatta di
nulla, com’è facile dedurre dai due aneddoti, tuttavia nella sua vuota immaginazione coinvolge e condiziona l’uomo nei
suoi rapporti di convivenza con il mondo. Ed affinché l’immaginario negativo
della paura possa essere compreso in tutta la sua degenerazione psicologica, occorre sapersi domandare non solo sul fenomeno della timidezza personale di un
soggetto, ma in parallelo di sensibilità, anche sul paradosso che possiamo definire
come il “coraggio della paura”. E rendersi conto come una persona di robusta
corporatura e con un carattere terribilmente violento, dal quale per ovvie ragioni preferiamo star lontano, nella sostanza della sua personalità è un soggetto stracarico di paura. Una spinta di paura che lui all’origine dis-conosce e che in
coscienza non sa di avere, è il motivo che
lo domina e che lo induce ad essere violento per lo più senza nemmeno accorgersene. La sua violenza è una necessità di scarica personale voluta dall’istinto di equilibrio nei suoi rapporti con
la convivenza, questo, naturalmente, nella sua totale incoscienza. Ed ogni pretesto a suo riguardo può accendere la scintilla che lo scaglia, lo fa violentemente re-
agire quasi per il solo gusto di farlo. E
solamente lo stimolo innato della sua carica poetica lo può calmare e rasserenare nelle sue azioni man mano che lo stimolo creativo definisce l’equilibrio. Solo
allora di conseguenza si calma e supera
le sue contraddizioni che, per lo più delle
volte, nemmeno avverte quando è indotto a reagire in un certo contesto e basta,
senza conoscere le vere cause.
I volti immaginari della paura sono infiniti, come lo sono i nostri atteggiamenti, gli
umori, nel rapporto con la convivenza ed
il mondo nel suo insieme. Approfondendo l’argomento in parallelo di riferimento
anche il soggetto che si presenta come
un temerario altruista ignora che la sua
apparente generosità non è disinteressata, come si vorrebbe ritenere, ma mossa
da inconsapevoli motivi inconsci di paura. L’esigenza alla ricerca di un appagamento che poi avvera mediante la disponibilità nel suo gesto di prodezza a valore
umano. La finalità soddisfacente che poi
raggiunge con il plauso della riconoscenza. Ma, comunque, è sempre lo stimolo
della poesia che risolve i contrasti, facendo convergere gli opposti, che armonizzano il conseguimento dell’equilibrio in
una qualsiasi condizione di disordine: sia
psicologico sia fisico. Non diversamente, a nostro avviso, è da ritenere qualsiasi
espressione di eroismo che per certi
aspetti nel manifestarsi si può benissimo
considerare sinonimo dell’altruismo.
Quando una madre si butta in mare per
salvare il suo bambino che sta annegando, ovvero un soldato si carica sulle spalle un suo compagno ferito in battaglia, la
ricompensa all’azione che ai nostri occhi
si presenta disinteressata, nel fondo della causa riguarda la continuità d’una ricerca di equilibrio che il caso richiede
perché manca. L’energia scaturisce solo
e sempre dalla forza originale della poesia, assente la quale, si lascia spazio al
continuo dissesto nel buio della paura. Un
campo, il rapporto tra poesia e paura, che
va meditato a scoperta di conoscenza in
cui riferire un esempio può significare
molto per rendersi conto delle varie manifestazioni che possono sensibilizzare di
buon senso un costume. Come quando
una volta tra i vicini di casa si prestava il
pane e non era tanto la presenza del pane
a farli ammirare quanto lo spirito di appagare la momentanea carenza dell’altro. In breve, il gesto magnificava il rapporto di costume della vicinanza sulla preoccupazione dell’altro che, in mancanza
del prestito del pane, in cuor proprio avvertiva la diminuzione dello spirito di fiducia nei suoi riguardi che coloriva la buona vicinanza. Situazione nella quale, tuttavia, era sempre lo stimolo di equilibrio
della poesia a rallegrare di armoniosa
considerazione le parti.
