Dopo 70 anni i dromedari riappaiono a San Rossore

Download Report

Transcript Dopo 70 anni i dromedari riappaiono a San Rossore

Copia di 5fdd5a98e5b49079ef5c1edab50a6195
Pisa
VENERDÌ 8 AGOSTO 2014 IL TIRRENO
III
L’EVENTO » IL RADUNO AGESCI
di Carlo Venturini
◗ PISA
Pare una roba da circo, ma
non lo è. Sono arrivati i tre
dromedari donati dagli scout
dell'Agesci al Parco di San
Rossore. Come star hollywoodiane, i dromedari si sono fatti anche la passerella sotto la
Torre con una sciarada di
flash di centinaia di turisti attoniti ed il vice sindaco Paolo
Ghezzi e il segretario della Primaziale Gianluca De Felice,
ad accoglierli. Mancava solo
Friedrich Nietzsche visto che
fu lui il primo a parlarne nelle
sue memorie del viaggio in
Italia.
Il circo a San Rossore? Tutt'
altro. Il direttore del Parco Enrico Gennai si è fatto immortalare sotto la Torre con dromedari (veri) sorridenti alle sue
spalle, mentre stringeva tra le
mani una foto dei primi anni
del 900 che ritraeva dromedari allo stato brado in quel di
San Rossore. «I dromedari sono una presenza storica nel
parco già dal 1642 ed infatti
verranno alloggiati nelle stesse strutture che già li custodivano nell'800, strutture poste
in località Boschetto». Dopo il
mucco pisano (in via d'estinzione e salvato da Parco ed
Università), ecco ora il ritorno
dei dromedari a cui spetterà
portare a spasso i visitatori del
parco e ripulire spiagge. Non
sono dunque dei villeggianti.
«I dromedari possono sopportare carichi fino a cinque
quintali e noi li useremo sia
per portare i visitatori in giro
per il parco sia per ripulire le
spiagge e le dune dai detriti
portati dal mare» spiega Gennai. Sembra facile a dirsi ma
dietro c'è lo zampino, o meglio lo zoccolo, dell'Università. E sempre l'Università dovrà ripopolare il parco di dromedari (senza esagerare) con
tecniche di inseminazione artificiale. L'unico maschio, infatti, è già stato castrato. I dromedari, con buona pace degli
allarmi di alcuni oltranzisti
ambientalisti, non impensieriranno la fauna e la flora del
parco perché provengono
dall'Italia: la giovane femmina, dal manto bianco, arriva
dal Parco faunistico delle Cornelle in provincia di Bergamo,
mentre gli altri due animali una femmina ed un maschio sono stati ceduti dal gestore
del Parco faunistico "Leopark" di Gualdo Cattaneo, in
provincia di Perugia, e sono
perfettamente domati.
Come annunciato nei mesi
scorsi, uno degli obiettivi della reintroduzione dei dromedari, oltre ai già citati aspetti
storico-culturali, è quello di
aprire la zona agricola di San
Rossore, sinora mai utilizzata
nelle attività di promozione
turistica, alle visite del pubblico, con attività didattiche che
abbiano lo scopo di spiegare il
ruolo ecologico e socioeconomico di queste razze animali:
bovini biologici da carne col
mucco pisano in prima linea,
cavalli da tiro pesante e cavallini "monterufolini" in estinzione, ai quali oggi si aggiungono i dromedari e, presto,
anche le vacche di razza maremmana, anch'esse presenti
nella tenuta in passato. Molto
presto nei pascoli di Piaggerta
sarà dunque possibile incontrare questi splendidi animali, in un'area particolarmente
adatta a loro per il clima favorevole e il terreno sabbioso.
L'Ente Parco in una nota
scrive: «Alle sciocche battute
di chi ironizza su questi animali non conoscendone le ra-
Dopo 70 anni i dromedari
riappaiono a San Rossore
Tre esemplari (due femmine e un maschio) sono stati consegnati dagli scout
La donazione è avvenuta ai piedi della Torre fra centinaia di turisti incuriositi
Due dei tre dromedari che ieri erano sotto la Torre
La stretta di mano che ha sancito la donazione dei dromedari
dici storiche e la valenza ambientale, la risposta dell'Ente
Parco è che questi curiosi animali potranno contribuire al
rilancio di San Rossore come
mèta di attività di educazione
del Dipartimento di biologia
dell'Università di Pisa può infatti essere attuata senza alcun pregiudizio per la vegetazione presente anche all'interno di aree a tutela integrale».
il primo giorno
