Riordino aziende comunali, parte lo scontro

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ENTI E POLITICA. Durissima presa di posizione delle organizzazioni sindacali sui progetti di Palazzo Barbieri, la gestione dell'Agec e la creazione di una super-holding
Riordino aziende comunali ., partelo scontro
I sindacati parlano di «assenza
di piano industriale». E
chiedono «l'apertura di tavolo
di confronto con il Co
e»
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Enrico Santi
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Sulla creazione della holding
delle aziende pubbliche e la
difficile situazione dell'Agec,
dopo le vicende giudiziarie
che nei mesi scorsi avevano
coinvolto i vertici aziendali, le
organizzazioni sindacali chiedono al Comune l'apertura di
un tavolo di confronto. In caso
contrario, Massimo Castellani
della Cisl, Michele Corso della
Cgil e Lucia Perina della Uil, insieme ai responsabili delle categorie e alle rappresentanze
dei lavoratori, mandano a dire
a Palazzo Barbieri che sono
«disposti a mettere in campo i
rapporti di forza se non ci saranno ascolto, risposte e una
comunicazione trasparente».
E una presa di posizione durissima quella lanciata da tuttele sigle sindacali in un'infuocata conferenza stampa nella
sede della Cisl di lungadige
Galtarossa. «Siamo estremamente preoccupati», incalza
Castellani «per la mancanza
di qualsiasi piano industriale
che dia garanzie ai lavoratori,
dal punto di vista occupazionale, e di qualità dei servizi.
L'unica cosa certa», aggiunge
il segretario generale della Cisl, «sono i 120 milioni passati
dall'Agsm al Comune, fatto di
cui lo stesso presidente Paolo
Si parla di noi
Paternoster si è detto orgoglioso, anche se gli utili dovrebbero servire per gli investimenti...».
Per quanto riguarda l'Agec,
l'azienda speciale che dopo l'Amia è destinata ad essere incorporata nella super holding
a guida Agsm, i sindacalisti
parlano eli «gestione allo sbando di un'azienda da 400 dipendenti, dove nessuno si assume
responsabilità, senza una direzione all'altezza e prospettive
chiare di sviluppo». E in particolare puntano il dito sull'«inverosimile situazione delle farmacie che presentano bilanci
in perdita, caso unico in Italia». E si chiedono se la «volontà inconfessabile» sia arrivare
a una «svendita al migliore offerente». Criticità vengono rilevate anche sulla gestione dei
servizi cimiteriali «i cui risultati non sono all'altezza di
quelli assicurati dai privati» e
sulla stessa mission dell'Agec:
«Case popolari non se ne fanno più e per mancate certificazioni risultano ancora non occupati alloggi già assegnati,
mentre la gente dorme in auto. A meno che le perdite», ribadiscono, «non siano il cavallo di Troia per procedere alla
svendita del patrimonio, progetto finalizzato, ovviamente,
al semplice fare cassa». E in
tutto questo, il timore delle or-
ganizzazioni sindacali «è che
alla fine il conto lo pagheranno i lavoratori».
Per Daniela Prencipe, segretario generale Uil-Fpl, «lo
standard qualitativo delle farmacie e la professionalità degli operatori sono sempre stati un fiore all'occhiello, per
questo non vogliamo vedere
svenduto questo servizio». E
avverte: «La capillare distribuzione delle farmacie sul territorio comunale potrebbe essere
la prima cosa rivedibile in un
piano di cessione aziendale
che miri solo a fare cassa, così
come la riduzione degli organici». Marco Manfreda, segretario Uil-Tec, rivendica al sindacato «grande senso di responsabilità, tanto da aver indetto
uno sciopero, in passato, perfino per spingere allatrasformazione in Spa diAgsm che ha dato la possibilità all'azienda di
espandersi sul mercato». E rimarca: «Non siamo contrari
alle trasformazioni, ma alle
trasformazioni che sanno di
interesse privato, per questo
non possiamo essere tenuti all'oscuro delle politiche aziendali». Anche sul progetto di
holding, i sindacati non ci vedono chiaro, «visto che dopo
un anno l'incorporazione di
Amia non ha prodotto risparmi sensibili» e dicono «stop al
depauperamento della società in un momento in cui l'Agsm, già fortemente indebitata,
deve affrontare gare che non
può fallire». E sempre sull'Agsm, parlano di operazione «avviata e chiusa in fretta e furia
con la Bussinello petroli» e di
«incertezze su Ca' del Bue».
E Corso, della Cgil, denuncia
«l'autoritarismo di un'amministrazione comunale che pretende di scavalcare il sindacato, come ha dimotrato il sindaco Tosi all'assemblea dei lavoratoriAmia». Infine, Lucia Ferina lancia un duro avvertimento: «Se il sindacato, in maniera unitaria», sottolinea,
«chiede all'amministrazione
comunale che tipo di interventi e progetti intende portare
avanti, non lo fa con lo stesso
spirito della politica che lancia spot e fa promesse. Noi»,
afferma, «il consenso dei lavoratori ce l'abbiamo già e siamo
disposti a mettere in campo i
rapporti di forza se non ci saranno ascolto, risposte e comunicazione trasparente». •
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La sede dell'Agec in via Noris
Castellani (Cis[), Perina (Uil), Prencipe (farmacie) e Corso (Cgil)
Si parla di noi
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