«Tetra, scommessa oltre la voce»

Download Report

Transcript «Tetra, scommessa oltre la voce»

DELLE
24
www.corrierecomunicazioni.it
[email protected]
n°7. 21 aprile 2014
Aziende&Mercati
à
NEWBUSINESS • STRATEGIE • FINANZA
«Tetra, scommessa oltre la voce»
Sangiovanni, Motorola Solutions: «Novità sul fronte delle app che sfruttano capacità
di supporto per dati, immagini e video». Cambia la comunicazione d’emergenza
pierotodorovich
Soluzioni wireless, terminali e servizi per le comunicazione di forze dell’ordine, operatori dell’emergenza e applicazioni professionali delle imprese. Non
solo in voce, come è stato nel passato,
ma anche attraverso immagini, video
e dati. Questo è oggi nell’impegno di
Motorola Solutions che sta supportando alcuni dei più importanti progetti
di razionalizzazione e aggiornamento
delle reti Tetra in Europa. Ne parliamo
con Massimo Sangiovanni, vp Emea
di Motorola, in occasione del Critical
Communication Europe di Amsterdam.
Qual è lo stato del mercato Tetra/
Teds in Italia e in Europa?
Il mercato italiano ci ha dato soddisfazioni nell’anno passato, permettendoci di rispettare gli impegni presi, grazie alla crescita media del 5% nell’ambito degli ordinativi governativi e del
10% di quelli delle imprese suddivisi
in pari misura. Oltre a Tetra/Teds hanno
contribuito i sistemi di mobile computing, i barcode reader e altre soluzioni. I
mercati europei che ci hanno dato maggiori soddisfazioni sono stati quelli della
Norvegia, Danimarca e Germania dove
sono in corso progetti su scala nazionale
per coperture più capillari, espansioni
e aggiornamenti. Il mercato Tetra vive
oggi una fase di sostituzione, aggiornamento ed espansione. In Germania,
dove l’infrastruttura di rete Tetra è già
aggiornata, si è investito molto sul rinnovamento dei terminali.
Le maggiori novità tecnologiche?
Ci sono novità sul fronte delle applicazioni che sfruttano le nuove capacità
di supporto per dati, immagini e video.
L’anno scorso abbiamo introdotto i
nuovi terminali con capacità fotografiche 6750, premiati dal Tetra Award.
Quest’anno vediamo l’inclusione dei
nuovi terminali nei progetti in fase d’avvio. I servizi avanzati sviluppati oggi su
Tetra/Teds potranno essere migrati in
internazionale le frequenze dedicate. Il
percorso di sviluppo è oggi più chiaro:
ci si impegna a sviluppare applicazioni
che sfruttano l’integrazione della voce
con i dati attraverso gli standard Tetra/
Teds. Domani, passerà alle radio Lte. In
ogni caso siamo già pronti perché abbiamo base station che integrano le due
tecnologie di trasmissione.
La crescita Lte non sta frenando lo
sviluppo di Tetra/Teds?
Prevediamo che serviranno almeno
3-5 anni perché Lte possa essere impiegato efficacemente. Molte capacità delle
reti di tipo Tetra non sono
oggi facili da implementare con Lte e, in ogni caso,
le reti degli
operatori telefonici non sono
affidabili nelle
situazioni di
emergenza. Per
questo servono
le reti dedicate.
I progetti di
copertura su
grande scala
sono costosi:
alternative?
Nell’emergenza servono
reti interforze,
in grado di far
comunicare
tra loro corpi ed enti diversi in caso di
necessità. Serve una rete capillare sul
territorio, ben gestita e aggiornata. L’esempio è il progetto di unificazione della rete Tetra avviato in Norvegia, progetto partito con l’outsourcing e in cui
Motorola è direttamente coinvolta nella
gestione tecnologica della rete.
Le applicazioni più avanzate?
C’è il riconoscimento delle targhe, il
riconoscimento dei tratti biometrici, la
gestione di eventi in grado di scatenare azioni coordinate. Il riconoscimento
del rumore di uno sparo può far partire
Investimenti:
in Italia
mancano
progetti unitari
per la gestione
delle reti
critiche
in chiave
di servizio
I servizi avanzati
sviluppati oggi
su Tetra/Teds potranno
essere migrati
in futuro su reti Lte
futuro su reti Lte e ne sono un fattore
abilitante. Lte resta una prospettiva di
lungo termine per le reti critiche, in
attesa che vengano rilasciate su scala
MASSIMO
SANGIOVANNI
Vice President
Emea di Motorola
Solutions Italia:
«Il mercato
Tetra vice
oggi una fase
di sostituzione,
aggiornamento
ed espansione»
automaticamente l’allerta a livello della
rete. Lo stesso nel caso la radio rilevi
una caduta o l’assenza di movimento e
la posizione orizzontale dell’operatore.
In ambiti di polizia nel futuro c’è l’integrazione delle radio con le armi oltre
