APC, ipersensibilità : parliamo di qualcosa di - zetapiesse-apc

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APC, ipersensibilità : parliamo di qualcosa di diverso.
Di Lara Battaglia Rocchetto, lic. Psic, psicologa, psicopedagogista.
Un APC non ha solo un pensiero arborescente, ma anche una sensibilità marcata:
un’ipersensibilità (HSP : Highly Sensitive Person). A livello fisiologico, ciò significa che la
soglia percettiva (cioè il momento in cui viene percepito uno stimolo sensoriale esterno o
interno al corpo) è molto bassa. E quindi anche le stimolazioni percepite sono
quantitativamente molto di più. È come se le nostre orecchie potessero udire al di sotto dei
20Hz (la soglia dell’udito si situa a circa 20Hz e va fino a 20 KHz): significa che potremmo
sentire molti più rumori e che saremmo « disturbati » maggiormente.
L’APC è quindi molto più sollecitato della media delle persone. In realtà l’ipersensibilità è
presente anche in persone non APC. Ma in genere tutti gli APC sono ipersensibili.
L’ipersensibilità è una caratteristica ancora poco conosciuta dell’APC, ma in questi ultimi
hanni stanno emergendo nuove ipotesi di lavoro. Il registro comune per questi soggetti
sarebbe quello dell’IPER : cognitivo, sensibile, emotivo, sinestesico.
Un HSP, che si trova in mezzo ad una folla (penso per esempio alla folla che potrebbe esserci
il sabato al supermercato), si stanca molto prima e molto più di un non sensibile. Dovrà
riposare isolandosi per un po’ di tempo, decongestionare, dopo l’incursione al centro
commerciale, pena l’accumulo di stanchezza che in questi soggetti sfocia facilmente in
distacco, disinteresse, non curanza, apatia, passività, pigrizia. Manifestazioni che potrebbero
essere scambiate facilmente per ansia e depressione, allorquando trascurare o non aver
coscienza della propria sensibilità, può portare il soggetto a entrare in una spirale distruttiva di
iperstimolazione (ovvero la combinazione di momenti stimolanti non compensati da pause di
riposo, distacco, ecc.)
In un soggetto APC (veloce, precoce, …) la pigrizia è un contraltare, in quanto la pigrizia è
una reazione all’ « iper ».
Altra dinamica è l’anticipazione del « troppo » : ansia rispetto alle prossime stimolazioni.
Per esempio l’ansia al solo pensiero di andare a lavorare il giorno dopo…
Sovente gli ipersensibili sono presi per timidi, quando invece non lo sono veramente. La
timidezza è la paura che gli altri non ci approvino o non ci amino. L’ipersensibilità invece è
un sistema nervoso delicato e sensibile. Non ha a che fare con la mancanza di fiducia in se
stessi, o almeno non in modo diretto.
Questa premessa mi serve per far comprendere il primo concetto fondamentale : per i soggetti
HSP (e quindi anche gli APC), può essere molto stancante socializzare. Potrebbe quindi
preferire mantenersi a distanza dal gruppo (gruppo classe, gruppo di coetanei a ricreazione o
fuori scuola). Scegliere quindi di stare soli : non per paura, ma per salvaguardia del proprio
sistema nervoso.
La sovra eccitazione nervosa, può far apparire e far parlare l’ipersensibile come una persona
con pochi mezzi relazionali : di nuovo ciò non è un comportamento dovuto ad una mancanza
ma al contrario ad un eccesso. Il soggetto risulta colmo e stanco.
L’ipersensibilità, metaforicamente, è come il funzionamento cognitivo, paragonabile alla
realizzazione di un puzzle : considerare molte cose assieme (puzzle di 1000 pezzi), è faticoso.
Secondo concetto fondamentale : gli HSP prediligono il contatto con una persona alla volta ;
tendono a immedesimarsi nell’altro e quindi a perdere i loro limiti. Mi spiego meglio. La
grossa sensibilità del ragazzo HSP fa si che avverta i sentimenti dell’altro, che anticipi i
pensieri dell’altro e che faccia suoi gli atteggiamenti, le cadenze della voce, le parole
utilizzate, ecc. Non esiste amico migliore di un HSP in un certo senso : egli diventa un
compagno fedele e comprensivo, capace di immedesimarsi e quindi di penetrare a fondo
l’altro.1
Ciò implica due cose per il soggetto HSP : 1. la perdita di contatto con se stesso e quindi non
sapere più chi è, ne cosa sente e « non sente più ». Facilmente arriva al punto di « questo è
troppo », che comprende solo con l’apparire di manifestazioni fisiche (disturbi psicosomatici,
tremore, iperattività manifesta) o psichiche (ansia, paura, ecc.). L’annullamento delle proprie
necessità implica un distacco sempre maggiore dal riconoscimento di se stessi. Più la persona
evolve e più si allontana da se stessa. 2 . Quando l’altro è troppo presente nel soggetto HSP,
quest’ultimo si difende con la fuga (non si fa trovare, non risponde più ai richiami, si isola,
ecc.) rompendo la relazione « fusionale ». L’invasione involontaria e automatica nel « campo
emotivo e comportamentale » degli altri è forse la parte più difficile da imparare a gestire per
alcuni soggetti APC e HSP.