Un grande quanto esteso discorso il rapporto tra Poesia e Paura ed i suoi perché, su cui a volte, possono bastare alcuni sporadici esempi, come quelli menzionati, per inoltrarsi nel complesso mondo della paura che - come s’è detto non esiste in quanto tale. Ed una profonda riflessione conoscitiva sugli esempi in riferimento possono aiutare molto a
penetrare la complessità dell’argomento.
E liberarsi da preoccupanti tensioni di
ansia che non hanno una causa autentica
ma solo allusiva che impressiona molto e
può indurre un soggetto ad ombreggiare
nella sua mente anche casi estremi.
Ma se si conosce il valore naturale della
poesia, allora si guarda il mondo in un
modo molto diverso, nel quale per salvarsi
da un pericolo basta prevenirlo non sono
in modo istintivo che riguarda il connaturato del soggetto, ma sovente, se
possibile, anche in maniera ragionata che
nella persona chiarisce il consapevole. In
conclusione qui si vuol sostenere che la
poesia non esiste solo nel mondo umano,
animale e vegetale, ma anche nel minerale della materia - detta morta -, che invece è viva. Il ritmo di una pietra scalpellata o di un ferro battuto dal fabbro,
sono scintille di poesia che noi ignoriamo,
ma esistenti nella materia, altrimenti la
pietra e il ferro non si farebbero lavorare. Il fondamentale aspetto su cui riflettere: la poesia è stimolo permanente di
anti-paura.
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA
29
KING ARTHUR: UNA BELLA REGIA PER
FARE GRANDE UNA BELLA SEMI-OPERA
Re Artù, Statua in bronzo
Fine luglio 2004, Salisburgo graziosa
e noiosissima, l’effigie di Mozart a
guardarci dalle vetrine di tutti i negozi
mentre ci dirigiamo pieni di perplessità verso il teatro, per assistere
a “King Arthur”, semi-opera di Henry
Purcell (1659-1695) della quale
nulla sappiamo. Ce la figuriamo
come una sorta di operetta, nell’alternanza fra pezzi recitati e brani
cantati, confidando però in una
musica di livello superiore, visto
l’incrollabile piacere che qualsivoglia espressione del barocco
30
ARTECULTURA
musicale sa darci.
Buon posto in platea, a pochi passi
dal formidabile Harnoncourt che
dirige come sua consuetudine senza
bacchetta, e si trova con la propria
orchestra all’interno di un suggestivo
palcoscenico circolare. Abbiamo a
destra il corridoio e a sinistra una
bella signora bionda con tante
lentiggini, che ci dice qualcosa in
tedesco. Replichiamo in inglese di
non capire, e lei rimedia distruggendoci “fluently” nella lingua di
Shakespeare, che a malapena noi
invece maneggiamo: una figura da
andare al consolato per farci rimpatriare d’ufficio per la vergogna. Da
quel momento ci ignorerà, intervallo
compreso.
Ecco l’inizio e, dopo l’ouverture,
venticinque minuti di sproloqui in
prosa germanica, mentre l’orchestra
sembra in pausa cena. Per giustificare la nostra presenza estraiamo
il fido binocolo da teatro, e ci
troviamo nelle lenti tre bellissime
ragazze a seno scoperto, e che seno,
che stanno per essere sacrificate ci
pare a Wotan. È quando abbassiamo
lo strumento che ci rendiamo conto
del moto di disapprovazione della
nostra vicina, che scuote la testa come
per dire “I soliti italiani sporcaccioni”.
Poi il miracolo, perché cominciamo
a capire, certo non il tedesco del
parlato né l’ermetico inglese delle
parti cantate, ma la chiave di una
rappresentazione dove la regia conta
più della trama. Arthur, re dei
Bretoni, sconfigge Oswald, re dei
Sassoni, che tuttavia riesce a rapire
Emmeline, promessa sposa di Arthur.