che con occhiali tipo i Google Glass per
vedere, ciò che accade dalle telecamere
situate in differente posizione. C’è molto di più della comunicazione a voce.
Italia pronta per progetti avanzati?
In Italia c’è un problema di razionalizzazione degli investimenti fatti
a livello locale da comuni, province e
regioni o da singoli corpi, come Carabinieri, ambulanze e così via. L’aspettativa è che si arrivi a concepire una rete
di comunicazione interforze nazionale
capace di supportare le evoluzioni future dati del Teds e Lte. La cosa importante è che ci sia una visione d’insieme,
nazionale. Questo dovrebbe essere
l’impegno imposto da qualche specifico
ministero. Alcune Regioni italiane stanno comunque partendo con progetti di
aggiornamento ed espansione delle reti
della polizia locale. Sarebbe utile che
non restassero progetti isolati.
E per le aziende?
La mobilità sta cambiando molte cose, l’adozione di terminali smartphone
dedicati può migliorare l’efficienza degli operatori che operano sul campo in
ambito di trasporti, corrieri, personale
di manutenzione e così via. Servono
smartphone robusti e con caratteristiche
appropriate, per esempio utilizzabili
con guanti da lavoro. Rispetto agli investimenti pubblici ancora stagnati, la
spesa nell’ambito privato ha mostrato
maggiore dinamismo. C’è una naturale evoluzione nell’uso dei terminali:
si richiedono nuove capacità, migliori
interfacce e uso dei sistemi operativi
standard come Android e Windows. Le
applicazioni che girano sui terminali di
lavoro sono cambiate rispetto al passato:
meno comandi, meno testo e più interfacce grafiche.
[ laboratorio conme ]
Italia, la carica dei «multi-screen»
Il 55% degli utenti naviga utilizzando più device. Trend più marcato nel Nordovest
Si moltiplicano gli internauti “convergenti”, quelli che vanno in Rete con più dispositivi contemporaneamente. Oggi il 55%
degli italiani tra i 16 e i 64 anni utilizza in
contemporanea pc, cellulare, tablet, ma anche
smart tv, e-book reader o console multimediali “per fruire contenuti mediali con intensità e
frequenza superiore alla media”. Sono i dati
emersi dall’edizione 2013 del Laboratorio
ConMe, presentati al Politecnico di Milano.
Secondo i curatori della ricerca intitolata
“Il valore della convergenza”, il presidente
del Consiglio Matteo Renzi, costantemente connesso al web, “è il paradigma di una
nuova cultura digitale”. Le ultime rilevazioni
(novembre 2013) parlano di 23,4 milioni di
individui, circa il 45% della popolazione italiana maggiore di 14 anni. Se ci concentriamo
sulla popolazione attiva (16-64 anni), questa
tocca ora il 55% con una crescita del 5% rispetto al gennaio del 2013. A livello sociodemografico, il picco massimo si posiziona
nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni: toccando
il 72% della popolazione. In crescita anche
i “silver surfer”. I potenziali convergenti si
concentrano per il 28% nel Nord Ovest, per
il 21% nel Nord Est, per il 25% nel Centro
e infine per il 26% nel Sud e nelle Isole. Il
38% dei convergenti svolge la professione di
impiegato o quadro. Il loro livello di reddito è
superiore rispetto alla media italiana.
Inoltre, 10 milioni di italiani con più di 14
anni sono “multi-screen” e utilizzano almeno
3 schermi diversi ogni giorno, senza differenze tra giorni feriali e weekend: solitamente
pc, smartphone e tablet. Le interazioni su Internet sono soprattutto nei “a cena, a pranzo e
dopocena, ma occorre considerare ben 8 mi-
multi-screen Trend in crescita del 5% rispetto al 2013
lioni di italiani fruiscono nella mobilità quotidiana per raggiungere il posto di lavoro”. Ci
sono picchi anche “nei tempi interstiziali, e
nei tempi del lavoro, sia mattina che pomeriggio”. Inoltre, rispetto al 2012 aumenta il
numero di convergenti “che fanno esperienze
mediali prima di andare a dormire”.
Anche il tipo di ricerche e interessi che
si fanno su Internet è un po’ lo specchio dei
tempi: analizzando il rapporto tra marca e
consumatore, per il Laboratorio ConMe al
primo posto svetta la televisione (47%), seguita a ruota da riviste e giornali (28%). E
sono 13,2 milioni gli italiani che usano la
pubblicità “come fonte d’informazioni su
marche e prodotti. Le persone esposte ad uno
spot tv di marche preferite si attivano su più
piattaforme: sito internet dell’azienda, profilo
ufficiale su Facebook, app della marca”.