Terzo concetto fondamentale : la percezione molto fine di questi soggetti fa si che essi
percepiscano immediatamente il clima di un gruppo, gli squilibri, le ingiustizie e i problemi
tra i membri. Ovviamente ciò avviene in modo perlopiù inconscio. La reazione a questo tipo
di percezioni può essere di fuga o di aiuto al sistema : spesso assumendo il ruolo di vittima o
dell’escluso. La vittima o l’escluso del gruppo, in qualche modo salvaguardia il gruppo, cioè
permette al gruppo di mantenere l’unione. L’ultimo della classe, abbassando la media
generale di una competenza, salvaguardia il gruppo, diminuendone l’ansia di prestazione.
L’HSP assumendo un ruolo « negativo », permette al gruppo di mantenere la propria coesione.
L’interpretazione da parte dei docenti può quindi essere sbagliata e considerare il bambino
APC come un « outsider » incapace di integrarsi. In realtà sta soltanto colmando una lacuna
del gruppo.
Possiamo immaginare quali conseguenze abbia tale interpretazione sullo sviluppo
dell’identità del bambino APC. Non cosciente del suo funzionamento, non può che credere,
senza però confidare e riconoscersi, a ciò che gli viene raccontato di se stesso.
Quarto concetto : l’HSP utilizza molto velocemente e intuitivamente, gli stimoli sensibili
circostanti, integrandoli in una Gestalt. A questa velocità di integrazione (input), risponde
una velocità e intensità di reazione (output) impulsiva ed emotiva. Ritroviamo quindi il
funzionamento IPER.
La raccolta contemporanea di molti segni porta ad un’ipervigilanza continua, che causa presto
sfinimento.
1 Spesso l’APC non si conforma agli stessi valori umani dei coetanei (a questo proposito ricordiamo le tappe dello sviluppo
morale di Kohlberg o Piaget), ma mira a qualcosa di più « alto » e il valore di GIUSTIZIA prende una grossa importanza.
Questo è spesso inconscio perché difficilemente viene discusso esplicitatamente in famiglia o in altri ambiti. Anche per
questo motivo, gli APC scelgono accuratamente gli amici e spesso sono pochissime le loro relazioni (pochi corrispondono ai
loro alti valori di giustizia). Magari apparentemente non sembrano avere degli ideali così forti (possono essere così presi dal
tentativo di adeguarsi all’ambiente, o alle attese verso di loro, che perdono il contatto con ciò che loro pensano veramente,
costruendo un falso sé) e bisogna educarli (educare=tirare fuori) a sostenere i loro ideali, i loro principi.
Per esempio alcuni bambini non amano i cartoni animati del gatto Silvestro perché le botte che riceve non fanno ridere.
Diventa difficile sostenere l’ingiustizia subita da Silvestro, che comunque è una vittima.
Conclusione :
La riflessione sul tema dell’ipersensibilità, ha come scopo di mostrare la stretta relazione con
l’ « IPER », concetto fondamentale che sostiene il funzionamento dell’Alto Potenziale
Cognitivo. La comprensione del funzionamento dell’HSP-APC, è importante per evitare gli
sbagli diagnostici ed i pregiudizi, improduttivi, infruttuosi, quali « è troppo sensibile », « è
troppo emotivo », « se la prende troppo », « ha una struttura di personalità nevrotica », ecc.
Per quanto concerne i bambini precoci, il senso comune e molta letteratura mette l’accento
sulla « dis-sincronia » cognizione-affetto, giudicandoli come immaturi. Bisogna porre
attenzione a questa idea perché :
1. non considera il funzionamento iper e quindi la reazione al « troppo » (ciò di cui tratta
questo testo);
2. non considera che la reazione è determinata dalle scarse esperienze del bambino e dalla
discrepanza tra potenziale ed esperienza ;
3. in questo modo il bambino rivendica la propria infanzia (spesso dimenticata nel bambino
APC).
Per approfondimenti vedere i lavori di Elaine N. Aron, Ph.D (“The Highly Sensitive Person”
Three Rivers Press – 1998)