Dopo un qua e là di spiriti, maghi e
divinità assortite, durante lo scontro
decisivo Arthur batte in duello il
rivale e lo risparmia, per dopo
sposare Emmeline mentre dal mare,
grazie alla magia di Merlino, nascono
le isole britanniche e i due popoli si
fondono.
Un nulla di che piuttosto complesso
da mettere in scena in modo plausibile, e il regista Jürgen Flimm si
dimostra magistrale, con i personaggi
recitanti che hanno un doppio
speculare che invece canta, Harnoncourt bravo a dirigere una musica
bella e insolita, e un cast all’altezza,
il coro a farla da padrone e, volendo
citare qualcuno, il particolare rilievo
della volutamente sgangherata Hemmeline della recitante Sylvie Roher
e il delizioso, simpatico e tenero
spiritello Philidel affidato alla
recitazione di Alexandra Henkel. Ma,
ripetiamo, la perfezione è nella
molteplicità dei dettagli registici,
che insieme con la ricercatezza delle
luci ci hanno regalato una delle più
emozionanti esperienze in un campo
nel quale credevamo che poco
avrebbe ormai potuto sorprenderci,
tanto che quasi non ci siamo resi
conto di non capire i lunghi recitativi
in tedesco. La nostra radicata
convinzione che i registi stiano
assassinando l’opera lirica ha ricevuto un colpo significativo, perché
senza “quella” regia “King Arthur”
sarebbe stato cosa quasi modesta,
come confermano le altre versioni
viste successivamente.
Lo spettacolo fino a qualche tempo
fa era rintracciabile su You Tube, ma
adesso, vacci a capire, è scomparso,
o, meglio, ne sono rimasti solo
frammenti, peraltro godibilissimi.
Ne esistono altre versioni alle quali
abbiamo fatto riferimento, ma quella
salisburghese di Harnoncourt e
Flimm le supera tutte. Per fortuna è
ancora rintracciabile il DVD, e lo
raccomandiamo vivamente.
Quanto alla bella signora bionda con
tante lentiggini, al culmine degli
applausi finali si è ricordata della
nostra presenza, per scandirci in
italiano un “Moltissimo bellissimo”
con un piglio da invasione della
Polonia del 1939.
Giovanni Chiara
Umanità poetica - Costume poetico
“La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni”
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della
poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione.
Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio
la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere
divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli
Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.
ALBERI
MIA MADRE
Avevo una musica nell’anima - disperata ieri
e tu, Madre, mi portasti il bacio del vento
e la carezza degli alberi.
Eri tu l’Universo, la mia Creazione, i miei colori.
Il tuo amore - passato - presente - futuro
risorge con tre note: tre farfalle in concerto.
Ma sulla tastiera del giorno
vedo scorrere il mare dell’assenza,
la tua fuga eterna.
Avevo una musica nell’anima - dolcissima ieri
come il tuo viso che ora manca alla finestra.
Tu m’aspettavi, Madre, sempre!
Come una notizia, una stazione, una valigia
che partiva e tornava carica di dolori
e solo tu eri il mare che custodiva
tutti i miei tormenti.
Giovanna Redaelli
LA CALLA
Calla
calice
giallo
Sorretto
da solido
gambo
verde!
Alberi vivi, voi mi date luce,
trasformate i pensieri della gente.
Io sto davanti a voi con allegria
e non m’annoio mai nel rimirarvi
Enrico Carlo Straulino
LA FAMIGLIA
Era bella
una volta
la famiglia,
quando tornavi a casa
e il pranzo
era servito
e noi tutti,
riuniti intorno al desco,
consumavamo insieme
il desinare
e ci raccontavamo
le esperienze vissute
e spesso si rideva,
si scherzava,
tra noi si dialogava.
Si discuteva,
a volte, anche animatamente,
se c’era qualche contrarietà,
ma senza accapigliarci
e ogni problema
poi si risolveva.
Purtroppo i tempi
ormai sono cambiati,
ognuno se ne sta
per conto suo
e tutto solo,
quando rincasa,
trangugia a malapena
qualche cosa
guardando ed ascoltando
la tivù
che sovente trasmette
delle notizie tristi
o, alla meno peggio,
dei programmi già visti.
