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Del 10 Dicembre 2014
Estratto da pag. 8
La coop degli aiuti: un milione in 9 anni
Da via Anelli ai profughi, tanto ha fatturato grazie al Comune la «Sestante»
PADOVA Immigrati, nomadi e profughi. La continua gestione di queste tre «emergenze sociali», negli ultimi
nove anni, ha fruttato alla «Cooperativa Il Sestante» di via Prosdocimi 2/a, zona Forcellini, un complessivo di
circa un milione di euro. Per la precisione, tra contributi prevalentemente comunali e poi regionali e statali,
999mila 950 euro e 91 centesimi.
È quanto risulta analizzando i numerosi documenti conservati nell’archivio informatico di Palazzo Moroni. La
cifra più grossa, più del 75% del totale, è stata incassata, da parte dell’associazione che non ha fini di lucro (è,
infatti, registrata come onlus), grazie al controllo, insieme con municipio e forze dell’ordine, delle operazioni di
svuotamento dell’allora Bronx di via Anelli. Nel dettaglio, tra febbraio 2005 a settembre 2009, quando al
governo della città c’era il sindaco Pd, Flavio Zanonato, la cooperativa sociale di Forcellini, presieduta dal
43enne psicologo Tiziano Peracchi (coadiuvato dalla coetanea Alda Alfeni, educatrice e candidata nella lista
civica «Per Padova con Ivo Rossi sindaco» alle ultime elezioni amministrative), si è occupata del trasferimento
delle circa seicento persone, soprattutto magrebine e nigeriane, che abitavano nelle sei «palazzine-alveare» del
residence Serenissima della Stanga: un lavoro, condotto fianco a fianco con l’allora assessore comunale alla
Casa, Daniela Ruffini (Prc), che ha portato nelle casse de «Il Sestante» un totale di 755.576,40 euro.
L’accoglienza e la gestione delle centinaia di profughi provenienti dal Nord Africa, tra febbraio 2010 e luglio
scorso, è stata invece retribuita con 114.945,87 euro complessivi. Mentre, per la conduzione del campo nomadi
di via Longhin e la scolarizzazione dei minori sinti e rom, sono andati alla onlus presieduta da Peracchi altri
102.409,76 euro.
E ancora, per alcune attività di «mediazione sociale» in piazzale Stazione (a fine 2013), altri 17.597,28 euro.
Quelle appena elencate sono soltanto le «voci» più sostanziose di quelle che, come scritto in avvio, hanno
condotto nelle casse de «Il Sestante» (che, per la cronaca, da giugno 2005 è concessionario di un immobile
comunale, in via San Prosdocimi 2/a, che utilizza come propria sede e per il quale paga un affitto annuo di
644,40 euro) quasi un milione di euro negli ultimi nove anni.
Davide D’Attino