ambientale e soprattutto di ripristino dell'ecosistema dunale attraverso mezzi sostenibili. L'utilizzo di animali per la
pulizia delle spiagge, come ha
mostrato un recente studio
I dromedari sono un dono
degli scout dell'Agesci, scout
che vennero dall'Inghilterra a
rendere omaggio al Re già nel
1910.
Curerà gli animali
la clinica veterinaria
dell’ateneo pisano
Dopo i fuochi d'artificio
dell'arrivo dei dromedari al
Parco, qualcuno dovrà
prendersene cura anche
lontano dai riflettori. Ed è
quanto il presidente del Parco
Fabrizio Manfredi ha fatto. «Da
sempre la clinica di veterinaria
dell'Università di Pisa - dice
Manfredi - si prende cura del
patrimonio zootecnico del
Parco, e garantirà anche il
benessere e la sicurezza
sanitaria dei dromedari. La loro
storica presenza anche nella
zona di Coltano, ha garantito il
mantenimento di una certa
tradizione anche per quanto
concerne gli aspetti veterinari,
tanto che il prof. Francesco
Camillo dell'Ospedale didattico
veterinario di San Piero a
Grado, ha già assicurato la
propria assistenza persino nel
programma di fecondazione
artificiale delle femmine, per lo
sviluppo del gruppo di animali
della Tenuta».
Presto quindi, è auspicabile
anche qualche nascita di piccoli
a San Rossore. (c.v.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Tutti insieme nel segno del coraggio
La Route nazionale con 30mila scout inaugurata alla presenza delle autorità
◗ PISA
Trentamila scout hanno affollato la grande arena dove ieri alle
18 si è svolta la cerimonia inaugurale della Route nazionale
Agesci, nell'area delle Cascine
Nuove all'interno del parco di
San Rossore. In prima fila, erano le autorità con il sindaco
Marco Filippeschi, il presidente della Provincia, Andrea Pieroni, il presidente della Regione, Enrico Rossi, il presidente
della conferenza episcopale Toscana Giuseppe Betori e i vertici del parco e delle forze dell'ordine. Sul grande palco i videowall ai lati rilanciavano le immagini di scoutismo, sul prato
30 mila rover e scolte giovani,
giovanissimi e meno giovani
che cantavano all'unisono l'inno dell'evento che fino al 10
agosto vedrà gli scout impegnati a scrivere la «Carta del Coraggio».
Quando le telecamere hanno zoomato sul pubblico, per
coloro che hanno partecipato
al grande evento è stata palpabile l'emozione e il senso di appartenenza e i gomitoli lanciati
da tutti gli angoli dell'arena
hanno fatto il resto e simboleggiano il legame condiviso di chi
ha scelto di «mettersi in cammino in questa One way fino al
traguardo finale».
Il popolo dei 30.000 scout, a
cui si sono aggiunte le delegazioni straniere, ha creato e popolato la città delle tende. L'alzabandiera ha dato l'avvio ufficiale alla Route nazionale. E ieri si è anche svolto il primo incontro dei ragazzi designati a
scrivere la carta del Coraggio.
I 456 "alfieri", rappresentanti delle 456 routes locali, hanno
formato il Consiglio nazionale
dei rover e delle scolte. Insieme
si metteranno al lavoro, confrontandosi sulle esperienze
vissute attraverso le Strade di
La tendopoli degli scout allestita all’interno della Tenuta di San Rossore
Uno dei tanti arrivi nella notte a San Rossore
Il presidente Pieroni, al centro, accolto a San Rossore
Coraggio e scrivendo la Carta
del coraggio che domenica verrà consegnato alle istituzioni.
Ieri è stato anche emesso dal
Ministero dello Sviluppo il francobollo celebrativo nel 40˚ anno della fondazione dell'Age-
gio di amare, il coraggio di essere chiesa, il coraggio di essere
cittadini e il coraggio di farsi ultimi. Intanto, fra le cariche istituzionali, non ci saranno, come era stato annunciato in un
primo momento, Pietro Gras-
sci.
Il programma di oggi vede
l'inizio delle tavole rotonde e
dei laboratori nei quali sarà
aperto il confronto sui cinque
temi scelti dai ragazzi: il coraggio di liberare il futuro, il corag-
so, presidente del Senato, e Roberta Pinotti, ministro della Difesa. Mentre oggi sarà a San
Rossore, Laura Boldrini, presidente della Camera.
Altro servizio a pag. 10
©RIPRODUZIONE RISERVATA