Tiziana Sutti
CAREZZA ARDITA
Arranco tra lago e pineta
ritrovo posti lontani e
la sua visione è incartata
nell’oblio di passionevoli
merende!
Strapiombo di tozzi alberelli e
macchie d’arbusti fioriti...
Chiedo sostegno,
a vividi colori
mentre mi aggrappo ai fiori
col fiato preso di cielo
che me ne ruba
a non finire Chi mi sorregge,
dall’amicizia antica,
coglie il guizza della gonna
e il sorriso si traveste,
in (una) carezza ardita!
Olga
Perciò, se oggi ripensi
ai tempi andati,
allorché la famiglia
valeva come sacra istituzione,
provi un senso di vera commozione
unito a un indicibile rimpianto.
Franca Trevisi
PARLA’ DE PAS...
Parlà de pas, incoeu l’è on’utopia!
In ‘sto mond che l’è tutt on bolardee
se viv pien d’egoism e d’angaria
e ‘l se fa strada chi vosa pussee
El “poter” l’è ‘na vera malattia
A falla de padron hinn i danee
S’è perduu el sens de la filosofia
che semm tucc di viandant in sul sentee
Senza la volontà de riconoss
che, bianch o negher, semm la stessa gent
l’è come dì che i pures gh’hann la toss
Se inveci tucc insèma in garavana
se demm la man con pas e sentiment
el mond saria on bisgiô de filigrana!
Enrica
SEMPRE
Sempre c’è una ragione
sempre c’è una stagione
sempre teniamo persone nel nostro cuore
che ci donano emozioni
e poi in un baleno tutto finisce
sempre senza ragione.
Io spero
che il mio pensiero
sarà ricordato
..... e non dimenticato!
Armanda Forner
SCONTRI
Così
Per la bocca di vivere
s’irrigano a sangue colato
le mascelle lavoratrici
rappresaglia dei
poteri forti
in manganelli governativi
di violenze e soprusi su inermi
disarmati di pistole e fucili
ma solo poeti generosi
di passione umana
che intona
lavoro lavoro
picchiati a sangue
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA 31
Felini e sceicchi
Sbarco di sera nella ridente cittadina di
Hurgada, sul Mar Rosso, dove il tempo è bello
in tutte le stagioni ed il mare è tranquillo,
mentre è in svolgimento il Campionato del
Mondo di calcio. Uscito dall’aeroporto, salgo su un taxi per andare nel solito albergo,
sapendo di dover concordare il prezzo, che
in Egitto è sempre maggiorato per gli stranieri… Non si smentisce il tassista che, appena partito, mi chiede sfrontatamente il doppio del costo normale della corsa facendomi
infuriare non poco, ma mi sforzo di placare
l’ira perché temo che per ripicca l’uomo mi
scarichi chissà dove, e alla fine di un’estenuante trattativa ci accordiamo sulla cifra. Arrivato in albergo, mentre un facchino
...LIBRI....LIBRI..
mi accompagna in camera, sono sorpreso da
un rintronante schiamazzo di battimani e di
cori che proviene dalla spiaggia, ad opera di
un gruppo di tifosi teutonici, che stanno festeggiando con fiumi di birra la vittoria della Germania che ha largamente sconfitto il
Brasile per 7 a 1. Ma tant’è!
Nel pomeriggio successivo, mentre attraverso le aiuole fiorite della struttura alberghiera
con alberi di magnolie, di banane e di datteri,
per andare a salutare Thomas , il direttore di
un albergo vicino che conosco da tempo, sento un disperato miagolio di gatti: uno di questi
mette addirittura in bella mostra i suoi artigli
come se fosse un tigrotto, forse geloso della
bella ucraina dell’animazione che è al mio fianco, compiendo dei salti pazzeschi che mi
mettono in apprensione.
