zione incompleta con la cartilagine circostante, tipo di tessuto di ri

Download Report

Transcript zione incompleta con la cartilagine circostante, tipo di tessuto di ri

S142
biologica, distribuzione cellulare non omogenea, integrazione incompleta con la cartilagine circostante, tipo di
tessuto di riparazione, ipertrofia periostale ed artrofibrosi
conseguente all’ampio accesso artrotomico 20.
L’introduzione di supporti tridimensionali o scaffold ha
rappresentato la tappa più significativa dell’evoluzione
delle tecniche ricostruttive, delineando il passaggio da un
concetto di terapia cellulare ad uno di bioingegneria tissutale. Con quest’ultimo termine si definisce la possibilità
di riparare una lesione organica con un tessuto prodotto
in laboratorio a partire da cellule autologhe 21.
Molteplici materiali sono stati proposti nella pratica clinica come scaffold e possono essere costituiti da carboidrati (acido polilattico, acido poliglicolico, acido ialuronico, agarosio, alginato), da polimeri proteici (collagene,
fibrina, gelatina), da polimeri artificiali (fibre di carbonio,
idrossiapatite, Teflon, acido polibutirrico), oppure da matrici polimeriche composite. Diversi autori hanno riportato risultati a medio termine promettenti nel trattamento
delle lesioni cartilaginee del ginocchio e della caviglia
utilizzando diversi tipi di scaffold 22 23. Tra i notevoli vantaggi che offre l’utilizzo dei supporti tridimensionali, vi è
la possibilità di eseguire l’impianto per via artroscopia
con conseguente riduzione dell’invasività chirurgica, la
distribuzione più omogenea dei condrociti nel difetto da
trattare e la minore percentuale di ipertrofia del graft 23 24.
I migliori risultati sono stati osservati in atleti giovani (età
inferiore a 30 anni) e nei professionisti.
Ferruzzi et al. 24 hanno osservato risultati clinici migliori
nella tecnica ACI artroscopica rispetto a quella artrotomica ad un follow-up minimo di 5 anni. Inoltre Lindahl et
al. 25 hanno dimostrato in uno studio di farmaco economia a lungo termine che i pazienti con lesioni cartilaginee
sottoposti ad ACI determinavano un risparmio sulla spesa
pubblica rispetto a pazienti trattati con altre tecniche.
Due studi multicentrici prospettici hanno valutato questa
tecnica negli atleti 9 17. Risultati buoni/eccellenti sono stati
osservati in una percentuale variabile dal 72% al 96% dei
casi in particolare in caso di lesioni singole in corrispondenza del condilo femorale mediale. Il ritorno all’attività
sportiva è stato raggiunto dal 33% al 96% degli atleti dei
quali il 60%-80% hanno mantenuto lo stesso livello di attività sportiva a distanza. Il livello di attività pre-lesionale era
mantenuto dall’87% degli sportivi ad un follow-up di 52
mesi, soprattutto in caso di professionisti ed adolescenti.
Scaffold senza cellule
Scaffold riassorbibili senza cellule sono stati recentemente sviluppati per il trattamento di lesioni focali condrali/
osteocondrali con l’obiettivo di superare i limiti delle precedenti tecniche come la morbilità e le potenziali complicanze degli auto e allograft osteocondrali, i due tempi
chirurgici ed i costi delle tecniche ACI. L’impianto di tali
M. RONGA ET AL.
scaffold consente di colmare il difetto osteocondrale permettendo la migrazione e la differenziazione in situ di cellule mesenchimali con la successiva produzione di tessuto
cartilagineo ed osseo.
Gli scaffold maggiormente utilizzati oggi sono: TruFit
(Smith & Nephew, Andover, MA), costituito da polimeri
di glicole polilattico, solfato di calcio, fibre di acido poliglicolico e surfactante disposti a formare un doppio strato
e Maioregen (Fin-Ceramica S.p.A., Faenza, Italy) il quale
è costituito da cristalli di idrossipatite nucleati e collagene
di tipo I posizionati in 3 strati.
I risultati dopo impianto dello scaffold TruFit sono controversi. Carmont et al. 26 hanno osservato buoni risultati
clinici, ma una ritardata integrazione dello scaffold alla
RM ad un follow-up di 2 anni. Dhollander et al. 27 hanno
riportato risultati clinici modesti ed il 20% di fallimenti al
controllo a 12 mesi.
Delcogliano et al. 28 hanno documentato buoni risultati clinici e funzionali in 19 pazienti, dei quali 5 atleti, sottoposti ad impianto di Maioregen ad un follow-up di 2 anni.
In particolare gli autori hanno osservato in tutti i pazienti
sportivi un ritorno all’attività pre-lesionale al controllo ad
1 anno.
Purtroppo in letteratura non vi sono studi dedicati al trattamento di lesioni condrali/osteocondrali con queste metodiche negli atleti. Case report isolati hanno mostrato
risultati controversi. Pertanto si rendono necessari ulteriori
studi di tipo prospettico comparativo volti a valutare la
reale efficacia degli scaffold nel paziente sportivo.
TABELLA I. Indicazioni e variabili che possono influenzare il
risultato finale.
Tecnica
Indicazione
Microfratture - Età < 40 anni
- Lesione focale contenuta
- Condili femorali
Risultati non ottimali
- Età > 40 anni
- Lesioni non contenute
- Lesioni > 4 cm2
- Rotula
- Lesioni osteocondrali profonde
(> 1 cm)
- Lesioni a specchio
OATS
- Condili femorali < 2-4 cm2
ACI
- Lesioni > 2cm2
- Lesioni a specchio
- Lesioni non contenute
(1a generazione)
Allograft
- Lesioni osteocondrali
- Lesioni > 2-4 cm2
- Lesioni bipolari
- Artrosi