Thomas , una persona cordiale che parla correttamente la nostra lingua, è di religione copta
cristiana, ma è piuttosto superficiale, come
ho avuto occasione di constatare negli anni
passati, quando sono stato più volte ospite
nell’albergo che dirige. Infatti, una volta mi
chiese di comprargli una bottiglia di whisky,
dato che nel loro paese gli egiziani non possono fornirsi di alcolici e per averli hanno bisogno di esibire il passaporto di uno straniero
e pagare in valuta pregiata. Accettata la sua
richiesta, Thomas mi fece accompagnare in
un market di alcolici da un suo collaboratore,
che scelse due bottiglie di Glen Grant, che
pagai circa 15€. Per il rimborso Thomas mi
32
ARTECULTURA
fece aspettare alcuni giorni perchè era in ferie; alla fine un suo impiegato mi restituì la
cifra, però in lire egiziane che dovetti ovviamente spendere sul posto.
Dopo alcuni giorni, scansati i felini, torno nell’hotel di Thomas , che mi riceve con molta
cortesia ed affettuosità, ma mi sorprende
ancora una volta comunicandomi che ha
guardato con interesse il mio web site e vorrebbe allestirmi una mostra in albergo.
L’esposizione sarebbe sponsorizzata dal Governo egiziano e da alcuni sceicchi, con la
televisione presente all’evento, il coinvolgimento dell’Ambasciata Italiana e quant’altro. Gli dico che il suo progetto mi va bene,
ma gli chiarisco che dovrà provvedere per il
trasporto delle opere e per il catalogo. Mi dice
di non preoccuparmi per queste futilità, perché ha già contatti con alcuni ricchi arabi della
zona, e mi invita a ripassare da lui per i successivi accordi sull’esposizione, prima di partire per l’Italia. Quando infine torno al suo
hotel, non resto sorpreso nel non trovarlo,
perché è una persona simpaticissima ma poco
affidabile e per niente puntuale.
In ogni caso, ad Hurgada si vive bene e con
poco danaro, tant’è vero che qui risiedono
stabilmente molti italiani. Ma non sono tutte
rose e fiori per i nostri connazionali, in quanto dovranno poi sobbarcarsi onerose spese
per i servizi importanti, come quelle per gli
ospedali o per le scuole che sono a pagamento. Per non parlare delle condizioni critiche delle strade interne, tutte sterrate e con
buche. Ad un bar di una di queste vie, una
sera ho visto all’aperto una partita del Mondiale, con gente dappertutto: quando passava un’auto, o tanto peggio un camion che alzava più polvere, non c’erano problemi perché la gente si rialzava e spostava sedie e
tavoli per lasciar passare i mezzi. Nelle vie di
grande comunicazione asfaltate non esiste
invece il divieto di velocità, né ci sono semafori o strisce pedonali, con evidenti problemi
per i passanti.
Alla fine di questo pezzullo mi accorgo di aver
dimenticato di citare che gli eventi descritti
sono avvenuti in pieno Ramadan, l’usanza
religiosa musulmana del digiuno, durante il
quale i fedeli, in teoria, dall’alba al tramonto
non possono mangiare, ne fumare, bere o
concedersi altri vizi. La realtà è invece più
variegata, perché ci sono taluni che trasgrediscono tali regole, come alcuni dei lavoratori del Diving della spiaggia dell’hotel, che elemosinano ai turisti qualcosa da mangiare.
Posso però assicurare che, tra i tantissimi
che rispettano e adorano le regole, ci sono i
gatti delle aiuole. Infatti queste graziose creature durante il Ramadam digiunano coraggiosamente, anche se talvolta sono nervosi o
aggressivi verso i turisti perché affamati, rinunciando al cibo fino allo scoccare delle
18,30 per poi cenare in compagnia degli umani,
ma sotto il tavolo.
Antonio Fomez
a cura di Aoristias
Si intitola suggestivamente “Trucioli”
(tapirumé poesia) la recente silloge di sonetti scritta da Antonio Bonelli. Nella raccolta
l’autore si serve di questa particolare tecnica letteraria come una sorta di magico
caleidoscopio all’interno del quale poi inquadrare in una viva dialettica tra poesia ed
ironia le vicende quotidiane, le situazioni improbabili e paradossali, che l’uomo non si
stanca mai di recitare. Sorge così un acuto e
intelligente contrasto tra l’improbabile
retaggio aulico, a cui questa nobile tradizione rimanda e il caustico richiamo dell’osservazione spassionata ed arguta. Una poesia,
quella di Bonelli, che scorre con scioltezza,
vivacizzata da una implicita sorta di ridendo
castigo mores. Dalla lettura delle sue composizioni sorge anche un positivo richiamo a
sottrarre la poesia da quella considerazione
“alta”, di empireo irraggiungibile, che spesso
è stato più di ostacolo che di vero stimolo
alla sua lettura e circolazione. L’autore si
rivela verseggiatore raffinato, sensibile, e
dai suoi sonetti si avverte senza pesantezza
un acuto stimolo alla riflessione, al guardare
all’interno di noi stessi, delle nostre piccole e
grandi contraddizioni. Da cui forse solo con
la poesia se ne esce o almeno si convive.
Oltre alla poesia Antonio Bonelli ha pubblicato anche altri importanti lavori dedicati
alla storia dell’arte (I cinquanta magnifici
battisteri d’Italia, 2000; Gli antichi amboni
italiani capolavori di scultura, 2008), alla
narrativa (Milesius, 1988) e alla storia (Padre Giacomo da Poirino tra Cavour e Pio
IX, 2010)
CONCORSI
CONCORSI
PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA - MUSICA - VIDEO PRESENTATA ALLO STUDIO MUSEO
FRANCESCO MESSINA LA TERZA EDIZIONE DEL PREMIO CRAMUM DEDICATO AI
GIOVANI TALENTI ALL’ARTE CONTEMPORANEA
Scadenza 11 gennaio 2015.
E’ stata lanciata dallo Studio Museo Francesco
Messina di Milano la terza edizione del Premio
cramum, ideato nel 2012 da Andi Kacziba e Sabina
Maria Frassà per promuovere i migliori giovani
artisti che operano in Italia, a prescindere dalla loro
origine. L’obiettivo ultimo è mettere i giovani
talenti dell’arte contemporanea nelle condizioni di
vivere della propria arte, accompagnandoli lungo la
loro crescita professionale.
Il bando è aperto a partire da oggi e destinato
esclusivamente ai giovani under 36, che potranno
fino all’11 gennaio presentare i propri lavori utilizzando qualsiasi linguaggio espressivo: pittura, scultura, video, foto, performance, o qualsiasi altro
mezzo. Il bando è disponibile subito sul sito
www.cramum.it.
Questa terza edizione, dal tema: “Frangit nucem.
Cos’è l’arte contemporanea?”, si concluderà il 12
maggio 2015 con una mostra internazionale che
vedrà esporre i dieci artisti finalisti al fianco di
grandi nomi dell’arte contemporanea. Il 12 maggio,
tra questi sarà nominato il vincitore.
In occasione della presentazione, lo Studio Museo
Francesco Messina ospita la proiezione - in prima
assoluta e in loop - del corto (22’) “Indagine
sull’arte, oggi” che coinvolge 36 protagonisti dell’arte contemporanea: artisti, critici, curatori e
giornalisti. L’”indagine” permette di approfondire
tre tematiche: chi sono gli artisti oggi, quali ricerche
artistiche perseguono, quali sono gli strumenti per
affermarsi a livello internazionale.
CONCORSO DI PITTURA E SCULTURA RELATIVO ALL’EXPO 2015.
Promosso e organizzato dal GAR (Gruppo Artistico Rosetum) da sabato 10 a mercoledì 21 gennaio
2015 per interscambio culturale tra gruppi artistici.
Il concorso è aperto INDIVIDUALMENTE a tutti
i soci dei gruppi artistici di Milano e dintorni con
tema dedicato all’EXPO con tecnica libera. Gli
artisti potranno concorrere con una sola opera
decorosamente incorniciata, senza vetro, (deroga
per acquerelli e pastelli) munita di attaccaglia e
corredata sul retro di titolo dell’opera, tecnica,
nome e cognome, indirizzo e recapito telefonico.
Per tutte le tecniche la misura di base deve essere
minima cm.60 e massimo cm. 80 COMPRESA
CORNICE , per la scultura di ragionevoli dimensione. La partecipazione è gratuita e avviene UNICAMENTE previa iscrizione entro il 10 dicembre
2014, citando il gruppo artistico di appartenenza,
fino al raggiungimento della capienza della nostra
Galleria Velasquez, inviando adesione vi a e-mail a:
[email protected]
Le opere dovranno essere consegnate venerdì 9
gennaio 2015 c/o la Galleria Velasquez - Via
Pisanello, 1 Milano dalle ore 10 alle ore 15 alle ore
18 dove rimarranno esposte per tutto il periodo
indicato. Le opere esposte saranno stimate da
un’esperta giuria il cui giudizio sarà inappellabile.
La premiazione avverrà in Galleria Velasquez sabato 10 gennaio 2015 alle ore 17 e saranno premiate
le prime tre opere. Gli organizzatori non assumono
la responsabilità per danni, furti e altri inconvenienti, pur rendendosi cura delle opere esposte. Il ritiro
delle opere stesse dovrà essere inderogabilmente
giovedì 22 gennaio 2015 dalle ore 15 alle ore 18.
Info: 349/7809095
Email: [email protected]
THINKGOOD - Scadenza 15 gennaio 2015
Il concorso è finalizzato alla scelta e alla realizzazione della miglior proposta di restyling grafico
dell’area Day Surgery dell’Ospedale Pediatrico
Santobono Pausilipon di Napoli. La realizzazione
tecnica dell’idea vincitrice sarà interamente a carico
dell’azienda promotrice Millestampe s.r.l.Il concorso è riservato a: chiunque eserciti una professione legata al mondo della creatività. Info Millestampe
srl, Castellammare di Stabia, via Strada Napoli 350/
OASIS PHOTO CONTEST (Fotografia)
Scadenza 26 dicembre 2014
La rivista Oasis, con l‘organizzazione dell‘AITN
(Associazione Italiana Turismo Naturalistico) indicono il concorso fotografico internazionale “Oasis
Photo Contest”, Premio Internazionale di Fotografia Naturalistica, al quale possono partecipare
fotografi di tutto il mondo, dilettanti, amatori e
professionisti. Non possono partecipare le persone (e loro familiari) facenti parte della giuria. Il
termine ultimo di accettazione delle immagini è il 26
dicembre 2014.Al fine di raggruppare immagini
omogenee, il concorso si divide in 9 sezioni. Le
sezioni non sono basate su una divisione
tassonomica ma tecnica. Ogni sezione è contrassegnata da una lettera che serve per la codificazione
dei file inviati. Sezioni previste: P) Paesaggio; M)
Mammiferi; U) Uccelli Chirotteri; T) Tutti gli altri
aninali; F) Storyboard: una storia naturale che si
racconta; S) Fotografia subacquea; GT) Gente e
Popoli; V) Mondo Vegetale; A) Amici di casa.
Associazione Italiana Turismo Naturalistico
AITN, [email protected], Tel +39 0173.045250 -
POESIA - LETTERATURA
Premio Nazionale di Poesia
“IL PRESEPE” 12 Edizione 2014-2015.
Il Premio si articola in due sezioni: A-Adulti; BRagazzi fino a 17 anni. Si partecipa facendo pervenire entro il 30 .11.2014, uno o due componimenti
inediti in 7 copie, tutte firmate e con nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e indirizzo di
posta elettronica, al seguente indirizzo: Associazione Turistica e Culturale “Pro-Pesche, Piazza
Roveto - 86090 Pesche (IS). Ai fini della realizzazione dell’antologia, si prega di inviare i testi anche
in formato elettronico all’indirizzo
concorso di [email protected]
Per la sezione B va indicata anche la data di nascita.
La partecipazione è gratuita. Non è richiesta tassa
di lettura, né alcun altro tipo d’impegno. I lavori
pervenuti non saranno restituiti ed essere oggetto di
eventuale pubblicazione Info: tel. 0865.460130
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ARTECULTURA
33
Silvana
Testa
Itinerario ignoto
L’immaginario del pittore riguarda sempre un percorso di esplorazione creativa
che si struttura nella continua ricerca
dove l’ideogenia della domanda appaga il
suo rispecchio psicologico. Quella dimensione che nel linguaggio comune si direbbe di consolazione giustificata, ma che,
invece, interessa una prodezza di ricerca
nella quale Silvana Testa, pittrice, di
ampio respiro creativo associa l’espressione accomunante della parola al disegno. La dimensione unitaria della realtà
che dal provvisorio dell’ignoto poi si fa
immagine che la sensibilità acquisisce e
armonizza nell’espressione sentita nel
riposto del linguaggio voluto. Quella dimensione sconosciuta che poi esplode la
sua emozione nel corollario della manifestazione complessiva quando l’indagine
procede per stazioni di conoscenza, le
tappe della creatività consapevole. Quando cioè la professionalità dispiega nel
contenuto della forma artistica ciò che
meglio corrisponde al significato linguistico e corale, a cui l’intuizione perviene.
Quella verità sperimentata dalla pittrice
nella quale
l’esposizione allo sguardo alAldo
Parmigiani
trui poi domanda l’interesse conoscitivo
che interessandolo lo coinvolge per spirito di linguaggio condiviso.
Marpanoza
Silvana Testa
“SU MARTE” 2013
Olio su tela, cm. 120x90
ARTECULTURA
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colonna con brevi annotazioni sulla Rivista.
-ARTECULTURA per agevolare il suo impegno informativo non
ha un costo di copertina e svolge così un’interessante divulgazione artistica a voce mondiale, cartacea, e soprattutto con libero accesso a internet: [email protected]
-Gradito anche l’invio di poesie per la pubblicazione a piena discrezione redazionale per quegli Autori, già abbonati alla Rivista, con libera offerta a componimento non superiori a 35 versi a
sostegno dei costi di stampa che pesano molto specie quando non
si riceve finanziamento pubblico o non si ha un prezzo di copertina per agevolare la divulgazione.
-Le offerte del mese, pittoriche e grafiche per abbonamenti a
sostegno di Artecultura sono formulate, affinché essa continui
l’impegno poetico per il Disarmo contro le stragi di Stato che
sacrificano adulti e innocenti bambini. La coscienza poetica mancante che, nel suo possibile, Artecultura sostiene e divulga.
34
-Graditi sponsor animati dalla finalità di Artecultura.
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ASTE
Dicembre 2014
SOTHEBY’S
Londra 2 dicembre 2014 h. 10
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Londra 3 dicembre 2014 h. 10,30
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ANTICHI MAESTRI INGLESI.
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CASA D’ASTE IL PONTE
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ARTI DECORATIVE
DEL ‘900 e DESIGN
Milano 16 dicembre 2014
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Milano 16 dicembre 2014
MOBILI E DIPINTI ANTICHI
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ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Palais Dorotheum 3 dicembre 2014
ARTE ASIATICA
Klagenfurt 3 dicembre 2014
ARTE OGGETTI D’ARTE GIOIELLI
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Milano 16 dicembre 2014
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Palais Dorotheum 2 dicembre 2014
AUTOGRAFI
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Roma 3 dicembre 2014
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Monaco di Baviera febbraio 2015
ARCHEOLOGIA
Roma, +39 0632609795
CHRISTIE’S
Londra 2 dicembre 2014
SCULTURA EUROPEA
Londra 2 dicembre 2014
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Londra 3 dicembre 2014
ARTE CONTEMPORANEA
Londra 4 dicembre 2014
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Londra 9 dicembre 2014
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Londra 9 dicembre 2014
DESIGN
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